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Lo sviluppo del linguaggio Argomento 9

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Presentazione sul tema: "Lo sviluppo del linguaggio Argomento 9"— Transcript della presentazione:

1 Lo sviluppo del linguaggio Argomento 9
Caterina fiorilli

2 Che cos’è il linguaggio?
Definizione di linguaggio Linguaggio Una forma di comunicazione, parlata, scritta o a gesti, basata su un sistema di simboli. Generatività infinita La capacità di produrre un numero infinito di frasi di senso compiuto a partire da un numero finito di parole e regole.

3 Nascita del linguaggio
All’inizio la voce del neonato è il pianto, ma in pochi mesi emergono i primi elementi del codice verbale Entro i 3-4 anni il bambino sarà capace di padroneggiare i principi che governano il linguaggio Si tratta di uno sviluppo talmente rapido da far ritenere alcuni studiosi che lo sviluppo successivo consista nella semplice combinazione dei meccanismi comunicativi e nell’adattamento in contesti specifici 3 3

4 Nascita del linguaggio
Imparare a capire e a parlare una lingua è un’impresa straordinariamente complessa. Per comprenderne la portata occorre esaminare quali siano i requisiti perché un sistema di comunicazione possa essere considerato “linguaggio” Il caso del linguaggio degli animali 4 4

5 5 5

6 Requisiti del linguaggio
Affinché un sistema di comunicazione possa essere considerato “linguaggio” occorre che abbia: Semanticità: rappresentare simbolicamente oggetti, eventi, stati emotivi, concetti astratti Dislocazione: riferirsi al passato e al futuro, oltre che al presente Produttività: il parlante deve essere in grado di comprendere frasi nuove, mai sentite prima, e produrre, con il repertorio circoscritto di suoni e vocaboli specifici della sua lingua, un numero potenzialmente infinito di messaggi Adesione a regole: la produzione deve rispettare le regole rigide ed arbitrarie accettate per convenzione sociale 6 6

7 Uso del linguaggio Prerogativa umana malgrado gli animali possano apprendere l’uso di forme comunicative, anche umane e complesse, essi: Le acquisiscono e le producono grazie al rinforzo Non rispettano i requisiti del linguaggio 7 7

8 Come si sviluppa il linguaggio
Infanzia Babbling e altre vocalizzazioni L’obiettivo delle prime forme di comunicazione è quello di attirare l’attenzione di chi si prende cura dei bambini e di chi li circonda. Durante il primo anno di vita i vocalizzi dei bambini seguono questa sequenza: Piangere Tubare Babbling (lallazione)

9 Come si sviluppa il linguaggio
Infanzia Babbling e altre vocalizzazioni (segue) Vocalizzazioni Suoni di pre-pianto (prime settimane dopo la nascita), Vocalizzazioni non di pianto: il bambino gioca coi suoni. Imitazioni vocaliche (2/3 mesi). I vocalizzi infantili non sono casuali. Lallazione Indica la sequenza di sillabe, consonanti e vocali, ripetute due o più volte che il bambino comincia a produrre a 4-6 mesi. Si distingue una lallazione canonica o reduplicata (7-10 mesi) e lallazione variata (10-12 mesi).

10 Come si sviluppa il linguaggio
Infanzia (segue) Gesti comunicativi e attenzione condivisa Si definiscono gesti comunicativi tutte le azioni corporee che hanno le seguenti caratteristiche: sono usate con intenzione comunicativa, sono convenzionali, si riferiscono ad un oggetto o evento esterno. Gesti performativi o deittici: esprimono l’intenzione comunicativa del bambino che li usa per riferirsi a oggetti/eventi esterni mentre il referente di tale comunicazione è dato interamente dal contesto in cui è inserito. Si tratta di 3 tipi di gesti: indicare, mostrare e richiedere.

11 Come si sviluppa il linguaggio
Infanzia Gesti comunicativi (segue) Gesti simbolici o referenziali: hanno un referente specifico indipendente dal contesto, ossia il loro contenuto semantico non varia al variare del contesto. Molti autori ritengono che ci sia una relazione tra la produzione di gesti e la produzione linguistica.

