Struttura degli impieghi e struttura delle fonti Profili di analisi sui necessari livelli di coerenza Andrea Cardoni Dipartimento Discipline Giuridiche.

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1 Struttura degli impieghi e struttura delle fonti Profili di analisi sui necessari livelli di coerenza Andrea Cardoni Dipartimento Discipline Giuridiche ed Aziendali Università degli Studi di Perugia

2 Programma La struttura del capitale: impieghi e fonti nella gestione aziendale Valutazione dei profili di coerenza tra fonti e impieghi attraverso l’analisi di bilancio: a) la riclassificazione “finanziaria” dello stato patrimoniale e i margini/indici finanziari b) la riclassificazione “gestionale” dello stato patrimoniale ed i relativi indicatori di equilibrio

3 Obiettivi conoscitivi
Identificare la struttura degli impieghi Identificare la struttura delle fonti Analizzare e valutare la coerenza attraverso opportuni procedimenti di analisi di bilancio (riclassificazione e calcolo di indicatori)

4 Pre-requisiti Conoscenza dell’azienda e delle fasi della gestione
Conoscenza degli equilibri finanziari ed economici Conoscenza del bilancio di esercizio

5 Riflessi operativi Identificare/calcolare/correlare/interpretare
CCN op/Fatturato? CIN ? EBITDA ? CCN fin? ROI? OF/EBITDA? EVA? PFN? CCN op?

6 PARTE PRIMA La struttura del capitale: impieghi e fonti nella gestione aziendale

7 Finanziamenti e investimenti
Ogni azienda necessita di finanziamenti per attuare le politiche degli investimenti INVESTIMENTI FINANZIAMENTI Rapporto di uguaglianza Investimenti = Finanziamenti

8 proprietario o dai soci
Finanziamenti: fonti Fonti Proprie Di terzi Conferito dal proprietario o dai soci Ottenuto da banche e altre istituzioni Capitale proprio (rischio) Capitale di credito Capitale di finanziamento

9 Capitale proprio e di credito: le differenze
Profili Remunerazione Tempi di rimborso Rischio Modalità conferimento Profilo giuridico ed economico Capitale di credito Stabilita per contratto Sono stabiliti, sia a b/t che a l/t Limitato e subordinato rischio capitale proprio In denaro E’ un debito Capitale proprio Variabile, legata ai risultati ottenuti Di norma non sono previsti Pieno, di mancato rimborso o remunerazione In denaro o in natura E’ la dotazione dell’azienda

10 Capitale proprio e di credito:la scelta
Ogni azienda deve ricercare la giusta proporzione fra capitale proprio e capitale di credito La scelta dipende: Dal rischio che si intende sopportare Dalla capacità di acquisire capitale di terzi Dal tipo di investimenti che si vogliono compiere Dalla durata degli investimenti stessi Dalla forza economica dell’azienda

11 Capitale proprio E’ la prima risorsa dell’azienda
Senza il capitale iniziale non può prendere avvio l’attività produttiva Le sue caratteristiche lo rendono vantaggioso in termini gestionali (destinazione verso investimenti rischiosi e/o di lungo periodo) Il capitale proprio non è immodificabile Le variazioni possono essere legate: a nuove politiche di gestione (un ampliamento degli investimenti) alla perdita o all’aumento a seguito della gestione

12 Capitale di credito Si ricorre a tale risorsa quando il capitale proprio è insufficiente Molte le forme tecniche: di lungo periodo, più di 12 mesi (mutui, leasing, prestiti obbligazionari) c.d. REDIMIBILITA’ di breve periodo, meno di 12 mesi (conti correnti, anticipazioni, s.b.f., …) c.d. ESIGIBILITA’ Le redimibilità sono meno onerose (eccezione per il leasing) e da abbinare a investimenti di lunga durata Le esigibilità sono più onerose e da abbinare a investimenti di breve durata

