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Modulo 3 (C) Acquisire capacità di intervento pratico

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Presentazione sul tema: "Modulo 3 (C) Acquisire capacità di intervento pratico"— Transcript della presentazione:

1 Modulo 3 (C) Acquisire capacità di intervento pratico
Il modulo C (acquisire capacità di intervento pratico) è suddiviso in sei capitoli. 1) Tecniche di comunicazione con il sistema di emergenza del S.S.N. 2) Tecniche di primo soccorso nelle sindromi cerebrali acute 3) Tecniche di rianimazione cardiopolmonare 4) Tecniche di primo soccorso nella sindrome di insufficienza respiratoria acuta 5) Tecniche di tamponamento emorragico 6) Tecniche di sollevamento, spostamento e trasporto del traumatizzato Le tecniche di primo soccorso in caso di esposizione accidentale ad agenti chimici e biologici sono state trattate nel modulo B. Suggerimenti: allo scopo di trattare con efficacia gli argomenti previsti dal modulo è necessario dotarsi dei seguenti materiali: 1) manichino per la rianimazione cardiopolmonare (possibilmente a sagoma intera); 2) protettori facciali per la respirazione artificiale; 3) presidi contenuti nel pacchetto di medicazione e nella cassetta di pronto soccorso; 4) pocket mask (quando indicato l’addestramento dei lavoratori). Approfondimenti: il D. 388 prevede che il terzo modulo (detto modulo C), venga illustrato in 6 ore di attività didattica frontale nelle aziende di gruppo A e in 4 ore nelle aziende di gruppo B e C. Approfondimenti sulla classificazione delle aziende sono riportati in Sacco e Ciavarella, 2008 (pag. 30 e seguenti). Secondo la norma (art. 4 del D. 388/03) la formazione dei lavoratori designati deve essere ripetuta con cadenza triennale per quanto attiene alle capacità di intervento pratico; pertanto, il modulo che presentiamo è stato pensato anche per essere riproposto nelle attività di retraining previste con cadenza triennale. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

2 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Sezione 1 Tecniche di comunicazione con il sistema di emergenza del SSN Tecniche di comunicazione con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale L’importanza della chiamata del 118 è illustrata nel modulo A. In questo Sezione tratteremo invece delle tecniche di comunicazione con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

3 TECNICHE DI COMUNICAZIONE CON IL SERVIZIO DI EMERGENZA 118
FORNIRE IN MODO CHIARO LE SEGUENTI INFORMAZIONI cause, circostanze e caratteristiche dell’evento indirizzo del luogo dell'evento numero di infortunati condizioni di salute dell'infortunato La chiamata dei soccorsi: tecniche di comunicazione con il servizio di emergenza 118 Per svolgere la preziosa funzione di anello di congiungimento tra la vittima e i soccorritori professionisti, il primo soccorritore dovrà fornire al 118 in modo chiaro e preciso le seguenti informazioni: cause e circostanze dell’evento (esempio: sto intervenendo sulla scena di un incidente stradale) indirizzo del luogo ove è occorso l’infortunio o il malore (esempio: mi trovo in via Bruno Buozzi in corrispondenza del civico 221, nei pressi del bar dello sport) numero di infortunati o di malati (esempio: ci sono due persone a terra ferite e una signora anziana che per lo spavento è svenuta) tipo di evento, precisando se l’evento è stato o meno traumatico (eventi traumatici: incidenti stradali, cadute dall’alto ecc.; eventi non traumatici: malori, intossicazioni, avvelenamenti) condizioni sanitarie dell’infortunato, specificando se il medesimo sia cosciente o meno (esempio: uno dei due feriti lamenta dolore alla gamba, l’altro non è cosciente ma respira; la signora anziana ha ripreso conoscenza, ma sembra confusa), se sono presenti emorragie, ferite da ustione, fratture scomposte. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

4 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Buongiorno! Mi chiamo Mario Rossi, il mio numero telefonico è , chiamo dall’Azienda Bianchi in via Bruno Marchesi 22, di fronte al museo dell’arte moderna; sto intervenendo sulla scena di un infortunio sul lavoro: un pittore è caduto dall’altezza di 3 metri, è riverso a terra, non è cosciente e non respira; il collega sta iniziando a praticare le manovre di rianimazione cardiopolmonare, vi aspetto al cancello dell’azienda Tecniche di comunicazione con il servizio di emergenza 118 cause e circostanze dell’evento: è necessario distinguere gli eventi che si sono determinati a causa di un trauma (come ad esempio gli incidenti stradali, le cadute dall’alto, ecc.) dagli eventi non traumatici, come ad esempio i malori indirizzo del luogo ove è occorso l’infortunio (o il malore): l’indirizzo dell’evento deve essere fornito indicando precisamente il nome della strada (o della piazza), il numero civico e i riferimenti topografici utili per permettere all’equipaggio dell’ambulanza di arrivare il prima possibile sul luogo dell’evento; numero di infortunati (o di malati): la comunicazione del numero degli infortunati o dei malati è indispensabile per consentire alla centrale operativa di organizzare i soccorsi. E’ sempre opportuno declinare le proprie generalità e indicare un numero telefonico al quale si può essere raggiunti. E’ altresì opportuno, se si è al chiuso, attendere il 118 all’esterno (per esempio, nei pressi della portineria o del cancello dell’Azienda) per poter condurre i sanitari sul luogo dell’evento il più presto possibile. La chiamata del 118 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

5 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Sezione 2 Tecniche di primo soccorso nelle sindromi cerebrali acute Lipotimia e sincope Shock Ictus Tecniche di primo soccorso nelle sindromi cerebrali acute Come si ricorderà da quanto già trattato nel modulo A, nelle sindromi cerebrali acute il primo soccorritore deve porsi l’obiettivo prioritario di migliorare l’ossigenazione cerebrale. Dovrà pertanto porre il soggetto in posizione antishock, coprirlo con una metallina e, se il disturbo persiste, chiamare il 118. Nel caso di sintomi / segni suggestivi di ictus, la chiamata del 118 deve essere immediata. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

6 La posizione antishock
Si utilizza in tutte le situazioni in cui è necessario favorire l’afflusso di sangue al cervello (lipotimia, sincope, shock, emorragie) Tecnica: porre il paziente disteso su un piano rigido con le gambe in alto liberarlo da cinte e indumenti stretti La posizione antishock Si utilizza in tutte le situazioni in cui è necessario favorire l’afflusso di sangue al cervello e, pertanto, nelle sindromi cerebrali acute come lipotimia, sincope e shock, e nelle emorragie, ecc. La manovra è controindicata quando si sospettino fratture degli arti inferiori o della colonna lombare. Tecnica: Porre il paziente disteso su un piano rigido (pavimento) con le gambe in alto. Liberarlo da cinte e indumenti stretti. Suggerimenti: è opportuno, nell’illustrare la manovra, eseguirla direttamente su un manichino a sagoma intera (ancora più efficace sarebbe la riproduzione della posizione antishock su uno dei discenti); per quanto la manovra sia piuttosto semplice, didatticamente efficace è chiamare ciascun discente a riprodurla. Non eseguire in caso di sospetta frattura arti inferiori !! posizione antishock Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

7 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Sezione 3 Tecniche di rianimazione cardio-polmonare di base Tecniche di rianimazione cardiopolmonare di base (RCP) In questo Sezione verranno illustrate le modalità di esecuzione delle manovre di rianimazione cardiopolmonare di base. Suggerimenti: è opportuno, prima di procedere alla illustrazione pratica sul manichino delle singole tecniche, ripercorrere brevemente la sequenza di RCP già presentata nel modulo A, utilizzando l’algoritmo proposto nella diapositiva che segue. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

8 RCP SI NO Metti in sicurezza la scena Verifica la coscienza
Coscienza presente Lascialo nella posizione in cui l’hai trovato Evita ulteriori danni Chiama aiuto se necessario Coscienza assente Chiama aiuto Apri le vie aeree Verifica il respiro Respirazione normale SI NO Algoritmo della RCP Si presenta di nuovo lo schema che riassume le manovre dell’RCP: - metti in sicurezza te stesso, la vittima e i presenti verifica se la vittima è cosciente se la vittima non è cosciente, chiama aiuto e apri le vie aeree - valuta l’attività respiratoria - se non c’è attività respiratoria: 1. fai chiamare o chiama il 118 2. avvia la rianimazione cardiopolmonare con 30 compressioni toraciche esterne, 3. prosegui la RCP con 2 insufflazioni respiratorie - alterna compressioni toraciche con insufflazioni (30 compressioni e 2 insufflazioni) - continua la RCP, arrestandoti solo quando arrivano i soccorsi qualificati e prendono il tuo posto o sei divenuto esausto o la vittima comincia a respirare normalmente. Suggerimenti: a questo punto della lezione, dopo avere riassunto la sequenza della RCP, è opportuno preparare il manichino ponendolo su un piano rigido (preferibilmente sul pavimento) e porre alla sinistra del manichino un materassino in poliuretano o materiale simile; è altresì opportuno avere a portata di mano dei protettori facciali monouso per la respirazione artificiale. Posizione Laterale di Sicurezza Chiama il 118 30 compressioni 2 insufflazioni Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