12 Come si sviluppa il linguaggio
Infanzia Attenzione condivisa (segue) Fenomeno in base al quale il bambino e l’adulto “condividono l’attenzione”, e cioè guardano lo stesso oggetto/evento esterno alla diade, e allo stesso tempo mantengono un coinvolgimento sociale reciproco. Gli episodi di attenzione condivisa diventano frequenti a partire dai 6 mesi di vita e sono indicativi delle interazioni triadiche. Attenzione condivisa e teoria della mente

13 Come si sviluppa il linguaggio
Infanzia (segue) Prime parole Tra gli 8 e i 12 mesi d’età i bambini mostrano un’iniziale comprensione delle parole. Il vocabolario del bambino inizia a costruirsi quando egli pronuncia la sua prima parola, solitamente tra i 10 e i 15 mesi. In media i bambini di 18 mesi possono pronunciare 50 parole, entro i 2 anni anche 200: esplosione del vocabolario. Sovraestenzione è la tendenza ad applicare una parola ad oggetti ad essa non legati o inappropriati. Sottoestensione invece è la tendenza ad applicare una parola in modo troppo ristretto.

14 Come si sviluppa il linguaggio
Infanzia (segue) Dall’olofrase alle espressioni a due parole Olofrase o frase monorematica è una frase che consiste di una sola parola in cui il significato implicito nella parola singola equivale a quello di una frase completa. Combinazioni trasmodali: combinazioni parola- gesto.

15 Come si sviluppa il linguaggio
Infanzia (segue) Dall’olofrase alle espressioni a due parole Tra i 18 e i 24 mesi i bambini passano dall’olofrase alle espressioni a due parole. Il discorso telegrafico è l’uso di parole brevi e precise senza elementi grammaticali quali gli articoli, i verbi ausiliari, e altre congiunzioni.

16 Come si sviluppa il linguaggio
Seconda infanzia Tra i 2 e i 3 anni di età, i bambini passano velocemente allo stadio delle combinazioni di 3, 4 e 5 parole e da frasi semplici che esprimono una singola proposizione a frasi più complesse. Con lo svolgersi della prima parte della seconda infanzia i bambini riescono progressivamente a comprendere meglio i sistemi di regole del linguaggio, correggendo errori fino ad allora frequenti.

17 Come si sviluppa il linguaggio
Seconda infanzia (segue) Progressi in fonologia e morfologia Durante gli anni prescolari la maggior parte dei bambini diventa sensibile ai suoni delle parole. Man mano che i bambini si allontanano dalle espressioni a due parole diventa evidente che essi conoscono le regole della morfologia. I bambini ipergeneralizzano le regole morfologiche, applicandole a parole che non seguono le stesse regole (non rispettano le eccezioni).

18 Come si sviluppa il linguaggio
Età scolare e preadolescenza Vocabolario e grammatica I bambini sono meno legati alle azioni e alle percezioni associate alle parole, e diventano più analitici nel loro atteggiamento verso di esse. Consapevolezza metalinguistica: si riferisce alla conoscenza del linguaggio che permette ai bambini di “pensare al loro linguaggio, capire cosa siano le parole, e persino definirle”. La consapevolezza metalinguistica migliora durante gli anni della scuola elementare.

19 Come si sviluppa il linguaggio
Età scolare e preadolescenza (segue) Leggere I bambini che arrivano alla scuola elementare con un vocabolario ristretto spesso tendono a sviluppare difficoltà nella lettura. Le capacità di lettura si sviluppano nel corso di molti anni: prima di imparare a leggere, i bambini devono essere in grado di usare il linguaggio per parlare di oggetti assenti, imparare cosa sia una parola, e riconoscere e parlare dei suoni.

20 Come si sviluppa il linguaggio
Bilinguismo Il Bilinguismo, la capacità di parlare due lingue, ha un effetto positivo sullo sviluppo cognitivo nei bambini. Bambini bilingue, infatti, rispondono meglio dei coetanei che parlano una sola lingua in test di controllo dell’attenzione, formulazione di concetti, ragionamento analitico, flessibilità e complessità cognitiva. Essi sono anche più abili negli aspetti morfologici del linguaggio.

