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PubblicatoMariangela Greco Modificato 5 anni fa
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SISTEMA IMMUNITARIO Sistema complesso caratteristico dei vertebrati con funzioni di sorveglianza dell’ambiente interno e difesa dall’invasione di materiale ‘non-self’ (e quindi potenzialmente patogeno) L’osservazione della capacità di acquisire un’immunità verso molti patogeni è molto antica, Tucidide V sec. A.C. solo i sopravvissuti alla peste potevano curare i malati
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1798 Jenner, primo vaccino contro il vaiolo
Pasteur ( ) sviluppo anche di altri vaccini 1890 viene dimostrato che il siero di animali immunizzati contro la difterite è in grado di trasferire lo stato immune ad altri animali (risposta immunitaria umorale), solo nel 1930 vengono identificati i mediatori di questo trasferimento (gli anticorpi o immunoglobuline) In alcuni casi per il trasferimento dell’immunità è necessario il trasferimento di cellule (immunità cellulo-mediata)
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Immunità innata e Immunità adattativa
La prima è solo parzialmente specifica, interviene in tempi molto brevi, spesso è sufficiente a evitare il diffondersi dell’infezione Nei casi in cui ciò non si verifica entra in gioco la Risposta Immunitaria Adattativa
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Risposta immunitaria adattativa è caratterizzata da:
Specificità Ag diversi inducono risposte diverse Diversificazione capacità di rispondere a moltissimi Ag diversi Memoria potenziamento in caso di secondo incontro con il medesimo Ag Non reattività verso il self E’ divisa in due fasi: RICONOSCIMENTO del ‘non-self’ RISPOSTA (neutralizzazione)
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Le cellule del sistema immunitario con funzioni di riconoscimento
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Risposta primaria e risposta secondaria
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STRUTTURA DELLE Ig (mediatori della risposta adattativa)
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Digestione parziale con enzimi proteolitici
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L’IMPORTANZA DELLA REGIONE CERNIERA
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La scoperta che individui affetti da mieloma multiplo (tumore derivato da una plasmacellula) producono in grande quantità Ig con un’unica specificità antigenica, ha reso possibile il sequenziamento delle catene leggere (L) e pesanti (H) delle Ig Il confronto delle sequenze ottenute da pazienti diversi ha evidenziato che sia le catene L che le H presentano una porzione Costante (ca.110 aa nelle catene L e ca. 330 o 440 nelle H) che è pressoché uguale in tutte le Ig e una porzione Variabile (ca. 110 aa sia per le catene L che per le H) specifica per la singola Ig
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Sulla base della sequenza amminoacidica della porzione costante le catene pesanti possono essere suddivise in 5 differenti classi (e alcune classi possono essere suddivise in sottoclassi) che vengono indicate con lettere dell’alfabeto greco (a, g, d, e, m) Le catene leggere possono essere suddivise in 2 differenti tipi (k e l) e le k in sottotipi
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Le catene pesanti g, d e a hanno 3 domini C
Le catene pesanti m e e hanno 4 domini C
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LE CINQUE CLASSI DI Ig
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Le Ig vengono prodotte come proteine secrete o di membrana
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(no. aminoacidi diversi)/(frequenza aa. più comune)
LE TRE REGIONI IPERVARIABILI (CDR = Complementarity Determining Region) DEL DOMINIO VARIABILE Le CDR delle catene L ed H vengono a trovarsi spazialmente vicine nella struttura quaternaria sito di legame per l’Ag La variabilità per ciascuna posizione è misurata con il seguente indice: (no. aminoacidi diversi)/(frequenza aa. più comune)
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La struttura delle Ig presenta alcune caratteristiche difficili da conciliare con i modelli genetici classici dell’epoca in cui la loro struttura è stata in gran parte chiarita Enorme diversità (= grande repertorio, dell’ordine di ) in ciascun individuo Presenza nella stessa molecola di una regione variabile (sostanzialmente unica, cioè presente solo in quel clone cellulare) e di una regione costante condivisa da molti cloni Presenza di Ig di classi diverse ma con la stessa specificità antigenica
