Prontuario di poetica CLASSE 3C 2016/2017.

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1 Prontuario di poetica CLASSE 3C 2016/2017

2 COS’È LA POESIA

3 SIGNIFICANTE SIGNIFICATO
PREMESSA: Ogni discorso linguistico possiede un aspetto FONICO e un aspetto SEMANTICO Ferdinande de Saussure ( ), padre della linguistica, chiama il primo SIGNIFICANTE e il secondo SIGNIFICATO Il significante e il significato sono in relazione secondo il triangolo semiotico

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5 Cioè: IL SIGNIFICANTE corrisponde alla sequenza di suoni che costituiscono la parola IL SIGNIFICATO corrisponde al concetto a cui la parola rimanda IL REFERENTE corrisponde all’oggetto concreto a cui si riferisce il concetto

6 Ogni discorso linguistico viene prodotto attraverso due procedimenti:
SELEZIONE COMBINAZIONE

7 selezione LA SELEZIONE OPERA SU UN ASSE VERTICALE DEL LINGUAGGIO combinazione LA COMBINAZIONE OPERA SU UN ASSE ORIZZONTALE DEL LINGUAGGIO

8 selezione combinazione
Il parlante che deve compiere un atto linguistico ha a disposizione il repertorio della sua lingua. È dunque invitato ad una selezione di unità che gli consentono di comunicare in forma verbale quello che egli intende comunicare. Le unità, scelte e disposte secondo gli schemi (sintattici, fonologici e lessicali) consentiti dalla lingua, sono sottoposte a combinazione, costituendo la struttura dell’enunciato. combinazione

9 + = selezione combinazione bambino dorme ragazzino riposa neonato
marmocchio pupo dorme riposa sonnecchia russa + = «IL NEONATO SONNECCHIA» combinazione

10 Nella lingua naturale, la selezione e la combinazione avvengo in maniera libera, nel rispetto delle regole del sistema linguistico La poesia, invece, si serve della lingua come di materiale: le parole hanno un carattere rappresentativo, diventano esse stesse portatrici di senso, cioè si semantizzano, divenendo insostituibili e intraducibili.

11 Nella poesia è fondamentale:
il rapporto tra significante e significato Il rapporto tra selezione e combinazione

12 Esistono due tipi di poesia:
Quella che valorizza il piano semantico I testi letterari scritti in prosa Quella che valorizza il piano fonico I testi letterari scritti in versi

13 La poesia, come ogni discorso linguistico, è un atto di comunicazione
Ogni testo prevede una VOCE (il poeta che la emette in prima persona oppure il poeta che la attribuisce a qualche personaggio inventato che pronuncia il discorso), e un DESTINATARIO (identificato in un personaggio preciso, un tu esplicito nel testo, oppure presente implicitamente nel testo, e che può assumere varie funzioni: compagno comprensivo, consolatore, rivale ecc.).

14 La poesia è un discorso retorico. Essa si pone infatti tre scopi:
docere: insegnare, trasmettere conoscenze o informazioni. movere: commuovere, appoggiarsi ai sentimenti del destinatario. delectare: conferire attrattiva al discorso per tenere viva l’attenzione dei destinatari.

15 Nello studio della retorica di un testo, sono due gli aspetti da tenere in considerazione:
DISPOSITIO: l’organizzazione delle varie sequenze del discorso (il proemio, la proposizione, cioè l’esposizione dei termini della questione o dell’argomento generale del testo, l’argomentazione, l’epilogo). ELOCUTIO: lo stile e l’ornamentazione del discorso. La retorica moderna si concentra quasi esclusivamente sul secondo punto, cioè sulle figure del discorso, fondamentali nel discorso poetico che si configura come un discorso ad alto tasso di figuralità.

16 Il testo poetico ha una struttura complessa.
È costituito di più strati, che possono essere isolati e analizzati, ma tenendo presente che: i singoli elementi che compongono il discorso poetico non hanno un significato preciso se non in quanto sono in rapporto con altri elementi o strati del testo

17 Gli strati del discorso poetico
STRATO FONOLOGICO STRATO RITMICO STRATO RIMICO STRATO DELL’ ORDINE DEL DISCORSO STRATO SEMANTICO

18 Lo strato fonologico del testo

19 Premessa: Nessun suono del testo, isolatamente preso, ha un significato autonomo. Gli effetti di suggestione di certe combinazioni di suoni derivano dai significati impliciti e non dai suoni usati per significarli (gli stessi suoni in testi diversi possono trasmettere effetti diversi).

20 Lo strato fonologico interviene a formare, attraverso i procedimenti di combinazione e ripetizione, la struttura semantica del testo. Le ripetizioni sonore stabiliscono legami complementari tra le parole, normalmente assenti nell’uso della lingua naturale. Cioè: la struttura fonica serve a intensificare la struttura semantica.

21 Le figure di suono ALLITTERAZIONE
Esempi: "…di me medesmo meco mi vergogno e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto…"  (F. Petrarca, Canzoniere, I, v.11-12) "Col mare  mi sono fatto  una bara  di freschezza".  (G. Ungaretti, Universo)  "E nella notte nera come il nulla…".  (G. Pascoli, Il tuono, v 1) Coca Cola, Marilyn Monroe… ALLITTERAZIONE Ripetizione degli stessi suoni all’inizio di due o più parole o all’interno di esse.

