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Il contributo di Legambiente per ridurre l’impatto di alcune specie problematiche e migliorarne la gestione Stefano Raimondi: Ufficio aree protette e.

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Presentazione sul tema: "Il contributo di Legambiente per ridurre l’impatto di alcune specie problematiche e migliorarne la gestione Stefano Raimondi: Ufficio aree protette e."— Transcript della presentazione:

1 Il contributo di Legambiente per ridurre l’impatto di alcune specie problematiche e migliorarne la gestione Stefano Raimondi: Ufficio aree protette e biodiversità - Legambiente Onlus

2 ARGOMENTI Trota mediterranea Life ASAP Lupo Azioni progettuali
Problemi conservazionistici Azione politica Azione associativa

3 TROTA MEDITERRANEA Conservazione della trota nativa dell’area mediterranea (Salmo macrostigma) e del suo habitat in Italia Centrale PARTENARIATO: Provincia di Pesaro e Urbino (Beneficiario coordinatore) Parco Nazionale dei Monti Sibillini Provincia di Fermo Università degli Studi di Perugia Università Politecnica delle Marche Legambiente Onlus

4 Attività Attività concrete di ripopolamento in alcuni importanti bacini idrografici dell’Appennino centrale Caratterizzazione genetica e demografica della popolazione di trote Caratterizzazione ambientale dei corsi d’acqua Conversione di un impianto di acquacoltura a centro per la gestione e il recupero dei popolamenti nativi di trota mediterranea Rimozione di trote aliene dai corsi d’acqua selezionati Coinvolgimento e sensibilizzazione degli stakeholder Riesame aggiornato del quadro normativo esistente per adattarlo alla conservazione della trota macrostigma

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6 Risultati ottenuti Produzione complessiva di circa uova e di uno stock di riproduttori mediterranei di circa 500 esemplari Modello di stima del deflusso minimo vitale grazie al monitoraggio delle portate dei corsi d’acqua (da integrare negli strumenti legislativi) Diminuzione della presenza di trote aliene Rilascio di trotelle e deposizione di uova sperimentando l’uso di scatole Vibert Impianto ittiogenico di Cantiano quale centro di eccellenza Grazie al lavoro sulle comunità ittiche locali, miglioramento indiretto anche dello stato ecologico degli ecosistemi acquatici preservando l’integrità della biodiversità autoctona (direttiva Acque e Habitat)

7 Le difficoltà Rapporto con le associazioni piscatorie locali Scarsa conoscenza delle normative regionali (LR n. 11 del 2003, art. 18) Comprensione dell’opportunità del Life (Marche in grado di adeguare i propri programmi di gestione della fauna ittica nel rispetto della normativa vigente)

8 Le opportunità Confronto con gli attori istituzionali del territorio Confronto con associazioni piscatorie locali, rappresentanti del mondo scientifico, delle aree protette Dialogo sul tema della gestione delle specie alloctone e sul miglioramento dello stato di conservazione delle specie a rischio nei siti Natura 2000 Disseminazione dei risultati, confronto tra strategie e azioni concrete messe in atto per garantire la conservazione delle specie target in vari contesti geografici e studiare i diversi approcci gestionali alla specie Elaborazione, con rappresentanti di ISPRA e del MATTMA, di un approccio nazionale sul tema

9 Specie Aliene Invasive
Riduzione del tasso di introduzione delle IAS e contenimento degli impatti sul territorio italiano, grazie all’aumento della consapevolezza, alla partecipazione attiva, ad una corretta ed efficace loro gestione LIFE GIE PARTENARIATO: ISPRA (Beneficiario coordinatore) Regione Lazio Federparchi Nemo Università degli Studi di Cagliari Legambiente Onlus Tic Media Art COFINANZIATORI: MATTM, Parchi Nazionali di Aspromonte, Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, Arcipelago Toscano, Gran Paradiso

10 Criticità e problemi conservazionistici
Perdita di biodiversità Minaccia specie autoctone Profonda alterazione degli ecosistemi (e servizi ecosistemici annessi) Impatto sociale ed economico

