Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
1
Cosulta Regionale Bologna, 22 Giugno 2018
Il PIANO EMERGENZE del Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica Cosulta Regionale Bologna, 22 Giugno 2018 Dott. Giuseppe Diegoli Dott.ssa Eleonora Bertolani Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica
2
Emergenze
3
FERRARA - AGOSTO 2011 - INCENDIO DEPOSITO PLASTICA/CARTA
4
EMILIA-ROMAGNA ALLERTA NEVE DAL 7 AL 14 FEBBRAIO 2012
5
H7N7 HPAI outbreaks in Emilia Romagna 2013 -> 2016--2017
6
20 gennaio 2014 - esondazioni Modena - 27 novembre 2016 - piena del Po
7
Terremoto Emilia-Romagna Terremoto Centro Italia
TERREMOTI Terremoto dell'Aquila 6 aprile 2009 Terremoto Emilia-Romagna 20-29 maggio 2012 Terremoto Centro Italia 24 agosto - 26 ottobre 2016
8
Red Zones Following the controls some decisions were made about deratting and disinfestation
14
Staging Civil Protection camp
Spontaneous Camp Staging Civil Protection camp Food storage in a Camp
15
LEGGE REGIONALE 7 febbraio 2005, n. 1
NORME IN MATERIA DI PROTEZIONE CIVILE E VOLONTARIATO. ISTITUZIONE DELL'AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE Allo svolgimento delle attività e dei servizi connessi all’esercizio delle funzioni amministrative in materia di protezione civile, di competenza della Regione, provvedono; L’Agenzia Regionale di Protezione Civile; Le strutture organizzative regionali competenti in materia di sicurezza territoriale, di sistema ospedaliero, emergenza sanitaria e sanità pubblica;
16
LEGGE REGIONALE 7 febbraio 2005, n. 1
NORME IN MATERIA DI PROTEZIONE CIVILE E VOLONTARIATO. ISTITUZIONE DELL'AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE Prevede l’istituzione, presso l’Agenzia regionale di protezione civile, del Centro Operativo Regionale (COR), quale presidio permanente, in tempo reale, preposto ai compiti di sala operativa e di centro multi rischio. Tecnica e Pianificazione Sanità, Assistenza sociale e Veterinaria Volontariato Materiale e mezzi Servizi essenziali e attività scolastica Censimento danni a persone o cose Strutture operative locali Telecomunicazioni Assistenza alla popolazione Esso inoltre attiva le strutture competenti in base alle 9 funzioni di supporto:
17
Ruolo del Servizio di Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica
In questo contesto il Servizio regionale di prevenzione collettiva e sanità pubblica viene attivato dal COR, e partecipa, in affiancamento al SRS, al 118 e in raccordo con altri Servizi regionali, alle attività relative alla Funzione 2, di propria specifica competenza, ossia vigilanza igienico-sanitaria controlli sulle acque potabili fino al ripristino degli acquedotti; disinfezione e disinfestazione controllo alimenti, distruzione e smaltimento avariati; raccolta e smaltimento animali morti; sorveglianza epidemiologica ed eventuali profilassi; sanità e benessere degli animali; sanità pubblica nei centri di accoglienza
18
PIANO EMERGENZE del Servizio
In caso di emergenza risulta indispensabile la definizione delle responsabilità, la razionalità e la tempestività dell’intervento per assicurare efficacia ed efficienza in situazioni logistiche estremamente critiche. Il rischio sanitario si riscontra ogni volta che si creano situazioni critiche che possono incidere sulla salute umana e animale: in emergenza vengono attivate le procedure di soccorso previste nei piani comunali e provinciali.
19
PIANO EMERGENZE del Servizio
Il Servizio regionale Sanità Pubblica e Prevenzione Collettiva, durante una fase di emergenza di protezione civile è strutturato per: sostenere le attività di prevenzione e promozione della salute; predisporre norme e atti di indirizzo in materia di igiene, sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, sanità pubblica; gestire le funzioni di competenza regionale per i programmi rivolti alla popolazione; gestire le funzioni di competenza regionale in tema di sorveglianza e controllo delle malattie trasmissibili; regolamentare la protezione dai rischi da agenti fisici in armonia con il quadro nazionale e comunitario.
20
Durante L’EMERGENZA Costituzione dell’unità di crisi regionale e gestione delle comunicazioni esterne in emergenza Il Dirigente del Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica, attiva e coordina l’Unità di crisi composta da: Il responsabile Area Igiene Pubblica Il responsabile Area Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro Il responsabile Area Igiene degli alimenti e Sanità pubblica veterinaria
21
L’unità di crisi inoltre:
Durante L’EMERGENZA Costituzione dell’unità di crisi regionale e gestione delle comunicazioni esterne in emergenza Nell’ordinario i Referenti di Area, coadiuvati da un funzionario amministrativo referente per l’emergenza, curano l'aggiornamento periodico dei dati e delle procedure relative al proprio settore articolate nell'ambito del Piano di emergenza. L’unità di crisi inoltre: predispone i protocolli operativi per la gestione delle attività di emergenza; predispone le procedure amministrative ed economiche necessarie alla gestione delle attività connesse al controllo e alle attività di emergenza; si avvale dei dati relativi ai sistemi informativi a supporto dei piani di monitoraggio e sorveglianza
22
Superamento dell’ Emergenza
In fase di gestione e superamento degli eventi critici l’Unità di crisi individua le strategie d'intervento per il superamento dell'emergenza, razionalizza le risorse disponibili e garantisce il coordinamento delle attività operative
23
Uno scenario di rischio è composto da:
Durante L’EMERGENZA Valutazione e pianificazione degli interventi da adottare in funzione dello specifico scenario di rischio La discriminante per effettuare una selezione tra fenomeni dello stesso tipo è l’interazione tra l’evento ed il territorio interessato Uno scenario di rischio è composto da: una descrizione testuale dell’evento ipotizzato, cartografia a scala di dettaglio, eventualmente in più tavole nel caso di scenari con differente livello di gravità, le procedure del modello di intervento, censimento e recapiti del personale sanitario e non (AUSL, ARPA ecc) coinvolto nella gestione dell’emergenza .