22 Consiste nell’accostare parole di terminazione simile o uguale.
Le figure di suono Esempi: Un giorno d’estate, tra genti pestate come patate su auto non private, vedo un ebète, le gote devastate, le nari dilatate, i denti alla Colgate, e un cappello da abate con le corde intrecciate. Un di razze malnate, con le mani sudate, le ciglia corrugate, gli dà delle mazzate sulle reni inarcate, e il primo, come un vate, con frasi apostrofate, gli grida «ma badate! E andate a prendervi a sassate!» Poi si gira a spallate, e ha già posate le natiche ingrassate. Due ore son passate e, ci credate? Lo trovo alla staziate San Lazate, che discate con un idiate di cose abbottonate e sbottonate. Raymond Queneau, Esercizi di stile (traduzione di Umberto Eco). OMOTELEUTO Consiste nell’accostare parole di terminazione simile o uguale.

23 Le figure di suono ONOMATOPEA
Esempi: "…Nei campi c’è un breve gre gre di ranelle…" (G.Pascoli, La mia sera, vv. 3-4). "…Un’ape tardiva sussurra…" (G.Pascoli, Il gelsomino notturno, v. 13) "…ascoltare tra i pruni e gli sterpi  schiocchi di merli, frusci di serpi…" (E. Montale, Meriggiare pallido e assorto, vv. 3-4)  "Le vele le vele le vele  che schioccano e frustano al vento…" (D. Campana, Barche amarrate, vv. 1-2) "…Sciacqua, sciaborda, scroscia, schiocca, schianta, romba, ride, canta,…" (G. D’Annunzio, Alcyone, L’onda, vv ) ONOMATOPEA Formazione di suoni linguistici che si propongono di imitare un rumore naturale.

24 Le figure di suono PARONOMASIA
Esempi: "…perchè fuor negletti  li nostri voti, e voti in alcun canto…" (Dante, Paradiso, canto III, vv.56/57) - il primo voti significa voti religiosi, il secondo significa vuoti, manchevoli. "…ch’i’ fui per ritornar piú volte volto…" (Dante, Inferno, canto I, v.36) "Pace non trovo e non ho da far guerra e temo, e spero; e ardo e sono un ghiaccio; e volo sopra ’l cielo, e giaccio in terra; e nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio…" (F. Petrarca, Pace non trovo e non ho da far guerra, Canzoniere, vv.1-4) PARONOMASIA Consiste nell’avvicinare nella stessa frase due o più parole dal suono molto simile ma di significato diverso

25 Le figure di suono POLIPTOTO
consiste nel ripetere una parola già usata a breve distanza, modificandone il caso, il genere, il numero, il modo e il tempo Esempi: "…Cred' ïo ch'ei credette ch'io credesse" (Dante, Inferno, canto XXXIII, v.25) "…Sicelides musae, paulo maiora canamus!/Non omnis arbusta iuvant humilesque myricae;/si canimus silvas, silvae sint consule dignae…" (Virgilio, Bucoliche, VI, vv.1-3)

26 Lo strato ritmico del testo

27 - Riguarda l’organizzazione in versi del testo poetico
- Riguarda l’organizzazione in versi del testo poetico. - Si basa sulla funzione combinatoria nella costruzione del testo. - Si realizza operando sulle sillabe e sul ritmo degli accenti.

28 Il VERSO: Il verso è contemporaneamente una sequenza di unità di suono, e una sequenza di parole. Il rapporto tra la parola e il suono nel verso si differenzia in modo sostanziale dalla loro correlazione nella lingua non letteraria, dove ha carattere per lo più storico-convenzionale. Anche in questo caso gli elementi del ritmo (pausa, accenti, accelerazioni, rallentamenti) acquistano una funzione entrando in rapporto con il significato delle parole.

29 una serie di sillabe governata da accenti fissi
Il VERSO: Il verso italiano è definito come una serie di sillabe governata da accenti fissi L’ACCENTO, o ICTUS, sottolinea nella struttura del verso alcune posizioni (forti o semiforti) a danno di altre (deboli).

30 Per un computo esatto delle sillabe e degli accenti bisogna tenere conto di alcune figure metriche:
SINALEFE = la fusione in un’unica sillaba metrica della vocale finale di una parola con la vocale iniziale della parola successiva. DIALEFE = è la figura opposta (molto più rara) che mantiene separate la vocale finale di una parola e quella iniziale della parola successiva. SINERESI = la fusione in un’unica sillaba di due vocali all’interno di una parola (è normale nel caso di sequenza semivocale u/i + altra vocale, es. buono, diamante) DIERESI = è la figura opposta (molto più rara).

31 L’endecasillabo: È il verso più usato nella poesia italiana (nel sonetto, nella canzone in combinazione con il settenario, nella Divina Commedia di Dante e nei poemi di Ariosto e Tasso). È costituito di un numero di sillabe oscillante tra le 10 (endecasillabo terminante con parole tronche) e le 12 (endecasillabo terminante con parole sdrucciole).

