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PubblicatoRaffaella Rosso Modificato 5 anni fa
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La ex-Jugoslavia La polveriera balcanica La nascita della Jugoslavia
La Jugoslavia di Tito La dissoluzione della Jugoslavia La guerra in Bosnia La guerra del Kosovo
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EX JUGOSLAVIA La Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia fu lo stato principale dei Balcani dal 1943 al 1992, anno della sua dissoluzione. Fondata sotto il nome di Democrazia Federale di Jugoslavia (29 novembre - 4 dicembre 1943) sulle ceneri di quello che, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale , era il Regno di Jugoslavia, nel 1946 cambiò il proprio nome in Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia mentre nel 1963 assunse il suo nome definitivo.
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Storia Nel corso della storia la regione non ha mai costituito una unità politica indipendente, ma i suoi territori hanno sempre fatto parte dei grandi imperi che si sono succeduti nel tempo come ad esempio l’Impero Romano, quello Bizantino e successivamente quello Turco-Ottomano e Austro-Ungarico. Inoltre, questa regione e in particolare la Bosnia è ricordata come lo stato da cui è scoppiata, nel 1914, la prima guerra mondiale a causa di un attentato da parte di un nazionalista serbo nei confronti dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo. Esistevano, infatti, già negli anni precedenti delle ostilità tra la Serbia, che mirava alla creazione di un unico grande Stato balcanico, e l’Impero Austro-Ungarico. Nella seconda metà del XX secolo la regione fu teatro di sanguinosissime guerre, genocidi e devastazioni.
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OSSERVA LA POSIZIONE DEI PAESI CERCHIATI
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Proviamo a tornare indietro con la storia……………….
La questione balcanica ha radici lontane nel tempo, da secoli si parla di polveriera balcanica Proviamo a tornare indietro con la storia……………….
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I destini contrapposti dei serbi e dei croati
dalla Galizia nei Balcani dal 630 d.C. vassalli di Bisanzio si convertono al cristianesimo ortodosso adottano l’alfabeto cirillico 1159 regno indipendente La linea di demarcazione della Drina divide gli insediamenti tra le tribù slave dei serbi e dei croati. È questo un evento che determina nel lungo periodo il destino contrapposto tra le due tribù dello stesso popolo. I croati dai Carpazi nei Balcani nel 643 d.C. sottomessi dai Franchi (Carlo Magno) convertiti al cristianesimo cattolico adottano l’alfabeto latino 924: regno croato
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L’evoluzione dei regni iugoslavi
CROAZIA 1091 sottomessa dall’Ungheria la decadenza croata favorisce l’espansione veneta nella Dalmazia e serba nella Bosnia 1526 occupata dai turchi 1699 ritorna all’Ungheria (di fatto agli Asburgo che dal 1687 detengono la corona ungherese) SERBIA 1346 re Dušan occupa la Macedonia e si proclama Zar dei serbi e di greci 1459 sottomessa dai turchi eccetto Belgrado che è conquistata nel 1521 rimane dominio turco fino al XIX secolo
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La Bosnia abitata prevalentemente da serbi e croati
dal 1463: sottomessa dai turchi ottomani assieme ad altre regioni balcaniche vi insistono e si combinano nei secoli le tre componenti religiose cattolica ortodossa musulmana La struttura e le leggi dello stato ottomano e islamico favoriscono la convivenza di comunità autonome ma queste nello stato nazionale ottocentesco e contemporaneo non riescono a combinarsi in una identità civile superiore agli odi di religione
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La Bosnia: punto critico delle tensioni etniche
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Le conseguenze sull’attualità: un dedalo di etnie
Gruppi prevalenti: + del 50% della popolazione del luogo
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Austria, Russia e Italia vogliono espandersi sui Balcani, al momento sotto il dominio dell’Impero Turco Ottomano. Emerge la Serbia, come potenza balcanica che vuole primeggiare rispetto Austria e Russia Impero austro-ungarico alla vigilia della prima guerra mondiale
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L’imperatore Francesco Giuseppe non riusciva a gestire la Questione balcanica: nel corso del tempo aveva perso le regioni italiane, ma si erano formati nuovi stati a sud: Bosnia, Montenegro, Albania, Macedonia, Transilvania Tra tutti emergeva la Grande Serbia, che cercava l’indipendenza, il panslavismo, lo sbocco sul mare
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La polveriera balcanica
Regno di Serbia ottenuto la definitiva indipendenza al Congresso di Berlino, desiderava allargare i propri confini: costruzione di un vasto stato nazionale che comprendesse tutti i popoli jugoslavi (slavi del Sud), compresi anche gli sloveni, i croati e i bosniaci, che si trovavano sotto dominazione dell’Austria-Ungheria.
