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UN PERIODO DI GRAVE CRISI
ROMA NEL III SEC. d.C. UN PERIODO DI GRAVE CRISI
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Nel III sec. d. C. Roma deve affrontare una grave crisi dovuta a:
ANARCHIA MILITARE (dal 238 al 284 d. C.): in circa 50 anni si succedono 21 imperatori INVASIONI DELLE POPOLAZIONI BARBARE (Goti, Franchi e Alamanni, Parti) DECADENZA ECONOMICA E DEGRADO SOCIALE (guerre, epidemie, carestie, tasse troppo alte) CRISI DELL’AGRICOLTURA DECLINO DELLE CITTÁ
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Nell’impero si diffondono nuove religioni
A Roma era permesso praticare altri culti a patto che si onorassero anche gli dei tradizionali Dall’Oriente giungono CREDENZE MISTERICHE (mitraismo, culto di Cibele, culto di Iside) culti riservati solo agli ADEPTI rito di iniziazione hanno carattere salvifico: promettono la rinascita dopo la morte, danno senso all’esistenza, offrono valori in cui credere.
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IL CRISTIANESIMO IL CRISTIANESIMO PRENDE AVVIO DA UN FATTO REALMENTE ACCADUTO: la vita di Gesù Cristo. Nato sotto il principato di Augusto, predica durante quello di Tiberio: annuncia la fine del mondo terreno e la venuta del regno di Dio. Gesù Cristo è una minaccia sia per gli Ebrei che non si convertono sia per i Romani. Viene arrestato e condannato a morte. I discepoli annunciano la sua resurrezione dopo tre giorni.
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EBRAISMO E CRISTIANESIMO
SONO ENTRAMBE RELIGIONI MONOTEISTE MA EBREI CRISTIANI Non accettano l’esistenza di un figlio di Dio e non riconoscono Gesù come Messia Credono nella natura divina di Gesù Cristo perché figlio di Dio e Dio stesso Il popolo di Israele è quello eletto da Dio e unico destinatario del suo messaggio Gesù nega l’esistenza di un popolo eletto, ma il suo messaggio si rivolge a tutti i popoli Il cristianesimo si diffonde grazie soprattutto all’azione degli APOSTOLI PIETRO E PAOLO. Grazie al loro operato agli inizi del II sec. d.C. si formarono le PRIME COMUNITÁ CRISTIANE
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PERCHÉ IL CRISTIANESIMO ERA PERCEPITO COME UNA MINACCIA
LE PERSECUZIONI NERONE E L’INCENDIO DI ROMA (54-68) – uccisione di Pietro e Paolo DOMIZIANO (81-96) TRAIANO – MARCO AURELIO (II d. C.) DECIO ( ) DIOCLEZIANO ( ) PERCHÉ IL CRISTIANESIMO ERA PERCEPITO COME UNA MINACCIA Era una religione di salvezza, che predicava valori contrastanti con quelli romani Esaltava gli umili in quanto prediletti da Dio, eliminando le differenze di classe e la differenza tra liberi e schiavi Sospetto per le riunioni segrete in cui si diceva che i cristiani si cibavano del corpo e del sangue di Cristo e volevano sostituire la società romana con una nuova, un regno di Dio Si rifiutavano di venerare l’imperatore come un dio e non volevano prendere parte al servizio militare
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OSTILITÁ DEI ROMANI VERSO I CRISTIANI
I cristiani venivano denunciati e obbligati ad aderire ai culti ufficiali Chi rinunciava alla fede cristiana era lasciato libero Chi non rinunciava veniva processato, torturato e ucciso Tra II e III sec. d. C. si ha un numero elevato di MARTIRI
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SIMBOLI PALEOCRISTIANI: IL PESCE E L’ANCORA
"Pesce" in greco si dice "ichthùs" che i primi cristiani leggevano come acronimo, cioè una parola formata dalle iniziali di altre; in questo caso: "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore". i = Iesùs (Gesù) ch = Christòs (Cristo) th = Theù (di Dio) u = uiòs (Figlio) s = sotèr (Salvatore) L’ANCORA È SIMBOLO DELLA SALVEZZA E DELLA CERTEZZA PORTATA DA CRISTO, COME AVEVA INSEGNATO S. PAOLO ISCRIZIONE MURALE DEL II d.C.
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SIMBOLI PALEOCRISTIANI: IL PAVONE E IL BUON PASTORE
PRIMA ERA SACRO A GIUNONE PER I CRISTIANI È SIMBOLO DI IMMORTALITÀ E RESURREZIONE: LE PIUME CADONO E RICRESCONO IN PRIMAVERA E GLI ANTICHI CREDEVANO CHE IL CORPO NON SI DECOMPONESSE BUON PASTORE ERA TIPICO DEL MONDO ANTICO RAFFIGURARE LA VITA QUOTIDIANA DELLE CAMPAGNE. PER I CRISTIANI IL BUON PASTORE CHE CERCA LA PECORELLA SMARRITA È GESÙ CATACOMBE DI S. PRISCILLA E S. CALLISTO ROMA
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L’agnello L’agnello è uno degli elementi essenziali della Pasqua ebraica e anche il simbolo del Cristo («Ecco l’agnello di Dio», Gv 1,36). Come nella notte della liberazione dall’Egitto il sangue dell’agnello aveva preservato le case degli ebrei (Es 12,1-13), così il Cristo – nuovo agnello pasquale – con il sangue versato sulla croce garantisce la salvezza a tutti gli uomini.
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Il principio e la fine L’ e , la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco, ricordano ai credenti che Cristo è la «parola di Dio» (il libro aperto), il principio e la fine di tutto. Gesù stesso, nel libro dell’Apocalisse, dice di sé: «Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine» (22,13).
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La colomba Simbolo della pace ritrovata (è la colomba che porta a Noè un ramoscello d’olivo dopo il diluvio) e anche simbolo dello Spirito Santo (si posa su Gesù al momento del battesimo nel fiume Giordano). È l’immagine della purezza e della castità, della capacità di distaccarsi dalle cose terrene e di volare in alto (aldilà).
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La nave Nella Bibbia, dato l’ambiente geografico della Palestina, si parla spesso di barche e di navi, e sono molti gli episodi del Nuovo Testamento legati alle acque. La nave è un mezzo per attraversare le acque e rappresenta quindi la salvezza. Così l’arca di Noè che salva dal diluvio; l’arca dell’ alleanza (Gs 3,11-17), e poi la Chiesa, molte volte raffigurata come il vascello di Cristo.
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