9 VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA
poniti a fianco della vittima afferrala per le spalle chiama ad alta voce e scuoti la vittima verifica se la vittima apre gli occhi, si muove, parla Signore, va tutto bene? Valutazione dello stato di coscienza Tecnica di rilevazione. Nella pratica, il primo soccorritore chiamerà la vittima ad alta voce (Signore, va tutto bene?) e la scuoterà con dolcezza afferrandola a livello delle spalle. Ogni altra manovra per la valutazione dello stato di coscienza diversa da quella sopra indicata non è consentita. Suggerimenti: è opportuno, nell’illustrare la manovra, eseguirla direttamente sul manichino; didatticamente efficace è chiamare i discenti a riprodurre la manovra. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

10 MANOVRE DA EFFETTUARE IN CASO DI PRESENZA DELLA COSCIENZA
lascia la vittima nella posizione in è stata rinvenuta, assicurandoti che non vi sia ulteriore pericolo accertati di cosa non va ed eventualmente chiama aiuto sorveglia la vittima, verificandone periodicamente lo stato di coscienza Manovre da compiere in caso di presenza della coscienza Se il soggetto è cosciente (risponde, apre gli occhi, si lamenta), bisogna lasciarlo nella posizione in cui si trova cercando di capire, se possibile, cosa é successo e, se serve, chiedendo aiuto. Anche se il malessere si risolve, bisogna controllare, per un po’, la vittima, finché resta in una qualche indisposizione fisica. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

11 ASSENZA DELLA COSCIENZA MANOVRE DA EFFETTUARE
Aiuto !! Venite a darmi una mano!! Chiama aiuto Ruota la vittima sul dorso Apri le vie aeree (iperestendi il capo e solleva il mento) Esegui la manovra GAS per 10 secondi Manovre da compiere in caso di assenza della coscienza Ma se la vittima è incosciente è necessario: - chiamare in aiuto i presenti, urlando, se si è soli, per attirare l'attenzione di qualche passante (aiuto, venite a darmi una mano!!) - posizionare la vittima distesa sulla schiena (se la vittima è distesa sulla pancia, ruotarla sul dorso, con viso e pancia all'insù) aprire, dunque, le vie aeree, estendendo il capo e sollevando il mento (tecnica: 1. porre le dita lunghe della mano più vicina al mento a livello della parte ossea del mento e l’altra mano sulla fronte della vittima; 2) eseguire contemporaneamente un movimento verso l’alto della mano posta sul mento [portare in alto il mento] ed un movimento di rotazione verso il basso della mano posta sulla fronte [iperestensione del capo]); eseguire la manovra “GAS” (nel soggetto privo di coscienza, dopo aver posto in essere le prime tre manovre, il soccorritore, tenendo le vie aeree aperte e avvicinatosi alla bocca e al naso della vittima, esegue la manovra guardando le eventuali escursioni del torace, ascoltando il rumore dell’aria nel caso che fuoriesca dalla bocca e dal naso della vittima e, infine, sentendo sulla propria guancia la più lieve brezza d’aria che eventualmente scaturisce dalla bocca e dal naso della vittima. Questa sequenza, che con uno stratagemma mnemonico è indicata con la sigla GAS (Guardo, Ascolto e Sento), dovrà essere effettuata per 10 secondi. Si ricorda che, nel caso di ipotermia il paziente potrebbe avere una frequenza respiratoria assai bassa; in questo caso è opportuno eseguire questa manovra più a lungo. Suggerimenti: è opportuno, nell’illustrare le manovre, eseguirle direttamente sul manichino; didatticamente efficace è chiamare i discenti a riprodurre la singola manovra e l’intera sequenza. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

12 SE LA VITTIMA RESPIRA NORMALMENTE
poni la vittima in posizione laterale di sicurezza fai chiamare o chiama aiuto o un mezzo di soccorso controlla che la vittima continui a respirare Manovre da compiere in caso di soggetto non cosciente con presenza della respirazione Se il respiro è presente, porre la vittima in posizione laterale di sicurezza. La posizione laterale di sicurezza Posto il paziente in posizione laterale di sicurezza, il soccorritore ha la possibilità di muoversi e, se è solo, di cercare soccorso. Si ricorda che la posizione laterale di sicurezza permette di valutare facilmente la funzione respiratoria e favorisce la fuoriuscita spontanea di fluidi (muco, sangue, saliva) dalla bocca, che altrimenti potrebbero ingorgare le vie respiratorie ostacolando il respiro. Tecnica di esecuzione. Restando affiancato al paziente nella stessa posizione della manovra GAS, piegare ad angolo retto il braccio più vicino al soccorritore; afferrare l’altro braccio e spostarlo verso la spalla controlaterale ancorando la mano sulla testa dell’omero; afferrare con entrambe le mani la spalla del paziente opposta al soccorritore e il cavo popliteo dello stesso lato; per far questo il soccorritore si sporge un pochino in avanti. Con entrambe le mani ancorate alla spalla e al ginocchio della vittima il soccorritore arretra e provoca la rotazione di tutto il corpo della vittima verso di sé. In questo modo il soccorritore ha posto la vittima in posizione laterale di sicurezza, ma per concludere la procedura dovrà sistemare il piede posto in alto nel cavo popliteo della gamba opposta e sistemare in iperestensione e rotazione laterale la testa della vittima, poggiandovi sotto la mano del braccio ruotato. Suggerimenti: è opportuno, nell’illustrare la manovra, eseguirla direttamente su uno dei discenti; didatticamente efficace è chiamare i discenti a riprodurre la manovra. SE SI SOSPETTANO TRAUMI CERVICALI LA POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA NON VA PRATICATA Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

13 SE IL RESPIRO È ASSENTE O LA VITTIMA NON RESPIRA NORMALMENTE
manda qualcuno a chiamare aiuto, se sei solo, lascia la vittima e chiama l’ 1-1-8; torna indietro, poni la mano al centro del torace e comincia eseguendo 30 compressioni toraciche poi effettua due insufflazioni di aria con tecnica bocca-bocca, bocca-naso, bocca-maschera …e così di seguito, 30 compressioni e due insufflazioni Manovre da compiere in caso di assenza della respirazione Se la vittima non respira normalmente, far allertare da uno dei presenti il servizio territoriale d’emergenza; se si é da soli, allontanarsi dalla vittima ed avvisare il 118, avviando, al ritorno, le compressioni toraciche esterne. La verifica dell’assenza dell'attività respiratoria è sufficiente al soccorritore laico per avviare la RCP: pertanto, se la vittima non respira, dopo avere fatto chiamare (o chiamato) il 118, il soccorritore pone senza indugi le mani al centro del torace e parte con 30 compressioni toraciche esterne. Il ritmo delle compressioni é di circa 2 al secondo per poter tenere una velocità complessiva, di almeno 100 compressioni al minuto. Se non è un operatore sanitario, il primo soccorritore non esegue il controllo del polso né la ricerca dei segni di circolo, ma controlla solo l'attività respiratoria, la cui assenza dà avvio alla RCP. Le compressioni devono consentire un abbassamento ritmico dello sterno di almeno 4-5 cm ed essere continue e eseguite ad una frequenza di 100 al minuto. Dopo trenta compressioni, aperte di nuovo le vie aeree con la tecnica dell’iperestensione del capo, s’eseguono, con la tecnica del bocca-bocca, due ventilazioni della durata di circa 1 secondo, con un quantitativo d’aria adeguato a far espandere il torace. NB: È consentito al soccorritore laico d’eseguire le sole compressioni toraciche esterne, evitando di praticare le insufflazioni, se non è capace o sia riluttante ad insufflare. Suggerimenti: in questa fase della lezione (nella quale è necessario addestrare i discenti all’effettuazione di ogni singola manovra e dell’intera sequenza nell’ordine corretto) è opportuno che il docente esegua la sequenza sul manichino; successivamente provvederà ad illustrare la tecnica di ogni singola manovra, per poi riassumere di nuovo, sempre sul manichino, l’intera sequenza. Didatticamente efficace, dopo avere ripetuto la sequenza, è chiamare i discenti a ripetere le singole manovre illustrate e l’intera sequenza. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

14 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
DOVE COMPRIMERE Dove comprimere Per effettuare delle efficaci compressioni toraciche esterne senza rompere le costole, occorrerà trovare il punto esatto a livello del quale comprimere. Tecnica di rilevamento del punto di compressione. La mano già utilizzata per la manovra di sollevamento del mento si porta verso i piedi della vittima e si ferma al centro del torace in modo tale che il pollice sia a livello della linea che congiunge i capezzoli. Quello così identificato è il punto di compressione. poni la mano al centro del torace Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

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COME COMPRIMERE Posizione: soccorritore in ginocchio a lato della vittima, con le ginocchia a livello del torace Tecnica: poggia la mano al centro del torace poni l’altra mano sul dorso della prima mantieni le braccia tese UNO, DUE,… TRENTA ! Come comprimere Tecnica delle compressioni toraciche esterne. Il soccorritore si pone in ginocchio a lato della vittima (posta su una superficie rigida come il pavimento), con le ginocchia a livello del torace. Dopo avere individuato il punto di compressione, deve poggiarvi la mano (tenendo le dita sollevate) e porre l’altra mano sul dorso della prima. Mantenere le braccia estese e non piegarle mai durante le compressioni: si ridurrebbe l’efficacia della manovra, limitando sensibilmente l’escursione dello sterno. Iniziare a comprimere ritmicamente, utilizzando il peso del tronco che, come un grosso mantice va su e giù in un sol blocco flettendosi all’altezza dei lombi. Le compressioni (30 in totale) devono consentire una escursione dello sterno di almeno 4-5 cm ed un rilascio immediato della parete toracica. Per semplicità è opportuno che il primo soccorritore conti a voce alta da uno a trenta. comprimi ritmicamente le compressioni devono consentire una escursione dello sterno di almeno 4-5 cm ed un rilascio immediato dello sterno Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

