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Una fantastica indagine sulla complessità
Italo Calvino Una fantastica indagine sulla complessità del reale danielacontrada-
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La vita: le tappe fondamentali
Nasce nel 1923 a Cuba da Mario, agronomo, e da Eva Mameli, botanica, che gli trasmettono l’amore per le scienze. Nel 1925 la famiglia si trasferisce in una villa a Saremo, qui inizia a coltivare anche la passione per il cinema, il teatro e i fumetti. Nel 1935, a dodici anni, dalla lettura del "Libro della giungla" di Kipling nasce l’amore per la letteratura. Nel 1941, consegue la licenza liceale e si iscrive alla Facoltà di Agraria presso l'Università di Torino, ma poi abbandona gli studi. Nel 1944 aderisce al PCI e, insieme al fratello Floriano, partecipa alla lotta partigiana. Nel 1947 si laurea in lettere con una tesi su Joseph Conrad e inizia a collaborare con la casa editrice Einaudi. Nel 1951 riceve il Premio Saint-Vincent per "Taccuino di viaggio", reportage scritto durante un viaggio in Unione Sovietica. Nel 1956, quando l'armata rossa invade l'Ungheria e Praga, matura la decisione di abbandonare PCI. Tra il 1959 e il 1960 compie un viaggio di sei mesi negli Stati Uniti e pubblica la trilogia "I nostri antenati". Nel 1964 sposa Esther Judith Singer, traduttrice argentina, e si trasferisce a Parigi, ma continua a collaborare con Einaudi. L'anno dopo nasce la figlia Giovanna. Nel 1980 si trasferisce a Roma, prosegue l’attività di scrittore sperimentando forme innovative. Muore a Siena nel 1985 a 61 anni.
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Eva Mameli approfondimenti
La vita di Eva Mameli Calvino, personaggio anticonformista e di forte temperamento, è dominata fin dalla giovinezza da una grande passione per la botanica, la fisiologia e la biologia vegetale e dall’impegno sociale e umanitario. La sua vita è piena di svolte e cambiamenti. Dalla Sardegna, terra natale, giunge a Pavia, determinata a realizzare se stessa attraverso lo studio; consegue, infatti, nel 1915, prima donna in Italia, la libera docenza in botanica. Poi è la volta di Cuba, dove assieme al marito insegna agli agricoltori locali a sfruttare al meglio la terra. Infine crea a Sanremo il laboratorio sperimentale di floricoltura destinato a diventare il più importante d’Italia e tra i primi in Europa. Per saperne di più leggi: Elena Accati, Fiori in famiglia. Storia e storie di Eva Mameli Calvino, Editoriale Scienza approfondimenti
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Bibliografia essenziale
1947: Il sentiero dei nidi di ragno 1965: La nuvola di smog e 1949: Ultimo viene il corvo La formica argentina 1951: Taccuini di viaggio in URSS di Italo Calvino 1965: Le cosmicomiche 1967: Ti con zero 1952: Il visconte dimezzato 1968: La memoria del mondo e altre storie cosmicomiche 1952: La formica argentina 1956: Fiabe italiane, raccolte dalla tradizione popolare 1970: Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino 1957: Il barone rampante 1959: Il cavaliere inesistente 1970: Gli amori difficili 1960: I nostri antenati 1972: Le città invisibili 1963: La giornata d'uno scrutatore 1973: Il castello dei destini incrociati 1963: La speculazione edilizia 1979: Se una notte d'inverno un viaggiatore 1963: Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città 1983: Palomar
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La fase neorealista e dell’impegno civile
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Le opere: il filone neorealista
IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO È il primo romanzo dell’autore, la storia è ambientata in Liguria ai tempi della lotta partigiana e con Ultimo viene il corvo si può ascrivere alla corrente neorealista. Tuttavia, si può notare una certa propensione per la dimensione fantastica, poiché gli eventi sono narrati dal punto di vista di un bambino. ULTIMO VIENE IL CORVO È una raccolta di trenta racconti in cui sono riconoscibili tre filoni: il primo riguarda la Resistenza, il secondo storie picaresche che vedono al centro personaggi semplici dai desideri elementari, ed infine il terzo, più autobiografico, si richiama all'infanzia dell'autore trascorsa in Liguria. LA SPECULAZIONE EDILIZIA Il protagonista del romanzo, Quinto Anfossi, è un giovane che ha militato nella Resistenza, ma, negli anni Cinquanta, ai tempi della selvaggia speculazione edilizia, si adegua e, rinnegando il proprio impegno civile, partecipa alla devastazione del territorio della riviera ligure rendendo edificabile il terreno libero attorno alla sua casa.