13 Schema finanziamenti e investimenti
CAPITALE PROPRIO Conferimenti Utili non assegnati CAPITALE DI CREDITO * REDIMIBILITA’ -Mutui Prestito obbligazionario *ESIGIBILITA’ -Conti correnti passivi Anticipazioni passive

14 Investimenti Classificazione:
I. di costituzione: legati allo start up aziendale I. di sostituzione: legati al logorio fisico ed economico degli impianti (senescenza) I. di ammodernamento: legati al superamento tecnologico (obsolescenza) I. di espansione: legati ad obiettivi ampliamento delle strutture aziendali I. strategici: legati ad innovazioni di processo e di prodotto I. di rendimento: legati al conseguimento di utili, non necessariamente legati all’attività produttiva

15 Investimenti in fattori produttivi
I fattori produttivi: beni materiali e immateriali necessari per lo svolgimento dei processi di produzione e di erogazione La loro partecipazione all’attività è misurata dalla “cessione di servizi” di cui sono dotati Ogni fattore produttivo ha una capacità massima di “servizi” da cedere Una volta esaurita tale capacità, il fattore deve essere riacquisito o sostituito Gli investimenti in fattori produttivi si distinguono sulla base di due parametri: Tempi di cessione dei servizi o di “esaurimento” Tempi di recupero tramite l’attività di impresa

16 Fattori produttivi: classificazione
In base ai due parametri si distinguono: Fattori a fecondità ripetuta Fattori a fecondità semplice Impieghi immobilizzati Impieghi circolanti materie prime prodotti finiti merci Fabbricati Impianti Brevetti Marchi

17 Fattori produttivi: differenze
Profili Partecipazione ai cicli produttivi Cessione di servizi Rigenerazione Tempi di rinnovo Denominazione fecondità semplice Un solo ciclo di produzione Completa e non frazionabile Immediata, al termine del singolo ciclo di produzione Brevi, di norma entro 12 mesi Circolante fecondità ripetuta Più cicli di produzione Parziale in un ciclo di produzione Frazionata nei vari cicli di produzione, cui partecipano Medio lunghi, superiori a 12 mesi Immobilizzazioni

18 Gli investimenti finanziari
Si tratta di investimenti che non riguardano direttamente lo svolgimento dei processi di produzione Consistono: Concessione di prestiti a terzi (crediti di finanziamento) Acquisto di titoli obbligazionari pubblici e privati Investimenti in altre imprese (partecipazioni) Le ragioni di tali investimenti: eccesso di moneta maggiori opportunità reddituali Si distinguono in base al tempo e la destinazione economica in circolante o immobilizzazioni

19 Schema finanziamenti e investimenti
IMPIEGHI IMMOBILIZZATI produttivi finanziari DI CIRCOLANTE monetari CAPITALE PROPRIO Conferimenti Utili non assegnati CAPITALE DI CREDITO * REDIMIBILITA’ -Mutui Prestito obbligazionario *ESIGIBILITA’ -Conti correnti passivi Anticipazioni passive

20 PARTE SECONDA Valutazione dei profili di coerenza tra fonti e impieghi attraverso l’analisi di bilancio

21 Le analisi di bilancio Bilancio di esercizio rappresenta un documento di minima ma attendibile informazione sulla situazione patrimoniale, finanziaria ed economica dell’impresa. Lo studio della situazione di equilibrio aziendale deve venire compiuto attraverso: i) la conoscenza delle modalità di formazione delle singole poste; ii) L’elaborazione dei dati di bilancio.