32 L’endecasillabo: Endecasillabo A MAIORE: un settenario + un quinario
L’endecasillabo comune è formato da 11 sillabe, e termina con una parola piana (accento sulla penultima). Solitamente è formato da due frasi ritmiche separate tra loro da una pausa o cesura. Sulla base della posizione della cesura si distinguono due tipi di endecasillabi: Endecasillabo A MAIORE: un settenario + un quinario Endecasillabo A MINORE: un quinario + un settenario

33 Esempi: A MAIORE (settenario+quinario): Nel mezzo del cammin | di nostra vita A MINORE (quinario+settenario): Mi ritrovai | per una selva oscura

34 Analizziamo la sede degli accenti:
Nel mézzo del cammín | di nóstra víta Gli accenti si trovano nelle sedi: 2a, 6a, 8a 10a Mi rítrovái | per una sélva oscúra Gli accenti si trovano nelle sedi: 2a, 4a, 8a 10a

35 Distinguiamo in accenti primari (forti) e secondari (deboli):
Nel mézzo del cammín | di nóstra víta Mi rítrovái | per una sélva oscúra L’endecasillabo ha accento fisso sulla 10a sillaba, e altri accenti mobili. Tuttavia, nella tradizione italiana, l’endecasillabo canonico ha accento fisso anche sulla 4a o sulla 6a sillaba, o su entrambe.

36 ACCENTI E RITMO: Come in una composizione musicale, il ritmo è una delle componenti fondamentali da cui deriva l'armonia musicale che caratterizza il verso. Data la ricchezza ritmica non esiste una classificazione universalmente riconosciuta che riesca a categorizzare tutti i tipi di ritmi che si possono dare ad un endecasillabo. Tuttavia, prendendo a prestito una terminologia proveniente dalla metrica classica, è possibile evidenziare alcuni tipi di versi a seconda del loro attacco definendoli giambici, dattilici e anapestici.

37 Al cor gentil | rempaira sempre amore
Ritmo giambico: Endecasillabi con accento sulla 2ª, 4ª e 6ª sede Al cor gentil | rempaira sempre amore Guido Guinizzelli, Al cor gentil rempaira sempre amore È il ritmo più semplice e più comune nella poesia italiana. L'andamento giambico (àtona-tònica-àtona-tònica...) fornisce al verso un ritmo cantilenante e monotono. Questo ritmo era particolarmente adatto a componimenti che dovevano essere accompagnati da musica.

38 Ritmo dattilico: Ritmo anapestico: fatta di gioco | in figura d'amore
Endecasillabi con accento sulla 1ª 4ª 7ª 10ª: fatta di gioco | in figura d'amore Guido Cavalcanti, Rime, XXX, v.21 I poeti delle origini utilizzavano questo ritmo lento e discendente (tònica-àtona-àtona- tònica...) per dare al lettore una sensazione di solennità, o per riprodurre la prosodia del parlato. Ritmo anapestico: Endecasillabi con accento sulla 3ª 6ª 10ª: Se Mercé fosse amica | a' miei disiri  Guido Cavalcanti, Rime, XXX, v.21 Il ritmo anapestico (àtona-àtona-tònica...) è ascendente e dà un senso di maggiore "scorrevolezza" e velocità al verso

39 ACCENTI E RITMO: Sfruttare abilmente gli accenti di un verso è parte fondamentale della sensibilità artistica di un autore. Es.: Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca. Senti: una zana dondola pian piano.  G. Pascoli, Orfeo Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea  tornare ancor per uso a contemplarvi G. Leopardi, Le ricordanze 

40 RITMO E SINTASSI: Nell’analisi dello strato ritmico del testo poetico bisogna poi considerare il rapporto tra pause metriche (fine di verso, fine di strofe) e pause sintattiche del discorso (fine di frase o sintagma). Di solito il verso tende a far coincidere le divisioni ritmiche con quelle sintattiche, ma poiché il termine della strofe e del verso non rappresenta un limite statico ma un momento dinamico, i due aspetti possono non combaciare.

41 È il caso dell’ENJAMBEMENT (o inarcatura):
la pausa metrica (fine di verso o di strofe) non coincide con la pausa sintattica (termine della frase). Più le parole separate sono sintatticamente legate, più l’enjambement risulterà forte ed evidente. Tra le inarcature più avvertibili ci sono quelle che separano nome e aggettivo, o costituenti fondamentali della frase (soggetto-verbo, verbo-oggetto ecc., nome-aggettivo, nome-compl.specificazione). Il risultato è che due parole “spezzate” acquistano ciascuna una forte specificità semantica.

42 Esempio: Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare. G. Leopardi, L’infinito, in: Canti, XII

43 Lo strato rimico del testo

44 La RIMA è: l’identità di suono della parte finale di due o più parole a partire dalla vocale tonica compresa. È uno degli elementi più importanti nell’organizzazione del testo poetico.