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Il sentiero dei nidi di ragno
La trama: Il protagonista del romanzo è Pin, un bambino particolare che vive tra i grandi, la madre è morta e il padre è andato via. Pin abita con la sorella, che per vivere fa la prostituta e non si prende cura di lui. Un giorno all’osteria i grandi chiedono a Pin di rubare la pistola ad un marinaio tedesco, cliente della sorella. Pin lo fa e il giorno dopo porta la pistola all’osteria, ma i grandi non sembrano più interessati all’arma, così Pin scappa via infuriato e va a nascondere la pistola in un posto segreto, lungo un sentiero dove i ragni fanno i nidi. Tornando al paese viene catturato dai tedeschi, che lo trovano con il cinturone della pistola e lo portano in carcere. Qui conosce Lupo Rosso, leggendario partigiano, di appena sedici anni, che lo coinvolge nella sua fuga dal carcere. I due in seguito si perdono e Pin rimane da solo, mentre girovaga, incontra Cugino, un partigiano, e con lui va sulle montagne dove si nasconde la banda del Dritto, inizia così la sua avventura da partigiano. Le vicende di Pin seguono il suo percorso di crescita come in romanzo di formazione.
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La fase fiabesca e allegorica
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La trilogia I nostri antenati
IL VISCONTE DIMEZZATO Siamo alla metà del 700, il visconte Medardo di Terralba giunge in Boemia all'accampamento cristiano per partecipare alla guerra contro i Turchi e, durante la sua prima battaglia, viene colpito da una palla di cannone che lo dimezza. Il protagonista rappresenta infatti una metafora dell'intellettuale contemporaneo diviso a metà tra il bene e il male. IL BARONE RAMPANTE Cosimo Piovasco di Rondò, giovane rampollo di una nobile famiglia ligure del XVIII secolo, a dodici anni, in seguito ad un litigio con i genitori per un piatto di lumache, si arrampica su un albero della villa di famiglia ad Ombrosa e non scenderà più per il resto della vita. La sua non è una fuga dalla realtà, ma la scelta di assumere un punto di vista nuovo e lontano dai conformismi per osservarla. IL CAVALIERE INESISTENTE Il protagonista, Agilulfo, paladino di Carlo Magno, è di fatto una lucida armatura vuota, egli esiste solo per adempiere alle regole e ai protocolli della cavalleria. Agilulfo è il simbolo dell’uomo moderno "robotizzato", che appare privo di identità, smarrito, insicuro e vuoto, proprio come la bianca armatura indossata dal protagonista del romanzo.
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Marcovaldo ovvero Le stagioni in città
Marcovaldo, ovvero le stagioni in città è una raccolta di venti racconti pubblicata nel Protagonista dell’opera è appunto Marcovaldo, che, insieme alla moglie Domitilla e ai tre figli, abbandona la campagna per recarsi in una grande città industriale in cerca di lavoro. In città trova impiego come manovale nella fantomatica ditta Sbav e vive il disagio di una condizione economica precaria e, soprattutto, quello di sentirsi sradicato dal proprio ambiente d’origine: la campagna. Marcovaldo infatti è un’allegoria della disumanizzazione della società industriale, del consumismo e della tecnologia. Le sue vicende simboleggiano anche il disorientamento degli emigranti che negli anni del boom economico si trasferivano dal Sud agricolo al Nord industrializzato in cerca di occupazione. Il costante desiderio di Marcovaldo di vivere nella dimensione contadina delle sue origini non gli consente di adattarsi alla vita di una moderna città e tutte le sue disavventure nascono proprio dall’irrefrenabile desiderio di un continuo contatto con la natura in un luogo altamente antropizzato, che ormai non ha più nulla di naturale. 1963 Temi: migrazioni, inquinamento, consumismo
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Marcovaldo ovvero Le stagioni in città