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Le guerre balcaniche Approfittando della guerra italo-turca nel 1912 la Serbia, alleatasi con Grecia, Montenegro e Bulgaria, intervenne contro l’Impero ottomano nella prima delle due guerre balcaniche, obbligandolo alla cessione di parte della Macedonia. Austria-Ungheria e Italia però negarono alla Serbia l’accesso al mare, e istituirono il piccolo stato dell’Albania. Nel 1913 i rapporti tra Serbia e Austria-Ungheria si fecero sempre più tesi: mentre Belgrado aspirava a cancellare lo stato albanese e a liberare i territori slavi sotto dominio austriaco, a Vienna si diffondeva l’idea di infliggere una dura lezione al regno di Serbia. Nella seconda guerra balcanica del 1913, la Bulgaria attaccò la Serbia, ma venne duramente sconfitta
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L’attentato di Sarajevo
28 giugno a Sarajevo (capitale Bosnia- Erzegovina): un terrorista (studente) serbo-bosniaco di 19 anni, Gavrilo Princip, uccise a colpi di pistola l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono austro- ungarico Princip apparteneva ad un gruppo nazionalista, “Giovane Bosnia”, collegato all’associazione nazionalista serba “Unione o Morte”, fondata dal colonnello Dragutin Dimitrevic, capo dei servizi segreti dell’esercito serbo Il governo austriaco imputò la responsabilità dell’omicidio interamente allo stato serbo
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Dopo la prima guerra mondiale
Crollo delle monarchie europee e nascita delle repubbliche. Scomparsa degli imperi austro-ungarico, tedesco, russo, turco Nuovo assetto dell’Europa prima dopo
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Nascita della Iugoslavia
alla fine della I Guerra Mondiale i rappresentati dei serbi, dei croati e degli sloveni, proclamano il 4 dicembre 1918 la nascita del “Regno dei serbi, dei croati e degli sloveni”. Venne riconosciuta l’indipendenza ad un nuovo Stato sorto dalle rovine dell’Impero austroungarico, la Jugoslavia, comprendente Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Kosovo e Montenegro. dal 1929 assume il nome: “Regno di Iugoslavia” che significa REGNO DEI POPOLI SLAVI DEL SUD e fu un tentativo debole di superare i conflitti emergenti tra croati e serbi
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La Iugoslavia nasce nel contesto della Grande Guerra (1914-18)
Volontà delle potenze vincitrici: principio di autodeterminazione dei popoli (14 punti di Wilson) strategia finalizzata a cingere la Russia bolscevica di “cordone sanitario” Progetto serbo di uno stato nazionale Volontà dei popoli slavi soggetti all’impero austro ungarico (Sloveni Croati e Bosniaci) di unirsi ai serbi
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governo e parlamento serbi “ospiti” della Grecia
Il patto di Corfù: 1917 governo e parlamento serbi “ospiti” della Grecia nell’isola di Corfù una rappresentanza dell’Unione Iugoslava (rappresentanti serbo croati nei parlamenti austriaco e ungherese), sottoscrive con i Serbi l’impegno a formare un Regno Iugoslavo con parità di diritti per Serbi, Croati e Sloveni
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Il regno nasce tra una serie di equivoci
I popoli iugoslavi hanno combattuto guerre diverse, nella stessa grande guerra: Serbi e Montenegrini con l’Intesa Sloveni e Croati con gli imperi centrali: vinti? o liberati dal giogo austro-ungarico? Il potenziale conflitto territoriale con l’Italia convinse sloveni e croati a fare causa comune con i Serbi Affrettata proclamazione del regno che i Serbi pensavano come un ampliamento del loro stato Croati e Sloveni subirono come entità estranea ai loro interessi
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Il fatto compiuto Mentre a Parigi sono in atto le trattative per la definizione del futuro stato, 1° dicembre 1918: proclamazione del Regno dei Serbi dei Croati e degli Sloveni, per volontà del principe reggente Alessandro I Karadjordjević L’atto unilaterale determinò un fatto compiuto e pregiudiziale 1929: il nuovo stato assume il nome di Regno della Jugoslavia
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una mappa etnografica del 1918
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La Iugoslavia nel 1941 ne seguono: è occupata da Italia e Germania
spartizione secondo criteri etnici: Serbia fortemente ridotta grande Croazia spartizione della Slovenia Montenegro e Kosovo uniti all’Albania italiana ne seguono: guerra partigiana di liberazione condotta da comunisti e monarchici guerra civile tra croati (alleati a Hitler) e serbi guerra tra comunisti e monarchici