45 Assolve ai seguenti compiti:
è un segnale che marca il passaggio da una strofe all’altra e la pausa di fine verso istituisce un’equivalenza fonica che produce effetti di risonanza e melodia stabilisce un rapporto, anche semantico, tra le parole collegate dall’equivalenza (rapporti di parallelismo, di tensione, o di scarto semantico)

46 Il modo in cui si possono analizzare le rime dipende dal parametro di riferimento

47 Dal punto di vista del SUONI:
rime FACILI/DIFFICILI o COMUNI/RARE Es: fare-amare; e tutte le rime suffissali e desinenziali claustro-Austro-plaustro (Dante, Purgatorio, 32, vv ) rima RICCA: quando l’identità di suono delle parole rimanti si estende ad uno o più suoni precedenti la vocale tonica. Es: pietate-beltate; terreno-sereno (RVF,336 e 349)

48 Dal punto di vista del SUONI:
Quasi rime, cioè ASSONANZE = l’uguaglianza delle sole vocali nella terminazione di due parole (es.: fame-pane) CONSONANZE = l’uguaglianza delle sole consonanti nella terminazione di due parole (es.: padre-leggiadro)

49 Dal punto di vista della posizione dell’accento:
RIME TRONCHE, PIANE, SDRUCCIOLE Dal punto di vista della posizione nella struttura strofica: RIME BACIATE (AA-BB-CC), ALTERNATE (ABABAB), INCROCIATE (ABBA), INCATENATE (ABA-BCB-CDC)

50 Dal punto di vista dei rapporti semantici tra le parole in rima :
rime FRANTE (es.: urli + pur li), rime EQUIVOCHE (due parole uguali ma con diverso significato), rime DERIVATIVE (es.: parve + sparve), rime GRAMMATICALI (tra desinenze di parole, es. -are)

51 Ciascuno di questi fenomeni va misurato rispetto alla sua normalità o eccezionalità in una tradizione poetica, nel linguaggio poetico individuale, nella struttura testuale, e rispetto alla funzionalità ad altri fenomeni e ai contenuti semantici del testo in cui ricorre.

52 Lo strato dell’ordine del discorso

53 L’organizzazione delle parole all’interno di una frase segue delle regole grammaticali e delle regole sintattiche: le prime sono piuttosto rigide, le seconde risultano molto più libere. Su queste ultime normalmente operano le figure retoriche riguardanti la disposizione delle parole. Un’analisi di questi aspetti del testo dovrà tenere conto dei rapporti con l’organizzazione ritmica del discorso (coincidenza o non coincidenza tra fenomeni ritmici e fenomeni sintattici), e dall’altra parte con la sua struttura semantica.

54 Le figure dell’ordine ANAFORA
Esempi: "…Tu fiore non retto da stelo, tu luce non nata da fuoco, tu simile a stella nel cielo;…" (G. Pascoli, Il sogno della vergine, 39-41) ANAFORA in greco “ripetizione”, è la ripresa di una parola o di un gruppo di parole all’inizio di due frasi o di due versi. "…Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, su i freschi pensieri che l’anima schiude novella, su la favola bella che ieri t’illuse, che oggi m’illude, o Ermione…" (G. D’Annunzio, La pioggia nel pineto, vv.8-32)

55 Le figure dell’ordine ANASTROFE
Esempi: "…Allor che all’opre femminili intenta sedevi, assai contenta …" (Leopardi, Canti, A Silvia, vv.10-11) "…Cercavano il miglio gli uccelli ed erano subito di neve;…" (S. Quasimodo, Antico inverno, vv.5-6) "…Sempre caro mi fu quest'ermo colle…" (Leopardi, Infinito, v.1) ANASTROFE in greco “inversione”, è l’inversione dell’ordine normale delle parole nella costruzione di una frase.

56 Le figure dell’ordine APOSTROFE
Esempi: "Ahi, dura terra, perché non t’apristi?" (Dante, Inferno, Canto XXXIII) "Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ’nferno tuo nome si spande!" (Dante, Inferno, Canto XXVI) "O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? perché di tanto inganni i figli tuoi?" (G. Leopardi, A Silvia) APOSTROFE interrompe la forma espositiva del discorso con un improvviso volgersi diretto a persona presente o lontana oppure a cosa animata o personificazione.

57 Le figure dell’ordine ASINDETO
Esempi: "Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto (L. Ariosto, L’Orlando Furioso, I, vv. 1-3) "Metton la stanga, metton puntelli, corrono a chiuder le finestre, come quando si vede venir avanti un tempo nero, e s'aspetta la grandine, da un momento all'altro" (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XIII) ASINDETO assenza della congiunzione tra i vari termini di un’enumerazione (elenco) o fra due proposizioni.

58 Le figure dell’ordine CHIASMO
“incrocio” (dal nome della lettera greca χ=chi), è la disposizione sintattica degli elementi di due frasi in cui l’ordine delle parole risulti, nella seconda frase, invertito rispetto alla prima. Può riguardare i rapporti di significato oppure i rapporti tra le forme grammaticali. Esempi: "…Pace non trovo et non ho da far guerra…" (F. Petrarca, RVF, sonetto 134) "…il pudor mi fa vile e prode l’ira…" (U. Foscolo, Il proprio ritratto, Sonetti, VIIbis, v.11) "…la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio; due volte nella polvere, due volte sull’altar…" (A. Manzoni,Il cinque maggio, vv.45-48)