21 Come si sviluppa il linguaggio
Bilinguismo (segue) Imparare una seconda lingua, e imparare la pronuncia corretta di una lingua, è molto più facile per i bambini che per adolescenti o adulti.

22 Come si sviluppa il linguaggio
Adolescenza Lo sviluppo linguistico durante l’adolescenza include una più alta raffinatezza nell’uso delle parole; con lo sviluppo del pensiero astratto, si diventa più bravi nell’analisi della funzione delle parole nelle frasi. Metafore: paragoni impliciti tra concetti dissimili. Satira: uso di ironia, derisione, arguzia per descrivere stravaganze e stranezze.

23 Come si sviluppa il linguaggio
Adolescenza (segue) Gli adolescenti sono più abili nell’organizzazione delle idee prima di scrivere, e nella distinzione tra elementi generali e specifici mentre scrivono. Durante l’adolescenza il modo di parlare cambia rapidamente e spesso i giovani adolescenti parlano con i loro pari una sorta di dialetto caratterizzato da gergo e slang (un dialetto è una varietà di linguaggio che si distingue per vocabolario, grammatica e pronuncia).

24 Fattori biologici e ambientali
Esiste un periodo critico per l’apprendimento del linguaggio?

25 Fattori biologici e ambientali
L’insegnamento di Genie Bambini come Genie, che subiscono abbandono, abuso e non sono esposti al linguaggio per molti anni, raramente riescono a parlare normalmente. Alcuni esperti linguisti hanno ipotizzato che casi simili testimoniano l’esistenza di un periodo critico per lo sviluppo del linguaggio, ma altre questioni rendono ambigua questa ipotesi: questi soggetti potrebbero soffrire di possibili deficit neurologici e gravi traumi emotivi.

26 Fattori biologici e ambientali
L’insegnamento di Genie e altre storie

27 Fattori biologici e ambientali
Esiste un periodo critico per l’apprendimento del linguaggio? Periodo critico Un periodo di tempo fisso durante il quale alcune esperienze possono avere un effetto di lunga durata nello sviluppo; dopo il quale imparare risulta difficile se non impossibile. Le capacità linguistiche dei bambini piccoli non sembrano provare l’esistenza di un periodo biologico critico superato da bambini più grandi e adulti.

28 1. Maturazione o Apprendimento?
La teoria comportamentista di Skinner (1957)‏ La teoria della linguistica generativa di Chomsky (1965)‏ 28 28

29 La tradizione comportamentista
Secondo questa prospettiva per la comparsa del linguaggio sarebbero determinanti l’esperienza e l’apprendimento Il comportamento verbale, al pari di qualunque altro comportamento, se viene rinforzato tende a ripresentarsi e a permanere Processo associativo: Suoni – Oggetti Rinforzo degli adulti Efficacia dell’uso 29 29

30 Limiti del modello comportamentista
Sottostima dell’aspetto creativo del linguaggio: Sin da quando il bambino inizia a parlare è in grado di formulare espressioni originali e diverse Si avanza l’ipotesi che alla base della capacità infantile di acquisire la propria lingua vi sia una facoltà mentale specifica inscritta nel patrimonio genetico della specie umana 30 30

31 La linguistica generativa
Chomsky (1957) <<Maria accarezza la bambola>> <<la bambola è accarezzata da Maria>> 31 31

32 La linguistica generativa
Alla base di questa teoria la considerazione di una facoltà basilare del linguaggio: la sintassi Le regole sintattiche governano la corretta relazione tra le parole Consentono di trasformare una forma-base in nuove proposizioni ad esempio: <<Maria accarezza la bambola>> può diventare: <<la bambola è accarezzata da Maria>> 32 32