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1943 REPUBBLICA SOCIALISTA FEDERALE DI JUGOSLAVIA
Alla fine della II Guerra Mondiale nacque una nuova repubblica federale formata da: CROAZIA SLOVENIA MONTENEGRO MACEDONIA BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA ( con le repubbliche autonome di Vojvodina e Kosovo)
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Repubbliche socialiste e province autonome
Internamente lo stato era diviso in sei repubbliche socialiste e due province autonome che facevano parte della Repubblica Socialista di Serbia. La capitale federale era Belgrado. 1 Bosnia-Erzegovina 2 Croazia 3 Macedonia 4 Montenegro 5 Serbia 5 a Kosovo (provincia autonoma) 5 b Vojvodina ( provincia autonoma) 6 Slovenia
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Le guerre iugoslave nella guerra
In Iugoslavia si combattono: due guerre partigiane di liberazione: comunisti monarchici una guerra civile tra comunisti e monarchici una guerra civile tra croati (alleati a Hitler) e serbi I gruppi operanti: ustascia croati di Ante Pavelić filonazisti cetnici serbi di Draža Mihailović: tattica di attesa, in vista dello sbarco delle forze alleate programma “grande serbo” esercito partigiano di Tito: guerra agli eserciti di occupazione sostengo alla guerra di Stalin progetto di rivoluzione di tipo bolscevico federalismo “egualitario”: riconoscimento pluralismo etnico e religioso iugoslavo un milione di morti
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L’atto di nascita della Iugoslavia su basi federali
Prevale Tito per l’abilità strategica militare l’aiuto e il sostengo delle forze alleate L’atto di nascita della Iugoslavia su basi federali 29 novembre 1943 a Jajce: Assemblea Parlamentare dei popoli jugoslavi delibera forma federale del futuro stato l’interdizione monarchia designa un Comitato di Liberazione Nazionale con a capo Tito (riconosciuto dagli alleati Maresciallo di Iugoslavia) Tito e Churchill
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La Iugoslavia di Tito: 1948 – 1974
Josip Broz, detto Tito, capo dei partigiani comunisti, aveva condotto e vinto la guerra di liberazione dall’occupazione nazista e fascista Tito nel 1948 attuò il tentativo di creare un’identità nazionale superiore, “ideologica”: il socialismo avrebbe creato un uomo nuovo, non definito etnicamente nei successivi 25 anni la Jugoslavia fece grandi progressi nel campo industriale e culturale fu favorita la piccola proprietà privata contadina e l’autogestione delle fabbriche il rigore della censura fu allentato e la stampa fu più libera
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Il sistema entra in crisi
Negli anni ’70 l’equilibrio jugoslavo parve rompersi perché due radicali revisioni della Costituzione avevano accresciuto i poteri delle sei repubbliche e i partiti all’interno di esse cercarono di ottenere una maggiore indipendenza. Gli Sloveni, i Croati ( molto vicini a modelli europei – avevano fatto parte dell’Impero Asburgico) e i Serbi del nord si lamentavano perché i frutti del loro lavoro andavano troppo a vantaggio delle repubbliche più arretrate di Bosnia, Macedonia e Montenegro ( ex Impero Ottomano). Seguirono epurazioni di uomini politici ritenuti pericolosi. Nel 1974, con la nuova Costituzione, i cittadini jugoslavi dovevano dichiarare se erano SERBI, CROATI, MUSULMANI oppure JUGOSLAVI ( non appartenenti a nessuna delle precedenti etnie)
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Perché fallisce il tentativo di Tito
alla sua morte (1980) non vi è una personalità altrettanto autorevole il processo di unità non è consolidato fallisce il progetto di autogestione (dalla Russia) la crisi degli anni ‘70 ne rivela la debolezza riappaiono le differenze socio-economiche tra le parti dello stato Slovenia e Croazia più vicine all’Europa le altre regioni penalizzate dall’arretratezza
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La Iugoslavia dopo Tito
Il successo, finché visse Tito, fu dovuto alla sua autorità che aveva vinto Hitler e si era ribellato a Stalin con un progetto di una via nuova al socialismo: autogestione Tito governò con grande carisma personale ed in questo periodo le etnie hanno convissuto senza tensioni particolarmente acute. La dittatura era ferrea ma non totalitaria. Fu protagonista di un’accorta politica estera che gli procurò l’aiuto finanziario degli U.S.A. e dell’Occidente. Tito diede al Paese un certo benessere C’era nel governo e nella classe politica della Federazione Jugoslava una prevalenza dei SERBI.