11 Attività Obiettivo 1: aumento consapevolezza della società
Formazione del personale di contatto col pubblico (moltiplicatori) Azioni di comunicazione e partecipazione attiva mirate a scuole, visitatori dei parchi, viaggiatori aeroporti, pubblico generale Strumenti: eventi citizen science, concorsi nazionali, smart App, sito web, social media … Obiettivo 2: miglioramento governance delle IAS Formazione del personale dei soggetti pubblici a vario titolo coinvolti nell’attuazione del regolamento EU 1143/2014 Formazione della comunità scientifica e suo coinvolgimento diretto nel migliorare l’efficacia del regolamento a livello nazionale Obiettivo 3: diffusione e adozione degli strumenti volontari Codici di condotta europei tradotti in italiano (vari settori) Linee guida per la gestione delle IAS nelle AAPP Linee guida e manuali tecnici per professionisti (floro-vivaismo, commercianti animali, liberi professionisti) e hobbisti (pesca, caccia)

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13 Opportunità Aumentare il flusso di informazione (in termini qualitativi e quantitativi) tra mondo tecnico-scientifico e società Codici di condotta, di natura volontaria, quali buone pratiche da adottare Partecipazione attiva (processi decisionali, agire concretamente) – azione associativa Partendo dalla criticità sui «rischi» della comunicazione su sensibilità o posizioni etiche, dialettica con determinati stakeholders (cacciatori e pescatori sportivi, animalisti) Scelte gestionali con il supporto dei portatori di interesse e dell’opinione pubblica

14 Lupo Dalla strategia Wolfnet (LIFE08 NAT/IT/000323) al Piano di conservazione e gestione della specie in Italia PROGETTI Life Wolnet Wolfnet 2.0 (ex cap. 1551) Convivere con il lupo, conoscere per preservare (ex cap. 1551) TEMI E INIZIATIVE Carta di Frascineto Carta di Sulmona Nuovo piano del lupo

15 Fattori limitanti Bracconaggio Conflitto con allevatori e cacciatori
Competizione e incrocio con cani vaganti (ibridazione) Altri (perdita e frammentazione di habitat, disturbo antropico, fattori demografici, forma e frammentazione dell’areale)

16 Carta di Frascineto Carta d’intenti del 30/11/2012 (meeting istituzionale Life Wolfnet) Parchi nazionali del Sud (Cilento, Appennino Lucano, Alta Murgia, Pollino, Sila, Aspromonte) Pianificazione ed attuazione di una strategia condivisa per la tutela del lupo nell’Appennino meridionale, aumentandone la conoscenza Attuazione, in modo condiviso e coordinato, delle misure di conoscenza a fini gestionali e di tutela della specie Impegno delle AAPP a mettere in atto azioni condivise per mantenere, in coesistenza con l’uomo, popolazioni vitali di lupo attenuando i conflitti Superare la frammentazione amministrativa e i ritardi accumulati a livello delle istituzioni

17 Carta di Sulmona Contributo del progetto Life Wolfnet a supporto del Paino d’azione nazionale per il lupo in Italia Incremento della conflittualità verso il lupo conseguente a inappropriati sistemi normativi e procedurali di indennizzo Persistenza della ostilità nei confronti del lupo da parte degli allevatori e delle comunità locali per misure di prevenzione e mitigazione del conflitto inappropriate Contrasto delle mortalità illegali Persistenza di rischi o sviluppo di nuove criticità sanitarie per la popolazione di lupo Disturbo diretto o indiretto al lupo nei siti e nei periodi riproduttivi e alle diverse fasi del ciclo biologico Insufficiente coordinamento tecnico-istituzionale e frammentazione delle competenze

18 √ Processi di governo della gestione (Piattaforma nazionale Lupo)
Nuovo piano di conservazione e gestione del lupo √ Processi di governo della gestione (Piattaforma nazionale Lupo) √ Azioni per la prevenzione e mitigazione dei conflitti con le attività zootecniche (indennizzi danni, sussidi, incentivi) √ Mitigazione della mortalità antropogenica (azioni di prevenzione e contrasto delle attività illegali) Χ Deroghe al divieto di rimozione di lupi dall’ambiente naturale

19 GRAZIE


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