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Il ruolo dei Comuni nella politica di coesione: opportunità e (alcune) criticità 12 febbraio 2019.

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Presentazione sul tema: "Il ruolo dei Comuni nella politica di coesione: opportunità e (alcune) criticità 12 febbraio 2019."— Transcript della presentazione:

1 Il ruolo dei Comuni nella politica di coesione: opportunità e (alcune) criticità
12 febbraio 2019

2 Importanza della politica di coesione
L’ammontare complessivo delle risorse mobilitate per la politica di coesione a livello europeo è pari a poco oltre 647 miliardi di euro. Questa cifra comprende la quota europea derivante dai Fondi strutturali e di investimento e dai cofinanziamenti assicurati dagli Stati membri. Dopo la Polonia, l’Italia è il secondo Paese beneficiario per ammontare di risorse programmate dalla politica di coesione: queste sono pari a oltre 76 miliardi di euro, di cui il 58% è di provenienza comunitaria ed il 42% nazionale. Fonti: Rapporto IFEL 2018, CE – CE Cohesion data 2018, , ecc.

3 Il ruolo dei Comuni nella politica di coesione
Con progetti FESR , le amministrazioni comunali sono i soggetti beneficiari che dopo i privati e le regioni gestiscono la mole più ampia di risorse, pari a 1,47 miliardi di euro su un totale di circa 11 miliardi appostati nei programmi operativi FESR. L’84% dei progetti FESR in capo ai comuni è ascrivibile a Programmi Operativi Regionali. Invece degli oltre 135mila progetti ascrivibili al FSE , solo lo 0,9% ha comuni beneficiari, per un costo rendicontabile complessivo di oltre 197 milioni di euro, pari al 5% del totale dei costi ammessi. I progetti POR FESR attuati dai comuni sono, in media, di piccolo taglio (il 33% d’importo unitario fino a euro), mentre solo l’1,6% supera i 5 milioni di euro. Fonti: Rapporto IFEL 2018, CE – CE Cohesion data 2018, , ecc.

4 Settore di intervento dei progetti comunali
Degli oltre 135mila progetti ascrivibili al FSE , solo lo 0,9% ha comuni beneficiari, per un costo rendicontabile complessivo di oltre 197 milioni di euro, pari al 5% del totale dei costi ammessi.

5 Articolazione delle strategie di intervento locale
Secondo i dati presenti in STRAT-Board l’Italia conta 120 strategie di sviluppo territoriale o urbano e integrato ed è l’unico Paese che utilizza tutte le tipologie di strumenti previsti per l’attuazione di tali strategie. Si tratta di: 14 strategie urbane attraverso un Programma Operativo (il PON Metro ) 69 strategie di sviluppo urbano sostenibile attraverso la previsione nei PO di assi prioritari dedicati. 15 strategie urbane con lo strumento dell’Investimento Territoriale Integrato (ITI) ITI non urbano per 22 strategie di sviluppo territoriale integrato specificamente riferite alla implementazione delle strategie di sviluppo delle aree interne Fonte: Rapporto IFEL, La dimensione territoriale nelle politiche di coesione, ottava edizione, 2018

6 Alcune criticità programmatiche e attuative\1
Fra i principali fattori che contribuiscono a «rallentare» la programmazione si ricordano i seguenti: approvazione dei regolamenti da parte della Commissione a dicembre 2013, con conseguente approvazione dei programmi operativi nella seconda metà del 2014; Sovrapposizione cicli programmatici, con relativo «ingolfamento» delle macchine amministrative nei primi anni del ciclo (la scadenza per la rendicontazione del ciclo era fissata a marzo 2015) ; Numerosità della programmazione operativa, sono più di 90 i PO attivati nel ciclo Filiera della programmazione «lunga»: il «pallino» dell’attuazione arriva ai Comuni troppo a ridosso dei termini di certificazione; Eccessiva complessità delle procedure di rendicontazione, controllo e certificazione della spesa (SIGECO)

7 Alcune criticità programmatiche e attuative\2
Ulteriori fattori che contribuisco a frenare l’andamento gli investimenti territoriali sono: la difficoltà di integrare e sincronizzare gli interventi co-finanziati dalla politica di coesione con gli strumenti di programmazione economico-finanziaria e di pianificazione ordinaria dei Comuni (Documento unico di programmazione, Piani delle OOPP, strumenti urbanistici, ecc.). Conseguente, inevitabile, disallineamento fra i tempi di realizzazione delle opere (vedi slide successiva) e gli stringenti cronoprogrammi previsti per la realizzazione degli investimenti cofinanziati dalla politica di coesione (definiti in ragione delle regole di certificazione della spesa). necessità di provvedere, nella gran parte dei casi, alla progettazione degli interventi con risorse proprie, tenendo conto anche delle difficoltà dovute a «sovraccarichi» di lavoro degli uffici tecnici nonché delle oggettive difficoltà connesse a fare nuove assunzioni o a dotarsi tempestivamente delle competenze tecniche richieste.

8 Tempi di realizzazione delle OOPP in Italia
Il tempo di attuazione delle opere infrastrutturali in Italia varia a seconda dell’importo dell’intervento. Si va dai circa di 3 anni per i progetti inferiori a Euro ai 15,7 anni per i grandi progetti dal valore di oltre 100 milioni di euro. Più in dettaglio la fase di progettazione presenta durate medie variabili dai 2 a 4 anni; la fase di aggiudicazione dei lavori dai 5 a 20 mesi; mentre i tempi medi di durata dei lavori variano da 5 mesi a 8 anni. (Fonte: NUVEC, Agenzia per la coesione territoriale)


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