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PubblicatoGemma Barbato Modificato 5 anni fa
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I confidi come strumento di prevenzione Corso di formazione “Prevenire il crimine organizzato, promuovere la legalità” - 22 febbraio 2013
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Un po’ di storia I Confidi nascono prevalentemente fra la seconda metà degli anni 60 e la fine degli anni 70, per associazionismo spontaneo degli imprenditori di tutte le categorie produttive. Lo scopo è quello di supportare le imprese nel rapporto con le banche, con benefici nell’accesso e nelle condizioni del credito.
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Ruolo dei confidi Lo strumento principale per raggiungere questo obiettivo è la costituzione di fondi rischi mutualistici, attraverso i quali prestare garanzie aggiuntive alle banche. A ciò si aggiungeva la rappresentanza di una pluralità di imprese e quindi una più efficace negoziazione con gli interlocutori bancari.
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Il rapporto con gli Enti locali
Presto si è sviluppato un proficuo rapporto di collaborazione fra i confidi e gli Enti locali, i quali nel tempo e con varie modalità, hanno sostenuto e sviluppato l’attività degli stessi e la loro capacità di essere un valido supporto per il sistema imprenditoriale. Ciò è avvenuto in una prima fase, con apporti diretti alle spese stesse di funzionamento, e in seguito mediante contributi ai fondi rischi per aumentare la capacità di garanzia e con contributi in conto interessi (in genere erogati alle imprese per il tramite dei confidi) finalizzati a molteplici esigenze della vita aziendale.
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Legge Quadro del 2003 n. 326 L’avvento, nel 2003, di una Legge Quadro di disciplina del settore, ha aperto una nuova fase evolutiva per i confidi, in particolare per quelli che, avendo raggiunto una certa dimensione operativa, hanno dovuto entrare a far parte dell’elenco degli intermediari finanziari vigilati, ai sensi della normativa bancaria.
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Confidi ex art. 107 Sono intermediari finanziari iscritti, in base ai criteri fissati dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, nell'elenco speciale previsto dall'art. 107 del Testo Unico Bancario e sottoposti ai controlli della Banca d'Italia. La Banca d'Italia ha emanato la normativa secondaria che obbliga i confidi più importanti che rispettano determinati requisiti patrimoniali e di volume di attività finanziaria (75 milioni di euro) a divenire intermediari finanziari ex art. 107 del T.U.B., vigilati dalla Banca d'Italia stessa; conseguenza fondamentale per l'intero sistema bancario sarà il minor assorbimento del patrimonio di vigilanza delle banche stesse con vantaggi per le imprese garantite.
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I confidi vigilati Lo status di confidi vigilato ex art. 107 del TUB ha attribuito a tali organismi due requisiti fondamentali: la possibilità di erogare alle banche garanzie eleggibili ai sensi della normativa di Basilea 2 (quindi ponderabili in termini di accantonamento al capitale di vigilanza delle banche); l’autorizzazione a gestire fondi pubblici di agevolazione per conto di enti locali.
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Le aggregazioni Dall’entrata in vigore della Legge Quadro, il sistema dei confidi ha attraversato un periodo di profonda ristrutturazione, dando vita a numerosi processi di aggregazione che hanno portato alla formazione di soggetti più grandi e strutturati, obbligati a dotarsi di organizzazioni e capacità operative e professionali nettamente superiori agli standard precedenti.
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Criticità: i patrimoni dei confidi
Gli obblighi derivanti dalla vigilanza della Banca d’Italia e la ormai perdurante crisi economica e finanziaria, stanno oggi evidenziando alcune importanti criticità dei confidi. Fra queste la crescente esigenza di patrimoni adeguati all’ampiezza e all’importanza della loro missione: quella di affiancare le piccole e medie imprese nell’accesso al credito, con un sempre maggiore orientamento alla qualità del credito, avendo come obiettivo la continuità e lo sviluppo del sistema produttivo.
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Osservatorio sul credito 2011
I risultati dell’indagine effettuata da Unioncamere a dicembre 2011 mostrano sia una ripresa degli effetti della recessione sulle imprese, sia un ulteriore inasprimento dei rapporti con il sistema creditizio. Infatti una delle conseguenze negative della crisi sulle imprese risulta essere la minore liquidità. Il sistema creditizio dovrebbe pertanto supportare le imprese ed aiutarle a superare difficoltà finanziarie temporanee per riprendere l’attività ai primi segnali di ripresa.