59 Le figure dell’ordine CLIMAX
Disposizione dei termini di una enumerazione in ordine di intensità espressiva. Può essere crescente o decrescente (anticlimax). Esempi: "…Quivi sospiri, pianti ed alti guai  risonavan per l’aere sanza stelle, per ch’io al cominciar ne lagrimai…" (Dante, Inferno, III, vv.22-23) "…Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d'ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle …" (Dante, Inferno, III, vv.25-27)« "…la terra ansante, livida, in sussulto; il cielo ingombro, tragico, disfatto…" (G. Pascoli, Il lampo, vv.2-3) "…O mia stella, o fortuna, o fato, o morte, o per me sempre dolce giorno e crudo, come m’avete in basso stato messo." (F. Petrarca, RVF, CCXCVIII, vv.12-14)

60 Le figure dell’ordine DITTOLOGIA
Esempi: "Solo et pensoso i più deserti campi vo misurando a passi tardi et lenti" (F.Petrarca, RVF, XXXV) "…natura sì malvagia e ria…"  (Dante, Divina Commedia, Inferno, Canto I, v.97) "…Amaro e noia la vita, altro mai nulla…"  (Giacomo Leopardi, A sé stesso, vv.9/10) DITTOLOGIA Coppia di due elementi della frase di significato affine (dittologia sinonimica) o di forma morfologica equivalente (due aggettivi, due sostantivi ecc.)

61 Le figure dell’ordine ELLISSI
Esempi: "…Gemmea l'aria, il sole così chiaro,…" (G. Pascoli, Novembre, v.1) "…Ai posteri l’ardua sentenza…" (A. Manzoni, Il cinque maggio, vv.31-32)  "…Rivedo i luoghi dove un giorno ho pianto: un sorriso mi sembra ora quel pianto. Rivedo i luoghi, dove ho già sorriso… Oh! come lacrimoso quel sorriso!…" (G. Pascoli, Pensieri, Il passato, Myricae) ELLISSI Eliminazione di una o più parole della frase non strettamente necessarie alla sua comprensione, con lo scopo di ottenere un effetto di concisione

62 Le figure dell’ordine ENDIADI
Espressione di un concetto con una coppia di termini fra loro coordinati: due sostantivi, due aggettivi ecc. anziché tramite sostantivo + aggettivo o sostantivo + complemento Esempi: "…Scagliata al ciel, profondo di ceneri e di pomici e di sassi notte e ruina…" (G. Leopardi, La ginestra)  "…totam Italiam ex bello et vastitate eriperem…" (Cicerone, Catilinaria, IV, 1)

63 Le figure dell’ordine ENUMERAZIONE
Esempi: Enumerazione per asindeto: "…S’aprirà quella strada, le pietre canteranno, il cuore batterà sussultando, come l’acqua nelle fontane…"  (C. Pavese, Passerò per Piazza di Spagna, vv.12-15) Enumerazione per polisindeto: "…Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, e l’anno, e la stagione, e ’l tempo, e l’ora, e ’l punto, e ’l bel paese, e ’l loco ov’io fui giunto de’ due begli occhi che legato m’hanno.…"  (F. Petrarca, Benedetto sia ’l giorno, RVF, vv.2-4) ENUMERAZIONE Elencazione di termini coordinati tra loro sia per asindeto che per polisindeto. Può essere ordinata secondo una gradazione o climax, oppure essere disordinata o caotica.

64 Le figure dell’ordine IPERBATO
Esempi: "…...questa  bella d'erbe famiglia e d'animali…" (U. Foscolo, I sepolcri, vv.4/5)  "…il divino del pian silenzio verde…" (G. Carducci, Il bove, v.14) "…Sparsa è d’arme la terra…" (T. Tasso, Gerusalemme liberata, VI, st. 48) "…e tutti l'ultimo sospiro mandano i petti alla fuggente luce…"  (U. Foscolo, I Sepolcri, vv ),  IPERBATO “Trasposizione”, è un’inversione rispetto all’ordine normale delle parole che porta a interporre alcuni termini fra membri del discorso che dovrebbero stare uniti.

65 Le figure dell’ordine IPOTASSI PARATASSI
Rapporto sintattico di subordinazione fra le proposizioni di un discorso. PARATASSI Rapporto sintattico di coordinazione fra le proposizioni di un discorso

66 Le figure dell’ordine POLISINDETO
Esempi: "…E ripensò le mobili tende, e i percossi valli, e il lampo de' manipoli, e l'onda dei cavalli, e il concitato imperio, e il celere ubbidir …" (A. Manzoni, Il cinque maggio)  "…io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei…" (G. Leopardi, L’infinito) POLISINDETO Consiste nel legare varie proposizioni di un periodo o vari membri di una frase con ripetute congiunzioni.

67 Le figure dell’ordine ZEUGMA Esempi:
Si ha quando un verbo regge più termini che richiederebbero ciascuno un proprio verbo. Il caso contrario, in cui un medesimo termine è retto da una serie di versi diversi è chiamato disgiunzione. Esempi: "..Parlare e lagrimar vedrai insieme.."  (Dante, Divina Commedia, Inferno, Canto XXXIII, v.9) ".. Poi ch’ella in sé tornò, deserto e muto quanto mirar poté d’intorno scorse..."  (T. Tasso, Gerusalemme liberata, XVI, vv )

68 Lo strato semantico del discorso

69 Nell’analisi di un testo poetico è possibile identificare la presenza di PAROLE CHIAVE o SIGNIFICATI CHIAVE, che si trovino in posizione rilevata nel sistema, e un significato più complessivo e astratto corrispondente al TEMA del testo poetico.

