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CAPITOLO 5 APPROCCI ALLO SVILUPPO COGNITIVO

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Presentazione sul tema: "CAPITOLO 5 APPROCCI ALLO SVILUPPO COGNITIVO"— Transcript della presentazione:

1 CAPITOLO 5 APPROCCI ALLO SVILUPPO COGNITIVO
La teoria dello sviluppo cognitivo di Piaget Applicazioni e valutazione della teoria di Piaget La teoria dello sviluppo cognitivo di Vygotskij Lo sviluppo cognitivo secondo Jerome Bruner

2 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
La teoria di Piaget è una teoria generale , è la storia di un processo di unificazione delle influenze di biologia ed esperienza sullo sviluppo cognitivo. Adattamento comporta un adeguamento alle nuove richieste dell’ambiente esterno. Piaget sottolineò che i bambini costruiscono attivamente i propri mondi cognitivi.

3 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Processi di sviluppo Schemi: azioni o rappresentazioni mentali che organizzano la conoscenza. Schemi d’azione caratterizzano la prima infanzia. Schemi mentali si sviluppano nella seconda infanzia. I processi responsabili di come i bambini usano e adattano i loro schemi sono: Assimilazione: Incorporazione di nuove informazioni in schemi di conoscenza preesistenti. Accomodamento: Adattamento degli schemi a seconda delle nuove informazioni ed esperienze incorporate.

4 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Processi di sviluppo Invarianti funzionali: meccanismi biologicamente predeterminati di funzionamento generale dell’organismo. Non variano con l’età e sono presenti in tutti gli esseri viventi. Non sono comportamenti osservabili, bensì principi generali che sottostanno ai comportamenti. Nella teoria di Piaget gli invarianti funzionali, che caratterizzano lo sviluppo, sono l’adattamento e l’organizzazione. Assimilazione e accomodamento sono i due processi alla base dell’adattamento dell’individuo al proprio ambiente.

5 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
I bambini danno un senso al mondo organizzando cognitivamente le loro esperienze. Organizzazione: è il raggruppamento di comportamenti isolati in sistemi cognitivi di ordine superiore; il raggruppamento o la sistemazione degli oggetti in categorie. Equilibrazione: è il meccanismo che spiega il modo in cui i bambini muovono da uno stadio di pensiero al successivo. Il passaggio evolutivo avviene quando il bambino fa esperienza del conflitto o del disequilibrio nel corso della conoscenza del mondo.

6 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadi di sviluppo Sono il risultato dei processi di organizzazione, adattamento ed equilibrazione. Gli individui percorrono 4 stadi di sviluppo, ciascuno dei quali è legato all’età e consiste in modi diversi di pensare. Il concetto di stadio è definito da alcuni criteri: lo stadio individua cambiamenti qualitativi, ad ogni stadio gli schemi si trasformano, gli stadi si integrano gerarchicamente, nel disporsi in sequenza, gli stadi rispettano un ordine logico invariante, il passaggio da uno stadio all’altro non è subitaneo, ma graduale. Inoltre, secondo Piaget, gli stadi sono universali.

7 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Piaget denominò i quattro stadi dello sviluppo cognitivo: sensomotorio, preoperatorio, operatorio concreto delle operazioni formali

8 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio sensomotorio (dalla nascita fino a 2 anni circa): i bambini costruiscono una comprensione del mondo coordinando esperienze sensoriali con azioni motorie. Comprende sei sottostadi: Riflessi innati. Il primo sottostadio sensomotorio, corrisponde al primo mese dopo la nascita. In questa fase, sensazioni ed azioni sono primariamente coordinate attraverso comportamenti riflessi, come il riflesso di suzione ed il rooting.

9 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio sensomotorio ( segue) Prime abitudini e reazioni circolari primarie . Nel secondo sottostadio, che va da 1 a 4 mesi, l’infante coordina le informazioni provenienti dagli organi di senso e due tipi di schemi: abitudini e reazioni circolari primarie. Abitudine: uno schema basato su un riflesso che diventa completamente indipendente dal suo stimolo elicitante. Reazione circolare: un meccanismo di fissazione dell’esperienza attraverso la ripetizione. Reazioni circolari primarie si hanno azioni orientate verso il corpo e ripetute dopo aver provocato casualmente qualcosa di interessante. Abitudini e reazioni circolari sono stereotipate, e cioè il neonato le ripete ogni volta allo stesso modo.

