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Empirismo inglese. “Per empirismo inglese si intende quella corrente filosofica che pone l’esperienza come fonte ed origine del processo conoscitivo e.

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1 Empirismo inglese. “Per empirismo inglese si intende quella corrente filosofica che pone l’esperienza come fonte ed origine del processo conoscitivo e come criterio di verità delle tesi della ragione che risultano vere e quindi valide solo se sono suscettibili di controllo empirico” Nicola Abbagnano George Berkeley Davide Hume John Locke

2 JOHN LOCKE Teorico dell’empirismo e del liberalismo moderno.
La filosofia di Locke è mossa da un’esplicita esigenza critica e si propone di indagare i limiti e le possibilità dell’intelletto umano ( human understanding) operando una chiarificazione preliminare circa le sue capacità, i suoi reali poteri, i suoi campi di applicazione. Ciò che importa non è conoscere tutto, ma solo ciò che è necessario per determinare ragionevolmente le proprie opinioni e le proprie azioni di vita.

3 La tendenza critica e antimetafisica dell’empirismo inglese
Razionalismo :corrente filosofica che ritiene che la mente abbia in sé i fondamenti della verità indipendentemente dall’esperienza Empirismo:corrente filosofica che sostiene che la conoscenza deriva dall’esperienza e nega l’innatismo.

4 La caratteristica fondamentale dell’empirismo che lo pone in netta antitesi con il razionalismo è quella di limitare le possibilità conoscitive dell’uomo all’ambito dell’esperienza. La Ragione ha quindi dei limiti posti appunto dall’esperienza . Ne consegue un atteggiamento anti-metafisico che respinge fuori dalla filosofia ogni ricerca che riguardi realtà che non sono accessibili all’uomo. A Locke ,in particolare non interessa la differenza tra sostanza pensante e sostanza estesa tipica del dualismo cartesiano; non era nemmeno interessato all’immaterialità dell’anima, della quale il pensiero sarebbe una funzione, ma riteneva anzi possibile che essa fosse materiale. Perché Dio, egli afferma, non avrebbe potuto dare a qualche sistema materiale , realizzato in maniera adatta, il potere di percepire e di pensare? ( Saggio sull’intelletto umano , libro IV, cap.3) JOHN LOCKE

5 E’ unica e uguale per tutti gi uomini Ricava da sé idee e principi
Ragione Cartesio E’ unica e uguale per tutti gi uomini È infallibile Ricava da sé idee e principi Locke Non è unica e uguale per tutti gi uomini perché essi ne partecipano in modo diverso. Non è infallibile perché le idee sono spesso oscure e lo stesso linguaggio ci inganna. Non può ricavare da sé idee e principi ma deve necessariamente ricavarli dall’esperienza.

6 La teoria della conoscenza
Partendo da Cartesio , Locke afferma che “pensare ed avere idee sono la stessa cosa”; però Locke sottolinea che le idee , tutte le idee ,derivano dall’esperienza. Infatti nemmeno l’intelletto più potente potrebbe inventare una nuova idea semplice o distruggerne qualcuna già esistente. La conoscenza avviene per tre livelli crescenti: SENSAZIONE: la sensazione degli oggetti esterni è il gradino più basso della conoscenza. DIMOSTRAZIONE: quando l’oggetto dell’esperienza è Dio si avrà invece dimostrazione della sua esistenza. INTUIZIONE: infine quando l’oggetto dell’esperienza è l’esistenza stessa del soggetto che esperisce si avrà allora intuizione piena , certa e immediata della sua esistenza. Quindi analogamente a Cartesio anche per Locke la prima di tutte le certezze è l’esistenza del soggetto che pensa.

7 Derivano dall’esperienza sensibile SENSO ESTERNO Idee di riflessione
Idee di sensazione Derivano dall’esperienza sensibile SENSO ESTERNO Idee di riflessione Derivano dalle operazioni interne Della nostra coscienza SENSO INTERNO Le esperienze sensibili e di riflessione producono le Idee Semplici, ovvero non ulteriormente scomponibili Questa combinazione è opera dell’intelletto La combinazione di idee semplici dà origine alle idee complesse

8 All’interno della filosofia di Locke è possibile distinguere tre ordini di realtà:
L’IO INTUIZIONE Adotta il procedimento cartesiano : Penso , dubito , quindi esisto DIMOSTRAZIONE Adotta la prova causale: il Nulla non produce nulla quindi ciò che esiste deve essere prodotto da qualcos’altro e non potendo procedere all’infinito si arriva a Dio. DIO IL MONDO SENSAZIONE Relativamente all’esistenza delle cose l’uomo non ha altro mezzo per conoscerla che la sensazione.