16 TECNICA della RESPIRAZIONE BOCCA-BOCCA
Posizione: soccorritore in ginocchio a lato della vittima, con le ginocchia a livello del capo UNO, DUE ! Tecnica: chiudi le narici con due dita inspira con paziente a capo iperesteso, fai aderire le labbra alle labbra della vittima insuffla lentamente osserva, durante la manovra, l’escursione del torace utilizza barriere protettive Respirazione artificiale – tecnica bocca-bocca La tecnica che solitamente si utilizza è la tecnica bocca-bocca; essa si realizza insufflando aria per circa 1 secondo attraverso la bocca della vittima, dopo averne chiuso le narici pinzate tra pollice ed indice. Perché l’insufflazione sia efficace occorrerà far aderire le labbra alla bocca della vittima. Bisognerà poi osservare, durante la manovra, l’escursione del torace. Per motivi di sicurezza è opportuno utilizzare sempre barriere protettive per evitare il contatto con le labbra della vittima. Sono in commercio speciali protettori facciali opportunamente perforati all’altezza della bocca che dovrebbero far parte della cassetta di pronto soccorso e dei pacchetti di medicazione. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

17 TECNICA della RESPIRAZIONE BOCCA-NASO
insuffla lentamente attraverso le narici della vittima e osserva, durante la manovra, l’escursione del torace TECNICA della RESPIRAZIONE BOCCA-MASCHERA fai aderire la pocket mask al volto della vittima, pigiandola con la mano posta a “c” sulla maschera stessa, ed insufflando l’aria attraverso l’apposito raccordo Respirazione artificiale – tecnica bocca-naso La tecnica bocca-naso si utilizza soltanto quando non è possibile aprire la bocca (come ad esempio succede nei casi di folgorazione, situazioni nelle quali la contrazione dei muscoli riguarda anche i muscoli della masticazione). Respirazione artificiale – tecnica bocca-maschera Uso della pocket mask. Le insufflazioni con la pocket mask, in genere sconsigliate ai soccorritori laici, sono invece vivamente raccomandate a quanti operano esposti a rischio d’avvelenamento per intossicazione professionale acuta (ed es. esposizione a cianuro, organofosforici, ecc.); in questi casi si rivela indispensabile l’autoprotezione dalla vittima con pocket mask dotata di valvola di protezione unidirezionale a causa dei gas tossici inalati dal soggetto soccorso. Per usare correttamente questo dispositivo il soccorritore, pertanto, deve essere sottoposto ad uno specifico addestramento ed un periodico retraining per garantire un adeguato livello di abilità d’uso. La tecnica bocca - maschera consiste nel far aderire la apposita pocket mask al volto della vittima, pigiandola con la mano posta a “c” sulla maschera stessa, ed insufflando l’aria attraverso l’apposito raccordo. Se si è soli a fare le manovre di RCP, per impiegare la pocket mask si resta nella stessa posizione in cui si e fatta la manovra GAS (di fianco alla vittima). Se si è in due, chi insuffla si pone alla testa della vittima e compie tutte le manovre da questa posizione. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

18 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Comportamento da adottare nel caso in cui l’insufflazione iniziale non fa sollevare il torace: controllare la bocca della vittima e rimuovere qualsiasi ostruzione ricontrollare se il capo è stato esteso adeguatamente e se il mento è stato sollevato correttamente non tentare più di due insufflazioni ogni volta prima di eseguire di nuovo le compressioni Comportamento da adottare nel caso in cui l’insufflazione iniziale non fa sollevare il torace Se la tua insufflazione iniziale non fa sollevare il torace come accade in una normale inspirazione, prima del successivo tentativo devi: controllare la bocca della vittima e rimuovere qualsiasi ostruzione ricontrollare se il capo è stato esteso adeguatamente e se il mento è stato sollevato correttamente non tentare più di due insufflazioni ogni volta prima di eseguire di nuovo le compressioni. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

19 RIMOZIONE DI CORPI SOLIDI E LIQUIDI
Corpi solidi: rimozione manuale con manovra del dito ad uncino o delle dita incrociate (attenzione alla chiusura della bocca) Corpi liquidi: ruota la testa di lato in modo da facilitare il deflusso del liquido, asciugando i liquidi con una garza Rimozione di corpi solidi e liquidi Se l’ispezione del cavo orale mostra la presenza di corpi estranei la loro rimozione è indispensabile prima di tutte le successive manovre per garantire che non ostruiscano le vie aeree. I corpi solidi (denti, dentiera, bolo alimentare, ecc.) potranno essere rimossi manualmente, utilizzando la manovra del dito ad uncino. Per evitare la chiusura accidentale della bocca da parte della vittima, che potrebbe ferire il soccorritore, questi dovrà adottare la manovra delle dita incrociate. Manovra delle dita incrociate. La manovra delle dita incrociate permette di evitare che la chiusura accidentale della bocca da parte della vittima ferisca il soccorritore. Tecnica di esecuzione. Il primo ed il terzo dito (pollice e medio) della mano posta sotto il mento aprono la bocca spingendo rispettivamente in basso e in alto le arcate dentarie e reggendole, mentre il secondo dito (indice) si inserisce nella bocca per arpionare il corpo estraneo individuato nella fase di ispezione del cavo orale. L’altra mano (posta sulla fronte) tiene in iperestensione il capo. Rimozione di corpi liquidi. Si rimuovono, se la vittima non è sospetta di lesioni alla colonna, facendo ruotare la testa di lato verso il soccorritore e asciugando i liquidi con una garza o con altri tessuti (panno, lembo di una camicia, ecc.). Suggerimenti: è opportuno, nell’illustrare la manovra, eseguirla direttamente sul manichino; didatticamente efficace è chiamare i discenti a riprodurre la manovra sul manichino. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

20 RCP SI NO Metti in sicurezza la scena Verifica la coscienza
Coscienza presente Lascialo nella posizione in cui l’hai trovato Evita ulteriori danni Chiama aiuto se necessario Coscienza assente Chiama aiuto Apri le vie aeree Verifica il respiro Respirazione normale SI NO Suggerimenti: a questo punto della lezione è opportuno che il docente riassuma l’intera sequenza della RCP, chiamando poi ciascun discente ad eseguire dal principio l’intera manovra, ipotizzando vari scenari: Scenario 1: ambiente a rischio (esempio: necessità di soccorrere un soggetto che ha perso conoscenza in una ambiente particolarmente caldo e umido); Scenario 2: ambiente non a rischio (es.: appartamento in ristrutturazione), evento con trauma (es.: trovi disteso a terra, ai piedi di una scala, un imbianchino), soggetto cosciente (il soggetto si lamenta per un forte dolore al collo); Scenario 3: ambiente non a rischio (es.: ufficio), evento senza trauma (es.: trovi accasciato sulla scrivania un impiegato); soggetto non cosciente, respirazione presente. Scenario 4: ambiente non a rischio (es.: corridoio della palazzina uffici), evento senza trauma (es.: trovi disteso a terra un impiegato); soggetto non cosciente, respirazione assente. Posizione Laterale di Sicurezza Chiama il 118 30 compressioni 2 insufflazioni Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

21 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Sezione 4 Tecniche di primo soccorso nella sindrome da insufficienza respiratoria acuta Tecniche di primo soccorso nella sindrome da insufficienza respiratoria acuta In questo Sezione verranno illustrate le modalità di trattamento del paziente con sindrome da insufficienza respiratoria acuta. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

22 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
COSA FARE IN CASO DI DISPNEA chiama il 118 invita il paziente a respirare lentamente se il paziente dichiara di soffrire di asma ed ha con sé i farmaci prescritti dal proprio medico, aiutarlo ad assumere i farmaci Dispnea In caso di dispnea: - chiamare il 118 - invitare il paziente a respirare lentamente e fargli assumere la posizione laterale di sicurezza. Se la vittima dichiara di soffrire di asma ed ha con sé i farmaci prescritti dal proprio medico, aiutarlo ad assumere i farmaci. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

23 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE PER INGESTIONE ACCIDENTALE DI CORPO ESTRANEO Ostruzione per ingestione accidentale di corpo estraneo Tratteremo ora dell’ostruzione (completa e non completa) delle vie aeree per ingestione accidentale di corpo estraneo nel soggetto cosciente e nel soggetto non cosciente. Per eseguire l’intervento più adatto alla specifica situazione occorre per prima cosa valutare la gravità dell’ostruzione, cercando di distinguere se l’ostruzione è o meno non completa. In caso di ostruzione completa (situazione questa di estrema gravità), l’intervento di primo soccorso deve essere effettuato celermente e differirà in base alla presenza o meno della coscienza. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