33 La linguistica generativa
Regole sintattiche che sono: intuite implicitamente sollecitate dal contatto con lo stimolo linguistico dal contatto si innesca un processo attivo di ricerca e verifica si attivano grazie alla maturazione di un dispositivo specifico denominato Language Acquisition Device (LAD)‏ 33 33

34 LAD Caratteristiche del LAD: Infatti:
è preposto a consentire la comprensione e produzione di frasi, indipendentemente dalla specificità delle varie lingue è indipendente dai meccanismi di apprendimento (ad es. l’imitazione, l’associazione, etc.)‏ Infatti: La lingua madre si acquisisce ad una data età prefissata Si parla precocemente e rapidamente anche se l’offerta della stimolazione linguistica è diversa 34 34

35 LAD Caratteristiche del LAD: Infatti:
è preposto a consentire la comprensione e produzione di frasi, indipendentemente dalla specificità delle varie lingue è indipendente dai meccanismi di apprendimento (ad es. l’imitazione, l’associazione, etc.)‏ Infatti: La lingua madre si acquisisce ad una data età prefissata Si parla precocemente e rapidamente anche se l’offerta della stimolazione linguistica è diversa 35 35

36 Alcune prove a favore del LAD
Ipercorrettismo o sovrageneralizzazione della regola: Formazione spontanea del plurale Applicazione delle regole anche nel caso di eccezioni ….. 36 36

37 Punti critici della linguistica generativa
Si esclude ogni rapporto con l’apprendimento Non si attribuisce importanza al rapporto tra linguaggio e attività cognitive, percettive, motorie, etc. Non spiega come mai la comprensione è possibile anche quando le regole sintattiche sono violate Non spiega come mai per interpretare una frase occorre riferirsi a qualcosa che va oltre la struttura sintattica: ad esempio: <<ha un orologio?>> 37 37

38 Fattori biologici e ambientali
Fattori ambientali (segue) Discorso rivolto al bambino (child-directed speech) o baby-talk Il tipo di linguaggio spesso usato dagli adulti quando parlano a bambini piccoli. E’ caratterizzato da toni più alti del normale e da parole e frasi molto semplici. Ha la funzione importante di catturare l’attenzione del bambino e mantenere la comunicazione.

39 Fattori biologici e ambientali
Fattori ambientali (segue) Strategie per ottimizzare l’acquisizione del linguaggio nel bambino: Rimodellamento (recasting): riformulazione di ciò che è stato detto dal bambino. Espansione (expanding): riaffermare, in una forma linguisticamente raffinata ciò che il bambino dice. Denominazione (labeling): individuazione dei nomi degli oggetti. Incoraggiamento, non la pressione e la pratica, è la vera chiave dello sviluppo linguistico.

40 40 40

41 Linguaggio e Socializzazione
Le qualità che rendono cruciale la relazione adulto-bambino al fine di acquisire il linguaggio sono in sintesi due: La capacità degli adulti di dare significato ai suoni e alle prime espressioni infantili La possibilità che adulti e bambini rivolgano un’attenzione congiunta a eventi o oggetti dell’ambiente 41 41

42 Linguaggio e Socializzazione
Routine (J. Bruner) nella comunicazione adulto- bambino: Le routine comunicative sostengono l’acquisizione linguistica Le routine rappresentano il Language Acquisition Support System (LASS)‏ LASS: precursore interattivo del linguaggio 42 42

43 Attenzione condivisa Gli schemi comunicativi che si sviluppano tra madre e bambino sembrano importanti per l’acquisizione del linguaggio Tra questi i più rilevanti sono lo stabilirsi dell’attenzione condivisa tra m. e b. e la comprensione della referenza 43 43

44 Attenzione condivisa Nel primo anno di vita
Le madri tendono a seguire la linea dello sguardo dei loro bambini ma anche il bambino riesce a dirigere l’attenzione nella direzione in cui la madre sta guardando se l’oggetto è posizionato in modo funzionale Collis e Schaffer (1975); Butterworth e Grover, (1989)‏ 44 44