9 LA CONOSCENZA PROBABILE
Accanto a queste tre forme o procedimenti della conoscenza che ci permettono di arrivare a conoscenze certe ( dell’IO , di Dio , Del Mondo , ) Locke ammette anche il dominio della conoscenza probabile che è assi più estesa . Conoscenza probabile si ha per esempio quando una verità o falsità viene testimoniata da altri uomini: Per esempio : per analogia io penso e ipotizzo che anche gli altri uomini pensino DOMINIO DELLA RAGIONE Conoscenza certa Conoscenza probabile

10 La dimostrazione dell’esistenza di Dio
Essendo un anti- innatista , cioè rifiutando la concezione cartesiana che l’uomo possieda idee innate ; Locke afferma che la stessa idea di Dio non è innata perché non è presente né nei bambini né negli idioti. ( doc.) A parere del filosofo inglese è assurdo voler inferire l’esistenza di Dio sulla base dell’idea che noi abbiamo di lui: esiste a suo avviso un’altra dimostrazione molto più efficace e sono gli stessi esseri umani a fornirla con la loro presenza fisica e materiale. Secondo Locke se esiste qualche cosa ciò implica che debba esistere un essere superiore che l’ha generata. Il nulla infatti non avrebbe potuto generare il nulla.

11 Tutto l’universo , secondo Locke è al contempo un inno a Dio e una dimostrazione della sua esistenza: L’esistenza e le caratteristiche della divinità sono tanto evidenti da rendere quasi inutile la Rivelazione.

12 Nell’opera Ragionevolezza del Cristianesimo (1695) considerata
all’origine del deismo, Locke intende dimostrare le Verità che i Vangeli hanno rivelato e quanto semplici siano le richieste che Dio fa all’essere umano. In quest’opera il filosofo arriva a sostenere che anche i pagani o coloro che non hanno potuto ascoltare il messaggio evangelico hanno la possibilità di salvarsi perché i precetti della ragione corrispondono agli insegnamenti fondamentali del cristianesimo.

13 http://www. bing. com/videos/search

14 GEORGE BERKELEY

15 George Berkeley nacque in Irlanda nel 1685.
Si laureò a Dublino dove era molto forte l’influsso culturale di Locke e di Newton. Subito dopo la laurea scrisse una serie di opere in cui espose l’elemento principale della sua riflessione : l’immaterialismo. Nel 1710 a soli 25 anni pubblicò il Trattato sui principi della conoscenza umana. Dopo il 1713 viaggiò molto in Italia e in Francia; il contatto con i liberi pensatori e con i deisti stimolò in lui il desiderio di combattere tale forma di religiosità e con essa la decadenza morale che a suo parere imperversava in Europa.

16 La critica a Locke Berkeley utilizzò come punto di partenza per la sua riflessione il Saggio sull’intelletto umano di John Locke. Egli in particolare criticava, dell’opera del filosofo inglese, sia il concetto delle idee astratte sia il tentativo di ridimensionare le possibilità conoscitive della mente umana. Idee astratte: Berkeley nega che lo spirito umano abbia facoltà di astrazione: l’idea di un uomo è sempre quella di un uomo particolare. Limiti conoscitivi: Berkeley era convinto che la mente dell’uomo fosse capace di giungere a conoscenze piene e complete. Doc

17 L’immaterialismo di George Berkeley
L’immaterialismo spiritualistico è la dottrina filosofica tipica di Berkeley. Attraverso essa il filosofo esclude l’esistenza “assoluta” delle cose cioè la possibilità di realtà materiali autonome dalla mente. Partendo dal principio cartesiano, condiviso da Locke, che i soli oggetti della conoscenza umana sono le idee, Berkeley fa un salto teorico ulteriore affermando che in realtà ciò che noi comunemente chiamiamo COSA non è altro che una collezione di idee. Per esempio una mela è l'insieme di un certo numero di idee: di un certo colore ,di una certa consistenza , di un cero sapore ecc.. La realtà si risolve quindi in un insieme di idee.

