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PAPA FRANCESCO: i 4 PUNTI CARDINALI
Scuola Diocesana di Formazione Teologico-Pastorale Museo Diocesano di Terni, 5 novembre 2018
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L’UNITA’ PREVALE SUL CONFLITTO (226-230)
«Per millenni un doppio comandamento ha retto la morale ebraico-cristiana: ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso. Alla fine dell’Ottocento, Nietzsche ha annunciato: Dio è morto. Passato anche il Novecento, non è tempo di dire quel che tutti vediamo? È morto anche il prossimo» (Luigi Zoja, La morte del prossimo, 2009) Siamo al bivio tra egoismo e condivisione I legami originari si perdono e la globalizzazione divide le persone tra in e out Le relazioni sono liquide e la fraternità soffre a causa di una cultura della sicurezza che ingigantisce le esigenze dell’io e allontana la prospettiva della mistica del volto Si lotta per l’unico posto non tenendo conto del posto unico della creazione Fraternità come individualità e come comunità (padre) per Levinas Fraternità è relazione con un volto: unicità e sacralità dell’individuo (Weil)
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IL TUTTO E’ SUPERIORE ALLA PARTE (234-237)
Il bene personale è inseparabile da quello dell’intera società Esige l’impegno personale (ferita) Per gli antichi greci il bene è pensabile solo «comune»: non vi è vita politica al di fuori della polis Platone ed Aristotele: uomo come animale sociale e politico (relazione) La felicità è tendere ovviamente al bene di tutti Cicerone, mondo latino, divide tra commune utilitatem e bene privato. Agostino pone al centro la caritas che tende a ciò che è immutabile ed eterno. Bene comune è il Bene Sommo (Civitas Dei) Tommaso d’Aquino lega il bene comune alla virtù della giustizia. Esso possiede esigenze soprannaturali e naturali. Non è la somma dei beni individuali!!! Esso è comunione. La parte al servizio del tutto. Anche l’uso della proprietà privata deve essere ispirato al bene comune. Siamo ben lontani dal pensiero moderno: Hobbes, Locke, Russeau «Il futuro dell’umanità non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle élite. È soprattutto nelle mani dei popoli; nella loro capacità di organizzarsi ed anche nelle loro mani che irrigano, con umiltà e convinzione, questo processo di cambiamento» (papa Francesco, Discorso ai movimenti popolari, Santa Cruz, Bolivia, 9 luglio 2015)
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IL TEMPO E’ SUPERIORE ALLO SPAZIO (222-225)
Generare processi, non dominare spazi di potere Cultura della cura, medicina contro il degrado ambientale e morale (LS) Ecologia integrale: cura della casa comune Cura come responsabilità etica: custodire è proteggere (essere amministratori come servizio alla vita) Legame ecologia-antropologia Interconnessione ed interdipendenza Crisi ambientale e crisi sociale sono una sola cosa La sfida è abitare la complessità del reale e le relazioni: le risposte della tecnologia sono particolari e parziali Da I like (social network) a I care (don Milani) «E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante» (Antonine de Saint-Exupéry) «Noi sentiamo che persino nell’ipotesi che tutte le possibili domande scientifiche abbiano avuto una risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure sfiorati» (Wittgenstein, Tractatus logico-phiplosophicus, 1922)
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LA REALTA’ E’ PIU’ IMPORTANTE DELL’IDEA (231-233)
L’interesse politico Realizzare il bene comune Essere operatori di pace Lo scandalo della fame e dello spreco Lo stile di vita La formazione delle coscienze «Qui sta la vera guarigione del nostro egoismo, sempre in agguato. La relazione con gli altri ci risana e genera una fraternità mistica, contemplativa, che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano, che sa sopportare le molestie del vivere, aggrappandosi all’amore di Dio. Solo aprendo il cuore all’amore divino, sono spinto a cercare la felicità degli altri nei tanti gesti del volontariato» (Bregantini 2014)
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LA MISTICA DEL VOLTO «Non è senza turbamento che si guarda un volto, poiché esso esiste innanzitutto per essere guardato da Dio. Guardare un volto umano, è come voler controllare Dio […]. È soltanto nell’atmosfera dell’amore che un volto umano può conservarsi tale quale Dio lo creò, a sua immagine. Se non è circondato d’amore, il volto umano si irrigidisce e l’uomo che l’osserva ha allora davanti a sé, invece di un vero volto, soltanto la materia senza vita, e tutto ciò che egli scorge in quel volto è falso» (Picard, 1962)
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