FUNGHI IN CITTÀ Marcovaldo scorge alcuni funghi in un’aiuola di città, una rivelazione inattesa che ispira al protagonista una gioia profonda in una vita misera e sempre uguale. Marcovaldo non può trattenersi dal condividere la sua scoperta con i familiari, però, subito dopo, impone loro il riserbo totale, affinché nessuno sappia di quei funghi rari e preziosi. Il segreto tuttavia non rimane tale: Marcovaldo scopre che altri abitanti del quartiere attendono, come lui, solo il momento buono per raccogliere, dopo una bella pioggia, i funghi e che nel circondario ci sono altre colonie di funghi, persino più ricche di quella che sorvegliava lui. Alla fine, dopo essersi divisi il bottino, si ritrovano tutti in ospedale per una lavanda gastrica a causa dell’avvelenamento procurato dai tanto desiderati funghi, malsani come l’ambiente che li ha prodotti. DOV'È PIÙ AZZURRO IL FIUME Marcovaldo, per fornire alla famiglia cibi sani e non contraffatti da avidi speculatori, cerca un posto dove l'acqua non sia inquinata e i pesci non avvelenati. Un giorno, lungo un fiume vicino al suo luogo di lavoro, Marcovaldo vede degli uomini pescare. Una mattina decide quindi di uscire presto, per andare al fiume prima di recarsi a lavoro, e pesca molte tinche. Sulla strada del ritorno, viene fermato da una guardia che gli impone di ributtare in acqua i pesci perché quell'acqua è contaminata dagli scarichi di una fabbrica di vernici. Marcovaldo comprende allora il perché del colore così azzurro di quell'acqua e rovescia la cesta piena di pesci nel fiume e qualche tinca, ancora viva, guizza via contenta. MARCOVALDO AL SUPERMARKET Marcovaldo, dopo il lavoro, si reca insieme alla sua famiglia al supermercato ma per mancanza di soldi si limita a girare per i reparti e ad osservare la merce senza fare acquisti. Un giorno gli viene l'impulso di riempire il carrello solo per il gusto di vederlo pieno, ma quando viene annunciata l'imminente chiusura del supermercato tutta la famiglia si precipita a svuotare i carrelli. Però, la tentazione di riempirli è tale che più li svuotano, più li riempiono, finché non si accorgono che in una parte del supermercato ci sono lavori di ampliamento e corrono a svuotare i carrelli nella benna di una gru.
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Calvino tra Scienza e Fantascienza
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Le cosmicomiche Le cosmicomiche sono una raccolta di dodici racconti. Punto di partenza di ogni racconto è sempre una sintetica esposizione in corsivo di qualche teoria scientifica sull’universo, che viene poi sviluppata nella storia in chiave fantastico - umoristica. Qfwfq, un personaggio dal nome palindromo impronunciabile, è il protagonista dei racconti, un essere misterioso che partecipa a tutte le vicende del cosmo. In Tutto in un punto assiste al Big Bang, mentre ne I dinosauri è un dinosauro, che osserva l’estinzione della sua specie. Le cosmicomiche possono essere considerate come una storia dell’universo dalla sua creazione alla sua continua trasformazione: una cosmogonia. L’opera, però, è al tempo stesso una metafora dell’esistenza, perché, attraverso le storie sull’universo, Calvino analizza, ancora una volta, l’uomo contemporaneo e le sue relazioni interpersonali. Nel racconto La distanza della luna, che prende spunto dalla fisica gravitazionale per poi sconfinare in una fantasia onirica, lo spunto, cioè l’ipotesi che la Luna fosse in un’epoca remota molto vicina alla Terra, diventa l’occasione per rappresentare il desiderio e la passione per una persona o un oggetto che portano alla perdita di contatto con la realtà.
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La fase combinatoria e post moderna
In questa fase Calvino concepisce la scrittura come il risultato della combinazione, secondo precise regole, di una serie di elementi, comprese le citazioni da altre opere. Scopo dell’autore è dare risalto alle tecniche e agli artifici su cui si basa il lavoro dello scrittore. Nel romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore Calvino coinvolge il lettore nel processo creativo rivelandogli i meccanismi che regolano la composizione di un romanzo. L’opera appartiene quindi al genere del metaromanzo, un romanzo che si interroga sulla sua stessa natura. Anche in questa fase, pur sperimentando nuove forme espressive, Calvino utilizza la scrittura per decifrare la realtà e comprenderne la complessità.