18 ESSE EST PERCIPI Secondo Berkeley le idee per esistere hanno bisogno di essere percepite ( Esse est Percipi: l’essere consiste nell’essere percepito); quindi non è possibile che le idee esistano fuori degli spiriti che le percepiscono. Non è infatti possibile distinguere l’essere ( es . Una mela) dalla sua percezione . Da tale concezione deriva la dimostrazione dell’inesistenza della materia . La materia come la si intende comunemente non esiste . L’unica sostanza reale è lo spirito che percepisce le idee. TUTTO CIO’ CHE ESISTE E’ IDEA ( Pensata) O SPIRITO ( Pensante ) . In queste affermazioni emerge un’anticipazione dell’idealismo gnoseologico da Fichte al neohegelismo italiano) Quando Schopenauer afferma che ” il mondo è la mia rappresentazione” suppone la tesi di fondo del vescovo irlandese.

19 La causa delle idee Secondo Berkeley la causa delle idee non può essere individuata nelle idee stesse . Infatti le idee percepite dai nostri sensi ovvero quelle che chiamiamo cose naturali sono qualcosa che il nostro spirito non produce ma subisce passivamente. Quindi le idee percepite dal mio spirito finito devono essere immesse in me da uno spirito infinito cioè da Dio. ( doc. Abbagnano pag. 448)

20 DIO Dio non rappresenta solo una verità ontologica necessaria per spiegare le idee ma anche qualcosa di indispensabile per chiarire la sorte delle idee quando noi non le pensiamo. Bertrand Russell nella sua Storia della filosofia occidentale riporta una simpatica strofetta:

21 Si stupiva un dì un allocco:
“Certo Dio trova assai sciocco che quel pino ancora esista se non c’è nessuno in vista!”

22 “Molto sciocco mio signore È soltanto il tuo stupore.
Tu non hai pensato che se quel pino sempre c’è è perché lo guardo io. ti saluto e sono Dio.”

23 David Hume

24 IL PROBABILISMO Restringendo la conoscenza umana nei limiti dell’esperienza Locke non aveva inteso diminuirne il valore; le aveva anzi riconosciuto , in quei limiti, una piena validità. Hume conduce l’empirismo ad una conclusione scettica : l’esperienza non è in grado di fondare la piena validità della conoscenza la quale, ricondotta nei suoi limiti non è certa ma soltanto probabile. DAVID HUME

25 Hume La sua teorizzazione filosofica viene espressa nella sua opera principale Il Trattato sulla natura umana che quando fu pubblicato nel 1739 non ebbe alcun successo. Nonostante ciò l’influenza del grande pensatore inglese fu determinante anche per la filosofia kantiana. A lui Kant riconoscerà il merito di averlo svegliato dal “suo sonno dogmatico “. Kant

26 La scienza della natura umana
All’interno del progetto filosofico di Hume c’è l’idea di poter costruire una scienza della natura umana su base sperimentale, così come Newton aveva creato una scienza della natura. Ovviamente , Hume sottolinea la costruzione di una scienza della natura umana è prioritaria rispetto a qualunque altro ambito poiché “ non c’è questione di qualche importanza la cui soluzione non sia compresa nella scienza dell’uomo”.

27 La tendenza empiristica e anti-metafisica
“Quando scorriamo i libri di una biblioteca , che cosa dobbiamo distruggere? Se ci viene alle mani, per esempio, qualche volume di teologia o di metafisica scolastica, domandiamoci: Contiene qualche ragionamento astratto sulla qualità o sui numeri ? No. Contiene qualche ragionamento sperimentale su questioni di fatto e di esistenza? No. E allora gettiamolo nel fuoco, perché non contiene che sofisticherie e inganni” Ricerca sull’intelletto umano 1748

28 Impressioni ed idee Nella sua analisi della conoscenza umana Hume divide le percezioni della mente in due classi :Le impressioni e le idee. Esse si distinguono per il diverso grado di vivacità e forza con cui colpiscono lo spirito ( o l’intelletto). Le percezioni che penetrano con maggior forza ed evidenza nella coscienza si chiamano impressioni e sono tutte le sensazioni, passioni ed emozioni, nell’atto in cui vediamo o sentiamo amiamo o odiamo, desideriamo o vogliamo. Le idee o pensieri sono le immagini illanguidite di queste impressioni .