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Stretta creditizia Invece emerge nettamente la prudenza delle banche nell’assegnare risorse: il totale delle imprese che ha visto rifiutare la loro richiesta di finanziamento, dichiara che le garanzie presentate non erano sufficienti per la banca. Pertanto si comincia a percepire una restrizione del credito erogato, ma soprattutto diventa problematico l’aumento eccessivo dei costi per il finanziamento, che possono costituire un ostacolo serio per le imprese che hanno necessità di nuova liquidità.
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Ancora spazio per i Confidi
Un valido strumento per facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese può essere l’intermediazione dei Confidi che operano in collaborazione con le Camere di Commercio. In provincia di Modena nel 2011 il 27,5% delle imprese intervistate si è rivolto ai Confidi (la media regionale è del 25,1%) e tra quelle che hanno fatto ricorso alla garanzia di un Confidi, il 90,9% ne dà un giudizio positivo.
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Sostegno finanziario del sistema camerale in tema di accesso al credito
Unioncamere nel 2012 ha svolto un monitoraggio sui confidi e sul sostegno delle Camere al loro sviluppo: Nel 2011 le 61 Camere oggetto dell’indagine hanno erogato a 235 Confidi 59 milioni di euro, così suddivisi: 26 a fondo rischi 22 contributi in c/interessi 11 per processi di aggregazione
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Sistema camerale Negli ultimi anni il sistema camerale ha agito come facilitatore dei rapporti di partnership tra banche, confidi e imprese, in quanto l’aggravarsi della crisi economico-finanziaria ha portato ad un irrigidimento dei criteri di selezione del credito adottati dai principali istituti di credito e ad un acuirsi del cosiddetto credit-crunch.
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Confidi ed Enti locali Le Camere hanno sostenuto direttamente i confidi o hanno alimentato forme di supporto quali Fondi di Co o contro-garanzia, anche grazie alla collaborazione di regioni, province e comuni. Alcuni esempi: Nel 2010 è nato ex art. 58 l.r. 3/99 fondo di co-garanzia a favore dei Confidi 107 dei settori: industria, artigianato, cooperazione e servizi (Fidindustria, Unifidi e Cooperfidi). Il fondo di cogaranzia è stato creato dalla Regione per agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese che, a causa dei pesanti effetti dell’attuale crisi economica e finanziaria e delle regole definite da Basilea 2, trovano sempre più difficoltà ad accedere ai finanziamenti bancari. Sostiene sia investimenti che esigenze di liquidità aziendale.
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Fondo Innovazione Fondo rotativo di 10 milioni di euro, cofinanziato da Camera di Commercio, Provincia di Modena, Comune di Modena e molti altri comuni del territorio. Confidi coinvolti: Unifidi e Fidindustria, oltre a 3 primari istituti di credito. Nei 5 bandi usciti tra il 2006 e il 2012: n. 371 progetti presentati, n. 349 progetti ammessi per un importo complessivo di 67 milioni €
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Azione Credito e Tassi al ribasso
Nel 2012 il Comune di Modena ha rinnovato la convenzione con i Confidi del commercio e dell’artigianato per agevolare il credito alle imprese (Cofiter, Confidi per le imprese e Unifidi). Beneficiari: le imprese commerciali e artigiane fino a 20 addetti, con sede o unità locale nel comune di Modena. La convenzione prevedeva che tramite il contributo pubblico messo a disposizione dall'Assessorato alle Politiche Economiche e con la garanzia dei Confidi fosse possibile avere un abbattimento sul tasso di interesse del 2,5% per investimenti. Scadenza: 31 dicembre 2012. Nel analoga iniziativa denominata Azione Credito.
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Fondo centrale di Garanzia
Il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI è uno strumento istituito con Legge n. 662/96 (art. 2, comma 100, lettera a) e operativo dal La sua finalità è quella di favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali portate dalle imprese. Rivolgendosi al Fondo centrale di Garanzia, pertanto, l’impresa non ha un contributo in denaro, ma ha la concreta possibilità di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative) sugli importi garantiti dal Fondo. Questo interviene fino al 60% (o all’80 % in alcuni casi) del finanziamento richiesto, fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro. Secondo le ultime rilevazioni, circa il 99% delle imprese ha avuto accesso al finanziamento con la copertura del Fondo Centrale in assenza della presentazione di garanzie reali.
