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I CLIMI E GLI AMBIENTI NEL MONDO
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LE ZONE CLIMATICHE 5 zone climatiche, suddivise in base alla variazione della temperatura in rapporto alla latitudine. Delimitate dai 4 paralleli fondamentali: i tropici e i circoli polari. Tra il Tropico del Cancro (23° e 27’ di latitudine nord) e il Tropico del Capricorno (23° e 27’ di latitudine sud) si trova la zona torrida. A nord del Circolo Polare Artico (66° e 33’ di lat. nord) e a sud del Circolo Polare Antartico (66° e 33’ di lat. sud) si trovano le zone polari. Tra il Tropico del Cancro e il Circolo Polare Artico si trova la zona temperata boreale. Tra il Tropico del Capricorno e il Circolo Polare Antartico si trova la zona temperata australe.
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I CLIMI TROPICALI Zona torrida: dì e notte hanno quasi la stessa durata, i raggi del sole scaldano quasi perpendicolarmente per tutto l’anno Temperatura costante e piuttosto elevata (mai sotto i 15°). Nella fascia a cavallo dell’Equatore le precipitazioni sono costanti e giornaliere (cresce una fitta vegetazione). Man mano che si va verso i tropici le precipitazioni diminuiscono e si hanno due stagioni (stagione secca e stagione delle piogge) In corrispondenza dei Tropici le precipitazioni si molto scarse (si crea il deserto)
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I CLIMI TEMPERATI I CLIMI FREDDI
Alternanza delle 4 stagioni, con precipitazioni abbastanza distribuite lungo tutto l’anno. Varietà di situazioni climatiche particolari a seconda della latitudine, della distanza dal mare e dell’altitudine. I CLIMI FREDDI Temperatura sempre molto bassa perché i raggi del sole arrivano obliqui. Terreno quasi sempre ghiacciato. Due stagioni: lunghissimo inverno (temperature normalmente sotto i 10°) e breve primavera (temperature mai sopra i + 10 °)
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GLI AMBIENTI NEL MONDO Nelle diverse zone climatiche si sviluppano ambienti specifici. Bioma = insieme delle specie vegetali e animali che, vivendo nello stesso ambiente, si influenzano reciprocamente. Biomi della zona torrida: Savana Steppa Deserto Foresta equatoriale e monsonica Biomi delle zone temperate: Macchia mediterranea Prateria Foresta di latifoglie Biomi delle zone polari: Tundra Taiga Sulle catene montuose elevate: bioma di alta montagna
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GLI AMBIENTI TROPICALI UMIDI
Foresta equatoriale o pluviale A cavallo dell’Equatore (America centro-meridionale, Africa, centrale, sud-est asiatico) Temperatura sempre elevata, piovosità abbondante in tutto l’anno, durata uguale del dì e della notte. Una sola stagione, calda e umida. Fittissima vegetazione, distribuita su più strati (liane, palme, mogano, ebano, tek) Fauna: insetti, uccelli, scimmie, rettili. Quasi assenti i grandi mammiferi (a parte puma e giaguaro)
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GLI AMBIENTI TROPICALI UMIDI
2) Foresta monsonica o giungla: Paesi dell’Asia affacciati sull’Oceano Indiano. Estate: i monsoni di mare (dall’Oceano verso il continente) portano piogge. Inverno: i monsoni di terra ( dal continente verso il mare) sono privi di umidità si alternano una stagione secca e una umida Vegetazione simile a quella della foresta equatoriale, che va a formare una giungla + coltivazioni di riso (adattissime al clima monsonico perché hanno bisogno di molta acqua). Fauna simile alla quella della foresta equatoriale, ma in alcune zone troviamo anche la tigre.
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GLI AMBIENTI TROPICALI UMIDI
3) Savana: Tra l’Equatore e i Tropici, soprattutto in Africa ma anche in alcune zone del sud America e dell’Australia. Le precipitazioni si concentrano durante la stagione delle piogge, di durata variabile a seconda della distanza dall’Equatore. La foresta si dirada e lascia il posto ad aree erbose, verdeggianti durante la stagione delle piogge, secche nel resto dell’anno. Albero tipico: Baobab (resiste a lunghi periodi di siccità) Fauna: mammiferi erbivori di grossa taglia (elefanti, rinoceronti, giraffe, zebre, antilopi, bufali) e carnivori (leoni, ghepardi, leopardi); rettili e uccelli.
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L’aspetto della savana è legato al regime delle piogge: durante la stagione delle piogge la vegetazione è rigogliosa, l’erba cresce fino a tre metri di altezza e le rare piante si coprono di foglie; durante la stagione secca l’erba ingiallisce fino a seccare e piante e cespugli perdono le foglie.