24
Gli scenari di rischio che possono coinvolgere i Servizi di Sanità Pubblica possono riguardare:
Emergenza sismica Emergenza idrogeologica Emergenze chimiche e tossicologiche Emergenze radio nucleari Emergenze relative all’attività di trasporto Terrorismo ed atti terroristici non convenzionali (stragi, impiego di armi chimiche, biologiche e nucleari) Emergenze epidemiche umane Emergenze epidemiche negli animali Gestione sanitaria dei campi di prima accoglienza
25
Durante L’EMERGENZA Intervento territoriale ed organizzativo del DSP - AUSL e costituzione delle Unità di crisi locali. A livello Locale/Aziendale dovranno essere definite le procedure che comportano l’integrazione dei mezzi e dei professionisti, la definizione di specifiche Unità di crisi in relazione agli scenari di rischio
26
ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA
Per garantire efficienza ed efficacia dell’intervento non è solo indispensabile programmare l’azione sanitaria vera e propria ma è anche necessario pianificare l’organizzazione dell’evento critico dal punto di vista gestionale e del suo superamento Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono:
27
ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA
Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono: I Compiti dell’Unità di Crisi regionale e le modalità di attivazione delle comunicazioni interne al Dipartimento Regionale Sanità – raccordo con il Referente Sanitario Regionale - gestione della comunicazione interna ed esterna in fase di emergenza – raccordo con l’ufficio stampa
28
ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA
Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono: I Compiti dell’Unità di Crisi locale, composizione e modalità operative Il principio di sussidiarietà, fondamentale nell’organizzazione del sistema di protezione civile, prevede che la gestione delle emergenze venga affrontata in primo luogo a livello locale, dalle istituzioni più vicine territorialmente e per competenza al luogo degli eventi.
29
ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA
Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono: L’acquisizione delle informazioni relative all’area territoriale coinvolta ed allo scenario di rischio «Tutte le informazioni – aggiornate e puntuali - devono essere in possesso ed in disponibilità immediata agli operatori locali coinvolti nella gestione dell’emergenza.» In particolare: insediamenti collettivi umani e zootecnici attività produttive vie di comunicazione dati di rilevanza per problematiche sociali e sanitarie umane e veterinarie eventuale documentazione specifica già prodotta
30
ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA
Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono: La pianificazione degli interventi in emergenza da adottare in relazione allo specifico scenario di rischio In questa sessione ciascun Protocollo di emergenza dovrà contenere: La catena delle responsabilità e della reperibilità in emergenza ed il collegamento con l’Unità di crisi (nomi e numeri di telefono, turni del personale ) -cartella comune a tutte le emergenze- Modalità di ricezione della segnalazione di un’emergenza Tempi di intervento (intervallo di tempo tra la ricezione della segnalazione e intervento sul posto) Individuazione di eventuali interfacce interne/esterne che occorre coinvolgere, acquisizione di servizi e la definizione delle competenze di intervento rispetto all’evento calamitoso (AUSL/ARPA/VVFF)
31
ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA
Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono: La Valutazione dei danni previsti/accertati Indicazione dei sopralluoghi e documentazione di verifica il modello relativo al rapporto dell’attività effettuata La Pianificazione degli interventi da adottare per la riconduzione dell’emergenza nell’ambito della normalità
32
VERIFICA ED AGGIORNAMENTO PERIODICO DEL PIANO
ANALISI DEI DATI VERIFICA ED AGGIORNAMENTO PERIODICO DEL PIANO Gli elementi fondamentali necessari per tenere vivo il presente Piano sono: L'aggiornamento periodico a cura dei componenti dell’Unità di Crisi Regionale in collaborazione con i DPS delle AUSL Le esercitazioni da svolgersi a livello regionale e locale
33
IMPATTO ECONOMICO DEL PIANO
In generale le risorse disponibili sono riconducibili a 4 categorie Personale – Personale in servizio o in reperibilità presso la RER, i dipartimenti delle Aziende USL, il 118, le Agenzie regionali interessate, incaricati in base alle stesse modalità del personale del 118 Mezzi – strumenti e materiali a disposizione presso il Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica e nei Dipartimenti di sanità pubblica ad esso collegati. Risorse finanziarie – Risorse economiche destinate al bilancio Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica e nei Dipartimenti di sanità pubblica ad esso collegati a finalità di gestione dell’emergenza Strutture – Beni immobili di proprietà destinati al soccorso
34
Cosa chiediamo a loro ????
35
VUOI che succeda proprio a me?!?!
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.