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Le città invisibili L’opera, pubblicata nel 1972, fa parte del periodo combinatorio dell’autore. Nella letteratura combinatoria il lettore diventa centrale, il suo è un ruolo attivo, egli può interagire con l’autore ricercando diverse combinazioni interpretative nascoste nella sua opera. Qui il protagonista è Marco Polo che fornisce all’imperatore dei Tartari Kublai Khan le descrizioni delle città che ha visitato descrivendogli la forma architettonica della città e gli uomini che le hanno costruite e le popolano. Il viaggiatore veneziano mentre descrive le città le ricrea fornendo dettagli ad altri invisibili. Il libro è costituito da nove capitoli, punto di partenza di ogni capitolo è il dialogo tra Marco Polo e Kublai Khan, ma c’è un’ulteriore divisione interna: le cinquantacinque città sono divise in undici categorie. Il lettore ha quindi la possibilità di “giocare” con la struttura dell’opera, scegliendo di seguire la divisione in capitoli o in categorie o di saltare dalla descrizione di una città a all’altra. Le città descritte diventano simbolo della complessità e del disordine della realtà e le parole di Marco Polo sembrano quasi il tentativo di ristabilire ordine nel caos del reale. Ma, come afferma Calvino, le città invisibili sono anche delle visioni oniriche e così come i sogni sono una costruzione di desideri e paure, che segue regole assurde e prospettive ingannevoli e dove ogni cosa ne nasconde un’altra. I temi affrontati sono vari, compito del lettore è proprio riuscire a cogliere il “discorso segreto” della narrazione dando un proprio ordine alla vasta materia dell’opera. 1972
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Le città invisibili 1972 Le città sottili Le città continue ARMILLA
LEONIA La città di Leonia espelle e allontana continuamente da sé tutte le cose di cui ha appena goduto, è un luogo simbolo del consumismo, dell’usa e getta. I rifiuti si ammassano ai bordi della città creando montagne di immondizia. Analogamente le altre città producono enormi cumuli di rifiuti, che premono su quelli delle metropoli vicine. Calvino descrive una realtà immaginaria che tuttavia non è poi così distante dalla realtà. Già negli anni Settanta, ben prima che esplodesse il problema dello smaltimento dei rifiuti urbani, Calvino poneva all’attenzione dei lettori il tema dell’inquinamento come conseguenza di un consumismo sfrenato, dimostrando una straordinaria lungimiranza. Le città sottili ARMILLA Allo stesso modo la fantasia di Calvino sembra celebrare l’importanza vitale dell’acqua nel descrivere Armilla, la città abitata dalle naiadi, fatta solo di tubature, vasche e docce e forse creata dagli uomini come dono alle ninfe per chiedere perdono per la "manomissione dell’acqua". Anche qui Calvino sembra anticipare i tempi nel sollevare il problema, ormai scottante, dell’inquinamento e dello spreco delle risorse idriche. Un tema che ritorna anche nel racconto Il richiamo dell’acqua. 1972
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Armilla Se Armilla sia così perché incompiuta o perché demolita, se ci sia dietro un incantesimo o solo un capriccio, io lo ignoro. Fatto sta che non ha muri, né soffitti, né pavimenti: non ha nulla che la faccia sembrare una città, eccetto le tubature dell’acqua, che salgono verticali dove dovrebbero essere le case e si diramano dove dovrebbero esserci i piani: una foresta di tubi che finiscono in rubinetti, docce, sifoni, troppopieni. Contro il cielo biancheggia qualche lavabo o vasca da bagno o altra maiolica, come frutti tardivi rimasti appesi ai rami. Si direbbe che gli idraulici abbiano compiuto il loro lavoro e se ne siano andati prima dell’arrivo dei muratori, oppure che i loro impianti, indistruttibili, abbiano resistito a una catastrofe, terremoto o corrosione di termiti. Abbandonata prima o dopo essere stata abitata, Armilla non può dirsi deserta. A qualsiasi ora, alzando gli occhi tra le tubature, non è raro scorgere o molte giovani donne, snelle, non alte di statura, che si crogiolano nelle vasche da bagno, che si inarcano sotto le docce sospese sul vuoto, che fanno abluzioni, o che s’asciugano, o che si pettinano i lunghi capelli allo specchio. Nel sole brillano i fili d’acqua sventagliati dalle docce, i getti dei rubinetti, gli zampilli, gli schizzi, la schiuma delle spugne. La spiegazione cui sono arrivato è questa: dei corsi d’acqua incanalati nelle tubature di Armilla sono rimaste padrone ninfe e naiadi. Abituate a risalire le vene sotterranee, è stato loro facile inoltrarsi nel nuovo regno acquatico, sgorgare da fonti moltiplicate, trovare nuovi specchi, nuovi giochi, nuovi modi di godere dell’acqua. Può darsi che la loro invasione abbia scacciato gli uomini, o può darsi che Armilla sia stata costruita dagli uomini come un dono votivo per ingraziarsi le ninfe offese per la manomissione delle acque. Comunque, adesso sembrano contente, queste donnine: al mattino si sentono cantare.
