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Il piacere di fare filosofia
Storia della Filosofia Terzo Corso, Seconda parte A.A Il piacere di fare filosofia Prof. S.F. Mingiardi UNITEL SEREGNO
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I CONTESTATORI DI HEGEL
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) ritratto da Ludwig Sigismund Ruhl (1815)
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(Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860)
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) «La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia» Schopenhauer nacque a Danzica il 22 febbraio 1788. Figlio di un ricco mercante, Heinrich Floris, e di una scrittrice, Johanna Henriette Trosiener, nel 1805, alla morte del padre, si stabilì a Weimar con la madre. Contrario ad ogni mondanità, si ritirò in solitudine per portare a termine gli studi. Dopo la morte del padre nel 1805, decise di dedicarsi alla filosofia e frequentò i corsi tenuti da Gottlob Ernst Schulze a Gottinga e quelli di Johann Gottlieb Fichte a Berlino. Nei confronti di questi, ma anche di Schelling e di Hegel, Schopenhauer nutrì sempre disprezzo e avversione, definendo Hegel «Il gran cialtrone» «Sicario della verità».
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(Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860)
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Ingegno molteplice, sempre interessato ai più diversi aspetti del sapere umano (frequentò corsi di fisica, matematica, chimica, magnetismo, anatomia, fisiologia) nel 1813 si laureò a Jena. Nel 1819, pubblicò la sua opera più importante, Il mondo come volontà e rappresentazione che ebbe scarsissimo successo tra i suoi contemporanei e che incominciò a ricevere qualche attenzione solo vent'anni dopo. Infatti anche le successive edizioni del trattato furono accolte assai sottotono, nonostante fossero giunti, da più parti, persino riconoscimenti ufficiali, primo fra tutti la vittoria di un concorso indetto dalla Società delle Scienze norvegese, che egli conseguì nel 1839 con un trattato Sulla libertà del volere umano.
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(Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860)
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Dopo aver girato in lungo ed in largo l'Europa, e dopo una breve parentesi da libero docente universitario a Berlino (1820), dal 1833 decise di fermarsi a Francoforte sul Meno dove visse da solitario borghese, celibe, misogino. La vera affermazione del pensatore si ebbe solo a partire dal 1851, data della pubblicazione del volume Parerga e paralipomena, inizialmente pensato come un completamento della trattazione più complessa del Mondo, ma che venne accolto come un'opera a sé stante, uno scritto forse più facile per stile e approccio e che, come rovescio della medaglia, ebbe quello di far conoscere al grande pubblico anche le opere precedenti del filosofo.
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(Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860)
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Fondamentalmente in pieno accordo con i dettami della sua filosofia, manifestò un sempre più acuto disagio nei confronti dei contatti umani (ciò che gli procurò, in città, la fama di irriducibile misantropo) e uno scarso interesse, almeno in via ufficiale, per le vicende politiche dell'epoca quali furono, ad esempio, i moti rivoluzionari del 1848; I tardi riconoscimenti di critica e pubblico servirono, con probabilità, ad attenuare i tratti più intransigenti del carattere del filosofo. Ciò gli procurò negli ultimi anni della sua esistenza una ristretta ma interessata e fedelissima cerchia di (come egli stesso amò definirli) devoti "apostoli", tra cui il compositore Wagner. Morì di pleurite acuta nel 1860. Schopenhauer fotografato nel 1859
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Presentazione di Umberto Galimberti
(Video su YouTube)
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Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Radici culturali del sistema Platone col suo mondo delle idee intese come forme eterne Kant, considerato il più grande filosofo della storia per la sua impostazione soggettivistica della conoscenza. L’Illuminismo di orientamento materialistico e Voltaire per la sua tagliente e demolitrice ironia. Il Romanticismo di orientamento irrazionalistico pe la sua importanza attribuita all’arte e alla musica, per la sua tensione all’Infinito e la concezione di un Principio cosmico sotteso a tutta la realtà. Il rifiuto radicale dell’Idealismo soprattutto quello hegeliano con la sua identità tra razionale e reale. L’interesse per la spiritualità orientale, induista e buddista coi suoi testi dei Veda e delle Upanishad che interpretano il mondo come Velo di Maya che nasconde le vera essenza delle cose. A tal proposito nella seconda metà del secolo scorso esponenti cattolici quali Paul Knitter e Raimon Panikkar hanno espresso grande interesse per la spiritualità orientale sostenendo che il cattolicesimo e il cristianesimo in generale non possono più fare a meno di un aperto confronto con essa.