10 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio sensomotorio (segue) Reazioni circolari secondarie Nel terzo sottostadio sensomotorio, che si sviluppa tra i 4 e gli 8 mesi d’età, l’infante diventa più orientato verso degli oggetti e le azioni che vengono ripetute sono orientate verso l’ambiente. Gli schemi del bambino non sono né intenzionali né orientati ad uno scopo. Coordinazione delle reazioni circolari secondarie In questo quarto sottostadio sensomotorio, che si sviluppa tra gli 8 e i 12 mesi, le azioni diventano più dirette all’esterno. Gli infanti combinano e ricombinano prontamente schemi appresi precedentemente in modo coordinato.

11 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio sensomotorio (segue) Reazioni circolari terziarie, novità e curiosità. Nel quinto sottostadio indicato da Piaget, che riguarda l’età tra i 12 e i 18 mesi, i bambini sono affascinati dalle molte caratteristiche degli oggetti e dalle molte cose che possono fare con essi. Le reazioni circolari terziarie: schemi in cui il bambino intenzionalmente esplora nuove possibilità con gli oggetti, facendo cose sempre nuove con essi ed esplorandone i risultati.

12 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio sensomotorio (segue) Interiorizzazione degli schemi Nel sesto ed ultimo sottostadio sensomotorio, tra i 18 e i 24 mesi d’età, ha inizio la capacità di usare simboli rudimentali. Piaget definisce il simbolo come un’immagine sensoriale interiorizzata o una parola che rappresenta un evento.

13 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio sensomotorio (segue) La nozione di permanenza dell’oggetto (o di oggetto permanente) è una delle conquiste più importanti per un infante: indica la comprensione del fatto che gli oggetti e gli eventi continuano ad esistere anche quando non possono essere rilevati dagli organi di senso, non li vediamo, non li sentiamo o non li tocchiamo. Verso la fine del periodo sensomotorio gli oggetti sono permanenti, ma questa capacità si sviluppa passando attraverso 6 sottostadi.

14 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Oggetto permanente

15 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Valutazioni sullo stadio sensomotorio I ricercatori credono che i bambini vedano gli oggetti come circoscritti, unitari, solidi, separati dallo sfondo, e cioè che sappiano molto di più sugli oggetti di quanto pensasse Piaget se non già fin dalla nascita dopo poco, e sicuramente per l’età di 3 o 4 mesi. I dati non sempre confermano l’idea di Piaget secondo cui alcuni processi sono indispensabili per la transizione da uno stadio all’altro. Errore A-non-B: l’errore di scegliere il luogo familiare (A) per un nascondiglio al posto di un luogo nuovo (B), mentre si procede verso il quarto sottostadio sensomotorio, secondo alcuni ricercatori non si presenta in modo sistematico.

16 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Valutazioni sullo stadio sensomotorio I ricercatori credono che Piaget non sia stato abbastanza specifico nell’illustrare i modi attraverso i quali gli infanti imparano le cose del loro mondo e che essi siano più competenti si pensasse. Molti ricercatori stanno studiando nel dettaglio vari aspetti, ma non emerge alcuna teoria generale anche solo paragonabile a quella di Piaget.

17 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Sviluppo percettivo e aspettative Gli esperimenti di Spelke hanno portato alla conclusione che i bambini a 4 mesi si aspettano che gli oggetti siano solidi e continui. Gli esperimenti di Baillargeon, che i bambini della stessa età si aspettano che gli oggetti siano sostanziali (gli altri oggetti non possono attraversarli) e permanenti (continuano ad esistere anche quando sono nascosti). Entrambi gli studi valutavano i tempi di fissazione del bambino, ma per Meltzoff non è chiaro se il maggiore tempo di fissazione sia una misura valida per rilevare la permanenza dell’oggetto e perciò quanto precocemente gli infanti la sviluppino.