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Dreyer e Bennett ipotizzano che sia le catene pesanti che le leggere siano codificate da due segmenti genici distinti che in qualche modo ad un certo stadio dello sviluppo dei linfociti riarrangiano e formano un unico gene che viene trascritto e tradotto (viene contraddetto il dogma un gene una catena polipeptidica) Essi inoltre ipotizzano l’esistenza di molti (centinaia o migliaia) segmenti V e di pochi segmenti C
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Solo nel 1976 si è avuta la prova definitiva della sostanziale esattezza di questa ipotesi
Hozumi e Tonegawa confronto tra i DNA estratti da cellule di mieloma e da cellule embrionali digeriti con RE e ibridati con due sonde: una corrispondente al completo mRNA della Ig, l’altra ottenuta dalla porzione 3’ dell’mRNA della Ig il pattern di bande ottenute con queste due sonde è diverso nei due DNA
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Sonda mRNA completo: due bande dal DNA embrionale e una sola dal DNA di mieloma (diversa dalle due del DNA embrionale) Sonda mRNA 3’: una sola banda sia dal DNA embrionale che da quello di mieloma ma di dimensioni diverse
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Organizzazione dei cluster genici delle catene leggere e delle catene pesanti delle Immunoglobuline nell’uomo
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Catene L: il riarrangiamento (V-J) a livello di DNA porta alla formazione di un gene funzionante
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Catene H: ricombinazione V-D-J
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Il linfocita B maturo che non ha ancora incontrato l’Ag esprime mIgM e mIgD
Splicing alternativo
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Il riarrangiamento avvicina sequenze Promotrici e sequenze Enhancer
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Esiste un polimorfismo sia per numero di copie che per SNV
Grandezza del repertorio anticorpale generato dall’unione dei diversi tipi di segmenti (diversità combinatoriale) Il no. esatto dei segmenti V e D non è noto e probabilmente varia da individuo a individuo Esiste un polimorfismo sia per numero di copie che per SNV La diversità combinatoriale genera un repertorio grande, ma inferiore a quello che realmente ciascuno di noi ha Quali sono gli altri meccanismi responsabili della grande variabilità osservata?
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L’analisi del cluster IGH in altri 9 soggetti ha portato all’individuazione di ulteriori 7 SVs
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La porzione Variabile è codificata dai segmenti genici riarrangiati:
V e J nelle catene leggere V, D e J nelle catene pesanti
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COME AVVIENE LA RICOMBINAZIONE DEI VARI SEGMENTI GENICI ?
Sono necessarie sequenze segnale che fiancheggiano le regioni che devono essere unite e sistemi enzimatici (sia ubiquitari che linfocita-specifici)
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STRUTTURA DELLE SEQUENZE SEGNALE (RSS = Recombination Signal Sequence)
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Struttura delle RSS e loro localizzazione regola one-turn, two-turn
Eptamero e nonamero presentano un elevato grado di conservazione, in modo particolare nei nt adiacenti ai tratti che devono essere riuniti
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Riconoscimento delle RSS da parte di RAG-1 e RAG-2 (complesso enzimatico linfocita-specifico) e sinapsi delle RSS i due segmenti genici vengono avvicinati Taglio di un singolo filamento di DNA Taglio del secondo filamento e formazione di ‘forcine’ a protezione delle estremità tagliate Taglio casuale delle forcine Riunione delle estremità catalizzata dal complesso enzimatico DSBR (Double Strand Break Repair)
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Le forcine vengono spesso tagliate in modo da creare estremità ‘appiccicose’ vengono aggiunti nt. (P = palindromici); altra fonte di variabilità è l’aggiunta e/o la delezione di altri nt. (N)
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Aggiunta di nucleotidi P e N
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Linfociti che utilizzano gli stessi segmenti generano geni diversi
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Il prezzo da pagare è la possibilità che si verifichino riarrangiamenti non produttivi si stima che solo nel 10% dei pre-linfociti si verifichino riarrangiamenti produttivi per le catene L e per le H
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I punti di giunzione possono variare