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Video Le città invisibili
Intervista a Calvino Tecla Ottavia, Armilla, Valdrada, Zenobia…
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Lo stile L’inclinazione fantastica è una costante in tutta l'opera di Calvino e rappresenta la cifra stilistica più autentica dello scrittore. In molte delle sue opere, infatti, Calvino spesso mescola realtà e finzione riuscendo così a concepire storie straordinarie, spesso impossibili all’interno di un contesto realistico, dove incastra, come in un congegno perfetto, i due piani della realtà e della fantasia. Anche quando tratta temi di scottante attualità, Calvino li affronta con un atteggiamento di pacata saggezza. Inoltre, mantiene sempre un approccio leggero nei confronti della materia trattata e facendo ricorso all'umorismo riesce a smussarne anche gli aspetti più sconcertanti. Infatti, i termini più utilizzati di volta in volata per definire l’opera di Italo Calvino, non a caso, sono stati: eleganza, leggerezza, misura, chiarezza e razionalità.
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Temi interdisciplinari
La fisica gravitazionale, i corpi celesti, la teoria del Big Beng Lo spreco delle risorse naturali. Le fonti esauribili L’inquinamento di aria, acqua e suolo. Lo smaltimento dei rifiuti Il ritorno alla natura. Il rapporto città - campagna La speculazione edilizia, l’impatto antropico sul paesaggio Boom economico, consumismo e migrazioni interne Comunismo e Guerra fredda. Cuba – Che Guevara La Seconda guerra mondiale e la lotta partigiana
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Scopri l’affermazione falsa sulla vita e le opere di Calvino
Italo Calvino svolse attività di scrittore, saggista e redattore. Nelle ultime opere Calvino sperimenta forme nuove di narrazione. Le sue prime opere non vennero apprezzate dal pubblico e dalla critica. I genitori di Calvino, laici e anticlericali, non gli impartirono un'educazione religiosa. Calvino scrisse anche molti libri di fiabe.
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Collega i titoli delle opere con le date di pubblicazione:
Marcovaldo 1972 Ultimo viene il corvo 1947 Il sentiero dei nidi di ragno 1963 I nostri antenati 1949 Le città invisibili 1960
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Collega i titoli con i diversi periodi di produzione:
Marcovaldo Fase combinatoria Ultimo viene il corvo Fase neorealista Il sentiero dei nidi di ragno Fase fiabesca e allegorica I nostri antenati Fase neorealista Le città invisibili Fase fiabesca e allegorica
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Collega i titoli delle opere con i temi trattati:
Il sentiero dei nidi di ragno Consumismo Ti con Zero Lotta partigiana Ultimo viene il corvo Lotta partigiana La formica argentina Scienza Marcovaldo Male di vivere
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Il romanzo «Il sentiero dei nidi di ragno» è un romanzo di formazione?
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Cosa racconta l’autore nel romanzo?
L’esperienza di un bambino con la lotta partigiana Inserisce elementi di fantasia nella narrazione? Sì Il narratore è interno o esterno? Esterno Il linguaggio è semplice o complesso? Semplice, quotidiano
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Dove è ambientata la storia de «Il barone rampante» e in che epoca?
In un paesino immaginario della riviera ligure, Ombrosa, nel 1700.
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Chi è il protagonsita del romanzo «Il barone rampante» ?
Cosimo Piovasco di Rondò Medardo visconte di Terralba Il paladino Agilulfo Egli è la metafora … della crisi di identità dell’uomo moderno della divisione tra bene e male del rifiuto dell’omologazione in difesa delle proprie idee
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Fine del breve viaggio nelle opere di Italo Calvino, dal Neorealismo al postmoderno.
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