24 In questo caso, chiama i soccorsi ed incoraggia la vittima a tossire
OSTRUZIONE NON COMPLETA PER INGESTIONE ACCIDENTALE DI CORPO ESTRANEO Il paziente con ostruzione non completa delle vie aeree da corpo estraneo: a) è in grado di respirare b) tossisce tentando di espellere il corpo estraneo In questo caso, chiama i soccorsi ed incoraggia la vittima a tossire Ostruzione per ingestione accidentale di corpo estraneo I corpi estranei presenti nella bocca del paziente potrebbero determinare l’ostruzione delle vie aeree, penetrando in profondità. E’ il caso, per esempio, dell’inalazione di piccoli corpi estranei (monete, bottoni, ecc) da parte dei bambini o di ostruzione determinata, negli adulti, dal cibo. L’ostruzione può essere incompleta o completa. Ostruzione non completa In caso di ostruzione non completa delle vie aeree il paziente respira e tossisce, tentando di espellere il corpo estraneo. In questo caso bisognerà chiamare immediatamente i soccorsi prima che l’ostruzione diventi totale ed incoraggiare la vittima a tossire. Non bisognerà effettuare alcuna manovra. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

25 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
OSTRUZIONE COMPLETA PER INGESTIONE ACCIDENTALE DI CORPO ESTRANEO Il paziente con ostruzione completa delle vie aeree da corpo estraneo: a) non è in grado di respirare (oppure, effettua atti respiratori inefficaci e rumorosi) b) non è in grado di parlare c) non è in grado di tossire d) perde rapidamente conoscenza Ostruzione per ingestione accidentale di corpo estraneo Ostruzione completa In caso di ostruzione completa delle vie aeree il paziente non respira, non parla, non tossisce e, a causa dell’anossia acuta, perde conoscenza molto rapidamente. Generalmente, l’ostruzione si verifica in modo acuto e drammatico: il paziente, in completo benessere, si porta le mani alla gola, si alza in piedi e corre alla ricerca della salvezza, generalmente verso una finestra o una porta. Suggerimenti: a questo punto della lezione risulta didatticamente efficace mimare l’instaurarsi e l’evolversi della sequenza. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

26 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
OSTRUZIONE PER INGESTIONE ACCIDENTALE DI CORPO ESTRANEO - Soggetto cosciente dopo aver chiamato i soccorsi: rimuovi dalla bocca corpi estranei visibili mettiti al suo fianco e aiuta la vittima a spostarsi in avanti colpisci la vittima con il palmo della mano ripetutamente (fino a 5 colpi) tra le scapole pratica fino a 5 brusche compressioni addominali, alternando 5 colpi dorsali, fino all’espulsione del corpo estraneo o alla perdita di coscienza della vittima Ostruzione completa per ingestione accidentale di corpo estraneo: soggetto cosciente In caso di ostruzione completa, se il paziente è ancora cosciente, dopo avere chiamato i soccorsi, bisognerà effettuare manovre che facilitano l’espulsione del corpo estraneo, ovvero: rimuovere dalla bocca eventuali corpi estranei visibili (dentiera, monete, cibo, etc.); mettersi al fianco della vittima ed aiutala a piegarsi in avanti; colpire la vittima con il palmo della mano ripetutamente (fino a 5 colpi) tra le scapole (manovra di Gordon), e con l’altra mano, sostenergli il torace; stando alle spalle della vittima, praticare fino a 5 brusche compressioni addominali (manovra di Heimlich), alternando 5 colpi dorsali, fino all’espulsione del corpo estraneo o alla perdita di coscienza della vittima. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

27 … 5 compressioni addominali
… NEL CASO DI OSTRUZIONE COMPLETA DA CORPO ESTRANEO IN SOGGETTO ANCORA COSCIENTE, DOPO AVER CHIAMATO I SOCCORSI: …5 colpi tra le scapole … 5 compressioni addominali Esegui la manovra di Gordon colpendo la vittima con il palmo della mano ripetutamente (fino a 5 colpi) tra le scapole Esegui la manovra di Heimlich praticando fino a 5 brusche compressioni addominali alterna la manovra di Gordon con quella di Heimlich ciascuna in serie di 5 atti, fino all’espulsione del corpo estraneo o alla perdita di coscienza della vittima. Suggerimenti: è opportuno, nell’illustrare le manovre, eseguirle direttamente sul manichino; didatticamente efficace è chiamare alcuni discenti a riprodurre la manovra di Gordon e la manovra di Heimlich. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

28 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
OSTRUZIONE PER INGESTIONE ACCIDENTALE DI CORPO ESTRANEO - Soggetto non cosciente In caso di ostruzione completa, se il soggetto ha perso coscienza, dopo aver chiamato i soccorsi: comportarsi come nella RCP; per cui: effettua 30 compressioni alternate a 2 ventilazioni Ostruzione completa per ingestione accidentale di corpo estraneo: soggetto non cosciente In caso di ostruzione completa, se il soggetto ha perso coscienza, dopo aver chiamato i soccorsi sanitari telefonando al 118 comportarsi come nelle fasi A e B della rianimazione cardiopolmonare; per cui: iperestendi il capo cerca il respiro con la manovra GAS se il respiro è assente, pratica trenta compressioni e due ventilazioni e, se il torace non si muove (ventilazione inefficace), controlla la bocca della vittima e rimuovi qualsiasi ostruzione, ricontrolla se il capo è stato esteso correttamente e se il mento è stato sollevato, ripeti il tentativo di insufflare l’aria una sola volta; se anche la seconda ventilazione è inefficace, esegui altre 30 compressioni e di nuovo due ventilazioni, comportandoti in caso di insuccesso, come illustrato sopra. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

29 MANOVRA DI HEIMLICH Soggetto cosciente - Tecnica Abbracciare la vittima stando di spalle Mettere il pollice nell’angolo formato dalle costole sotto lo sterno e l’indice sull’ombelico Mettere il pugno dell’altra mano al centro della “C” Coprire il pugno con la prima mano ed effettuare 4-5 compressioni energiche spostando le mani verso la schiena, in alto e verso i polmoni Manovra di Heimlich - tecnica Il soccorritore abbraccia la vittima stando di spalle, quindi mette il pollice nell’angolo formato dalle costole sotto lo sterno e l’indice sull’ombelico, pone il pugno dell’altra mano al centro della “C” e copre il pugno con la prima mano; effettuerà quindi 5 compressioni energiche spostando le mani verso la schiena, in alto e verso i polmoni. Manovra di Heimlich - controindicazioni La manovra di Heimlich è controindicata nei neonati e nelle donne in gravidanza. Nei primi infatti gli organi ipocondriaci (il fegato e, in particolare la milza) sono molto fragili e possono risentire (rompendosi) di aumenti della pressione anche modesti all’interno della cavità addominale. Nelle donne in gravidanza queste compressioni potrebbero danneggiare il feto. Nei neonati le compressioni toraciche vengono quindi alternate a colpi sulla schiena. Nelle donne in gravidanza le compressioni addominali vengono sostituite con le compressioni toraciche. MANOVRA controindicata nel neonato e nella donna in gravidanza Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

30 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Verifica la gravità dell’ostruzione Ostruzione grave (assenza di tosse) Ostruzione moderata (presenza di tosse) Incoraggialo a tossire e controlla il respiro Cosciente 5 colpi interscapolari 5 compr. addominali Non cosciente Inizia la RCP Suggerimenti: a questo punto della lezione è opportuno riassumere l’intera sequenza, proponendo i due scenari (ostruzione moderata o incompleta e ostruzione grave o completa) e, nell’ambito dello scenario “ostruzione grave”, le due evenienze “soggetto cosciente” e “soggetto non cosciente”. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

31 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Sezione 5 Tecniche di tamponamento emorragico Tecniche di tamponamento emorragico In questo Sezione verranno illustrate le tecniche di tamponamento emorragico. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

32 EMORRAGIE ESTERNE Tecniche di emostasi
1. Pressione diretta sul punto di lesione 2. Sollevamento (dell’arto)* 3. Compressione dell’arteria a monte* 4. Applicazione del laccio emostatico Intervento nelle emorragie esterne Nelle emorragie esterne è opportuno agire utilizzando una sequenza d’interventi via via più aggressivi, che bloccano la fuoriuscita di sangue dal circuito vascolare. Si comincia con la: pressione diretta con mano guantata sul punto di emorragia, dopo avere interposto tra il punto di emorragia e la mano del soccorritore un tampone costituito da garze sterili. Se la pressione diretta è inefficace si passa alla manovra del sollevamento dell’arto, che ostacola la fuoriuscita di sangue grazie alla forza di gravità. Se anche quest’ultima manovra dovesse dimostrarsi inefficace si utilizzano i punti di compressione posti a monte dell’arteria lesionata; il laccio emostatico a monte della lesione come ultima ratio. L’impiego del laccio emostatico ha, infatti, delle precise regole che ne limitano l’uso. In realtà, non esistono evidenze scientifiche dell’efficacia del sollevamento dell’arto e la compressione dell’arteria a monte del punto di emorragia; al contrario, vi sono prove che sia la compressione diretta sul punto di emorragia, sia l’applicazione (in casi estremi) del laccio emostatico siano efficaci nel ridurre significativamente il sanguinamento. Approfondimenti: AHA, 2007. * l’efficacia di queste manovre non è evidence-based Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

