Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
1
VITTORIO ALFIERI
2
La biografia Nacque ad Asti nel 1749
famiglia di ricca nobiltà terriera ricevette una severa educazione: in questi primi anni si formarono il suo carattere ribelle, le sue intolleranze verso le costrizioni sociali, contro le gerarchie militari e l’assolutismo monarchico
3
lui stesso definì questi come anni di “ineducazione” e di “non-studi”
iniziò a viaggiare in tutta Italia e in Europa, addirittura sino alla Svezia e alla Finlandia; questi viaggi erano la manifestazione della sua inquietudine e irrequietezza mai placate
4
Questi viaggi furono anche occasione di passioni travolgenti
Nel 1777 incontrò la contessa d’Albany, Luisa Stolberg che pose fine alle sue irrequietezze sentimentali: fu un rapporto che mantenne fino alla morte anche se non si sposò mai perché riteneva che matrimonio e figli fossero da rifiutare in tempi di tirannia
5
Visse le prime fasi della rivoluzione francese, ma se ne distaccò
mentre i francesi si impadronivano dell’Italia, l’Alfieri aumentò il suo odio contro di loro e si schierò dalla parte dei difensori dell’ordine in quegli anni si creò il mito di un Alfieri profeta dell’indipendenza italiana, nemico dello straniero, che poi il Foscolo riprese nei Sepolcri
6
Alfieri morì nel 1803 a Firenze e fu sepolto a Santa Croce
7
Il pensiero Le basi della sua formazione sono illuministiche e materialistiche (materialismo è la concezione filosofica secondo la quale l'unica realtà che esiste davvero è la materia e tutto deriva dal suo ciclo perenne di trasformazione e conservazione)
8
Tuttavia dell’Illuminismo rifiuta il culto della ragione e della scienza: il razionalismo scientifico per lui soffoca il “forte sentire”, quella forza emotiva e passionale in cui egli ritiene consista la vera essenza dell'uomo l’immaginazione, da cui solo può nascere la poesia, la manifestazione più alta di quell'essenza
9
Alfieri si ribella al controllo razionale ed esalta la dismisura, la passionalità sfrenata, senza limiti, condotta all'estremo: “che Dio chiamo io l'uomo vivissimamente sentente” Dell’Illuminismo rifiuta anche l’ottimismo
10
secondo Alfieri, il mondo è dominato da una forza bruta, da una violenza del potere che si esprime sotto ogni forma istituzionale. Scrive infatti: “Ahi, null’altro che forza al mondo dura” questa violenza viene imposta anche ai personaggi delle sue tragedie, anche se apparentemente vincitori, come Bruto, costretto ad uccidere i propri figli
11
L’oggetto ossessivo della sua arte è la tirannide, che si esprime nella volontà di potenza e con carattere distruttivo, che la conduce ad annientare non solo l’avversario, ma anche sé stessa Troviamo nella sua opera il rifiuto del potere in sé, in assoluto e in astratto, in quanto ogni forma di potere è iniqua e oppressiva
12
È quindi fondamentale il concetto di libertà
All’interno della società l’uomo non è libero: la libertà può essere conquistata soltanto attraverso l’evasione, i cui mezzi sono il suicidio, o l’isolamento o il tirannicidio. Per l’Alfieri la libertà è l’esigenza propria di ogni individuo dal “forte sentire”: cercare la libertà nel mondo dell’assolutismo significa impegnarsi in uno scontro continuo con il potere e con le sue istituzioni, distinguersi da una nobiltà abituata ad essere accondiscendente e a collaborare con le monarchie assolute: questo scontro, però, è tragico perché destinato al fallimento.
13
La sua è ansia di una libertà “assoluta” e totale, di realizzazione di sé, di integrale e illimitata affermazione del proprio io: è la libertà del superuomo, una libertà riservata agli uomini dal forte sentire È questo il titanismo alfieriano, un'ansia di infinita grandezza e di infinita libertà che si scontra con tutto ciò che la limita e l'ostacola, immagine di un io gigantesco, che vuole spezzare ogni limite
14
In questa tensione dell'io è già però implicita l'inevitabilità della sconfitta, l'impossibilità di affermare totalmente la grandezza al di là di ogni limite. Il limite con cui l'io si scontra non è solo esterno, ma è già al suo interno. Al sogno titanico di grandezza si accompagna sempre la consapevolezza pessimistica dell'effettiva miseria e insufficienza umana.
15
Infine è fondamentale la concezione dell’intellettuale e della libertà di pensiero, che è per lui l’unica condizione alla base di qualsiasi arte Egli lascia ai posteri un invito ad essere meno asserviti a qualsiasi forma di potere, ad assumere il coraggio della libertà
16
LE OPERE LA VITA SCRITTA DA ESSO, è la sua autobiografia
17
DELLA TIRANNIDE: Breve trattato scritto nel 1777
analizza le caratteristiche del tiranno, del suo regime, degli strumenti di cui si serve, dalle milizie alla religione, dei modi con cui un uomo può vivere nella tirannide o sopportarla o eliminarla Il tiranno e la tirannide diventano il simbolo di tutto ciò che limita l’uomo, facendogli sentire il desiderio di superare questi limiti e l’amara coscienza dell’impossibilità di tale superamento
18
DEL PRINCIPE E DELLE LETTERE
Trattato finito nel 1786 affronta il tema dei rapporti dei principi con i letterati e della corruzione che il potere porta nella letteratura la funzione dell’antitiranno è assunta dal letterato tribuno la letteratura supera l’azione: per esempio, Omero ha dato fama ad Achille: Achille, se non ci fosse stato Omero, non sarebbe bastato a dar fama a se stesso. Il poeta è dispensatore di fama
19
LE TRAGEDIE La tragedia non aveva avuto grande sviluppo in Italia
Nelle sue tragedie abbiamo due protagonisti, che incarnano il bene e il male, la contrapposizione tra due individui eccezionali che aspirano all’assoluto, ad affermare la propria libertà Spesso fanno parte della stessa famiglia Poi il conflitto viene trasferito all’interno di un unico personaggio (vedi sul libro Saul e Mirra)
Presentazioni simili
© 2025 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.