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Didattica della letteratura italiana modulo a (3cfu)
Il genere romanzo nella letteratura italiana
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Il romanzo storico Dal romanzo dell’io al romanzo storico
Età delle rivoluzioni romanzo dell’individualismo eroico e titanico (Ortis) Età della Restaurazione romanzo storico Manzoni: «componimenti misti di storia e d’invenzione» Intento educativo del Romanticismo, esigenza di evitare la censura e di nobilitare un genere anomalo Modelli europei: Walter Scott Waverley, Ivanhoe, Kenilworth (tradotto nel per i tipi Vincenzo Ferrario)
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La formula avrà successo ed impone il romanzo storico negli anni ‘20 e ‘30
Il genere sarà a lungo disdegnato da benpensanti e classicisti Dal 1827, proprio grazie alla diffusione del romanzo storico, la prosa si diffonde nella letteratura italiana in una misura senza precedenti Un’altra conseguenza è lo sviluppo del mercato delle lettere, l’accelerazione di una moderna industrializzazione editoriale Necessità di regolamentare le leggi sulla proprietà letteraria 22 maggio 1840 Convenzione per la tutela del diritto d’autore Il genere fa registrare incassi notevoli es. Ettore Fieramosca Saggio di Giuseppe Bianchetti, Dei lettori e dei parlatori, precursore della sociologia letteraria
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Caratteri testuali I periodi storici più rappresentati sono Medioevo e Rinascimento Motivazioni per la rievocazione del passato: Ragioni politiche: età remote emblematici rispecchiamenti del presente, riscoperta delle tradizioni nazionali e regionali, usi e costumi popolari; Ragioni letterarie: il rispetto del vero storico funge da «salvacondotto» per la libertà della fantasia Narratore onnisciente fiducia nella propria capacità di decifrare il mondo Plivalenza dei punti di vista Conquista della dimensione del tempo e dello spazio
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Superamento dei racconti storici settecenteschi: Alessandro Verri, Notti romane; Vincenzo Cuoco, Platone in Italia ; Francesco Levati, Viaggi di Francesco Petrarca in Francia e in Germania e in Italia, impostati tra scavo, erudizione e vocazione antiquaria La data chiave che sancisce la nascita del romanzo storico è il 1827: Manzoni, Promessi sposi Francesco Domenico Guerrazzi, La battaglia di Benevento Giovan Battista Bazzoni, Il castello di Trezzo Vincenzo Lancetti, Cabrino Fondulo Carlo Varese, Sibilla Odaleta Angelica Palli, Alessio ossia gli ultimi giorni di Psara Francesco Ottavio Renucci, quattro storiche novelle Il ‘27 è l’anno in cui muore Foscolo ed escono Le Operette Morali
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Geografia del romanzo storico: area propulsiva è l’area lombarda (Manzoni, Varese, D’Azeglio, Grossi, Cantù), una certa diffusione anche in Piemonte, Veneto, Toscana, scarsa la penetrazione al sud De Sanctis distingue la scuola liberale, di ispirazione manzoniana (Grossi, D’Azeglio, Cantù, Tommaseo) e quella democratica (Guerrazzi) Tellini: i Promessi sposi fanno un caso a sé e non sono capostipite di nessuna famiglia Tipologie nel modo di raccontare la storia: Guerrazzi: iperbole oratoria Varese: avventuroso esotico Bazzoni: teatralità sentimentale Grossi: pittoresco sentimentale
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Il dibattito teorico: Riconoscimento ufficiale anche per il valore di militanza politica da Sansone Uzielli, Del romanzo storico e di Walter Scott Mazzini, Del romanzo in generale, ed anche dei «Promessi Sposi» di Manzoni Voci dissidenti di Paride Zajotti su la «Biblioteca Italiana» e di Tommaseo sull’ «Antologia» Il romanzo storico in Italia subisce un processo di livellamento e omogenizzazione dovuto a due motivazioni: le riserve dell’ufficialità letteraria e il comune obiettivo di politica nazionale (e necessità di aggirare la censura) Impiego di meccanismi consunti e temi stereotipati cfr. parodia di Tommaseo spettacolarizzazione fumettistica della storia, celebrazione dei meriti della virtà, del focolare domestico, della patria, svago immaginativo Il romanzo storico perde s suoi obiettivi e finalità e diventa genere d’intrattenimento
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Promessi Sposi La genesi del romanzo si inscrive nella crisi della poetica tragica Ribaltamento del rapporto tra finzione e realtà fatti e protagonisti fantastici in primo piano e vero storico in secondo Il vero coincide con la coscienza della negatività della storia La storia rifatta del ‘600 coincide con una vicenda favolistica a lieto fine Maggiore libertà all’autore nell’intreccio e nei personaggi Senso costruttivo al caos di una realtà disgregata e informe Impegno di non rassegnazione al male (non più riscatto nell’aldilà) Contrappunto dialettico tra narratore e «buon secentista» Bifrontismo tra favola e controfavola