22 Le analisi di bilancio La struttura civilistica del bilancio non consente di ottenere con immediatezza e dettaglio la conoscenza degli aspetti della gestione e valutare i necessari livelli di coerenza tra fonti e impeighi. Allo scopo vengono compiute elaborazioni che si avvalgono di tecniche di riclassificazione degli schemi di bilancio e di determinazioni di indici e di flussi (Analisi di bilancio) Finalità principale: rilevare lo stato di salute per scopi di controllo, programmazione e valutazione

23 Il valore operativo delle analisi segue
La serie di bilanci è necessaria in quanto: a) l’azienda è un fenomeno di tempo, ciò che interessa non è l’entità assoluta di un fenomeno quanto il suo trend evolutivo o involutivo b) i bilanci da comparare non dovrebbero superare il numero di tre o cinque (elementi distorsivi: inflazione) c) la serie può essere: c1) storica, ai fini del controllo c2) prospettica, ai fini della programmazione

24 Le riclassificazioni di SP
Scopo: fornire una adeguata rappresentazione degli IMPIEGHI e delle FONTI del capitale dell’impresa a) Le attività esprimono le forme di investimento delle risorse b) Le passività ed il netto esprimono le fonti di provenienza delle risorse La riclassificazione può avvenire secondo la logica: 1) finanziaria 2) gestionale

25 Le riclassificazione del CE
Scopo: esaminare la progressiva formazione del RN, attraverso il confronto fra componenti positivi e negativi delle specifiche aree, in cui è suddivisibile la gestione: 1) Ordinaria o caratteristica 2) Finanziaria 3) Accessoria o patrimoniale 4) Straordinaria 5) Fiscale La riclassificazione può avvenire secondo la logica: 1) Valore aggiunto 2) Funzionale 3) Margine di contribuzione

26 Sub a) la riclassificazione “finanziaria” dello stato patrimoniale e i margini/indici finanziari

27 Il criterio finanziario
La riclassificazione finanziaria si basa sulla velocità di conversione in moneta degli investimenti e finanziamenti Le attività sono ripartite: 1) attività correnti: investimenti da convertire in moneta nell’arco di 12 mesi 2) attività immobilizzate: investimenti da convertire in moneta in un periodo superiore a 12 mesi Le ATTIVITÀ CORRENTI si suddividono: 1) liquidità immediate, valori presenti in forma monetaria 2) liquidità differite, valori relativi ad elementi numerari 3) disponibilità, rimanenze di magazzino, ecc.. Le ATTIVITÀ IMMOBILIZZATE si suddividono: materiali, immateriali, finanziarie

28 Il criterio finanziario segue
Le passività si suddividono: 1) PASSIVITÀ CORRENTI (ESIGIBILITÀ), finanziamenti da rimborsare entro 1 anno, esse possono essere distinte in: 1a) esigibilità immediate, da estinguersi con moneta (debiti tributari) 1b) esigibilità differite, con una durata di qualche mese e soggette a possibili rinnovi 2) PASSIVITÀ CONSOLIDATE (REDIMIBILITÀ), finanziamenti da rimborsare oltre 1 anno 3) CAPITALE NETTO

29 Il criterio finanziario segue
La distinzione operata consente di verificare se sussiste o meno una CORRELAZIONE TEMPORALE fra investimenti e finanziamenti PRECISAZIONI di carattere generale: a) le rimanenze sono tutte considerate disponibilità, compresa la scorta permanente (immobilizzata) b) per i debiti a m/l termine con rimborso rateale va distinta la quota scadente entro i successivi 12 mesi ed iscritta fra le passività correnti c) i risconti passivi essendo valori economici sono da iscrivere nel capitale netto, tuttavia si usa riclassificarli fra le passività correnti

30 Riclassificazione SP art. 2424
Il principio della destinazione delle poste deve essere sostituito con il criterio finanziario: A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti: A1) parte richiamata  attivo circolante A2) parte non richiamata  riduzione capitale netto B) Immobilizzazioni: BI6/BII5) Acconti: - natura  attivo circolante - destinazione  attivo immobilizzato - criterio finanziario  attivo immobilizzato BIII) Immobilizzazione finanziarie: i crediti che scadono entro l’esercizio  attivo circolante