33 PRESSIONE DIRETTA sdraia il ferito infila i guanti
tampona l’emorragia con un pacchetto di garza sterile comprimi energicamente sul punto di sanguinamento per favorire l’emostasi fascia la ferita con un bendaggio compressivo Compressione bi manuale Intervento nelle emorragie esterne: pressione diretta La prima manovra da compiere nel caso di emorragia esterna è far sdraiare il ferito, se questo non lo ha già fatto spontaneamente. La manovra previene lo shock. Poi, in rapida successione, vanno praticate delle manovre che favoriscano l’emostasi. La pressione diretta sul punto di emorragia (tamponamento) è la prima manovra indispensabile a questo scopo; si realizza premendo con la propria mano con forza direttamente sulla ferita fino ad arrestare l’emorragia. Non appena è possibile, tra la ferita e la mano del soccorritore va posto un tampone formato con uno o più pacchetti di garza sterile. Dopo un po’, allentata la presa sulla ferita, si deve bloccare il tampone in sede effettuando una fasciatura leggermente compressiva, arrotolando in giri successivi sul tampone una benda larga (in alternativa la benda è rimpiazzabile da una cravatta, una sciarpa). Nelle ferite degli arti è opportuno lasciare le dita (delle mani o dei piedi) scoperte, per controllare se la fasciatura è eccessivamente stretta. In ogni modo s’intervenga su un ferita sanguinante, non si deve mai tralasciare le misure di autoprotezione! La migliore protezione dal contagio col sangue del ferito è l’impiego di guanti di lattice. Suggerimenti: è opportuno, nell’illustrare la manovra, eseguirla direttamente su un manichino completo di arti inferiori; il docente indosserà i guanti, preleverà dalla cassetta di pronto soccorso un pacchetto di garze sterili, le posizionerà sopra il punto di emorragia ed eseguirà la manovra illustrata nella figura; didatticamente efficace è chiamare alcuni discenti a riprodurre la manovra. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

34 SOLLEVAMENTO (DI UN ARTO)
Se il tamponare l’emorragia non è stato efficace ad arrestare il sanguinamento, si aggiunge il sollevamento dell’arto la manovra ostacola la fuoriuscita di sangue grazie alla forza di gravità Intervento nelle emorragie esterne: sollevamento dell’arto La manovra di sollevamento dell’arto si affianca alla pressione diretta, se con questa manovra il sangue non si ferma. Il metodo, molto efficace di solito, è limitato alle sole emorragie degli arti. Prima d’impiegare questa manovra va attentamente valutata la dinamica del trauma: non è praticabile al solo sospetto d’eventuali fratture o lussazioni. Come si diceva, non esistono evidenze scientifiche dell’efficacia del sollevamento dell’arto; al contrario, vi sono prove che sia la compressione diretta sul punto di emorragia, sia l’applicazione (in casi estremi) del laccio emostatico siano efficaci nel ridurre significativamente il sanguinamento. Approfondimenti: AHA, 2007. Suggerimenti: è opportuno, nell’illustrare la manovra, eseguirla direttamente su un manichino completo di arti superiori o inferiori; il docente, dopo avere svolto la pressione diretta (descritta sopra), eseguirà la manovra illustrata nella figura; didatticamente efficace è chiamare alcuni discenti a riprodurre la manovra. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

35 COMPRESSIONE A DISTANZA
Se il tamponamento combinato al sollevamento dell’arto non arrestano lo stillicidio, si passa alla compressione dei punti di compressione specifici a monte del punto di emorragia (compressione a distanza) Intervento nelle emorragie esterne: compressione a distanza Se il tamponamento dell’emorragia combinato con il sollevamento dell’arto non hanno arrestato l’emorragia, si ricorre all’utilizzo dei punti di compressione a distanza. I punti di compressione sono particolari zone in cui un vaso arterioso di grandi dimensioni (arteria principale): emerge dagli strati profondi e passa poco distante dagli strati cutanei poggia per un tratto del suo decorso su un piano osseo. La superficialità del decorso e la base rigida dell’osso sottostante sono requisiti indispensabili per una compressione manuale a distanza: permettono, infatti, di esercitare una pressione con le dita sui punti in cui i polpastrelli avvertono le pulsazioni, senza che il vaso sfugga alla presa. S’impiega questa tecnica d’emostasi soprattutto nelle emorragie più gravi, come le emorragie arteriose. L’esecuzione della manovra richiede la capacità, da parte del soccorritore, di riconoscere e di localizzare in breve tempo i punti di compressione. Nel caso in cui il soccorritore non fosse addestrato a compiere tali manovre, può tamponare la perdita ematica con una nuova più spessa fasciatura e con un bendaggio compressivo sul punto di emorragia. Anche in questo caso, non esistono evidenze scientifiche dell’efficacia della compressione dell’arteria a monte del punto di emorragia; al contrario, vi sono prove che sia la compressione diretta sul punto di emorragia. Approfondimenti: AHA, 2007. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

36 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
PUNTI DI COMPRESSIONE emorragie dal braccio, dall’avambraccio e dalla mano arteria brachiale emorragie dalla parte alta del braccio arteria ascellare emorragie della spalla arteria succlavia Principali punti di compressione (arteria succlavia, ascellare e brachiale) Sono illustrati i principali punti di compressione e l’indicazione per il loro utilizzo (arteria succlavia, ascellare e brachiale, utilizzate rispettivamente per tamponare emorragie provenienti dalla spalla, dalla parte alta del braccio, dal braccio, dall’avambraccio e dalla mano). Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

37 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
PUNTI DI COMPRESSIONE emorragie dal cuoio capelluto arteria temporale emorragie dalla gamba arteria poplitea emorragie dalla coscia arteria femorale Principali punti di compressione (arteria femorale, poplitea e temporale) Sono illustrati altri importanti punti di compressione (arteria femorale, poplitea e temporale utilizzate rispettivamente per tamponare emorragie provenienti dalla coscia, dalla gamba e dal cuoio capelluto). Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

38 UTILIZZO DEL LACCIO EMOSTATICO
Va posizionato soltanto nei casi di effettiva necessità a monte del punto di emorragia (in un punto compreso tra la ferita ed il cuore) può essere utilizzato solo per emorragie degli arti Intervento nelle emorragie esterne: utilizzo del laccio emostatico Il laccio emostatico va utilizzato limitatamente agli arti superiori od inferiori solo nei casi di effettiva necessità, cioè in caso di emorragia arteriosa da un grosso tronco vasale e quando tutte le altre tecniche di emostasi (compressione diretta, sollevamento, compressione a distanza) si siano dimostrate inefficaci, tenendo presente che meno lo si tiene in loco, meglio è. Ciò perché la prolungata ischemia porta a sofferenza e morte dei tessuti a valle del punto di applicazione del laccio. Il laccio per essere efficace richiede un posizionamento analogo a quello dei punti di compressione a distanza; pertanto si applica: solo sul braccio o sulla coscia, non su avambraccio, gamba, articolazioni Infatti i vasi sotto il gomito ed il ginocchio decorrono in profondità coperti dai muscoli e nelle articolazioni coperti dalle ossa. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

39 IL LACCIO EMOSTATICO IDEALE
larghezza di almeno cm materiale morbido struttura piatta, tale da non danneggiare i tessuti Un laccio emostatico di fortuna Il bracciale dello sfigmomanometro a 150 mmHg di pressione qualsiasi nastro largo e piatto (cravatta, calza) Il laccio emostatico ideale Il laccio emostatico utilizzato per arrestare le emorragie è assolutamente diverso dal nastro tubolare elastico usato per effettuare i prelievi di sangue o per praticare le iniezioni endovenose. Esso deve avere una larghezza di almeno 5 cm, essere costituito da materiale morbido, a struttura piatta, tale da non danneggiare i tessuti. Laccio emostatico di fortuna Un utile “surrogato” del laccio emostatico è il bracciale dello sfigmomanometro, applicato tra il punto di emorragia ed il cuore (cioè a monte del punto di emorragia), e gonfiato lentamente sino a raggiungere una pressione idonea a far cessare il sanguinamento (generalmente mmHg). In mancanza del laccio emostatico un laccio di fortuna può diventare qualsiasi nastro largo e piatto (cravatta, calza,…). Non vanno mai utilizzati elementi che possono danneggiare i tessuti penetrando in essi, quali fil di ferro, spago o cordoni, calze di nylon e collant, elastici. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

40 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
PROCEDURA D’IMPIEGO DEL LACCIO porre il laccio a monte del punto di emorragia scrivere l’ora di applicazione del laccio su un’area visibile non rimuovere il laccio prima dell’arrivo del 118 Attendendo i soccorsi Isolare il soggetto dal pavimento e ben coperto, lasciando scoperto soltanto l’arto colpito se possibile, in posizione antishock Procedura d’impiego del laccio In caso di suo utilizzo, bisognerà scrivere l’ora di applicazione del laccio per comunicarlo al 118. Generalmente si scrive questo sulla fronte del paziente assieme alla lettera “L”. Questa procedura plateale d’esposizione del laccio è essenziale per dare la possibilità ai soccorritori professionisti di riconoscere con sicurezza e certezza e di trattare immediatamente il paziente emorragico. Una volta applicato, il laccio non deve essere rimosso: una brusca asportazione del laccio può comportare: un’embolia per la liberazione improvvisa d’eventuali coaguli la ricomparsa dell’emorragia la messa in circolo di grandi quantitativi di tossine prodotte dai tessuti danneggiati localmente accumulate. Il laccio può esser lasciato sul punto d’applicazione per non più di 20’ (la trascrizione su pelle dell’ora di applicazione del laccio permette di tenere sotto controllo facilmente questo tempo); trascorso questo periodo, se non lo si allenta, l’ischemia prolungata può produrre un danno irreversibile dei tessuti a valle del laccio. In un’area urbana tale lasso di tempo è sufficiente a permettere l’arrivo del personale sanitario. Ma in aree lontane da centri abitati potrebbe rendersi necessario allentare la presa per 1-2’ e permettere al sangue di rifluire nell’area traumatizzata. Il trattamento dell’emorragico in attesa dei soccorsi Il paziente emorragico dovrà essere ben coperto ed isolato dal pavimento per evitare che disperda calore, che facilita l’instaurarsi dello shock. E’ opportuno lasciare scoperto soltanto l’arto ove è stato applicato il laccio per controllare l’eventuale ripresa dell’emorragia e per dare modo ai soccorritori di riconoscere immediatamente che il paziente ha un laccio emostatico. Se la dinamica dell’incidente e la valutazione del paziente non fa sospettare la presenza di fratture, traumi spinali o altre complicazioni, l’emorragico dovrà essere posto in posizione antishock, in modo da dirigere il sangue ad irrorare gli organi nobili (encefalo e cuore). Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