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La genesi del romanzo si inscrive nella crisi della poetica tragica Ribaltamento del rapporto tra finzione e realtà fatti e protagonisti fantastici in primo piano e vero storico in secondo Il vero coincide con la coscienza della negatività della storia La storia rifatta del ‘600 coincide con una vicenda favolistica a lieto fine Maggiore libertà all’autore nell’intreccio e nei personaggi Senso costruttivo al caos di una realtà disgregata e informe Impegno di non rassegnazione al male (non più riscatto nell’aldilà) Contrappunto dialettico tra narratore e «buon secentista» Bifrontismo tra favola e controfavola
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L’introduzione L’introduzione costituisce una denuncia
1. un universo verbale artefatto e declamatorio 2. Un determinismo astratto che deresponsabilizza l’individuo 3. l’ottenebramento della ragione
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Il romanzo delLa Provvidenza
I personaggi forniscono una nozione soggettiva, parziale e interessata di una Provvidenza edificante e pietistica Il narratore invece rifiuta l’idillo e presuppone una Provvidenza imperscrutabile e problematica Il narratore mette in scena la multiforme presenza del male e del peccato, dovuto al sonno della ragione e all’assenza della responsabilità morale Bisogno di capire e non rassegnazione alla negatività del vivere
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Bifrontismo L’invenzione è tensione agonica e ipotesi progettuale di un mondo migliore, ma sempre vigilata dalla coscienza del vero, dalla lezione amara della storia L’opera chiede ai lettori adesione critica e non compartecipazione emotiva Scarto rispetto al romanzo storico italiano tra didascalia pittoresca e evasione fantastica Lettura del romanzo come opera di intrattenimento, paternalistica e consolatoria da parte dei contemporanei Condizionamento sul romanzo storico
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Manzoni dopo i Promessi sposi
L’equilibrio di storia e invenzione che presiede ai «Promessi sposi» si sfalda dopo il romanzo Viene meno la tensione agonica e costruttiva e così anche il connubio tra vero e fantastico Il campo tematico torna ad essere occupato dalla cupa negatività della storia vera Scompaiono personaggi tragici Scompare la presenza del divino Analisi spietate delle passioni umane: «non resta che riconoscerle ne’ loro effetti e detestarle» Manzoni approda all’anti-romanzo
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Storia della colonna infame
Forma del racconto-inchiesta Processi milanesi contro i presunti untori Genesi: A Redazione del capitolo 5 del IV tomo del Fermo e Lucia, poi espunto B appendice storica C esce interamente riscritta e aggiornata Storia della colonna infame
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B ha un taglio omologo al romanzo (storia e invenzione), assunto ideologico tratto dalle Osservazioni sulla tortura di Verri: buonafede dei giudici milanesi che condannano innocenti a causa della fanatica superstizione, legislazione arretrata del tempo, incivile procedura giudiziaria Nella parte finale interviene un cambiamento nell’analisi del caso si Gaetano del Padilla il comportamento classista svela che si è trattato di empietà, scelleratezza, perversità La stesura definitiva risente di questa scoperta ed è impostata sulla malefede dei giudici e sulle gravi responsabilità individuali di uomini che sapevano ciò che facevano
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Crisi il canone della verosimiglianza
Le sopraffazioni della storia vera e le sue nefandezze tolgono il diritto di cittadinanza alla fantasia e all’idillio All’ipotesi di un mondo migliore come riscatto dal male subentra la conoscenza disincantata e impietosa Dalla resistenza agonistica subentra l’impegno inquisitorio, il disvelamento Atteggiamento post-illuministico dell’autore: orrore e disperazione per la natura umana invincibilmente spinta al male Appello alla responsabilità del singolo e ethos cristiano Lo scopo è scrutare il «guazzabuglio» dell’animo umano nelle sue pieghe più recondite e tortuose per sottrarlo al silenzio e rendere ragione del caos senza più speranza di mettere ordine