70 Nella poesia, le parole assumono una duplice funzione:
CONNOTATIVA L’insieme dei valori affettivi o espressivi che si aggiungono ai significati di una parola (emozioni, sentimenti, immagini, valori particolari). Ha una funzione evocativa, non è univoco, può variare tra culture diverse o tra diversi parlanti, e in base al contesto comunicativo. DENOTATIVA identifica il significato di base di ogni parola, ciò che il termine indica con precisione. Si tratta di un significato che tende a essere neutro e oggettivo; ha una funzione informativa ed è riconosciuto da tutta la comunità dei parlanti.

71 L’attivazione della specificità semantica (propria della funzione denotativa) e della ricchezza semantica delle parole (polisemia, propria della funzione connotativa) procede attraverso il contrasto, da una parte, tra le parole del testo, e, dall’altra, attraverso i parallelismi e le equivalenze introdotti dal ritmo, dalla rima e dalle altre figure.

72 Le figure che operano sul piano semantico agiscono mediante la sostituzione di un termine con un altro termine a esso legato sulla base di vari rapporti. Esse implicano un mutamento di significato di una singola parola, oppure della frase nella sua interezza.

73 Le figure più importanti dal punto di vista dello strato semantico sono la METONIMIA e la METAFORA
La prima opera sul piano della contiguità, la seconda sul piano dell’equivalenza.

74 La sostituzione può avvenire in base a diversi elementi:
La METONIMIA: È la sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo rapporti di relazione logica o contiguità. La sostituzione può avvenire in base a diversi elementi: la causa per l’effetto: es. «avere una bella mano» l’effetto per la causa: es. «una valle di lacrime» l’astratto per il concreto: es. «le prepotenze della nobiltà» il concreto per l’astratto: es. «un uomo di buon cuore» il contenente per il contenuto: es. «un piatto prelibato» lo strumento per chi lo adopera: es. «il discorso della Corona» l’autore per l’opera: es. «leggere Dante» la materia per l’oggetto: es. «sguainare i ferri»

75 Una variante della metonimia è la sineddoche, dove la sostituzione avviene tra termini collegati da rapporti di maggiore o minore estensione. Ci sono diversi casi di sostituzione: la parte per il tutto: es. «la vela» per «la barca» il tutto per la parte: es. «una borsetta di coccodrillo» la specie per il genere: es. «il felino» per «il gatto» il genere per la specie: es. «animale» per «uomo» il singolare per il plurale: es. «uomo dall’occhio torvo»

76 La METAFORA: «nomina un oggetto attraverso un altro che si pone nei suoi confronti come il termine di una similitudine occultata» (U. Eco) Più precisamente, la metafora risulta dall’uso di un termine (X) che normalmente significa un oggetto o un concetto (A), in un contesto in cui deve significare un altro oggetto o concetto (B).

77 Esempio: Erano i capei d’oro a Laura sparsi (F. Petrarca, RVF, II, v
Esempio: Erano i capei d’oro a Laura sparsi (F. Petrarca, RVF, II, v.1) (X) oro = (A) metallo (Au79) (B) giallo biondo La sostituzione del termine normale giallo con il termine metaforico oro si basa sulla condivisione della caratteristica del colore tra i capelli e l’oro. GIALLO BIONDO CAPELLI ORO

78 In altri termini: Nella metafora l’intelletto sovrappone i campi semantici di due termini appartenenti a campi associativi diversi e talvolta anche lontani, e opera la sostituzione sulla base anche di un solo tratto in comune.

79 La metafora può interessare sostantivi, aggettivi, avverbi, verbi.
Può affiancare a un sostantivo un attributo non pertinente (un nero delitto), o attribuire a un soggetto un’azione non pertinente (il sole si sveglia), o a un sostantivo un complemento di specificazione o di materia non pertinente (i capei d’oro).

80 Metafore e metonimie sono usate comunemente nel linguaggio parlato
Metafore e metonimie sono usate comunemente nel linguaggio parlato. A volte sono così consumate da non essere più avvertite dalla comunità dei parlanti. Vediamo qualche esempio: METAFORA METONIMIA Ascolto Mozart, leggo Dante Corre in Ferrari Quel bambino è una gioia Emilia è un primo violino Eludere la sorveglianza La forza della gioventù Quel ragazzo ha del fegato Indossa sempre i Levi's Stare in panchina I bianconeri Il tunnel della droga, la spirale di violenza, le gambe del tavolo il collo della bottiglia, un ragazzo brillante il tempo vola, il vento urla, volano gli schiaffi, tenere la bocca chiusa Luca è una volpe, sei un somaro, quel cane di un attore, i cavalloni del mare