31 Riclassificazione SP art. 2424
C) Attivo circolante: CI5) Acconti: - natura  attivo circolante (L.tà Differite) - destinazione  attivo circolante (Disponibilità) - criterio finanziario  attivo circolante (disponibilità) CII) dai crediti vanno estrapolati quelli scadenti oltre l’esercizio  attivo immobilizzato D) Ratei e risconti attivi e disaggio emissione: - ratei annuali  circolante (Liquidità Differite) - ratei pluriennali  immobilizzato (Imm. Finanz.) - risconti annuali  circolante (Disponibilità) - risconti pluriennali  immobilizzato (Imm. Immat.) - disaggio quota anno  circolante (Disponibilità) - disaggio quota anni futuri  immobilizzato (I. Immat.)

32 Riclassificazione SP art. 2424
Il principio della natura delle poste deve essere sostituito con il criterio finanziario o del rimborso: A) Patrimonio netto: AIX) Utile destinato a dividendi  esigibilità B) Fondi rischi e oneri: occorre distinguere fra quelli che avranno la loro manifestazione nel successivo anno (esigibilità) e quelli dei futuri anni (redimibilità) C) Trattamento di fine rapporto: - quota da pagare nell’anno  esigibilità - quota da pagare negli anni successivi  redimibilità

33 Riclassificazione SP art. 2424
D) Debiti: la quota che scade oltre i dodici mesi (redimibilità) va distinta dalla quota che scade nell’esercizio (esigibilità) E) Ratei e risconti passivi e aggio emissione: - ratei annuali  esigibilità - ratei pluriennali  redimibilità - risconti annuali  capitale netto (o esigibilità) - risconti pluriennali  capitale netto (o redimibilità) - aggio quota anno  capitale netto - aggio quota anni futuri  capitale netto

34 Le analisi di bilancio per indici
Gli indici sono costruiti con lo scopo di fornire uno strumento informativo, sia per gli interni che per gli esterni, di tipo qualitativo e quantitativo sulla situazione: = Economica = Finanziaria = Patrimoniale = Strutturale

35 Le analisi di bilancio per indici
I vantaggi di un utilizzo corretto: = possibilità di risalire da un’informazione contabile alla interpretazione economica dei fenomeni aziendali = possibilità di diagnosticare i punti di forza e di debolezza = attivare prontamente meccanismi di programmazione di controllo

36 Modalità di utilizzo degli indici
La validità delle informazioni che gli indici possono fornire nasce da: = una lettura integrata in sistema degli indici stessi = un confronto temporale (analisi storica) = un confronto spaziale con le altre imprese Occorre porre attenzione: = ai possibili cambiamenti di rilevazione e valutazione = a fattori che modificano l’assetto dell’azienda = a fattori di stagionalità

37 Le analisi di bilancio per indici e flussi
* Si distinguono indici di: - composizione, che evidenziano l’incidenza dei singoli valori nell’ambito della classe di appartenenza - correlazione, che mettono a confronto i singoli valori del C/E con altri o dello stesso C/E o dello S/P * Gli indici assumono la configurazione di: - rapporti (frazioni) - margini (differenze)

38 Le analisi di bilancio per indici e flussi
Schema logico delle analisi indici Analisi di bilancio Analisi di struttura Analisi di flusso economiche finanziarie Rendiconto finanziario Indicatori di bilancio rapporti margini

39 Equilibrio finanziario a B/T
Il margine che consente di verificare l’equilibrio finanziario di breve periodo è il capitale circolante netto: C.C.N. = Ac - E o in termini di copertura finanziaria delle immobilizzazioni C.C.N. = C + R - I Significato: a) il valore deve essere positivo b) se negativo: squilibrio legato al fatto che elementi di (I) sono finanziati con (E) c) in generale, l’eccedenza di (Ac) su (E) dovrebbe essere quasi pari al valore delle (D) d) il significato del margine dipende da una corretta analisi delle sue complesse determinanti