41 EMORRAGIE INTERNE Tecniche di emostasi
chiama il 118 in attesa dell’arrivo dell’ambulanza tratta lo shock emorragico distendendo il paziente in posizione antishock coprendolo con la coperta isotermica impedendogli di bere, anche se ha sete le bevande in genere, pericolose nei traumi l’alcool abbassa la pressione del sangue e riduce ancor più l’irrorazione del cervello Intervento nelle emorragie interne Nelle emorragie interne i segni di shock spesso denunciano il suo esordio; il trattamento, quindi, di questa patologia si sovrappone a quello dello shock ed a questo per la trattazione si rimanda. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

42 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
EMORRAGIE ESTERIORIZZATE Tecniche di emostasi EPISTASSI fuoriuscita di sangue dal naso per tamponarla, invita il paziente a sedersi con la testa piegata in avanti a stringere le narici tra pollice ed indice Epistassi L’epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso) va tamponata invitando il paziente a sedersi con la testa leggermente piegata in avanti stringendo le narici tra pollice ed indice. La usuale posizione della testa reclinata all’indietro in iperestensione è controindicata perché può comportare il rischio di soffocamento o di vomito per il riflusso di sangue in gola e, quindi, la sua inalazione nelle vie respiratorie, la sua ingestione nell’apparato digestivo. Trascorsi alcuni minuti in posizione a testa inclinata e le narici strette fra le dita, si controlla l’efficacia del tamponamento dell’emorragia invitando il paziente a liberare le narici dalla stretta delle dita: se continua a fuoriuscire sangue si ritorna alla manovra di blocco delle narici con le dita a pinza s’accompagna il paziente in ospedale per un eventuale tamponamento nasale con garza. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

43 EMORRAGIE ESTERIORIZZATE Tecniche di emostasi
OTORRAGIA fuoriuscita di sangue dall’orecchio non deve essere tamponata, viceversa il paziente deve essere posto in una posizione che consenta un più facile deflusso del sangue Otorragia L’orecchio di solito non perde sangue spontaneamente, quindi, quando si riscontra la fuoriuscita di sangue dall’orecchio, un’otorragia, se la perdita di sangue non dipende da una lesione locale dell’orecchio può essere un segno iniziale di trauma cranico. Per quest’ultima evenienza, a differenza di altre emorragie esteriorizzate, un’otorragia non deve essere tamponata. Al contrario, il paziente deve essere posto in una posizione che consenta un più facile deflusso del sangue. Comunque è necessario ospedalizzare il paziente per definire la causa dell’otorragia; in attesa dell’arrivo del 118 limitare al massimo i movimenti dell’infortunato. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

44 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Sezione 6 Tecniche di sollevamento, spostamento e trasporto del traumatizzato Spostamenti d’emergenza Il primo soccorritore non dovrebbe mai spostare l’infermo dalla scena dell’evento. Infatti, un’azione di questo tipo può comportare gravi danni al soggetto soccorso - soprattutto in caso di sospetto trauma alla colonna vertebrale - e richiede a chi l’esegue una specifica preparazione e l’utilizzo di appositi supporti sanitari. D’altronde, può esser indispensabile compiere uno spostamento d’emergenza per allontanare un infermo o un ferito da un’area ad alto rischio ambientale (crolli, incendi, gas tossici o radiazioni, folgorazione, traffico veicolare incontrollato ecc.), in cui la sua vita e quella dei soccorritori si trova in immediato pericolo. In questi casi la conoscenza di alcune tecniche di spostamento permette al primo soccorritore d’intervenire limitando in qualche misura il danno inevitabile che le operazioni di movimentazione dell’infermo comportano. Approfondimenti: numerose sono le tecniche di trasporto; per approfondirle consultare Sacco e Ciavarella, 2008 (capitolo 13). Suggerimenti: poiché le tecniche di trasporto presentate sono numerose e, per ragioni di tempo, non possono essere illustrate tutte, si suggerisce di scegliere le manovre più indicate in relazione al contesto nel quale si svolge il corso. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

45 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
CRITERI GENERALI Spostare il paziente solo se è indispensabile valutare preventivamente il peso del soggetto il percorso da compiere il quantitativo necessario di soccorritori i dispositivi d’ausiliazione al trasporto necessari identificare sempre e prima il team leader coprire la vittima con la metallina utilizzare sempre tecniche di sollevamento corrette Criteri generali Per permettere a soccorritori laici di prendere rapidamente una decisione ponderata si possono adottare alcuni criteri di valutazione. Il primo criterio è quello di evitare in ogni caso inutili spostamenti: trasportare, quindi, la vittima di un malore o di un infortunio soltanto quando ciò è strettamente indispensabile, cioè: se sulla scena dell’evento vi sia pericolo immediato di vita, oppure se la condizione della vittima necessita di un intervento indifferibile che richiede una posizione diversa. Per evitare spostamenti improvvisati, impedire ulteriori incidenti (scuotimenti, cadute) e non aggravare i danni sul paziente nel caso si decida il suo trasferimento, occorre anticipatamente valutare il suo peso, il percorso da compiere, il numero di soccorritori necessario, il tipo di dispositivi d’ausiliazione al trasporto (barella, telo, sedia, etc.) e, se non sono disponibili, provvedere ad allestire un qualche supporto per il trasporto di fortuna. Inoltre, sarebbe opportuno che, in spostamenti a due o più soccorritori, uno di questi – il più competente e/o più esperto – diventi il team leader del gruppo, con il compito di coordinare l’intervento, dando i comandi nelle diverse operazioni, controllando tutte le operazioni di spostamento, cercando di garantire la sicurezza dell’intero team e della vittima, richiedendo l’aiuto di altre persone, se il soggetto movimentato è in pericolo o lo si riesce a spostare con affanno. Andrà, inoltre, protetta la vittima dagli stress termici, coprendola con una coperta isotermica (metallina) o con indumenti pesanti, per ridurre la dispersione di calore, che facilita l’avvio dello shock. Occorre, anche, che i soccorritori movimentino il soggetto utilizzando tecniche di sollevamento corrette per la salvaguardia della colonna vertebrale della vittima e del tratto lombare della loro schiena, soprattutto nella fase più critica di sollevamento, ma anche nelle successive fasi di trasporto e di deposizione. Per quanto riguarda la tutela dei soccorritori dai danni derivati dal trasporto (lombalgia acuta da sforzo, cadute, distorsioni articolari, strappi muscolari) è necessario che questi si proteggano sempre a partire dalla fase di sollevamento fino alla deposizione: scaricando il peso sulle gambe, posizionando ad ogni passo saldamente il peso su tutta la pianta del piede, mantenendo il corpo della vittima il più vicino possibile al corpo dei soccorritori, cercando, quando è possibile, la collaborazione del paziente. Se in seguito alle valutazioni del caso si ritiene strettamente indispensabile eseguire la movimentazione del paziente, è necessario attenersi alla seguente regola generale: durante le manovre di trasporto del paziente se questo è sospetto di lesione alla colonna, questa non deve mai essere piegata, torta o dislocata sul suo asse; la testa, il collo, il tronco devono rimanere sempre sullo stesso asse. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

46 FATTORI CONDIZIONANTI IL TRASPORTO
soccorritori in campo supporti d’ausilio Fattori che condizionano il trasporto Presa la decisione di trasferire in luogo sicuro il paziente, tenendo conto delle condizioni della persona soccorsa (alcune tecniche di spostamento vanno assolutamente evitate per certe patologie), le successive azioni di spostamento devono considerare: la disponibilità di soccorritori (movimentazione ad uno o più soccorritori) la tipologia delle attrezzature d’ausilio alla movimentazione a disposizione dei soccorritori (convenzionali o di fortuna). Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

47 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
SOCCORRITORI IN CAMPO ad 1 soccorritore con 2 o più soccorritori Movimentazione Fattori che condizionano il trasporto: soccorritori in campo Per spostamenti brevi o in casi d’estrema urgenza anche un solo soccorritore può spostare un paziente immobilizzato. Ma questa misura andrebbe presa solo se è impossibile coinvolgere altri, anche estranei, nelle operazioni di soccorso. Infatti, la manovre che meglio garantiscono i soccorritori e la vittima sono quelle che coinvolgono due o più soccorritori. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