18 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Natura vs Cultura Strutture concettuali centrali L’idea che i bambini nascono con sistemi di conoscenza innati e cominio-specifici, che fanno riferimento ai concetti di spazio, numero, permanenza dell’oggetto e linguaggio. Johnson ritiene che i bambini valutati nelle ricerche di Spelke accumulino nel corso dell’esperimento ore di esperienza, dunque che non si possa escludere il ruolo dell’ambiente dal modo di rispondere.

19 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio preoperatorio Lo stadio preoperatorio che dura dai 2 ai 7 anni circa, rappresenta il secondo stadio nella teoria di Piaget. In questa fase i bambini cominciano a rappresentare il mondo attraverso parole, immagini, disegni e giochi. Ora vengono formulati concetti stabili, emerge il ragionamento mentale, ma affiora anche l’egocentrismo e sono costruite credenze magiche. Operazioni: Azioni interiorizzate che permettono al bambino di compiere mentalmente ciò che prima poteva fare solo fisicamente.

20 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio preoperatorio (segue) Sottostadio della funzione simbolica E’ il primo sottostadio del pensiero preoperatorio e comprende il periodo che va dai 2 ai 4 anni circa. In questa fase il bambino acquisisce la capacità di rappresentare mentalmente un oggetto non presente. Egocentrismo: l’incapacità di distinguere la propria prospettiva da quella degli altri. Piaget e Inhelder studiarono l’egocentrismo con il compito delle tre montagne.

21 Il compito delle tre montagne
La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget Il compito delle tre montagne

22 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Sottostadio della funzione simbolica (segue) Animismo: caratteristica del periodo preoperatorio che consiste nel credere che oggetti inanimati abbiano qualità legate all’essere vivi e siano capaci di compiere azioni. Finalismo: è il principio secondo il quale si crede che tutti i fenomeni abbiano uno scopo orientato a garantire all’uomo le condizioni di una vita serena. Artificialismo: è la tendenza a credere che le cose siano state costruite dall’uomo o da un’attività divina, che opera secondo le regole della costruzione umana.

23 I disegni simbolici dei bambini piccoli
La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget I disegni simbolici dei bambini piccoli Il disegno di un bambino di 3 anni e mezzo. A metà di questo disegno il bambino dice “Un pellicano che bacia una foca”. (b) Questo bambino di 11 anni è più preciso e realistico ma anche meno ricco di inventiva.

24 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Periodo preoperatorio (segue) Sottostadio del pensiero intuitivo Il secondo dei sottostadi del pensiero preoperatorio, situato circa tra i 4 e i 7 anni d’età, durante il quale, i bambini cominciano ad utilizzare ragionamenti rudimentali e vogliono risposte a tutti i tipi di domande. Piaget definì questa fase intuitiva, perché i bambini sanno le cose senza usare il pensiero razionale.

25 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Periodo preoperatorio (segue) Centrazione, irreversibilità e i limiti del pensiero preoperatorio Centrazione: la concentrazione dell’attenzione su una sola caratteristica escludendo tutte le altre. Irreversibilità: l’incapacità di annullare, invertire o compensare un certo risultato. Conservazione: la consapevolezza che l’alterazione dell’apparenza di un oggetto o di una sostanza non ne cambia le sue proprietà di base.

26 L’esperimento di Piaget sulla conservazione
La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget L’esperimento di Piaget sulla conservazione

27 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Periodo preoperatorio (segue) Trasduzione Un altro limite del modo di pensare del bambino preoperatorio. Il ragionamento trasduttivo o precausale va dal particolare al particolare, in modo che gli eventi che avvengono o variano nello stesso tempo sono ritenuti legati da nessi causa-effetto. Secondo Piaget, i bambini ragionano in questo modo sempre per effetto della mancanza di coordinazione degli schemi mentali ancora legati all’esperienza.

28 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio operatorio concreto In questo stadio, che va dai 7 agli 11 anni d’età circa, il ragionamento logico sostituisce quello intuitivo nei casi in cui il ragionamento può essere applicato ad esempi specifici o concreti. Questo stadio segna, cioè, il passaggio dal dominio della percezione a quello della logica. Operazioni concrete: azioni mentali reversibili che riguardano oggetti reali, concreti.