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Fondo Centrale di garanzia
A seconda della natura del soggetto che si rivolge al Fondo Centrale di Garanzia, per richiedere che l’operazione di erogazione del credito verso una PMI sia assistita dalla garanzia del Fondo, esistono diverse modalità di intervento: • Garanzia diretta: indica la garanzia prestata dal Fondo direttamente a favore dei soggetti finanziatori. In questo caso, l’impresa che necessiti di un finanziamento può chiedere alla banca di garantire l’operazione con la garanzia pubblica. L’attivazione di questa garanzia è a rischio zero per la banca che, in caso di insolvenza dell’impresa, viene risarcita dal Fondo e, in caso di eventuale esaurimento di fondi di quest’ultimo, direttamente dallo Stato. • Controgaranzia: indica la garanzia prestata dal Fondo a favore dei Confidi e degli altri Fondi di Garanzia. In questo caso l’impresa si rivolge a un Confidi o ad altro fondo di garanzia che provvederanno ad inviare la domanda di controgaranzia al Fondo. • Cogaranzia: indica la garanzia prestata dal Fondo direttamente a favore dei soggetti finanziatori e congiuntamente ai Confidi, agli altri Fondi di Garanzia ovvero ai Fondi di garanzia istituiti nell’ambito dell’Unione Europea o da essa cofinanziati.
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Sezione speciale dedicata all’internazionalizzazione delle PMI
Il nuovo accordo promosso dal Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza e siglato lo scorso 19 dicembre dai Presidenti di 19 Camere di Commercio, dal Ministro dello Sviluppo Economico e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze alimenterà il Fondo Centrale di garanzia per le piccole e medie imprese con oltre 17 milioni di euro, che grazie alla compartecipazione al rischio del Fondo stesso, consentiranno di attivare a favore delle PMI dei rispettivi territori oltre 600 milioni di euro di finanziamenti. Le prime sezioni speciali del Fondo Centrale di Garanzia istituite corrispondono alle 19 CCIAA aderenti – Bari, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Firenze, Genova, Lecco, Mantova, Milano, Modena, Monza-Brianza, Napoli, Palermo, Pavia, Salerno, Trieste, Udine e Varese. Successivamente sarà possibile anche per altre Camere di Commercio aderire all’iniziativa.
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Sezioni speciali del Fondo Centrale
Con l’istituzione delle sezioni speciali, che presto saranno operative, si è voluto sottolineare l’importanza strategica della competitività internazionale e supportare le imprese che intendono avviare o consolidare la propria presenza nei mercati esteri semplificando l’iter per ottenere i finanziamenti necessari a condizioni più accessibili. Questo avverrà grazie alle garanzie statali concesse per l’accesso al credito delle PMI che chiederanno finanziamenti alle Banche, anche per investire all’estero. L’impresa, infatti, non riceve un contributo in denaro ma viene agevolata nell’ottenimento dei finanziamenti senza necessità di presentare all’istituto finanziario garanzie aggiuntive. Questo significa che in caso di insolvenza dell’impresa, sarà il Fondo di Garanzia a risarcire la banca.
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Confidi e sezioni speciali
Le garanzie verranno canalizzate attraverso la rete dei Confidi, che potranno contare tra l’altro su tempi di istruttoria molto brevi e procedure semplificate. Le operazioni che verranno presentate a valere sulle sezioni speciali istituite con le Camere di Commercio potranno inoltre chiedere la copertura massima del finanziamento, anche in caso di future rimodulazioni. In ultima istanza potrà inoltre intervenire una garanzia dello Stato alla quale si applica il meccanismo della ponderazione zero, come stabilito dalle regole di Basilea II.
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Risorse della CCIAA di Modena destinate alle PMI tramite i Confidi
nel 2011: euro nel 2012: euro intervento straordinario pro-sisma nel 2013: euro
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Conclusioni La presenza dei Confidi per agevolare l’accesso al credito è fondamentale, soprattutto nella logica della promozione della legalità e come strumento di prevenzione di un fenomeno drammatico per il nostro sistema produttivo quale l’usura. Gli Enti locali possono continuare a sostenere i Confidi e a collaborare con essi per aiutare le PMI ad uscire dalla crisi.
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Contatti Grazie per l’attenzione concessa Elena Sacchi
Resp.le Area Sviluppo Imprese CCIAA di Modena tel. 059/208266
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