48 MOVIMENTAZIONE AD 1 SOCCORRITORE
trascinamento inclinato trascinamento per le caviglie trascinamento con una coperta Movimentazione ad un soccorritore Le procedure indicate non richiedono l’impiego di specifiche attrezzature; presumono, inoltre, l’intervento di un solo soccorritore. Benché tale circostanza in occasione di lavoro sia poco frequente (negli ambienti di lavoro è infatti frequente avere ampia disponibilità di soccorritori) essa non è improbabile, potendo riguardare chiunque lavora in coppia o in ambiti non usuali di lavoro, dove, alla tradizionale catena, si sia sostituto il lavoro per piccoli gruppi. Le tecniche di movimentazione con un unico soccorritore sono praticabili con soggetto cosciente o privo di coscienza, ma il loro impiego va attentamente ponderato in caso di traumi, ed evitato in caso di traumi nelle aree di presa richieste dalla specifica tecnica. Comunque, sarebbe utile che almeno una di queste tecniche di movimentazione fosse appresa dagli addetti al primo soccorso nei luoghi di lavoro; per ovvie ragioni, nel caso di lavoro a coppia è utile che entrambi gli appartenenti all’unità produttiva prendano confidenza con una delle tecniche in seguito descritte. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

49 TRASCINAMENTO INCLINATO
Indicazioni: spostamento rapido per tratti brevi, purché non siano accidentati Controindicazioni: traumi spinali e delle estremità Trascinamento inclinato Questa tecnica di trasporto può esser impiegata per spostare un soggetto cosciente con una patologia non traumatica (ad esempio, soggetto afflitto da un colpo di calore o da un’insolazione) in un ambiente più confortevole. Per quanto riguarda i traumi è assolutamente controindicata in quelli spinali e delle estremità. Tecnica Il soccorritore si pone in posizione accovacciata dietro al paziente, gli passa le proprie braccia sotto le ascelle, gli incrocia le braccia sul petto e gli afferra i polsi (ciascuna mano del soccorritore afferra la stessa mano della vittima). A questo punto si potrà sollevare il paziente alzandosi in piedi e trascinarlo tirando il suo corpo sempre lungo il suo asse verticale, facendo attenzione a non spostarlo in senso laterale e ad evitare di piegare o torcere il tronco. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

50 TRASCINAMENTO PER LE CAVIGLIE
Controindicazioni: traumi degli arti inferiori spostamento in rapidità su superfici lisce, in caso di traumi spinali Indicazioni: TRASCINAMENTO PER LE CAVIGLIE Trascinamento per le caviglie Questa tecnica di spostamento può esser impiegata per spostare in emergenza un soggetto con un sospetto di trauma spinale: le braccia disposte a corona sul capo offrono una specie di sostegno alla colonna e stabilizzano il rachide cervicale; mentre, dovendo far forza sugli arti inferiori del soggetto, la tecnica non può esser impiegata in caso di traumi degli arti inferiori. Nel trascinamento per le caviglie, comunque, cercare di spostare il meno possibile in alto le gambe per non sollecitare in eccesso la schiena: il soccorritore, pertanto, deve cercare di tenere le sue braccia il più vicino possibile al pavimento. Tecnica Spostare le braccia completamente distese del paziente sopra la testa (le braccia così disposte a corona sul capo stabilizzano il rachide cervicale). Bloccare i polsi della vittima con il cerotto e afferrare il paziente per le caviglie sollevando le gambe al minimo per non sollecitare il rachide lombare. Trascinare la vittima tirando il suo corpo sempre lungo il suo asse verticale (non spostarlo in senso laterale, evitare di piegare o torcere il tronco). Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

51 TRASCINAMENTO CON UNA COPERTA
traumi spinali Controindicazioni spostamento rapido su superfici lisce, in caso di traumi degli arti superiori ed inferiori Indicazioni TRASCINAMENTO CON UNA COPERTA Trascinamento con una coperta Per spostamenti d’urgenza in un locale non accidentato - specie se la vittima è di costituzione fisica tale da non renderne agevole la movimentazione da parte del soccorritore che accorre in suo aiuto - si può usare la tecnica dello slittamento con un ritaglio più o meno grande di tessuto (al posto della coperta può essere impiegato un tappeto, un lenzuolo, una stuoia, etc). Il trascinamento con questa tecnica offre, anche, una specie di sostegno agli arti superiori ed inferiori; mentre, dovendo far passare il supporto per lo slittamento prima sotto il tronco del soggetto, la tecnica non può esser impiegata in un sospetto trauma spinale, a meno che il traumatizzato si trovi già riverso su un supporto che poi può esser trascinato: in questo caso, la tecnica offre un qualche sostegno anche alla colonna. Nel trascinamento con una coperta, comunque, occorre spostare il meno possibile in alto la testa ed il collo della vittima per non sollecitare troppo il tratto cervicale e la schiena: l’operatore, pertanto, deve cercare di tenere le sue braccia il più vicino possibile al pavimento. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

52 MOVIMENTAZIONE A 2 O PIÙ SOCCORRITORI
Trasporto a 2 soccorritori a seggiolino per le estremità Trasporto a 3 o più soccorritori Movimentazione a due o più soccorritori Le tecniche che richiedono la partecipazione di due o più soccorritori, rispetto a quelle ad un solo soccorritore, sono: più efficaci, permettendo una più rapida movimentazione dell’infermo, meno rischiose per il soggetto soccorso per scuotimenti e cadute, di maggior tutela per i soccorritori dai danni derivati dal trasporto. Nel caso di un sospetto trauma della colonna è importante che i diversi operatori riescano ad interagire fra di loro per riuscire a tenere allineati la testa al collo ed al tronco e non correre il rischio di piegare la colonna vertebrale; in questo caso il ruolo del team leader del gruppo è strategico, coordinando le varie fasi dell’intervento, dando i comandi nelle diverse operazioni, controllando che in tutte le operazioni sia garantita la sicurezza dell’intero team e della vittima soccorsa. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

53 TRASPORTO A SEGGIOLINO
paziente incosciente, in shock, con fratture pelviche, spinali o degli arti Controindicazioni per spostare un paziente con problemi, che non gli consentono lo spostamento spontaneo Indicazioni TRASPORTO A SEGGIOLINO Trasporto a seggiolino Consente di camminare frontalmente, quando necessita una visione della scena. È indicata per spostare rapidamente un paziente colto da un malessere o da altri problemi, che non gli permettono di spostarsi spontaneamente. Tecnica I due soccorritori formano: a) uno schienale per sostenere le spalle del paziente sostenendosi reciprocamente in alto con le rispettive braccia appoggiate sulla spalla dell’altro, b) un palco su cui far sistemare il paziente afferrando in basso reciprocamente con la mano libera il braccio libero dell’altro soccorritore. Il paziente viene fatto collocare all’interno del seggiolino e spostato. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

54 TRASPORTO PER LE ESTREMITÀ
shock, fratture costali, pelviche, spinali o degli arti Controindicazioni per spostare un paziente con problemi, che non gli consentono lo spostamento spontaneo Indicazioni TRASPORTO PER LE ESTREMITÀ Trasporto per le estremità Come le altre tecniche a 2 soccorritori consente di camminare frontalmente, quando necessita una visione della scena. È indicata per spostare rapidamente un paziente colto da un malessere o da altri problemi, che non gli permettono di spostarsi spontaneamente o un paziente incosciente. Rispetto alle altre tecniche è controindicata in pazienti con fratture costali, pelviche, spinali o degli arti. Tecnica Il primo soccorritore s’inginocchia alle spalle del paziente, seduto a terra con le ginocchia flesse, passando le braccia sotto le ascelle del paziente, gli afferra i polsi. L’altro soccorritore s’accovaccia a sua volta ai piedi del paziente e gli afferra le ginocchia. A comando del team leader, i soccorritori si sollevano simultaneamente e spostano il paziente. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

55 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Eseguendola correttamente, la manovra non è particolarmente rischiosa Controindicazioni Spostamento rapido in caso di trauma su lunghi percorsi Indicazioni TRASPORTO A 3 Trasporto a tre Consente di ridistribuire il peso fra i componenti del gruppo e di limitare i possibili danni da movimentazione al paziente ed ai soccorritori. Il maggior numero di soccorritori consente anche di svolgere spostamenti percorrendo più lunghe distanze rispetto alle altre tecniche. Nella movimentazione del paziente, specie in quelle più critiche di sollevamento e di deposizione, occorre operare in sincronia, avendo particolare cura a tenere sempre in asse il tronco del paziente. Tecnica I soccorritori s’inginocchiano disponendosi, per non ostacolarsi, in alternanza sui lati dell’infermo; il soccorritore accanto alla testa del paziente posiziona un braccio tra il collo e le spalle a sostegno della testa e l’altro braccio sotto la parte superiore della schiena; il soccorritore successivo posiziona un braccio sotto la vita, l’altro sotto le anche; il soccorritore accanto alle gambe posiziona un braccio sotto le ginocchia, l’altro sotto le caviglie. A comando del team leader simultaneamente si sollevano e spostano il paziente. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

56 DISPOSITIVI D’AUSILIAZIONE
Un infortunato andrebbe sempre spostato su un mezzo convenzionale di trasporto ... se non c’è in dotazione un mezzo di fortuna Dispositivi di ausiliazione La semplice movimentazione di un infortunato in emergenza deve il più possibile limitarsi alla fase di sollevamento. Quelle successive di trasporto e di deposizione, per quanto è consentito dai mezzi o dalle circostanze, dovrebbero servire solo per trasferire il paziente soccorso su un dispositivo d’ausiliazione Pertanto, le manovre di spostamento manuale del paziente soccorso dovrebbero essere molto limitate nel tempo e nello spazio, privilegiando sempre lo spostamento con un mezzo convenzionale di trasporto o, in assenza di questi, con un mezzo di fortuna. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