29 Impressioni ed idee PERCEZIONI
(tutto ciò che può essere presente alla mente) IDEE (le immagini illanguidite delle impressioni ) IMPRESSIONI ( le percezioni che penetrano nella nostra mente con maggior forza, es. le passioni)

30 Il principio di associazione
IDEA La facoltà di stabilire relazioni tra idee è detta, da Hume, “immaginazione”. Questa connessione è garantita da una FORZA che rappresenta, per la mente, ciò che la forza di gravità rappresenta per la natura . Tale è il cosiddetto principio di associazione delle idee, che Hume descrive come “una dolce forza che comunemente si impone facendo sì che la mente venga trasportata da un’idea all’altra”. HUME RITIENE CHE L’ASSOCIAZIONE STIA ALAL BASE DI QUELLE CHE JOHN LOCKE CHIAMA “IDEE COMPLESSE” IDEA

31 IL PRINCIPIO DI ASSOCIAZIONE
La facoltà di stabilire relazioni tra idee è chiamata da Hume immaginazione. Questa facoltà dell’intelletto non opera caso ma segue una regola fondamentale che è appunto detta principio di associazione che opera in tre modi differenti: 1. SOMIGLIANZA ( es. viso reale e ritratto) 2.CONTIGUITA’ ( nel tempo e nello spazio) 3.CAUSALITA’ (Rapporto di causa-effetto)

32 Proposizioni tra idee e proposizioni che concernono dati di fatto
Leibniz Verità di ragione Verità di fatto Hume Relazioni tra idee Relazioni tra dati di fatto

33 Proposizioni tra idee e proposizioni che concernono dati di fatto
Come Leibniz aveva distinto tra verità di ragione e verità di fatto, Hume distingue tra proposizioni che concernono relazioni tra idee ( come le idee matematiche ) e proposizioni che concernono relazioni tra fatti ( come le proposizioni delle scienze naturali ) . Le prime possono essere costruite dall’intelletto basandosi semplicemente sul principio di non contraddizione . Esse hanno quindi in se stesse la loro validità. Le seconde invece che concernono dati o “materie di fatto ( matter of fact) non sono fondate sul principio di non – contraddizione, bensì sull’esperienza, giacché il contrario di un fatto è sempre possibile e “ ogni cosa che è , può non essere”.

34 Hume argomenta con una celebre immagine, la proposizione “ il sole domani si leverà” è una proposizione non meno intellegibile né più contraddittoria della’altra” il sole domani non si leverà”.

35 IL PRINCIPIO DI CAUSA Da dove viene l’idea di causa?
Non è originata da un’impressione:non siamo infatti in grado di trovare una impressione della connessione necessaria fra due oggetti. Possiamo osservare una loro contiguità ma non avremo mai un’impressione del fatto che B non sarebbe accaduto senza A. Ma allora da dove arriva? Dall’esperienza passata. Partiamo da una impressione che riguarda certi oggetti, se nel passato abbiamo osservato una correlazione costante fra cose di un tipo e di un altro tipo, osservando le prime concluderemo cose del secondo tipo.. Per esempio: se toccando il fuoco mi sono bruciato una volta, ne concluderò che venendo nuovamente a contatto con esso mi brucerò di nuovo.. Cosa ci dice l’esperienza riguardo il movimento di due palle da biliardo? Ci dice che A e B si trovano in un rapporto di contiguità spazio-temporale ma non abbiamo nessuna prova che la relazione rimanga tale anche in futuro. (doc)

36 L’ABITUDINE LIBRO DODECAEDRO
Hume afferma che l’uomo non può avere idee astratte , ma esistono pensieri e quindi idee che hanno caratteri particolari e singoli, l’uomo tende, per così dire a generalizzare,( es. il triangolo) perché la mente umana ha la capacità di stabilire relazioni tra idee tramite l’abitudine. La mente infatti individua delle similitudini tra le idee che peraltro sono diverse le une dalle altre e crea dei nomi unici per indicarle. LIBRO DODECAEDRO


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