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Le regole tecniche tradizionali Codice della prevenzione incendi

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Presentazione sul tema: "Le regole tecniche tradizionali Codice della prevenzione incendi"— Transcript della presentazione:

1 Le regole tecniche tradizionali Codice della prevenzione incendi
a confronto Scuole: DM 26/8/1992 DM 3/8/2015 e DM 7/8/2017

2 CODICE DI PREVENZIONE INCENDI
 Il DM 3 Agosto 2015, codice della prevenzione incendi, si compone sostanzialmente di due blocchi principali: RTO (Regola Tecnica Orizzontale) applicabile a 34 attività dell’allegato I al DPR 151/11: 9,14,27,28,29,30,31,32,33,34,35,36,37,38,39,40,42,43,44,45,46,47,50, 51,52,53,54,56,57,63,64,70,75 limitatamente ai mezzi rotabili e 76; RTV (Regole Tecniche Verticali) da intendersi integrative o sostitutive delle RTO applicabili, al momento, ad altre 4 attività dell’allegato I al DPR 151/11: Attività 71 – Uffici; Attività 66 – Alberghi; Attività 75 – Autorimesse; Attività 66 – Scuole. Le RTV sopra riportate sono state emanate successivamente all’entrata in vigore del DM 3/8/2015 con Decreti Ministeriali di integrazione.

3 LE REGOLE TECNICHE VERTICALI DEL
CODICE DI PREVENZIONE INCENDI SOGGETE AL CONTROLLO VVF Decreto Ministero dell’Interno 8 giugno 2016: Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività d’ufficio. Decreto Ministero dell’Interno 9 agosto 2016: Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico-alberghiere. Decreto Ministero dell’Interno 21 febbraio 2017: Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di autorimessa. Decreto Ministero dell’Interno 7 agosto 2017: Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività scolastiche. Tali norme tecniche si possono applicare in alternativa alla regole tecniche in vigore: Uffici (DM 22 febbraio 2006); Strutture ricettive (DM 9 aprile 1994; DM 6 ottobre 2003; DM 14 luglio 2015); Autorimesse (DM 1 febbraio 1986); Scuole (DM 26 agosto 1992).

4 LE STRATEGIE ANTINCENDIO PREVISTE DAL CODICE DELLA PREVENZIONE INCENDI
S.1 : Reazione al fuoco S.2 : Resistenza al fuoco S.3 : Compartimentazione S.4 : Esodo S.5 : Gestione della sicurezza antincendi S.6 : Controllo dell’incendio S.7 : Rivelazione ed allarme S.8 : Controllo di fumo e calore S.9 : Operatività antincendio S.10 : Sicurezza impianti tecnologici e di servizio Nella redazione di un progetto di prevenzione incendi le strategie devono essere relazionate sempre tutte! Alcune strategie sono riferite ai singoli compartimenti che compongono l’attività altre riguardano l’attività nel suo insieme.

5 DM 3/8/2015 e DM 7/08/2017 ← quale applicare? → DM 26/08/1992
ATTIVITA’ SCOLASTICA DM 3/8/2015 e DM 7/08/2017 ← quale applicare? → DM 26/08/1992 La regola tecnica verticale inerente le attività scolastiche del codice stabilisce che in aggiunta alle misure antincendio della RTO devono essere applicate le indicazioni complementari o sostitutive. Inoltre, devono essere applicate le prescrizioni delle aree a rischio specifico d’incendio (capitolo V.1 della RTO) e, ove pertinente, le prescrizioni dei vani ascensori (capitolo V.3 della RTO). CONFRONTO Il confronto tra la normativa vigente e le norme tecniche del codice di prevenzione incendi è stato effettuato considerando ad una scuola con 580 occupanti di tipo 3 (da 501 ad 800) del DM 26/08/1992 con le seguenti caratteristiche: altezza antincendi < 12 m; corrispondente al tipo HA ( h < 12 m) del codice numero di occupanti compreso tra 500 e 800 unità. corrispondente al tipo OA del codice Per il codice di prevenzione incendi si aggiungono altri parametri: Non aperta al pubblico con profilo di rischio Rvita = A2 e A3 (tabella G.3.5 del DM 3/8/2015). profilo di rischio beni Rbeni = 1 (opera da costruzione non strategica e non vincolata).