29 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio operatorio concreto (segue) La conservazione coinvolge il riconoscimento che lunghezza, numero, massa, quantità, area, peso e volume degli oggetti e delle sostanze non cambiano per la sola alterazione del loro aspetto. Décalage orizzontale: è il pensiero di Piaget secondo cui capacità simili non emergono nello stesso momento in un determinato stadio di sviluppo.

30 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio operatorio concreto (segue) Operazioni logiche Il sistema delle operazioni logiche concrete comprende due insiemi di operazioni: le operazioni I/N della reversibilità per inversione e le operazioni R/C della reversibilità per reciprocità. Il gruppo INRC o delle quattro trasformazioni include una certa azione (I=identica), l’inversa che ne annulla gli effetti (N=inversa), un’azione che annulla l’azione I (R=reciproca), e la sua inversa (C=correlativa), e indica una forma di ragionamento risultante dalla coordinazione delle due forme logiche della reversibilità, la reversibilità per inversione (ogni operazione è annullata da quella opposta) e la reversibilità per reciprocità (se A>B allora B<A).

31 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio operatorio concreto (segue) Classificazione Una capacità importante che caratterizza i bambini operatori concreti è quella di classificare gli oggetti e di considerare le loro relazioni. Seriazione: capacità di ordinare gli oggetti in base ad una proprietà quantificabile da essi condivisa in misura diversa. Transitività: capacità di ragionamento logico e di combinazione di relazioni.

32 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Stadio operatorio formale Lo stadio delle operazioni formali, che avviene tra gli undici e i quindici anni, è il quarto ed ultimo stadio. Qui gli adolescenti passano oltre le esperienze concrete e pensano in modi più astratti e logici. Il pensiero operativo formale è più astratto che quello di un bambino; fantastico e pieno di possibilità. Ragionamento ipotetico-deduttivo la concezione del pensiero delle operazioni formali secondo cui gli adolescenti sviluppano la capacità cognitiva di fare ipotesi su come risolvere un problema e sistematicamente deducono o concludono quale sia il miglior percorso da seguire.

33 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
L’assimilazione domina lo sviluppo iniziale del pensiero operatorio formale, in cui gli adolescenti sono pensatori che percepiscono il mondo individualmente e idealisticamente. Più tardi nell’adolescenza, essi accomodano le conoscenze acquisite con quelle possedute in precedenza (aggiustano le strutture per incorporare le nuove informazioni).

34 La teoria dello sviluppo cognitive di Piaget
Egocentrismo Adolescenziale (David Elkind) Consiste nell’aumentata coscienza di sé, che si riflette sulla convinzione da parte degli adolescenti che gli altri siano interessati a loro, e al loro senso d’unicità ed invincibilità tanto quanto lo sono loro stessi. Elkind pensa che questo tipo di egocentrismo può essere suddiviso in: Pubblico immaginario:la tendenza tipica dell’egocentrismo adolescenziale ad assumere comportamenti per richiamare l’attenzione su di sé- il tentativo di essere notati, visibili, e “ sul palco”. Fiaba personale: quella parte dell’egocentrismo adolescenziale che comprende la sensazione di unicità e di invincibilità.

35 Applicazioni e valutazione
della teorie di Piaget Piaget e l’educazione Piaget fornì un ampio scenario concettuale per le prospettive sull’apprendimento e la formazione. Assumere un atteggiamento costruttivo. Facilitare l’apprendimento, piuttosto che dirigerlo. Considerare le conoscenze e il livello di pensiero del bambino. Utilizzare valutazioni continue. Promuovere la salute intellettuale degli studenti. Trasformare l’aula in un setting di esplorazione e scoperta.

36 Applicazioni e valutazione
della teorie di Piaget Valutazione della teoria di Piaget: Contributi I bambini sono pensatori attivi e costruttivi. Il suo modo geniale di osservare i bambini e di allestire situazioni sperimentali per scoprire come i bambini agiscono e si adattano al mondo. I bambini hanno bisogno di far calzare le loro esperienze nei loro schemi e contemporaneamente adattare i loro schemi alle loro esperienze. I cambiamenti cognitivi avvengono più facilmente se il contesto è strutturato in modo da permettere un graduale movimento al livello successivo più elevato.