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Il nuovo convincimento etico civile si traduce in teoria letteraria nel saggio Del romanzo storico
Il sistema manzoniano include la nascita e la morte del romanzo storico La colonna Infame fu un esempio di narrativa del vero allora fraintesa e disconosciuta Questa svolta manzoniana avrà imprevedibili sviluppi ne realismo europeo otto e novecentesco
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La svolta degli anni ‘40 All’inizio degli anni ‘40 è evidente la crisi del romanzo storico Nel 1839 escono i seguenti romanzi: Giuseppe Torelli, Ettore Santo, autobiografia memoriale di un adolescente Giulio Carcano, Angiola Maria, storia domestica e campagnola >vero degli umili Antonio Ranieri, Ginevra o l’organa della Nunziata > vero dell’inchiesta sociale Nel 1840 esce Fede e Bellezza di Tommaseo> vero come indagine dell’io Nel 1841esce Ermengarda di Prati Compaiono le prime parodie e caricature del romanzo storico come Carlo Tenca, La Ca’ dei cani Mazzini considera necessario il transito dal romanzo storico alla vita reale De Sanctis osserva che ora occorre fare un passo decisivo ciò che ci circonda
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Nel frattempo Manzoni…
Oltre a scrivere Storia della Colonna Infame Pubblica il saggio Del romanzo storico: spezza la dialettica di invenzione e storia e rinuncia alla scommessa di un mondo migliore Cfr. rifacimento della Lettera sul Romanticismo a D’Azeglio Attacco al nuovo orientamento anti-illuministico, irrazionalistico della filosofia di Cousin cfr. Lettera a Victor Cousin ( )
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Quadro letterario italiano vs europeo
In Italia Continua il successo commerciale del romanzo storico dove il nesso storia e invenzione si è trasformato in amalgama antirealistico di fotomontaggi scenografici e decorativi e licenza dell’immaginazione Svolta involutiva dei programmi romantici Si ignora la svolta manzoniana A livello europeo si pubblicano i romanzi in Francia di Stendhal, Balzac, Hugo, in Inghilterra Dicken, Poe In Russia Lermontov, Puskin e Gogol
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Il romanzo storico contemporaneo ed ippolito nievo
In Italia un romanzo moderno e borghese si afferma tardivamente a causa delle condizioni storiche e culturali Fino al 1840 domina il romanzo storico, che poi si dissolve nell’epica della contemporaneità Temi prevalenti sono l’educazione sentimentale e l’esperienza politica, amore e patria, cronaca storica che si salda con la memoria privata Il narratore : un io narrante un personaggio comune a cui solo gli eventi emblematici danno rilievo testimone oculare degli eventi, che ne attesta la veridicità (storia testimoniata) L’io si riconosce un ruolo etico-educativo La certezza dell’io narrante assicura una salda architettura al racconto
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Ippolito nievo Notizie biografiche
Nasce a Padova nel 1831, si laurea in Legge, si arruola come garibaldino, muore a soli trent’anni nel 1861 Produzione letteraria: poesie romanzi d’ambiente e campagnoli romanzi filosofici (Il barone di Nicastro) studi e saggi traduzioni
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Le confessioni di un Italiano
Scritto tra il 1857 ed il 1858 La prima edizione postuma nel 1867 ritardo della pubblicazione per motivi politici Interpolazioni cambiamento del titolo Confessioni di un ottuagenario
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Le confessioni di un Italiano
Romanzo storico contemporaneo Spessore europeo Fusione di generi: romanzo storico, romanzo confessione, romanzo di formazione, di avventura L’intreccio si organizza intorno ai ricordi del personaggio ai fili della memoria
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Caratteri dell’io narrante: io testimone, sliricato, curioso ed attento al reale su cui getta uno sguardo straniante Pluralità di registri narrativi e stilistici: idillico, avventuroso, patetico, grottesco, tragico, comico Scarto tra io narrato ed io narrante: umorismo ed ironia dalla coloritura emotiva e soggettiva
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Forte stacco rispetto ai Promessi Sposi
La verità è relativizzata e individualizzata dalla tecnica della confessione Variegato impasto linguistico Ironia Romanzesco fantastico e avventuroso che acquista senso dal caos Struttura chiusa : esordio e epilogo si corrispondono, epilogo già noto all’inizio Permangono tuttavia nell’io narrante un’angoscia inquieta ed uno scontento amaro verso questo mondo
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