6 PROFILI DI RISCHIO VITA COMPARTIMENTI
Distribuzione Piani PROFILI DI RISCHIO VITA COMPARTIMENTI L’edificio scolastico si sviluppa su due piani con i seguenti locali: E’ stata ipotizzata una equa distribuzione degli occupanti tra i due piani pari a 290 Piano Destinazione d’uso Rischio vita Piano Terra Aule didattiche A2 Sala Insegnanti Uffici CED A3 Spazi distributivi Piano primo Laboratorio chimico Archivio

7 Codice di Prevenzione Incendi
S.1 : Reazione al fuoco DM Codice di Prevenzione Incendi Vie d’esodo: Negli atri, corridoi, disimpegni… (p.to 3.1 DM 26/8/2006) Vie di esodo dell’attività tabella p.to V del DM 7/8/2017 p.to 3.1 DM 26/8/2006 classe 1 in ragione del 50% della superficie totale classe 0 per la restante parte p.to V del DM 7/8/2017 Gruppo GM2 Arredamenti: classe 1, 1 IM (tab. S.1-4) Rivestimento a parete: B-s2,d0 (tab. S.1.5) (equivalente alla classe 1 - DM 15/3/2005) Rivestimento a pavimento: Cfl-s1 (tab. S.1.5) (equivalente classe 1 DM 15/3/2005) ovvero in alternativa materiali del gruppo GM3 Classe 2, 2IM C-s1,d0 (classe 2) Cfl-s2 (classe 2) a condizione di incrementare il livello di prestazione controllo incendio e rivelazione e allarme Atri ambienti Pavimentazioni classe 2 Altri materiali rivestimento classe 1 Tendaggi: classe 1 Mobili imbottiti classe: 1 IM Rimanda alla RTO che per rischio vita A2 A3 é richiesto nessun requisito per i materiali classificati ai fini della reazione al fuoco

8 Codice di Prevenzione Incendi
S.2 : Resistenza al fuoco DM Codice di Prevenzione Incendi Piani: Punto 3.0 interrati : R e REI/EI 90 piani f.t.: R e REI/EI 60 (altezza antincendio fino 24 m) Scuola tipo HA fino a 12 m interrati: R e REI/EI 60 piani f.t.: R e REI/EI 30

9 Codice di Prevenzione Incendi Senza limiti di superficie
S.3 : Compartimentazione DM Codice di Prevenzione Incendi Superficie max mq. 6000 (senza differenza tra edificio isolato o misto) 6.2 Spazi per deposito Compartimentati con strutture REI 60 Superficie massima: 1000 mq piani fuori terra; 500 mq 1° e 2° piano interrato Carico incendio non superiore a 30 Kg/mq Se carico incendio è > 30 Kg/mq Occorre impianto sprinkler Senza limiti di superficie (Rvita A2, A3 quota piano del compartimento minore di 12 m) (tabella S.3.4 ) Le aree: TM (depositi/archivi con S > 25mq qf > 600 MJ/mq) TO (locali con affollamento > 100 persone) TT (locali con apparecchi elettronici) Devono essere di tipo protetto. TK (Archivi con carico incendio qf >1200 MJ/mq) tipo protetto se ubicate a quota non inferiore a - 5 m, Se ubicate a quota inferiore a – 5 m, il resto dell’attività deve essere a prova di fumo proveniente dall’area TK. Tabella V.7-2

10 Codice di Prevenzione Incendi
S.4 : Esodo DM Codice di Prevenzione Incendi Lunghezze vie di esodo 60 m fino a luogo sicuro Non si parla di corridoio cieco ma che le uscite siano poste “in punti ragionevolmente contrapposti” Si rimanda alla RTO Per Rvita A2 I valori minimi risultano: 60 m fino a luogo sicuro temporaneo 25 m corridoio cieco Incrementabili del 15% con livello di prestazione rivelazione allarme IV Numero minimo di uscite indipendenti orizzontali 2 per ogni piano di cui una scala esterna per i piani superiori Occupanti < 100 n. 1 uscita (Rvita A2) 500 > Occupanti > 100 n. 2 uscita (Rvita A2) Larghezza uscite orizzontali Capacità di deflusso 60 con 290 occupanti per piano occorrono: 290/60=5 moduli =5*600=3000 mm 2 uscite: da 180 interna e 120 cm esterna Per rischio vita A2 (tab. S.4-11) la Lu (Larghezza unitaria) è 3.8 mm/persona Per il primo piano Lo=Lu*no=290*3.8=1102mm 2 uscite: L minima da 1200 mm [120 cm] Verifica ridondanza soddisfatta!!