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Il mondo come volontà e rappresentazione
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Il mondo come volontà e rappresentazione Spazio Soggetto (“Ciò che tutto conosce senza essere conosciuto da alcuno”) La rappresentazione ovvero il fenomeno come velo di Maya E si basa sulle forme a priori di Consta di Tempo Oggetto (“ciò che viene conosciuto”) Causalità Soggetto e oggetto, costituendo le due componenti inscindibili della rappresentazione, non possono stare l’uno senza l’altro
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Il mondo come volontà e rappresentazione
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Il mondo come volontà e rappresentazione Come rappresentazione e fenomeno superficiale (velo di Maya) L’uomo è dato a se stesso in due modi Come cosa in sé , noumeno, ed essenza profonda (= volontà di vivere) Corpo = oggettivazione della Volontà Volontà = noumeno dell’uomo e dell’Universo
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Il mondo come volontà e rappresentazione Caratteri della Volontà
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Il mondo come volontà e rappresentazione Caratteri della Volontà Inconscia Unica Eterna Incausata Senza scopo Volontà di vivere: Essenza segreta del mondo
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Il mondo come volontà e rappresentazione Pessimismo radicale
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Il mondo come volontà e rappresentazione Pessimismo radicale Volontà di vivere = desiderio = mancanza = dolore Piacere = cessazione momentanea del dolore “Piacer figlio d’affanno” (Leopardi, La quiete dopo la tempesta). Di Leopardi, scolasticamente, si evidenziano tre tipi di pessimismo: Storico, Personale, Cosmico. A tal proposito è opportuno citare il famoso saggio: Schopenhauer e Leopardi scritto in forma di dialogo da Francesco de Sanctis, pubblicato per la prima volta nel dicembre 1858 sulla Rivista Contemporanea. Desiderio e dolore Il pendolo della Vita oscilla tra: Esistere è soffrire Sazietà e noia
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Il mondo come volontà e rappresentazione Pessimismo radicale
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Il mondo come volontà e rappresentazione Pessimismo radicale Volontà di vivere = desiderio = mancanza = dolore Piacere = cessazione momentanea del dolore “Piacer figlio d’affanno” (Leopardi, La quiete dopo la tempesta). Di Leopardi, scolasticamente, si evidenziano tre tipi di pessimismo: Storico, Personale, Cosmico. A tal proposito è opportuno citare il famoso saggio: Schopenhauer e Leopardi scritto in forma di dialogo da Francesco de Sanctis, pubblicato per la prima volta nel dicembre 1858 sulla Rivista Contemporanea. Desiderio e dolore Il pendolo della Vita oscilla tra: Esistere è soffrire Sazietà e noia
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Il mondo come volontà e rappresentazione La sofferenza universale
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Il mondo come volontà e rappresentazione La sofferenza universale Pessimismo cosmico: il dolore non riguarda soltanto l’uomo, ma investe ogni creatura – Tutto soffre E chi più soffre è chi più sa: Qui auget scientiam, auget et dolorem (La citazione è ripresa dalla Bibbia (Ecclesiaste, 1, 18). Qohelet è il nome ebraico che, nella traduzione dei Settanta, è reso con Ecclesiaste, uno dei rari libri della Bibbia che esprimono, come quello di Giobbe, una visione "pessimistica") Al di là delle celebrate meraviglie del creato, dunque, si cela la lotta e la sofferenza di tutte le cose Tipico esempio di lotta paradossale autolesionista è quello della formica gigante d’Australia che se divisa in due offre lo spettacolo di un combattimento strenuo tra capo e coda: «La formica bulldog australiana rappresenta per noi uno straordinario esempio; poiché, quando la si taglia in due, comincia una lotta fra la parte della testa e quella della coda; quella ghermisce questa col morso, questa si difende validamente pungendo quella; la battaglia dura di solito una mezz'ora, fino alla morte o fino a che i due tronconi vengono trascinati via da altre formiche»( Arthur Schopenhauer, cap.27, Sull'istinto e sull'impulso creativo, in «Il mondo come volontà e rappresentazione» p.152.)
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Il mondo come volontà e rappresentazione L’illusione dell’amore
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Il mondo come volontà e rappresentazione L’illusione dell’amore L’amore che “si impadronisce della metà delle forze e dei pensieri dell’uma-nità più giovane” è uno dei più forti stimoli dell’esistenza. Ma è uno stratagemma di cui si serve la Volontà per perpetuare la vita della specie. L’individuo è lo zimbello della Natura. L’amore commette il peggiore dei delitti: la messa al mondo di altre cre-ature destinate a soffrire. L’unico amore di cui si possa tessere l’elogio non è quello generativo ma la pietas.
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Vie di liberazione dalla Volontà Vie di liberazione dalla Voluntas
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Il mondo come volontà e rappresentazione Vie di liberazione dalla Volontà Preliminare rifiuto del suicidio: sarebbe un arrendersi all’assurdità della Voluntas che va convertita in Noluntas (nihilismo radicale) Vie di liberazione dalla Voluntas L’arte, soprattutto la musica, «La musica, intesa come espressione del mondo, è una lingua universale al massimo grado e la sua universalità sta all'universalità dei concetti più o meno come i concetti stanno alle singole cose» : ma è un sollievo temporaneo L’etica come giustizia e soprattutto come carità: ma non libera dalla volontà di vivere L’ascesi come castità perfetta, umiltà, digiuno, sacrificio, automacerazione: vie che consentono di raggiunge-re l’annullamento totale della Voluntas, cioè il Nirvana.
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I CONTESTATORI DI HEGEL
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) Sì! diciamolo apertamente: per quanto strettamente l’amicizia, l’amore e il matrimonio uniscano gli umani, non si vuol bene, interamente e di buona fede, che a se stessi, o tutt’al più al proprio figlio. (Aforismi sulla saggezza della vita , dall’opera Parerga e paralipomena, 1851).
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