37 Applicazioni e valutazione
della teorie di Piaget Valutazione della teoria di Piaget: Critiche Alcune abilità cognitive emergono prima rispetto a quello che pensava Piaget. Altre capacità possono emergere più tardi. Alcuni concetti operatorio concreti non si presentano in sincronia (décalage). Alcuni bambini che si trovano a uno stadio cognitivo possono essere addestrati a ragionare ad uno stadio cognitivo più alto. Cultura ed educazione esercitano influenze più forti sullo sviluppo rispetto a quanto pensato da Piaget.

38 Applicazioni e valutazione
della teorie di Piaget Valutazione della teoria di Piaget (segue) Neo-Piagetiani Enfatizzano come i bambini usano attenzione, memoria e strategie per elaborare informazioni. Pensano che un ritratto più accurato del pensiero dei bambini richieda attenzione verso le loro strategie, la velocità con cui elaborano le informazioni, l’analisi dello specifico compito implicato e la suddivisione dei problemi in passi più piccoli e precisi. Un altro approccio che enfatizza l’interazione sociale è quello denominato del conflitto sociocognitivo: l’interazione sociale a cui il bambino partecipa può produrre a certe condizioni un disequilibrio cognitivo che induce la ricerca di un’organizzazione mentale di ordine superiore.

39 La teoria dello sviluppo cognitivo
di Vygotskij Così come Piaget, anche Lev Vygotskij ( ) sottolineò il fatto che i bambini costruiscono attivamente la loro conoscenza. Secondo Vygotskij però, le funzioni mentali hanno connessioni sociali. L’evoluzione della mente avviene tramite l’acquisizione di strutture psichiche a complessità crescente: funzioni psichiche inferiori e superiori.

40 La teoria dello sviluppo cognitivo
di Vygotskij Funzioni psichiche inferiori: percezione, motricità, emozioni, attenzione spontanea, memoria non volontaria; Funzioni psichiche superiori: attenzione volontaria, pensiero, calcolo, memoria logica, ragionamento. Attraverso l’acquisizione del linguaggio le funzioni inferiori si interiorizzano trasformandosi in funzioni psichiche superiori.

41 La teoria dello sviluppo cognitivo
di Vygotskij Mediatori simbolici Per Vygotskij la transizione da un’intelligenza pratica, legata alla realtà, ad un’intelligenza condivisa e condivisibile perché astratta, non avviene solo attraverso il linguaggio. Mediatori simbolici: sistemi di segni (parole, numeri) appresi non per imitazione o condizionamento, ma come il prodotto dello sviluppo storico culturale, ecco perché sono anche chiamati mediatori culturali (derivano dall’appartenere ad una cultura e ne mediano l’acquisizione da parte del singolo).

42 La teoria dello sviluppo cognitivo
di Vygotskij La zona di sviluppo prossimale (ZPD) Definita anche area di sviluppo potenziale o prossimo (ZPD), è il termine usato da Vygotskij per riferirsi alla differenza tra il livello di sviluppo effettivo di un individuo, manifestato quando risolve un compito da solo, e il suo livello di sviluppo potenziale, che si potrebbe esprimere se il compito fosse risolto con le indicazioni ed i suggerimenti di un adulto o di un pari più competente.

43 La zona di sviluppo prossimale di Vygotskij
La teoria dello sviluppo cognitivo di Vygotskij La zona di sviluppo prossimale di Vygotskij

44 La teoria dello sviluppo cognitivo
di Vygotskij Scaffolding Significa graduare il livello di supporto, modulandolo sul bambino e fa riferimento al fatto che nelle interazioni sociali le differenze fra i partecipanti si risolvono in un’azione reciproca, tale per cui uno dei due agisce “come può e come sa fare” mentre l’altro fa “tutto il resto”. Il tipo ed il grado di supporto (scaffold) dipendono dal compito e dal bambino Dialogo, un importante strumento di scaffolding. Le strategie di scaffolding possono essere le più diverse.

