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Il silenzio è il vero crimine contro l’umanità.
Sarah Berkowitz (sopravvissuta ad Auschwitz)
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Ricordare la Shoah vuol dire anche riflettere sulle modalità di trasmissione della memoria individuale e sul valore che essa assume per la memoria collettiva
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La "Giornata della Memoria" è stata istituita dal Parlamento Italiano nel 2000 per ricordare le vittime delle persecuzioni fasciste e naziste degli ebrei, degli oppositori politici, di gruppi etnici e religiosi dichiarati da Hitler indegni di vivere. La data prescelta è quella dell' anniversario della liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz (vicino a Cracovia in Polonia) avvenuta ad opera delle avanguardie della Armata Rossa (comandata dal maresciallo Koniev) il 27 gennaio 1945.
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Complessivamente le vittime della Seconda Guerra Mondiale sono 32 milioni, di cui 20 milioni i civili: vecchi, donne, bambini. A loro bisogna aggiungere le vittime dei campi di sterminio nazisti dove, oltre a 6 milioni di ebrei, furono soppressi anche detenuti politici, militari catturati durante la campagne di Polonia, Russia, nei Balcani, zingari, testimoni di Geova, omossessuali, appartenenti a etnie slave. Con la parola ebraica Shoah, il cui significato può essere tradotto in italiano con “catastrofe”, si intende l’insieme di vicende che portarono al tentativo nazista, in parte riuscito, di eliminare fisicamente tutti gli ebrei dell’Europa. La Shoah implica la deportazione, il concentramento coatto, la gassazione e l’incenerimento dei corpi di quanti tra gli europei erano indicati come appartenenti alla “razza ebraica”, nemica di quella “ariana” e, pertanto, da sterminare. Il termine che viene usato con funzione omologa è quello di “Olocausto”, ma di quest’ultimo molti hanno messo in rilievo l’inadeguatezza: l’olocausto infatti è un atto sacrificale di natura religiosa, che poco o nulla ha a che fare con quanto accadde alle comunità ebraiche continentali durante gli anni della Seconda guerra mondiale. Esse furono trascinate in una tragedia la cui natura e proporzione, in sé incommensurabili, hanno un’origine – ovvero una precisa scelta politica, assunta e realizzata da uno Stato moderno, quello tedesco, trasformatosi in regime dittatoriale e poi sterminazionista.
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TESTIMONIANZA “E’ un miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo.Mi è possibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine la pace e la serenità.” Anna Frank
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Gli ebrei ritenuti responsabili delle “congiure antinazionali” e accusati di essere traditori interni nel settembre del 1935 vennero condannati ai margini della società e con le “Leggi di Norimberga” non potevano essere considerati cittadini del Reich. Il matrimonio tra ebrei e ariani fu vietato per difendere la razza tedesca, gli ebrei ricevettero lo status di razza inferiore e, in parte, reagirono emigrando tra il 1935 e il 1938, favoriti da quei nazisti che ancora non avevano maturato l’idea dello STERMINIO Una drammatica svolta in Senso antisemita si ebbe nel novembre del 1938, dopo l’uccisione di un diplomatico tedesco da parte di un ebreo. Nella notte tra l’ 8 e il 9 novembre del 1938 «La notte dei cristalli», vi furono devastazioni sistematiche delle proprietà e dei negozi ebraici e sinagoghe vennero devastate e distrutte. Tutti gli ebrei vennero definitivamente espulsi dalle posizioni che detenevano nell’ economia e nella finanza. Hitler parlò della necessità di trovare una SOLUZIONE DEFINITIVA al problema ebraico.
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Legge 20 luglio 2000, n. 211 "Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti“ Art. 1. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 2. 1. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.
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Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno. Primi versi della poesia Schemà, epigrafe del romanzo «Se questo è un uomo» di Primo Levi, partigiano antifascista, arrestato dai nazifascisti in Val D’Aosta, venne mandato prima nel campo di raccolta di Fossoli, per poi essere deportato ad Auschwitz. Scampato al lager riuscì a tornare in Italia, dove scrisse delle atrocità vissute. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa, andando per via, coricandovi, alzandovi; ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi. Primo Levi
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«… Il mondo non e stato più lo stesso dopo Auschwitz
«… Il mondo non e stato più lo stesso dopo Auschwitz. E questo riguarda tutti. E noi, noi che Auschwitz lo abbiamo sulla nostra pelle e dentro i più intimi recessi della nostra mente? Noi come abbiamo potuto e possiamo vivere? Come può il nostro cervello reggere ai ricordi senza impazzire, come può ricordare i visi, i colori, i suoni, gli odori senza esserne soverchiato e perduto? Come possiamo camminare per le strade del mondo, della città, guardarci intorno e allo specchio senza vedere una realtà deformata dalla nostra esperienza, con la paura di risvegliarci dal sogno e ripiombare in quell'orrore?» Liliana Segre (senatrice italiana, dal 19 gennaio 2018 senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di concetramento) IMMAGINI DEL MUSEO DI FOSSOLI
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