11 S.4 : Esodo Larghezza delle uscite indipendenti verticali:
DM Codice di Prevenzione Incendi Larghezza delle uscite indipendenti verticali: La verifica è effettuata con i due piani consecutivi con massimo affollamento nel caso di piani superiori 3: Tot. 580 occupanti. Distribuiti equamente Moduli=290/60=5 Si ottengono con: 1 scala da 180 aperta 1 scala da 120 esterna Considerando l’esodo simultaneo per confronto Lv=Lu*nv Lu (A2, np): larghezza unitaria, nv: occupanti Lu=4.55: con np=1piani e Rvita=A2 (tabella S.4-12) Per 290 occupanti del piano primo equamente suddivisi tra le due scale (145) 4.55*145=660 mm (larghezza minima richiesta 1200 mm) [1200cm]. la verifica di ridondanza richiede che tutti i 290 occupanti possano scendere per l’unica scala: Lv=4.55*290=1320 (verifica di ridondanza non soddisfatta!!) Quindi la scala interna deve essere più larghe di 1,20 m. Potremmo fare una scala da 1500 mm interna: Per non effettuare la verifica di ridondanza si possono adottare scale a prova di fumo o esterne: “Le vie d'esodo a prova di fumo o esterne sono considerate sempre disponibili e non devono essere sottoposte a verifica di ridondanza (punto S comma 3)”. Sono previsti compartimenti multipiano fino a 12 m di altezza.

12 Codice di Prevenzione Incendi
S.4 : Esodo DM Codice di Prevenzione Incendi Scale Sono previste sempre almeno due uscite per ogni piano di cui una deve essere di tipo esterno o a prova di fumo Rimanda alla RTO La RTO non prevede l’obbligo di realizzare una scala esterna o a prova di fumo. Prevede la possibilità di realizzare compartimenti multipiano fino a 12 mt fuori terra. Nel rispetto della tabella S.4.7 che prevede le scale aperte: Rvita Requisiti aggiuntivi A1, B1, Ci1, Ci2, Ci3 Nessun requisito aggiuntivo A2, B2 L'attività sia sorvegliata da IRAI (Capitolo S.7) con livello di prestazione III. Cii1, Cii2, Ciii1, Ciii2 L'attività sia sorvegliata da IRAI (Capitolo S.7) con livello di prestazione IV.  Tutti i locali dove gli occupanti possono dormire siano compartimentati con classe determinata secondo il capitolo S.2, comunque non inferiore a 30 e con chiusure dei vani di comunicazione E 30-Sa.

13 S.5 : Gestione della sicurezza antincendi
DM Codice di Prevenzione Incendi Rimanda all’organizzazione prevista dal DM 10/3/98. Allegato VIII sono stabilite la pianificazione delle procedure da attuare e i contenuti del piano di emergenza. Nelle are TA e TO deve essere affissa cartellonistica indicante il massimoa ffollamento Per il resto si rimanda alla RTO. Essendo l’attivtà scolastica di tipo non strategica in edificio non vincolato: Rbeni=1 è prevista: Una gestione della sicurezza antincendio di livello avanzato che prevedere: GSA (Gestione sicurezza antincendio) sia in esercizio che in emergenza; Addetto al servizio antincendio, individuato dal responsabile dell'attività, che: sovraintende i servizi relativi all'attuazione delle misure antincendio previste; coordina gli interventi, in emergenza, degli addetti, la messa in sicurezza degli impianti; si interfaccia con i responsabili delle squadre dei soccorritori. di mantenimento del livello di sicurezza.

14 Codice di Prevenzione Incendi
S.6 : Controllo dell’incendio DM Codice di Prevenzione Incendi Impianti di protezione antincendio Da DM 20/12/2012 Rete idranti Livello pericolosità 1 UNI 10779 Alimentazione singola Protezione esterna NO Sprinkler Archivi /depositi con carico incendio > 30 Kg/mq(*) (1053 MJ/mq) (*)1 MJ =0,057 legna Cir. 28/3/2008 (*)1 Kg legna=17,544 MJ Livello di Prestazione II nessuna rete idranti Solo Per area TK se esiste Livello di prestazione III livello di pericolosità 1 (durata 30’) Alimentazione Singola Aree TK (carico incendio qf > 1200 MJ/mq) Se ubicate a quota inferiore a – 5m oppure se di superficie > 50 mq (tab. V.7-3)

15 Codice di Prevenzione Incendi
S.7 : Rivelazione e allarme DM Codice di Prevenzione Incendi Impianto di rivelazione fumo e calore Generalmente non è previsto nessun impianto di rivelazione allarme. p.to 9.3 Limitatamente agli ambienti con carico d’incendio superiore a 30 Kg/mq deve essere installato un impianto di rivelazione automatica d’incendio se fuori terra Se interrato deve essere previsto un impianto di spegnimento automatico Dalla tabella V.7-6 per attività OA HA è previsto un livello di prestazione I Il livello di prestazione I può essere garantito anche dallo stesso impianti a campanello usato nonrmalmente per l’attività scolastica, purchè convenuto nella pianificazione dell’emergenza. Se presenti le aree TM, TK, e TT devono essere sorvegliate con impianto di rilevazione automatica livello III