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Le repubbliche iugoslave fino al 1991 (divisione e numero di abitanti)
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ETNIA I principali fattori che distinguono un gruppo etnico sono:
L’etnia si riferisce ai tratti culturali che contraddistinguono una determinata comunità di persone le differenze etniche sono completamente apprese. I principali fattori che distinguono un gruppo etnico sono: la lingua; la storia; la stirpe; la religione; le usanze; l’alimentazione; l’abbigliamento; gli ornamenti.
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Il peso delle etnie nel 1981 Serbi Croati Musulmani Sloveni Albanesi Macedoni Montenegrini Ungheresi Romi “Iugoslavi” Più: austriaci, bulgari, cechi, greci, italiani, ebrei, tedeschi, polacchi, romeni, russi, ruteni, slovacchi, turchi, ucraini, aromuni e altri. Totale:
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"La Jugoslavia ha sei repubbliche, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo partito". (J. Tito) Un dedalo di etnie
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Il problema iugoslavo alla soglia del Novecento: una mancata integrazione tra le “etnie” e l’impossibile dominio di un’etnia egemone nessuna delle etnie è stata così preminente sulle altre da costituire uno stato unitario sul modello europeo i serbi, più probabili candidati a questo compito storico, ne sono stati impediti dagli interessi dei grandi imperi sulla regione infatti hanno giocato, e continuano a insistere, meccanismi che sfuggono agli stessi protagonisti degli scontri etnici interni ai Balcani.
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La causa profonda «Nei secoli, là e più in generale nell'area dell'Europa centro-orientale, si forma uno spazio angusto che comprende “un gran numero di nazioni, nessuna delle quali ha incrementato la propria vita economica e sociale in modo da diventare una grande nazione. Ognuna è rimasta piccola e perfino nella sua stessa patria si è mescolata ai vicini, ritrovandosi con minoranze di questi al suo interno e a sua volta in minoranza nella terra dei vicini” (H. Seton- Watson).» Piero Sinatti, La guerra santa dei Balcani, il Sole 24 ORE, 4 aprile 1999
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La dissoluzione della Iugoslavia
1989 Il nazionalista serbo Milosevic revoca l’autonomia del Kosovo. In Slovenia e Croazia per reazione si fa strada l’idea di una secessione dalle più arretrate regioni del sud. 1991 Slovenia, Macedonia e Croazia dichiarano l’Indipendenza L’indipendenza di Slovenia e Macedonia, dove non esistevano significative minoranze SERBE, fu facilmente accettata dalla Serbia che col Montenegro aveva formato la REPUBBLICA FEDERALE DI JUGOSLAVIA
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SCOPPIA COSI’ LA GUERRA SERBO-CROATA
In Croazia si trovavano molti Serbi che furono oggetto di discriminazione. Si organizzarono in formazioni armate , per ottenere a loro volta l’indipendenza dalla Croazia SCOPPIA COSI’ LA GUERRA SERBO-CROATA Il lungo regime di Tito aveva facilitato in ogni modo gli intrecci, i matrimoni misti e la mescolanza tra diversi gruppi vedevano le etnie mescolate in maniera inestricabile. pulizia etnica
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Inizia la guerra in Bosnia popolate da tre diverse etnie:
BOSNIACI = musulmani SERBI= ortodossi CROATI= cattolici (marzo) referendum in Bosnia: il 63% a favore dell’indipendenza. I musulmani, etnia di poco maggioritaria nella regione, proclama l’indipendenza. I serbi della regione proclamano la Repubblica del popolo serbo di Bosnia –Erzegovina.
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Aprile 1992 – l’ UE riconosce la Bosnia
La Bosnia – Erzegovina è la regione proprio al centro del paese caratterizzata dalla maggiore varietà etnica complicata dalla presenza di musulmani (slavi convertiti all’islam sotto la dominazione turca ) Un’ altra etnia è quella dei serbi-bosniaci sostenuti dalla Serbia di Milosevic che volevano una nuova nazione bosniaca legata alla Serbia Aprile 1992 – l’ UE riconosce la Bosnia 6 aprile Sarajevo si sveglia assediata dal Serbi Inizia la resistenza della città Maggio 1992 : ONU vota embargo a Serbia e Montenegro ritenuti responsabili della guerra
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6 luglio 1995 Genocidio di Sebrenica – enclave musulmana
Diventa una guerra di tutti contro tutti . L’ONU interviene per proteggere i civili Dicembre 1994 – Vieni dichiarata una tregua di 4 mesi con mediazione di USA, Russia, Germania, Francia e Spagna 6 luglio Genocidio di Sebrenica – enclave musulmana
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Il vecchio Ponte di Mostar
SIMBOLO DI UNA GUERRA Il Ponte Vecchio di Mostar era stato costruito nel 1566 dall'architetto turco Hajruddin, che aveva disegnato una curva elegante sospesa sulle rocce, leggermente asimmetrica per sfruttare l'appoggio naturale delle sponde. All'epoca Mostar era conosciuta come la "Firenze dell'Impero ottomano", una città tollerante e aperta alle diverse culture. Il Ponte Vecchio, collegava attraverso le due parti della città, era simbolo di questa tolleranza.