I punti di giunzione possono variare. Questa flessibilità giunzionale può dare origine a riarrangiamenti non produttivi Si stima che solo nel 10% dei pre-linfociti si verifichino riarrangiamenti produttivi per le catene L e per le H
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In ciascun linfocita B viene espresso un solo allele per le catene pesanti ed un solo allele per le catene leggere (esclusione allelica)
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MATURAZIONE DEI LINFOCITI B
Riarrangiamento dei segmenti genici della catena pesante produzione di catene m (e d) da un solo allele Riarrangiamento dei segmenti genici della catena leggera k produzione di una IgM (e IgD) completa (con catene k prodotte da un solo allele) Se lo step 2. non è stato produttivo, si ha riarrangiamento dei segmenti genici della catena l produzione di una IgM completa (con catene l prodotte da un unico allele) Se non si arriva alla formazione di un gene VH E di un gene VL funzionanti il pre-linfocita non sarà in grado di produrre alcuna Ig e morirà per apoptosi
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Riarrangiamento produttivo del 1° allele blocca il riarrangiamento del 2° allele – Nessuno dei due alleli effettua un riarrangiamento produttivo morte per apoptosi
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Origine della variabilità nelle tre CDR
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Ig dello stesso isotipo e con uguale regione V vengono prodotte sia come proteine di membrana che secrete attraverso un meccanismo di splicing alternativo
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Eventi di splicing alternativo producono anche Ig con la stessa regione variabile ma diversa regione costante
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Un altro fenomeno caratteristico dei linfociti B è l’ipermutazione somatica avviene solo in seguito al legame con l’Ag
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Il processo di ricombinazione somatica per generare le catene H e L delle Ig espone i linfociti al rischio di riarrangiamenti cromosomici anche al di fuori dei cluster dei geni per le Ig
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Riarrangiamenti tra RSS ‘vere’ (nere) e sequenze RSS simili (cRSS=cryptic RSS, si stima che siano molto numerose nel genoma) traslocazioni o delezioni o inversioni con possibile formazione di geni ibridi
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Differenze isotipiche
Individui della stessa specie presentano tutti gli stessi isotipi. Il numero di diversi isotipi varia da specie a specie Differenze allotipiche Si riscontrano tra individui della stessa specie Differenze idiotipiche Si riscontrano tra linfociti B dello stesso individuo
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Le cellule del sistema immunitario con funzioni di riconoscimento
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TCR = T Cell Receptor Proteina di membrana dei linfociti T, scoperta e caratterizzata all’inizio degli anni ’80, non esiste la forma secreta
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TCR = T Cell Receptor
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Isolamento del TCR-mRNA
Linfociti B e T esprimono in comune il 98% dei geni Il cDNA del clone 1 ha tutte le caratteristiche di un gene per il TCR: Codifica una proteina di membrana E’ espresso nei linfociti T e non nei B Va incontro a riarrangiamento nei linfociti T
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I cluster genici del TCR nell’uomo
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La ricombinazione dei segmenti genici del TCR
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locus ‘geni’ V ‘geni’ D ‘geni’ J ‘geni’ C Catena alfa Catena beta Catena gamma Catena delta 45 48 6 8 2 3 50 13 5 4 1
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I meccanismi di generazione della diversità nelle Ig e nei TCR
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Il tipo di risposta effettrice dipende da quale cellula ha riconosciuto l’antigene (linfocita B, TH o TC)
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Le molecole accessorie sono necessarie per l’espressione del TCR in membrana e per la trasduzione del segnale dopo il legame con l’antigene
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Linfociti B e T diversi producono BCR e TCR diversi perché HANNO geni diversi e NON perché ESPRIMONO geni diversi BCR e TCR il repertorio (capacità di riconoscimento) della singola cellula è 1, il repertorio dell’individuo è elevatissimo (108)
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