16 Codice di Prevenzione Incendi
S.8 : Controllo del fumo e del calore DM Codice di Prevenzione Incendi Aperture di aerazione I depositi devono avere una superficie di aerazione di S=1/40 A (A=superficie in pianta locale) “Protetta da robuste griglie a maglia fitta.” Si rimanda alla RTO Per gli archivi con superficie > 50 mq è previsto il livello II di prestazione. La supericie di aerazione è calcolata con le seguenti espressioni: qf < 600 MJ/mq -> S=A/40 600 < qf <=1200 -> S=A qf/40000+A/100 qf >= > A/25 Qualora non fosse possibile avere una superficie naturale di aerazione, il codice prevede la possibilità di una soluzione alternativa che per il livello di prestazione II consistente nell'impiego di un impianto di ventilazione meccanica in grado di garantire la prestazione richiesta.

17 Codice di Prevenzione Incendi
S.9 : Operatività antincendio DM Codice di Prevenzione Incendi Accesso mezzi VVF Accesso all’area: Larghezza : 3,5 m Altezza : 4,00 m Raggio di volta : 13 m Pendenza: fino al 10% Resistenza carico :20 t Per edifici con H superiore a m 12 : accostamento autoscala VV.F. In caso contrario devono essere adottate misure per consentire l’operatività dei soccorsi. Essendo il Rischio Beni=1 occorre un livello di prestazione operatività antincendio II o III che prevede: la distanza dei mezzi di soccorso dagli accessi non dovrebbe essere superiore a 50 m. In assenza di protezione interna della rete idranti nelle attività a più piani fuori terra o interrati, deve essere prevista la colonna a secco In assenza di protezione esterna della rete idranti propria dell'attività, deve essere disponibile almeno un idrante, collegato alla rete pubblica, raggiungibile con un percorso massimo di 500 dai confini dell'attività; tale idrante deve assicurare un'erogazione minima di 300 litri/minuto.

18 S.10 : Sicurezza impianti tecnologici e di servizio
DM Codice di Prevenzione Incendi Gli impianti tecnologici devono essere realizzati a regola d’arte. Rimanda alla RTO Gli impianti devono essere progettati, realizzati e gestiti secondo la regola dell’arte.

19 S.10 : Sicurezza impianti tecnologici e di servizio
DM Codice di Prevenzione Incendi Aula magna, auditori, spazi per rappresentazioni Se superiore a 100 persone e aperto a manifestazioni non scolastiche si applica il DM 19/8/96 L’area è classificata TO TO: locali con affollamento > 100 persone; E’ prevista la compartimentazione e le altre misure previste per la distribuzione delle sedi. Non sono indicate prescrizioni particolari sulle vie di esodo. Il punto V.7.4 del 7/8/2017 prevede l’utilizzo dei locali per manifestazioni non scolastiche  nel rispetto delle regole tecniche di prevenzione incendi applicabili e compatibilmente con la sicurezza di tutte le attività contemporaneamente esercite.

20 CONCLUSIONI Fermo restando che le due norme, proprio per essere regole di progettazione antincendio, debbano garantire un equivalente livello di sicurezza in relazione alla totalità delle misure di prevenzione, protezione antincendio e gestionali adottate, si osserva: il codice risulta uno strumento di progettazione molto più flessibile rispetto alla regola tecnica tradizionale (DM 26/8/1992) e consente soluzioni diverse per una specifica problematica anche ricorrendo a soluzione alternative; Nel caso in specie il codice rispetto al DM 26/8/1992: riduce l’utilizzo degli impianti di protezione antincendio; richiede una resistenza al fuoco della struttura più bassa; consente una superficie dei compartimentazione illimitata; permette una lunghezza dei percorsi di esodo generalmente maggiori e larghezze delle scale minori Ecc. Però a fronte di tutti questi vantaggi in generale occorre realizzare una gestione della sicurezza molto più accurata definendo le responsabilità di ogni figura coinvolta. Dovrà essere redatto il documento di GSA sia in esercizio che in emergenza secondo il capitolo Capitolo S.5. Il Codice punta prevalentemente sulla gestione della sicurezza quale strumento di riduzione del Rischio. Pertanto, si ritiene che il documento di gestione della sicurezza antincendio (GSA) debba essere il primo ad essere controllato nell’ambito sopralluoghi.

21 Grazie e arrivederci


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