40 Copertura finanziaria immobilizzazioni
Copertura delle immobilizzazioni (1° formula): (C + R)/I Significato: a) verifica l’equilibrio strutturale fra fonti e impieghi b) è espresso in termini unitari, da 0 (assenza di fonti consolidate), a 1 (equilibrio) a valori > 1 (situazione favorevole) Copertura delle immobilizzazioni (2° formula): C/I Significato: misura il grado di copertura tramite capitale proprio

41 Copertura finanziaria Immobilizzazioni
Tradotto in differenza, evidenzia il margine di struttura: M.S. = C - I Significato: a) se positivo, si ha un moderato rischio finanziario con possibilità di espandere gli investimenti b) se negativo, la differenza va coperta con fonti esterne di lungo periodo, da cui: M.S.(1) = C + R - I > 0

42 Indici di solidità patrimoniale
Hanno lo scopo di evidenziare la struttura generale degli impieghi e delle fonti di capitale Sono espressi da valori percentuali e sono chiamati indici di composizione [Ac/Ti]; [I/Ti]; [E/Ti]; [R/Ti]; [C/Ti] Significato: incidenza di ciascuna classi di valori sul Ti, esprimendo il grado di elasticità o di rigidità degli investimenti e dei finanziamenti L’analisi ha un maggior peso se comparata con altre aziende concorrenti

43 Indici di solidità patrimoniale
Alcuni esempi 1) GRADO DI ELASTICITA’ DEGLI IMPIEGHI [Ac/Ti] 2) GRADO DI RIGIDITA’ DELLE FONTI [(C + R)/Ti] 3) GRADO DI AMMORTAMENTO [Fondi/I] 4) GRADO DI AUTOFINANZIAMENTO [Riserve/C]

44 Grado autonomia finanziaria
Premesse: - C assicura autonomia patrimoniale e finanziaria - Ct consente di ampliare le risorse e, in date circostanze, di accrescere redditività C Si tratta di trovare la corretta compisizione di C + Ct = Ti Il grado di autonomia finanziaria (G.A.F.) è dato da: [C/Ct] Significato: riflette l’attitudine dell’impresa a operare in condizione di relativa indipendenza dai finanziatori esterni Viene espresso in termini unitari che vanno da 0 (C=0) a 1 (C = Ct) a >1 (C>Ct)

45 Grado autonomia finanziaria
Il G.A.F. viene espresso anche con: [C/Ti] Da studi empirici sono stati trovati alcuni valori del rapporto: Valori Posizione segnalata Significato 0,00 - 0, pericolo fragilità finanziaria 0,33 - 0, vigilanza attenzione 0,50 - 0, normalità equilibrio finanziario 0,66 - 1, espansione possibilità di sviluppo

46 Indici di indebitamento
L’indice di indebitamento è dato da: [Ti/C] Significato: esprime il valore dei finanziamenti di terzi e del capitale proprio in rapporto al totale degli investimenti Il suo valore, in base a studi empirici, si dovrebbe attestare intorno a 2

47 0 (Ac=0) a 1 equilibrio (Ac = E) a >1 (Ac > E)
Indici di liquidità L’indice di disponibilità (liquidità relativa) è dato da: [Ac/E] Significato: attitudine a far fronte alle uscite future legate alle E con i mezzi liquidi e le entrate provenienti dal realizzo di Ac Viene espresso in termini unitari che vanno da 0 (Ac=0) a 1 equilibrio (Ac = E) a >1 (Ac > E) Problema: l’analisi è statica e non si considera il sincronismo fra entrate e uscite. Mentre in ogni momento le entrate devono superare le uscite

48 Indici di liquidità [(Ld + Li)/E] [Li/Ei] [M.T. = Li - Ei]
L’indice di liquidità immediata o acid test è dato da: [(Ld + Li)/E] Significato: viene eliminato l’elemento meno liquido (D) L’indice di liquidità assoluta è dato da: [Li/Ei] Quale differenza si ha il margine di tesoreria: [M.T. = Li - Ei]