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Animali erbivori Le grandi distese di erba offrono cibo per gli animali erbivori che abbondano soprattutto nella savana africana. Nella piana del Serengeti, in Tanzania, si incontrano i grandi pascolatori: zebre, bufali, gazzelle, impala, giraffe, elefanti, antilopi e rinoceronti.
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Un baobab durante la stagione delle piogge
Durante la stagione secca, gli animali della savana si abbeverano ad una delle rare pozze d’acqua
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L’allevamento, sia nomade che sedentario
COME VIVONO GLI UOMINI NELLA SAVANA? hé Attraverso le colture di piantagione (caffè, arachidi, cotone, purchè sia possibile irrigare) L’allevamento, sia nomade che sedentario Agricoltura di sussistenza (cereali poveri come miglio e sorgo)
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GLI AMBIENTI TROPICALI SECCHI
Via via che ci si allontana dall’Equatore, a nord come a sud, diminuiscono i giorni piovosi e la quantità delle piogge. Alle latitudini di 30-35° le precipitazioni quasi scompaiono. Si forma così, con graduale transizione dalla Savana, il paesaggio del predeserto e del deserto, in cui il mantello vegetale diviene un po’ per volta discontinuo, le erbe lasciano il posto a piante grasse, gli alberi si diradano e lasciano il suolo privo quasi del tutto di vegetazione. Subentrano nude distese rocciose o sabbiose.
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Sotto i raggi del sole, in un’atmosfera secca e con il cielo sereno, il suolo raggiunge le temperature più alte della terra (fino a 60°). Tuttavia l’assenza di vegetazione fa sì che il calore si disperda rapidamente dopo il tramonto, con FORTE ESCURSIONE TERMICA GIORNALIERA: da 50° a pochi gradi sopra lo zero
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I frequenti venti, che spirano nella stessa direzione, provocano il lento spostamento delle dune di sabbia ed esercitano un’azione erosiva sulle rocce, modellandone le forme. Il deserto, quindi, non è una monotona distesa di sabbia, ma presenta una notevole varietà di aspetti.
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GLI AMBIENTI TROPICALI SECCHI
Deserto: Precipitazioni quasi assenti per la presenza, lungo i tropici, di alte pressioni stabili (aria secca, no nubi). Deserti caldi: temperatura molto elevata durante il dì, forte escursione termica tra dì e notte, formazione di dune a causa dell’azione del vento. Vegetazione assente a parte nelle oasi. Fauna: insetti, scorpioni, rettili, roditori, cammelli, dromedari. Esempi: Sahara, Deserto Arabico, Kalahari. Deserti freddi: si formano nelle zone interne dei continenti, aride perché raggiunte da venti ormai privi di umidità. Esempio: deserto del Gobi.
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A seconda dell’aspetto del deserto, si parla di ERG (DESERTO SABBIOSO),
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HAMMADA, o deserto roccioso, (Nella foto, un tratto roccioso del Sahara in Marocco)
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il serir , formato da uno strato di ciottoli e ghiaia
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Esistono anche deserti di sale, detti chott, che si formano in seguito all’evaporazione dell’acqua di laghi salati. Nell’immagine, Chott el-Jerid , nel sud-ovest della Tunisia.
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Il deserto più grande del mondo è il Sahara, esteso dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso, su una superficie di oltre di Km2.
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2 – Agricoltura sedentaria
L’uomo nel deserto 1 – Allevamento nomade 2 – Agricoltura sedentaria i Allevatori per eccellenze sono i Tuareg, una popolazione africana che vive nomade nel Sahara (soprattutto Mali e Niger). Ai Tuareg spetta il merito di aver introdotto l'utilizzo de dromedari, animali resistenti, ideali per lunghi trasferimenti e utili fornitori di latte.
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Gli allevatori del deserto allevano per lo più mucche, pecore, capre e asini. Questi animali possono offrire latte, carne, cuoio, lana e corna. I pastori utilizzano questi prodotti anche come merce di scambio.
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L’agricoltura sedentaria è possibile nelle oasi, aree di vegetazione isolata, che di solito circondano una sorgente o una simile fonte d'acqua naturale. In realtà un’oasi non è mai un fatto naturale. Per oasi infatti si intende tutto il complesso ecosistema formato da insediamento umano, palmeto, coltivazioni e spesso elaborati sistemi di raccolta e gestione dell’acqua. Si tratta quindi di un paesaggio culturale in cui le palme da dattero sono piantate e meticolosamente coltivate e dove si arriva a volte a controllare anche gli stessi sistemi dunari creando dune artificiali protettive.
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