45 Routine madre-bambino
In uno studio Harris et al. (1983) ha mostrato che: - la max parte delle madri cambiava i temi di conversazione con i bambini in relazione all’attività svolta da questi (già ai 7 mesi del bambino e persisteva anche ai 16 mesi)‏ Gli autori hanno individuato delle differenze in due gruppi di madri-bambini: gruppo a): le madri proponevano argomenti di conversazione attinenti all’attività che stava svolgendo il bambino gruppo b): non vi era attinenza 45 45

46 Routine madre-bambino
gruppo b): non vi era attinenza I bambini di questo gruppo presentarono ritardi nello sviluppo linguistico Le differenze nei discorsi materni sono esse stesse responsabili, almeno in parte, delle successive differenze nelle abilità linguistiche 46 46

47 Indicare gli oggetti Un cambiamento significativo per lo stabilirsi della referenza condivisa Tra i 12 e 18 mesi: i bambini mostrano di comprendere il gesto di indicazione e guardano nella direzione corretta quando qualcuno sta indicando (Shaffer, 1984)‏ La capacità di indicare è unica dell’uomo 47 47

48 Predittivi del primo sviluppo del vocabolario
Indicare gli oggetti La relazione tra produzione da parte del bambino del gesto di indicare e sviluppo del linguaggio è stata evidenziata da Bates et al. (1979): Denominazione degli oggetti Indicazione dichiarativa (denom. con funzione comunicativa)‏ Predittivi del primo sviluppo del vocabolario 48 48

49 Indicare gli oggetti Folven et al. (1984):
La frequenza con cui i bambini tra i 9 e i 12 mesi usano l’indicazione con funzione comunicativa è positivamente correlata con la dimensione del lessico verbale e gestuale prodotto nel secondo anno di vita In effetti: In seguito all’indicazione del bambino l’adulto attiva delle risposte particolari: Nomina gli oggetti indicati dal bambino 49 49

50 Fattori biologici e ambientali
Una prospettiva interazionista sul linguaggio Jerome Bruner suggerisce che il contesto socio-culturale sia estremamente importante nella comprensione dello sviluppo linguistico del bambino. Bruner sottolinea il ruolo dei genitori e degli insegnanti nella costruzione del sistema di supporto per l’acquisizione del linguaggio (Language Acquisition Support System-LASS). Sebbene imparare a parlare richieda pochi supporti, tuttavia, la presenza di supporto facilita molto il percorso di apprendimento del linguaggio.

51 Sviluppo linguistico e deficit sensoriale
I bambini che soffrono di specifici deficit percettivi mostrano specifici problemi nell’acquisizione del linguaggio 51 51

52 Sviluppo linguistico nei bambini
non vedenti Lo studio dello sviluppo linguistico nei bambini non vedenti alla nascita mostra l’influenza che l’esperienza percettiva ha sul linguaggio: Rilevante l’influenza della percezione visiva Infatti i bambini studiati mostrano: Ritardo nell’acquisizione del linguaggio Difficoltà nel definire la relazione tra nome e oggetto 52 52

53 Sviluppo linguistico nei bambini
non vedenti Tuttavia: I bambini non vedenti passano dalle olofrasi alla fase combinatoria nello stesso momento dei vedenti, cioè quando hanno raggiunto le 100 parole (pur essendo queste prevalentemente contesto-specifiche)‏ 53 53

54 Sviluppo linguistico nei bambini
non vedenti Il linguaggio dei bambini non vedenti fornisce quindi ulteriori conferme all’ipotesi che alcuni aspetti dello sviluppo linguistico siano il risultato di processi specifici per il linguaggio in relazione a quelli cognitivi e più generalmente a quelli sociali ************************************************ Dunlea, 1989 54 54

55 Sviluppo linguistico nei bambini
non udenti Lo sviluppo linguistico dei bambini non udenti varia tanto che mentre alcuni apprendono il linguaggio in modo simile ai bambini udenti, altri possono arrivare all’età scolare senza capacità linguistiche Fattori che incidono: Estensione del deficit (profondo vs. lieve)‏ Età di esordio (nascita vs. secondo anno di vita)‏ Genitori (udenti vs. non udenti)‏ 55 55