49 Indici finanziari: schema generale
CCN = L + D – E CCN = C + R - I (L+D)/E = Indice di disponibilità (Liquidità relativa) C/I = indice cop. secco immobilizz. (L+D*)/E = acid test ratio (R+C)/I = indice cop. rel. immob. Li/Ei = indice liquidità corrente CCN/I = margine cop. immob. CCN/E = margine liquidità rel. I/C = inverso ind. cop. secco imm. Cons. Mat/giac. media scorte = tasso rotazione scorte Ms/C = grado di protezione delle immobilizzazioni E/(L+D) = inverso indice liq. relativa T/C = rapporto indebitamento

50 Sub b) la riclassificazione “gestionale” dello stato patrimoniale ed i relativi indicatori di equilibrio

51 Il criterio gestionale segue
La logica della riclassificazione gestionale: Le risorse finanziarie possono giungere da due vie (gestione corrente e gestione extra-corrente) quindi si misura la capacità dell’impresa di generare risorse tramite la propria attività tipica L’equilibrio di impresa è dato dal: Capitale di esercizio = Attività gestione corrente - Passività gestione correnti

52 Il criterio gestionale
La riclassificazione gestionale permette di distinguere: 1) ATTIVITÀ CARATTERISTICHE, a loro volta distinte: 1a) strutturali o estranee gestione corrente (immobilizzazioni) 1b) gestione corrente, (magazzino, crediti, cassa) 2) ATTIVITÀ NON CARATTERISTICHE O ACCESSORIE 3) MEZZI PROPRI 4) MEZZI DI TERZI, a loro volta distinti: 4a) passività legate alla gestione corrente (debiti verso fornitori, debiti commerciali..) 4b) passività estranee alla gestione corrente (debiti verso banche, debiti finanziari…..)

53 Il criterio gestionale
A quali esigenze risponde: Consente di tenere separate le poste riferite alla gestione tipica da quelle riferite alla gestione accessoria Si distinguono le poste di SP guardando la loro appartenenza a determinate “aree di gestione”

54 3 aree fondamentali Il criterio gestionale operativa accessoria
Le aree gestionali... 3 aree fondamentali operativa accessoria finanziaria

55 Il criterio gestionale
Avvalendosi dello SP di pertinenza gestionale... ...si rendono espliciti gli stretti legami fra... poste di SP e quindi Fabbisogni Finanziari ad esse relativi operazioni di gestione di una data area

56 La gestione operativa presenta due dimensioni, distinte ma correlate
Il criterio gestionale La gestione operativa presenta due dimensioni, distinte ma correlate strutturale corrente

57 Il criterio gestionale
Le “zone” dell’attivo... Crediti commerciali Scorte di magazzino Impianti Brevetti Immobili civili Terreni Titoli Valute e cassa

58 Il criterio gestionale
Debiti v/fornitori debiti tributari Le “zone” del passivo... Fornitori impianti T.F.R. Banche c/c passivi Muti passivi Debiti v/finanziatori Patrimonio Netto Riserve Utili

59 Il criterio gestionale
INVESTIMENTI FINANZIAMENTI s p o n t a e i LEGATI AL CICLO OPERATIVO LEGATI AL CICLO OPERATIVO ALTRE PASSIVITA’ OPERATIVE LEGATI ALLA STRUTTURA OPERATIVA DEBITI FINANZIARI ACCESSORI CAPITALE NETTO FINANZIARI

60 Il criterio gestionale

61 Il criterio gestionale

62 Il criterio gestionale

63 Riclassificazione CE art. 2425
Il Conto economico civilistico: - valore produzione effettuata, classificazione per natura - non contiene una area atipica-patrimoniale - non è definito il RO - concetto straordinario è inteso “estraneo alla gestione caratteristica” Per la riclassificazione ci si riferisce al modello della produzione effettuata A) Valore della produzione: A5) Ci sono elementi sia accessori (fitti) che straordinari (plusvalenze o contributi)