57 AUSILI ALLA MOVIMENTAZIONE
di fortuna convenzionali sedia da cucina telo (coperte; lenzuoli) sedia a rotelle barella standard a cucchiaio asse spinale AUSILI ALLA MOVIMENTAZIONE Ausili alla movimentazione I principali mezzi di trasporto convenzionali sono: la sedia a rotelle la barella standard con ruote pieghevoli la barella a cucchiaio l’asse spinale. In dotazione agli equipaggi d’ambulanza di solito c’è anche il telo, che viene usato di preferenza in alternativa alla sedia a rotelle, ma che, a differenza di questo mezzo, richiede l’impiego di almeno tre addetti, addestrati all’uso di tale tecnica. La barella a canestro è un altro ausilio della movimentazione impiegato in particolari circostanze: spostamenti con corda da piani differenti, terreno in salita, lungo una scala, sopra macerie o rottami o terreni accidentati Questi mezzi – adoperati dagli operatori sanitari di pronto soccorso territoriali ed ospedalieri - difficilmente sono disposizione di operatori laici; pertanto, in mancanza di essi, per la movimentazione si possono impiegare ausili alla movimentazione di fortuna quali una porta scardinata, un tavolo a cui si smontino i piedi, una sedia da cucina, un lenzuolo o una coperta con i lembi annodati. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

58 INDICAZIONE DEI PRINCIPALI MEZZI DI TRASPORTO CONVENZIONALI
di scelta nel trasporto del traumatizzato, con il supporto della barella cucchiaio nella fase di sollevamento Asse spinale per il sollevamento ed il trasporto nel trauma Barella cucchiaio per il trasporto rapido ed in sicurezza nella gran parte delle situazioni Barella standard Per trasportare pazienti non traumatici in spazi angusti, ascensori, rampe di scale Sedia a rotelle Indicazione all’utilizzo dei principali mezzi di trasporto convenzionali Si impiegano i dispostivi di trasporto convenzionali innanzitutto sulla base della presenza di una situazione traumatica o meno e poi per il tipo di percorso e per gli ostacoli presenti. Nel trauma sono d’elezione la barella a cucchiaio – molto utile per sollevare il paziente da terra e per le altre operazioni di movimentazione – e l’asse spinale, meno facile da utilizzare, ma - impiegabile anche in sala raggi, in quanto trasparente ai raggi X - evita la necessità di un’ulteriore spostamento del paziente per gli accertamenti. Pertanto, si usano i due dispositivi in reciproco supporto, sollevando il traumatizzato con la barella a cucchiaio e deponendolo sull’asse per i successivi atti diagnostici. Gli altri dispositivi s’impiegano con pazienti senza rischio di danni alla colonna, adoperando di preferenza la barella standard, specie se occorre compiere lunghi percorsi su terreno liberi; la sedia a rotelle per il trasporto in spazi ristretti, in ascensori stretti, con rampe di scale (con le stesse indicazioni della sedia è impiegato anche il telo, che, comunque, richiede l’intervento di almeno tre operatori). Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

59 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
USO DI MEZZI DI TRASPORTO DI FORTUNA I mezzi di trasporto con cui il primo soccorritore deve acquistare una qualche dimestichezza sono: la sedia da cucina il trasporto con telo (coperte, lenzuoli) Uso dei mezzi di trasporto di fortuna I soccorritori laici, in caso di necessità, possono facilmente preparare con poche risorse (una porta scardinata, due tavole di cantiere fissate assieme, un giaccone o un cappotto abbottonati con due pali che l’attraversano, una coperta o un lenzuolo con i lembi arrotolati o annodati) un qualche dispositivo di trasporto di fortuna. Ma il trasporto con mezzi di fortuna è molto pericoloso e va limitato soprattutto a soggetti impossibilitati a muoversi non traumatizzati, circoscrivendone comunque l’impiego soltanto nelle azioni di spostamento in luogo sicuro in caso di pericolo imminente per il paziente e per i soccorritori. Pertanto, è necessario che i soccorritori laici abbiano dimestichezza con qualcuno di questi sistemi straordinari di movimentazione. In particolare, si descrivono di seguito la tecnica del trasporto con una robusta sedia da interni - qual è, ad esempio, la sedia da cucina - e quella del trasporto con il telo, che offrono i minori rischi d’impiego. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

60 Trasporto con sedia da cucina
Indicazioni: Trasporto a 2 soccorritori di soggetti coscienti e magri anche attraverso corridoi, scale, ascensori Trasporto con sedia da cucina Il trasporto con una robusta sedia d’interni, ad es. da cucina, è: adatto con pazienti di corporatura poco robusta, coscienti e collaboranti indicato per soggetti dispnoici, con edema polmonare, infarto controindicato in caso si sospetti traumi o fratture. Il trasporto si effettua con uno o due soccorritori e consente loro di spostarsi frontalmente e di avere una visione adeguata della scena. È indicato per gli spostamenti d’emergenza anche attraverso percorsi accidentati (scale) o ristretti (corridoi, ascensori). Nel trasporto è necessaria la collaborazione attiva del paziente, che dovrà fare attenzione a non sporgersi dalla sedia o aggrapparsi istintivamente ad appigli (maniglie, ringhiere), rischiando di sbilanciare i soccorritori e cadere. Pertanto si dovrà raccomandare al paziente di tenere le braccia conserte e le mani sulla pancia. Per un transito sicuro occorre bonificare ai soccorritori il percorso, togliendo ingombri prima dell'avvio della manovra o facendoli precedere da un astante, che rimuove o segnala gli ostacoli prima del loro arrivo. Tecnica Questa tecnica ha altre due varianti: a due soccorritori ad un soccorritore. La variante a due soccorritori prevede la presa laterale da parte d’entrambi i soccorritori, che si portano di fianco alla sedia afferrano con una mano il montante posteriore della sedia e con l’altra mano la gamba anteriore alzandosi contemporaneamente al comando del team leader. È utilizzabile quando lo spazio consente ai soccorritori di disporsi affiancati ed ha il vantaggio di una maggiore e migliore visibilità della scena e stabilità del trasporto. L’altra tecnica ad un soccorritore permette il trasporto di un soggetto su superfici piane e pavimentate con un sistema a trascinamento. Si procede dopo aver fatto sedere il paziente sulla sedia, afferrando lo schienale e inclinando la sedia all’indietro; in questa posizione, con il paziente appoggiato allo schienale, si trascina la sedia lungo il percorso stabilito. Controindicazioni: Pazienti non collaboranti o con funzioni vitali compromesse, in shock, con fratture Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

61 Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"
Pazienti con fratture, edema polmonare, dispnea Controindicazioni Paziente non collaborante o incosciente Indicazioni Trasporto con un telo Trasporto con un telo Se il paziente non è collaborante o è incosciente, si può utilizzare un telo, una coperta, dopo aver disteso sopra il soggetto, per spostarlo in emergenza anche attraverso percorsi accidentati (scale) o ristretti (corridoi, ascensori). I trasporto con telo è controindicato in caso di: traumi o fratture, per le sollecitazioni su schiena ed arti che la procedura determina edema polmonare, dispnea, per l’ostacolo alla respirazione diaframmatica indotta dalla posizione nel telo del paziente. Il trasporto si effettua con almeno tre, preferibilmente quattro soccorritori e permette loro di spostarsi frontalmente e di avere una visione adeguata della scena. Tecnica Dopo aver fatto distendere il paziente sulla coperta i soccorritori afferrano i lembi della coperta per iniziare il trasporto, disponendosi un soccorritore alla testa del paziente (il quale, per evitare eventuali traumi durante la discesa, solleva la testa rispetto al corpo), gli altri due ai suoi fianchi. Se il trasporto avviene con 4 soccorritori , due afferrano i lembi laterali, il quarto afferra entrambi i lembi in corrispondenza dei piedi. Se il trasporto è a 3 soccorritori, i due soccorritori afferrano i lembi dei piedi e quelli laterali. A comando del team leader s’avviano facendo avanzare i piedi prima del resto del corpo. Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"

62 Sollevamento e trasporto con più soccorritori
2 1 Si!! Sollevare!! 1 Siete pronti? Sollevamento e trasporto con più soccorritori Nella figura è riportata la tecnica di sollevamento e trasporto con più soccorritori. In questo caso, come in tutti gli altri casi di trasporto eseguito da più soccorritori, va sempre individuato un team leader, il quale, postosi alla testa della vittima, attraverso ordini perentori indicherà agli altri soccorritori le manovre da compiere. Suggerimenti: il sollevamento da terra del manichino può essere provato da 4 o 5 discenti. Il team leader, postosi a capo della vittima, accertatosi della corretta posizione degli altri soccorritori, chiederà: “siete pronti?”. Al “si” dei soccorritori, dirà: “Sollevar - e!!”. Al termine dell’ordine i soccorritori solleveranno contemporaneamente e lentamente la vittima; con la medesima metodica è possibile provvedere a deporre la vittima su una barella d’emergenza. Team Leader Docente <Nome> - Corso di formazione "Primo soccorso"


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