45 La teoria dello sviluppo cognitivo
di Vygotskij Linguaggio e Pensiero Vygotskij (1934) sosteneva che i bambini usino il linguaggio non solo per comunicare ma anche per pianificare, guidare e monitorare il loro stesso comportamento. Linguaggio interiore, un importante strumento di pensiero durante la prima infanzia, rappresenta la transizione più precoce verso una maggiore comunicatività a livello sociale (mentre secondo Piaget questo linguaggio è egocentrico e immaturo).

46 La teoria dello sviluppo cognitivo
di Vygotskij Strategie di insegnamento Valutazione della zona di sviluppo prossimale del bambino. Utilizzo della zona di sviluppo prossimale del bambino nell’insegnamento. Uso di compagni di classe più abili come insegnanti. Monitoraggio ed incoraggiamento all’uso del linguaggio interiore negli allievi. Localizzazione delle istruzioni in contesti significativi. Trasformazione dell’aula secondo le idee di Vygotskij.

47 La teoria dello sviluppo cognitivo
di Vygotskij Approccio socio-costruttivista di Vygotskij: Importanza sul ruolo del contesto sociale nell’apprendimento e alla costruzione del sapere attraverso l’interazione sociale. Vygotskij enfatizza la collaborazione, l’interazione sociale e le attività socioculturali. Il punto d’arrivo può cambiare a seconda di quali abilità sono considerate più importanti in una cultura specifica.

48 La teoria dello sviluppo cognitivo
di Vygotskij Approccio socio-costruttivista di Vygotskij: L’applicazione della teoria di Piaget per l’insegnamento implica che gli studenti hanno bisogno di sostegno nell’esplorazione del loro mondo e per la scoperta della conoscenza. La principale implicazione, invece, per Vygotskij è che gli alunni hanno bisogno di molte occasioni di apprendimento in presenza dell’insegnante e di compagni più esperti.

49 La teoria dello sviluppo cognitivo
di Vygotskij Valutazione della teoria di Vygotskij: Critiche Sovrastima il ruolo del linguaggio rispetto al pensiero. L’enfasi su collaboraziopne e guida ha dei potenziali punti deboli: l’aiuto dell’adulto può essere eccessivo e il bambino può impigrirsi.

50 Lo sviluppo cognitivo secondo Bruner
L’approccio culturale allo sviluppo Bruner (1962) sostiene che qualsiasi processo mentale, incluso il linguaggio, abbia un’origine sociale e che la cognizione sia influenzata dalla cultura. L’autore sottolinea e approfondisce l’importanza dell’adulto in interazione col bambino per l’acquisizione del linguaggio. La psicologia culturale si propone di interpretare i modi in cui la società e la cultura influenzano lo sviluppo individuale.

51 Lo sviluppo cognitivo secondo Bruner Lo sviluppo della conoscenza
Format (letteralmente formato): schemi interattivi o modelli di azione in base ai quali si svolgono le interazioni abituali fra genitore e bambino fin dai primi giorni di vita. La regolarità con cui avvengono gli scambi tra adulto e bambino, aiuta il bambino nell’acquisizione del linguaggio e nello sviluppo della conoscenza.

52 Lo sviluppo cognitivo secondo Bruner
Lo sviluppo della conoscenza (segue) Lo sviluppo cognitivo come creazione di rappresentazioni sempre più sofisticate: Rappresentazione esecutiva (0-1 anno): il bambino codifica la realtà attraverso l’azione. Rappresentazione iconica (2-6/7 anni): il bambino codifica la realtà per mezzo di immagini ; questo tipo di rappresentazione è collegato all’imitazione. Rappresentazione simbolica (dai 7 anni): la realtà è codificata attraverso il linguaggio e altri sistemi simbolici come il numero.

53 Lo sviluppo cognitivo secondo Bruner Narrazione e pensiero narrativo
La narrazione richiede quattro componenti fondamentali: l’agentività, ossia il riconoscimento della responsabilità umana nelle azioni orientate al perseguimento di uno scopo, la sequenzialità che ordina e collega gli eventi di una vicenda, la sensibilità all’alternanza tra il canonico e lo straordinario della vicenda umana, la prospettiva che determina il punto di vista adottato dal narratore. Pensiero narrativo, una forma di narrazione mentale di eventi, riguardanti l’azione e l’intenzionalità umane, il cui prodotto è la narrazione.


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