64 Riclassificazione CE art. 2425
B) Costi della produzione: B10c) Svalutazione immobilizzazione è straordinaria B14) Ci sono elementi sia accessori che straordinari C) Proventi e oneri finanziari: C15 e C16b/c) I proventi da partecipazione, da titoli si possono considerare anche accessori-patrimoniali D) Rettifiche di valore di attività finanziarie: Potrebbero rientrare fra le poste straordinarie (con esclusione di quelle legate al metodo del PN) E) Proventi e oneri straordinari: Potrebbero contenere elementi di carattere accessorio, si pensi ai fitti attivi da abitazioni civili

65 Riclassificazione del CE
Il risultato netto della gestione caratteristica prende il nome di REDDITO OPERATIVO L’importanza della ripartizione dipende dal diverso peso che ciascuna area ha per la valutazione dello stato di salute: a) RO > 0 e RN > 0, con RO vicino a RN  buona b) RO < 0 e RN < 0  grave difficoltà c) RO < 0 e RN > 0  non si ha solidità economica d) RO > 0 e RN < 0  può non essere grave se ciò dipende da eventi straordinari, ma se dipende da oneri finanziari va compiuto un risanamento

66 I criteri di riclassificazione del CE
1) Valore aggiunto, misura la ricchezza creata, sottraendo ai ricavi i costi dei fattori esterni. Permette di verificare il processo di distribuzione della ricchezza fra i vari partecipanti all’attività (lavoro, capitale fisso, capitale di terzi, proprietario); 2) Funzionale, riclassificazione degli oneri e dei proventi sulla base dell’area funzionale da cui derivano, verificando i risultati dei vari centri operativi. Si ha una classificazione per destinazione. Richiede l’uso della contabilità analitica

67 I criteri di riclassificazione del CE
3) Margine di contribuzione, necessità di separare i costi fissi dai variabili. Ciò avviene solo con semplificazioni (ammortamenti, canoni, fitti, R&S, pubblicità, spese amministrative).

68 I criteri di riclassificazione del CE
Osserviamo come la classificazione dei costi operativi... può seguire tre logiche: esempio: natura costo del personale costo del personale di un’area specifica destinazione costo MOD costo MOI variabilità

69 I criteri di riclassificazione del CE
…possiamo di conseguenza riclassificare il Conto Economico secondo tre logiche: natura Criterio a “Valore Aggiunto” Criterio a “Costi e Ricavi del venduto (o funzionale) ” destinazione Criterio a “margine di contribuzione” variabilità

70 Riclassificazione a Valore aggiunto
+ VALORE DELLA PRODUZIONE - COSTI ESTERNI DELLA PRODUZIONE = VALORE AGGIUNTO - SPESE PER IL PERSONALE = MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL o EBITDA) - AMMORTAMENTI ED ACCANTONAMENTI = REDDITO OPERATIVO (EBIT) - ONERI E PROVENTI FINANZIARI, PATRIMONIALI, STRAORDINARI = REDDITO ANTE IMPOSTE (RAI) - ONERI TRIBUTARI = REDDITO NETTO

71 Riclassificazione Funzionale
+ VALORE DELLA PRODUZIONE - COSTO DEL VENDUTO = UTILE LORDO INDUSTRIALE - SPESE COMMERCIALI - SPESE GENERALI ED AMMINISTRATIVE = REDDITO OPERATIVO (EBIT) - ONERI E PROVENTI FINANZIARI, PATRIMONIALI, STRAORDINARI = REDDITO ANTE IMPOSTE (RAI) - ONERI TRIBUTARI = REDDITO NETTO

72 Riclassificazione a Margine di Contribuzione
+ VALORE DELLA PRODUZIONE - COSTI VARIABILI = MARGINE DI CONTRIBUZIONE - COSTI FISSI - ONERI E PROVENTI FINANZIARI, PATRIMONIALI, STRAORDINARI = REDDITO ANTE IMPOSTE (RAI) - ONERI TRIBUTARI = REDDITO NETTO

