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Fantasia su una tarantella
MARIO MUSUMECI Le ali dell’usignolo Fantasia su una tarantella per pianoforte MESSINA
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Note dell’autore Canzone Minore
L’opera fu scritta in un paio di settimane nell’autunno del 1982, appresso eseguita più volte e nel frattempo anche iscritta alla Siae con l’originaria titolazione di Tarantella-Fantasia; adesso revisionata e meglio definita in alcuni importanti passi. Ispirata da una storia d’amore impossibile, la visione poetica della Fantasia su una tarantella è un elaborato intreccio vitalistico di danza sfrenata e di canto amoroso. Una tarantella costituisce difatti l’ambientazione avvolgente del racconto: da essa trarrebbe energia lo struggente desiderio di felicità prodotto dall’innamoramento. Ma la centrale evocazione di un duettante lirismo sembra poi rendere evanescente quell’anelito, fino a sublimarlo: idealizzandolo in un’intima ricerca che si proietta dal finito dell’occasione personale verso l’infinito dell’esperienza universale dell’amore. E così la danza rientra eroticamente potente e prepotente nella scena fino ad assorbire gli echi ultimi della passione amorosa, ch’essa stessa aveva sollecitato. I primi versi di un poema di un ventenne Federico García Lorca costituiscono la metafora cui mi sono ispirato, seppure reinterpretata in una situazione ben diversa da quella espressa dal compiuto canto lorchiano: Hanno gocce di rugiada / le ali d'usignolo, / gocce chiare della luna / rapprese d'illusione ... Al loro poetico suono si affida la ben più consapevole titolazione odierna. L’Autore Canzone Minore Tienen gotas de rocÍo las alas del ruiseñor, gotas claras de la luna cujadas por su ilusión. en el crepúscolo. Yo voy llorando por la calle, grotesco y sin solución, con tristeza de Cyrano y de Quijote, redentor de imposibles infinitos con el ritmo del reloj. Y veo secarse los lirios al contacto de mi voz manchada de luz sangrienta, y en mi lírica canción llevo galas de payaso empolvado. El amor bello y lindo se ha escondido bajo una araña. El sol como otra araña me oculta con sus patas de oro. No conseguiré mi ventura, pues soy como el mismo Amor, cuyas flechas son de llanto, y el carcaj el corazón. Tiene el mármol de la fuente el beso del surtidor, sueño de estrellas humildes. Las niñas de los jardines me dicen todas adiós. cuando paso. Las campanas también me dicen adiós. Y los árboles se besan Daré todo a los demàs y lloraré mi pasión como niño abandonado en cuento que se borró. Federico García Lorca (1918)
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Hanno gocce di rugiada le ali d'usignolo,
gocce chiare della luna rapprese d'illusione …
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