56 Sviluppo linguistico nei bambini
non udenti Rilevanza dell’esposizione alla lingua dei segni: Bambini esposti alla lingua dei segni sin dalla nascita affrontano il linguaggio alla stessa stregua dei bambini udenti che acquisiscono il linguaggio parlato Studi su bambini esposti sin dalla nascita alla lingua dei segni hanno mostrato che questa è appresa allo stesso ritmo della lingua parlata Infatti: I primi segni compaiono nello stesso periodo in cui compaiono le prime parole I segni sono usati nello stesso modo in cui i bambini udenti producono le prime parole Anche l’apprendimento delle prime combinazioni di segni è comparabile a quello delle prime combinazioni di parole ***************************************************************** Caselli, 1983, 1987; Volterra e Caselli, 1985 56 56

57 La dislessia La dislessia evolutiva è caratterizzata dalla difficoltà di: - effettuare una lettura accurata e/o fluente E da: - abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica Conseguenze secondarie possono includere problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e delle conoscenze generali 57 57

58 La dislessia La dislessia evolutiva è una disabilità specifica dell'apprendimento di origine neurobiologica (International Dyslexia Association, 2003). PET e RMF: rilevazione di aree disfunzionali nella cortex Quindi: Accordo della comunità scientifica sulla natura neurobiologica Accordo della comunità scientifica sulla trasmissione genetica Tuttavia non è ancora chiara la localizzazione delle aree compromesse 58 58

59 La dislessia Tra i diversi fattori causali tre ipotesi:
Deficit della processazione fonologica (Brady, Shankweiler, 1991): Problema nella rappresentazione, nell'immagazzinamento e nel recupero dei suoni del linguaggio nei soggetti dislessici Questo deficit impedirebbe o rallenterebbe l'apprendimento delle corrispondenze grafema-fonema 59 59

60 La dislessia Esempio: Gli sci si erano rovinati e Luca non poteva scivolare lungo quella montagna bianca incantata. Ma fu una fortuna per lui, una lunga scia di turisti quel giorno aveva rallentato la discesa... 60 60

61 La dislessia Tra i diversi fattori causali tre ipotesi:
Deficit visivo/uditivo magnocellulare (Stein, Walsh, 1997) La dislessia sarebbe secondaria ad un altro deficit a livello più basilare Si tratta di una ipotesi “visiva”: un sistema atipico nella codifica visuo-spaziale e nella percezione del movimento comprometterebbe la letto-scrittura 61 61

62 La dislessia Esempio: p – b – t - d 62 62

63 La dislessia Tra I diversi fattori causali tre ipotesi:
Deficit cerebellare dell'automatizzazione (Nicolson, Fawcett, 2005) Il cervelletto giocherebbe un importante ruolo nei processi articolatori e nell'automatizzazione dei processi implicati, ad esempio, nella lettura 63 63

64 La dislessia Manifestazioni prima dell'ingresso a scuola:
Ritardi nell'acquisizione delle tappe del linguaggio (che nell'80% dei casi si manifesta come DSA in età scolare) A 4 anni, normalmente, iniziano a fondere le sillabe, a 5,6 fondono singoli suoni in una parola Difficoltà motorio-prassiche Difficoltà visuo-spaziali 64 64

65 La dislessia Manifestazioni all'ingresso a scuola:
Mancata mappatura grafema-fonema (e viceversa) Difficoltà ad integrare fonologicamente i suoli: cane come c-a-n-e Deficit nella lettura e comprensione: riconoscimento di parole intere è limitato a quelle che si conoscono Difficoltà nel memorizzare la forma, l'orientamento e la sequenza di precise configurazioni (p, q, b, d) Difficoltà nel procedere in modo ordinato nella lettura, portare il segno 65 65

66 Gli argomenti trattati in questa lezione possono essere approfonditi nel capitolo 8 del volume di Santrock. Buon lavoro!

67 Gli argomenti trattati in questa lezione possono essere approfonditi nel capitolo 8 del volume di Santrock. Buon lavoro!


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