73 Indici di redditività ed effetto leva finanziaria
L’effetto leva finanziaria: è un effetto moltiplicativo del ROE legato al tasso di indebitamento Condizione: il costo del finanziamento [ R.O.D. = Of/Ct ] deve essere inferiore al rendimento degli stessi R.O.I. Vantaggi indebitamento: deducibilità fiscale Of; maggiori investimenti, inflazione, minor rischio imprenditore Svantaggi indebitamento: peso eccessivo degli Of, eccessiva sottocapitalizzazione, situazione precaria, riduzione ROA

74 Analisi della dinamica del capitale circolante netto operativo
il capitale circolante viene qui inteso nell’accezione gestionale, come flusso di capitale assorbito dal ciclo acquisto-produzione-vendita (bilancio di “pertinenza gestionale”) differenza tra CCN “finanziario” e CCN “operativo” un CCN operativo positivo significa assorbimento di finanza legato alla gestione, normalmente legato ai tempi di rigiro delle posto clienti, magazzino e fornitori

75 Analisi della dinamica del capitale circolante netto operativo
Per analizzare la dinamica di evoluzione del capitale circolante netto operativo è opportuno calcolare il seguente indice: CCN op/Fatturato Valore segnaletico un incremento del CCN operativo sul fatturato può interpretare come disequilibrio finanziario, poichè: 1) Scadimento della posizione di mercato: aumento l’invenduto = + magazzino 2) Allungamento dei tempi di incasso = + crediti v/clienti 3) Indisponibilità dei fornitori a concedere dilazione = - debiti v/fornitori

76 Analisi della rapporto PFN/EBITDA
Per analizzare la coerenza della composizione della struttura finanziaria un ulteriore indicatore che spesso viene utilizzato è il seguente: PFN/EBITDA Valore segnaletico È un indicatore sul rapporto che esiste tra il totale di capitale di debito raccolto presso gli intermediari finanziari e creditizi e i flussi di cassa lordi che la gestione aziendale produce in senso intuitivo misura il numero di anni che l’azienda dovrebbe impiegare per ripianare il suo debito finanziario andando ad utilizzare l’ammontare delle risorse finanziarie prodotte in un esercizio

77 Analisi della rapporto OF/EBITDA
Una altra misura degli equilibri finanziari e delle corrette dinamiche di indebitamento è rappresentata: OF/EBITDA Valore segnaletico serve per verificare la “tensione finanziaria” questa è inversamente proporzionale al rapporto tra margini operativi e oneri finanziariÈ un indicatore chiaro sulla capacità dell’azienda di sopportare il costo del debito preferibile al tradizionale indicatore OF/V, che può risultare fuorviante a titolo di esempio: è il primo presidio di controllo nello schema di giudizio di Standard & Poor’s

78 EVA (%) = NOPAT/CIN – W.A.C.C.
Struttura finanziaria e valore dell’impresa Uno degli indicatori ritenuti più evoluti e completi per valutare i profili di coerenza complessiva tra struttura delle fonti, degli impieghi e relativi rendimenti/costi è il seguente: EVA (%) = NOPAT/CIN – W.A.C.C. si parte dal presupposto che l’equilibrio si ha in corrispondenza delle scelte finanziarie che producono performance economiche superiori a quelle attese dal mercato dei capitali “teoricamente” il valore dell’impresa è invariante rispetto alla struttura finanziaria, ma con le imperfezione del mercato si può trovare un punto di ottimo per massimizzare il valore

79 Struttura finanziaria e valore dell’impresa
Valore segnaletico È l’ottica della nuova finanza strategica Occorre saper calcolare correttamente il costo del capitale e attribuire adeguatamente il il valore di competenza creato nei singoli esercizi consente di connettere il profilo finanziario alle ordinarie operazioni di gestione aziendale: una decisione di qualsiasi natura è vantaggiosa se concorre ad innalzare il valore complessivo


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