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Mostar “Era quel simbolo, e non il manufatto, che si era voluto colpire. La pietra non interessava ai generali croati. Il ponte, difatti, non aveva alcun interesse strategico. Non serviva a portare armi e uomini in prima linea. Esisteva, semplicemente. Era il luogo della nostalgia, il segno dell’appartenenza e dell’alleanza tra mondi che si volevano a tutti i costi separare”. (Paolo Rumiz, “La Repubblica”, 2 novembre 2003) Le cannonate dei militari croati che spezzarono in due la capitale dell’Erzegovina segnarono la fine di un mondo, di un sistema di valori fondato sulla coesistenza delle diversità che – su scala più ampia – era lo stesso che teneva insieme la Jugoslavia di Tito. Fino all’esplosione del conflitto, a Mostar musulmani e croati avevano convissuto tranquillamente. I primi occupavano la parte a est dello Stari Most (“vecchio ponte”, da cui prende il nome la città), i secondi quella a ovest.
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Una separazione pacifica, che con la guerra sarebbe diventata una frattura dolorosa. Aggrediti dai serbi, croati e musulmani iniziarono a combattersi tra di loro, in casa propria, nei luoghi che avevano condiviso per tanto tempo. Il ponte sul fiume Neretva, fino ad allora attraversato di notte e di corsa per sfuggire ai cecchini, divenne un muro invalicabile. Gli scontri proseguirono fino al “cessate il fuoco” del 25 febbraio Il passaggio da una parte all’altra della città rimase proibito fino al 1996.
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L'abbattimento del ponte di Mostar, deciso e realizzato il 9 novembre del 1993 dal comando croato, non aveva alcuna valenza strategica se non quella di punire la città assediata e sottolineare come le etnie non possano integrarsi.
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IL PONTE RICOSTRUITO 2004 Nonostante la guerra, le tre nazioni: i Croati, i Bosniaci e i Serbi, ma anche le popolazioni di altre nazionalità, continuano ad abitare in questa città, rendendo Mostar praticamente la sola città multietnica della Bosnia-Erzegovina. L’aspettativa è che Mostar in questo modo possa essere la luce che guidi la Bosnia-Erzegovina sulla via dell’integrazione europea. La varietà di culture e tradizioni, lo spirito instancabile proprio di queste parti sarà una forza in più nel cammino che dobbiamo percorrere per realizzare questo obiettivo.
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Alcuni resti dell'artiglieria croata che distrusse il ponte di Mostar
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Gli accordi di Dayton dicembre 1995
Confermata la Repubblica Federale di Jugoslavia di Serbia e Montenegro che verrà sciolta poi nel 2003 Nasce la Repubblica di Bosnia con capitale Sarajevo formata da due entità - Federazione croato-musulmana (51%) - Repubblica serba di Bosnia (49% )
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Accordi di Dayton Nel 2006 il Montenegro divenne indipendente con un referendum, ponendo fine alla confederazione di Serbia e Montenegro
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La guerra nel Kosovo: cronologia
La pace di Dayton non affronta la questione del Kosovo, regione storica della Serbia, ma a maggioranza albanese 1988 febbraio: offensiva dei serbi 1999 attacchi aerei della Nato contro la Serbia. Esodo di profughi albanesi. 9 giugno: nella base Nato di Kumanovo (in Macedonia) viene firmato l’accordo che prevede il ritiro dei militari serbi dal Kosovo. Esodo di profughi serbi. 2008 Il kosovo dichiara unilateralmente la sua indipendenza
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Macedonia Montenegro Serbia….candidati
La ex-juoslavia oggi con anno di indipendenza degli Stati e appartenenza all’Unione Europea 1991 1991 2003 2008 2006 1991 Macedonia Montenegro Serbia….candidati
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Il territorio della ex Iugoslavia oggi
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