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PubblicatoRosangela Villani Modificato 5 anni fa
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EFFETTI EMBRIOTOSSICI DEL METILMERCURIO E DEL MERCURIO
E' noto che il metilmercurio (MeHg), contenuto nel pesce e negli organismi marini in percentuale supe-riore a quella del mercurio (Hg) inorganico, è tera-togeno per l'embrione umano. In base alla nostra esperienza in studi sperimentali, la tossicità di MeHg è circa volte superiore a quella dell’Hg inorganico (Carmignani e coll. 1983). L 'esposizione a MeHg ha anche indotto malformazioni nello Xenopus Laevis (un anfibio) seguendo il protocollo FETAX, un test standardizzato per identi-ficare gli agenti teratogeni ed embriotossici (Sunder-mann 1998).
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Per quanto riguarda l'Hg inorganico, è stato dimostrato che l'esposizione a questo metallo (ed ad altri come As, Bo, Cd, Co, Cr, Ga, Li, Mn, Ni, Pb, U) ha indotto aborti, morti post-natali e malformazioni in ratti, topi e porcellini d'India. La "Minamata disease“ è una intossicazione da MeHg da ingestione di pesce. Gli organismi marini della baia di Minamata presentavano elevati livelli di Hg (range ppm) a causa di scarichi industriali. Più di 25 bambini, nati in questa zona, erano cerebrolesi. Cordoni ombelicali di neonati nella zona di Minamata sono stati raccolti dal 1950 al 1969: prima dell'inquinamento, il MeHg contenuto nel tessuto ombelicale era (media + D.S.) ppm; nei neonati con gravi lesioni nervose era invece ppm, ed in quelli con ritardo mentale ppm mentre in quelli asinto-matici era ppm (Harada e coll. 1995).
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Anche nell'intossicaziòne di massa da MeHg del 1972 in
Iraq sono state esposte gestanti. Nessuna di loro pre- sentava segni di intossicazione; tuttavia i loro neonati Erano affetti da deficienze neurologiche e ritardo nello sviluppo mentale. L 'embriotossicità del Hg inorganico è stata studiata su 152 mogli di lavoratori esposti professionalmente al metallo e su 374 controlli (Cordier et al 1991). Nelle mogli v'era un aumento di aborti spontanei correlato con I'Hg urinario dei mariti precedente la gravidanza. Con valori di Hg urinario superiori a 50 mg/l il rischio era praticapemte doppio (O.R. = 2.26). Sono state avanzate due ipotesi per spiegare questo fenomeno: a) un diretto effetto di Hg sul sistema riproduttivo ma- schile, b) indiretta tossicità per la madre e l' embrione attra-verso il trasporto di Hg dal padre (indumenti, ecc.).
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Da tempo esiste il problema della possibile embriotos-
sicità delle amalgame dentarie contenenti Hg. A questo riguardo, devono essere prese in considera- zione: a) la composizione chimica delle amalgame, b) la dose di esposizione, c) lo stadio dello sviluppo embrionale, d) la suscettibilità genetica dell'embrione. Per quanto riguarda la composizione chimica dei vapo- ri di Hg delle amalgame, questi contengono solamente Hg inorganico. La concentrazione Intraorale di Hg dei portatori di otturazioni in amalgama è più alta rispetto ai soggetti che ne sono privi ( vs mg/m3). Questa concentrazione aumenta nei portatori di amalgama, 10 min dopo stimolazione con chewingum, a circa 30 mg/m3. In base a queste osservazioni è stato calcolato che i soggetti con 4 o meno superfici occlu- sali assorbono una dose di 8 mg di Hg/giorno mentre quelli con più di 12 otturazioni assorbono circa 30 mg .
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Per quanto riguarda la dose di assorbimento di Hg, nei
portatori di amalgama questa è stata calcolata nell'or- dine di 5 mg/giorno tenendo in considèrazione che il metallo è facilmente assorbito a livello polmonare e scarsamente a livello gastrointestinale. In ogni caso, nei portatori di amalgama, i valori di Hg urinario (mg/g creatinina o l) o di Hg ematico(O. 7 mg/l) erano più elevati rispetto al gruppo di controllo. Tali valori erano tuttavia notevolmente inferiori a quelli ritenuti elevati nei lavoratori professionalmente esposti ad Hg (25-50 mg/ldi urina). In conclusione, anche se l'amalgama dentario è fonte di esposizione ad Hg, ed esso è certamente fonte di sensibilizzazione e di allergopatie, non è stata dimo- stratano la sua embriotossicità. E' tuttavia norma pru- denziale evitare o ridurre al minimo l'uso di amalgame contenenti Hg nella cura di donne in gravidanza.
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Bibliogafia 1. Carmignani M, Boscolo P, Finelli VN. Toxicol. Appl. Pharmacol. 69, , 1983. 2.Cordier S, Deplan F, Mandereau L, HemonD, Br. J. Ind. Med. 48: ,1991. 3. Harada M, Akagi H, Tsuda T, Kizaki T, Ohno H. Sci. Total Env. 30: 59-62, 1999. 4. Sundermann Jr. FW. 51th Int. Symp. on Metal Ions in Medicine and Biology . Munich. May 1998, L 20.
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