81 Nella poesia sono i due procedimenti fondamentali nel campo delle figure di significato. Vediamo qualche esempio: METAFORA METONIMIA "…e prego anch’io nel tuo porto quiete…" (U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni, v.11) porto=morte "…Tu fior de la mia pianta  percossa e inaridita…"  (G. Carducci, Pianto antico, vv.9-12) fior=figlio; pianta=padre "Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade…" (G. Ungaretti, Natale, vv.1-4) "Piove senza rumore sul prato del mare…" (C. Pavese, Tolleranza, v.1) "…Io non piangea, sì dentro impetrai…" (Dante, Inferno, XXXIII, v.49) "…Talor lasciando le sudate carte…" (tralascia gli studi [carte] che costano fatica, sudore [sudate]; il sudore costituisce l'effetto) (G. Leopardi, A Silvia, v.16) "…mentre Rinaldo così parla, fende con tanta fretta il suttil legno l’onde…" (L. Ariosto, Orlando furioso, Canto XLIII, LXIII) "…ma per le vie del borgo dal ribollir de’ tini va l’aspro odor de i vini (dal mosto che bolle nei tini) l’anime a rallegrar…" (G. Carducci, San Martino, vv. 5-8); "…assursero in fretta dai blandi riposi, chiamati repente da squillo (tromba) guerrier…" (A. Manzoni, Adelchi, 35-36);

82 Le altre figure di significato
Esempi: "…È più facile che una gomena passi attraverso la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli…" (Mc 10,25) "…Prima divelte, in mar precipitando, Spente nell’imo strideran le stelle, Che la memoria e il vostro Amor trascorra o scemi…" (G. Leopardi, All’Italia, vv ) "S'i' fosse foco, arderei 'l mondo…" (Cecco Angiolieri, S’i’ fosse foco, v. 1) ADUNATON Afferma l’impossibilità di un fatto subordinandolo al verificarsi di un fatto naturale impossibile

83 Le altre figure di significato
ANTITESI Accostamento nella stessa frase di termini o concetti di significato opposto Esempi: "…Non fronda verde, ma di color fosco;  non rami schietti, ma nodosi e ’nvolti;  non rami v’eran, ma stecchi con tosco…" (Dante, Inferno, XIII) "Pace non trovo e non ho da far guerra; e temo e spero; e ardo e sono un ghiaccio; e volo sopra ’l cielo e giaccio in terra; e nulla stringo e tutto ’l mondo abbraccio…" (F. Petrarca, RVF, CXXXIV, vv.1-4)

84 Le altre figure di significato
Esempi: "…atto ch’ebbe il re di Circassia battere il volto de l’antiqua madre  traversò un bosco, e dopo il bosco un monte…"  (l’antiqua madre = la terra)  (L. Ariosto, Orlando furioso, II, XXXIII, vv.5-7)  "Come uno straccio lurido, gettata questa terra di Fucci e di Bonturi,…"  (Fucci = ladri; Bonturi = truffatori)  (G. Carducci, Heu pudor!, vv.13-14) "Mentre son questi a le bell’opre intenti perché debbiano tosto in uso porse il gran nemico de l'umane genti contra i cristiani i lividi occhi torse…"  (il gran nemico de l'umane genti = il demonio) (T. Tasso, Gerusalemme liberata, IV, I, vv.1-4)  ANTONOMASIA È la sostituzione di un nome comune a un nome proprio e, viceversa, di un nome proprio a un nome comune.

85 Le altre figure di significato
FIGURA ETIMOLOGICA Accostamento di parole collegate fra loro dall’etimologia Esempi: "…emit mortem immortalitem…" (Quintiliano, Institutio oratoria IX, 3, 71) ".. esta selva selavaggia aspra e forte..."  (Dante, Inferno, I, 5) "Amor ch’a nullo amato amar perdona.."  (Dante, Inferno, V, 102)

86 Le altre figure di significato
EUFEMISMO Attenuazione del carattere troppo crudo o offensivo di un termine o un’espressione mediante l’uso di un termine più vago, di una perifrasi, o di un espressione di livello stilistico più elevato. Esempi: "…Quando rispuosi, cominciai: - Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio menò costoro al doloroso passo! - …" (l’adulterio e quindi la perdizione eterna) (Dante, Inferno, V, vv ) "…i’ so’ colei che ti die’ tanta guerra, et compie’ mia giornata inanzi sera…" (morii prematuramente) (F. Petrarca, Levommi il mio penser in parte ov’era, vv.7-8)

87 Le altre figure di significato
IPALLAGE Attribuzione a una parola di una qualità o proprietà che logicamente andrebbe attribuita a un’altra. Esempi: "…gemina teguntur lumina nocte…"  "gli occhi sono coperti da una doppia notte" (Catullo, Carme 51, vv.11-12)  "…ma io deluse a voi le palme tendo…"  (U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni, v.7)  "…di foglie un cader fragile…"  (G. Pascoli, Novembre, v.11)

88 Le altre figure di significato
IPERBOLE Consiste nell’accentuare l’espressione di un concetto mediante termini volutamente eccessivi. Esempi: "…Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti) di quel sangue ogni stilla un mar di pianto…"  (T. Tasso, Gerusalemme liberata, XII, vv ) "Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino…"  (E. Montale, Ho sceso dandoti il braccio, Xenia I, vv.1-2) "…Come sei più lontana della luna, ora che sale il giorno e sulle pietre batte il piede dei cavalli!…"  (S. Quasimodo, Ora che sale il giorno, vv.10-12)

89 Le altre figure di significato
Quel borgo aveva l'onore di alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una guarnigione stabile di soldati … (Manzoni) Bel parere che m'avete dato! M'avete mandato da un buon galantuomo, da uno che aiuta veramente i poverelli! (Manzoni) Le altre figure di significato Esempi: ".. Quel borgo aveva l'onore di alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una guarnigione stabile di soldati.."  (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. I) ".. Bel parere che m'avete dato! M'avete mandato da un buon galantuomo, da uno che aiuta veramente i poverelli! .."  (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. III) IRONIA In greco «dissimulazione», consiste nell’usare espressioni che vanno intese in senso contrario a quello letterale.

90 Le altre figure di significato
Esempi: "…...Don Abbondio (il lettore se n’è già avveduto) non era nato con un cuor di leone …" (A. Manzoni, I promessi sposi)  "…onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde l'inclito verso di colui che l'acque cantò fatali,…" (U. Foscolo, A Zacinto, vv.6-9)  "…molte volte Novembre è ritornato nella mia vita, e questo che oggi ha inizio non è il peggiore,…" (M. Guidacci, Molte volte novembre…, vv.1-3) LITOTE Espressione di un’idea mediante la negazione del suo contrario.

91 Le altre figure di significato
Esempi: "…O viva morte, o dilettoso male,  come puoi tanto in me, s’io nol consento?…" (F. Petrarca, S’amor non è, RVF, vv.7-8) "…tal che mi fece, or quand’egli arde ’l cielo, tutto tremar d’un amoroso gielo." (F. Petrarca, Non al suo amante più Diana piacque, RVF, vv. 7-8) "Cessate d’uccidere i morti…" (G. Ungaretti, Non gridate più, v. 1) "…gli alberi si gonfiano d’acqua, bruciano di neve…" (S. Quasimodo, Lettera alla madre, v.3)  OSSIMORO L’accostamento in una stessa espressione di termini di significato opposto.

92 Le altre figure di significato
PARADOSSO In greco «controsenso», affermazione che appare non vera ma che risulta valida dopo attenta considerazione. Esempi: Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia 

93 Le altre figure di significato
PLEONASMO Espressione in cui il concetto è espresso anche con parole superflue e non necessarie. Esempi: "Io il mare l'ho sempre immaginato come un cielo sereno visto dietro dell'acqua" (Cesare Pavese, Feria d'agosto). "Si voltò poi a don Abbondio, e gli disse: - signor curato, se mai desiderasse di portar lassù qualche libro, per passare il tempo, da pover'uomo posso servirla (...) ma però..." (Manzoni, I promessi Sposi, Capitolo XXIX)

94 Le altre figure di significato
Cesare taccio, che per ogni piaggia / Fece l'erbe sanguigne di lor vene Ove 'l nostro ferro mise. (Petrarca) Le altre figure di significato PRETERIZIONE Figura logica con la quale si finge di voler tacere quanto in realtà si sta dicendo. Esempi: ".. Cesare taccio, che per ogni piaggia Fece l'erbe sanguigne di lor vene Ove 'l nostro ferro mise..."  (F. Petrarca, All’Italia, v )

95 Le altre figure di significato
Esempi: "…e da le aurate volte a lei impietosita eco rispose…" (G. Parini, Il giorno, Il mezzogiorno, vv ) "…Oh quei fanali come s’inseguono accidiosi là dietro gli alberi, tra i rami stillanti di pioggia sbadigliando la luce su ’l fango!…" (G. Carducci, Alla stazione in una mattina d’autunno, vv.3-4) "… Vanno a sera a dormire dietro i monti le nuvolette stanche…" (U. Saba, Favoletta, vv.6-7) PROSOPOPEA o PERSONIFICAZIONE Dà vita e parola a personaggi assenti, lontani, o morti, o anche a cose astratte personificate.

96 Le altre figure di significato
SIMILITUDINE Istituisce un rapporto di somiglianza fra immagini diverse, collegato con un come o altro avverbio di paragone. Esempi: "…Gli venne dunque incontro  con la nutrice che aveva in braccio il bambino,  il figlio amato di Ettore, simile a chiara stella…" (Omero, Iliade, Libro VI, vv )  "…Come d’autunno si levan le foglie  l’una appresso de l’altra, fin che ’l ramo  vede a la terra tutte le sue spoglie, similemente il mal seme d’Adamo  gittansi di quel lito ad una ad una,  per cenni come augel per suo richiamo…" (Dante, Divina Commedia, Inferno, Canto III, vv )

97 Le altre figure di significato
SINESTESIA Consiste nell’attribuire a un oggetto percepibile con uno o più sensi qualità percepibili con altri sensi e quindi non pertinenti a quell’oggetto. Esempi: "…io venni al luogo d’ogni luce muto…"  (Dante, Divina Commedia, Inferno, Canto V, v.28) "…Non vi ster molto, ch’un lamento amaro  l’orecchie d’ogni parte lor feriva;…" (Ludovico Ariosto, Orlando furioso, XXIII, XLIV, 5-6) "…Dormi! bisbigliano, Dormi! là, voci di tenebra azzurra…"  (G. Pascoli, La mia sera, vv.35-36)


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