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LE DIFESE DELL’ORGANISMO

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Presentazione sul tema: "LE DIFESE DELL’ORGANISMO"— Transcript della presentazione:

1 LE DIFESE DELL’ORGANISMO

2 CUTE e mucose : prime barriere contro i microrganismi patogeni
SECREZIONI: azione meccanica di allontanamento (lacrime, saliva, urine) o chimica (succhi gastrici acidi) o antibiotica (lisozima della saliva, acidi grassi del sudore)

3 IL SISTEMA IMMUNITARIO

4 L’uomo ha acquisito nel corso dell’evoluzione tutta una serie di meccanismi difensivi che costituiscono il sistema immunitario, il quale mediante una risposta specifica e coordinata verso tutte le sostanze estranee ha lo scopo di proteggere l’organismo da tutti quegli elementi che lo possono aggredire. L’obiettivo finale è quello di proteggere l’organismo da agenti infettivi e/o antigeni estranei L’immunità non è solo antiinfettiva ma va intesa come la capacità di conservare una identità e una integrità e di mantenere costanti determinate strutture organiche, di mantenere in pratica una identità biologica

5 CARATTERISTICHE PRINCIPALI
Il sistema immunitario è dotato di specificità positiva: cioè la capacità di riconoscere e reagire verso tutto ciò che è estraneo. Ma è anche dotato di specificità negativa, cioè della capacità di non reagire verso tutto ciò che è proprio

6 ANTIGENICITA’ Il materiale estraneo viene chiamato antigene che si definisce come una sostanza estranea all’organismo capace di evocare una risposta immunitaria umorale, cioè con la formazione di anticorpi o tissutale direttamente sostenuta da cellule chiamate linfociti Un antigene introdotto nell’organismo, provoca la formazione di anticorpi (immunogeno) ed è capace di reagire specificamente con esso

7 i due sistemi sono interconnessi
TIPI DI IMMUNITA’  Immunità aspecifica (o innata), già presente prima delle infezioni, ha tempi di risposta molto rapidi  Immunità specifica (o acquisita) viene in parte innescata dalla precedente con la quale potenzia la risposta; è specifica cioè è diretta di volta in volta verso una identità estranea specificamente riconosciuta i due sistemi sono interconnessi

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10 SISTEMA INNATO  È sempre operativo: le sue componenti sono già pronte prima dell’incontro con il microbo o vengono attivate rapidamente (minuti, ore)  Riconosce varie componenti microbiche essenziali per la vita dei microrganismi e che quindi non possono essere eliminate dai microbi nel tentativo di sfuggire alla risposta immune  Sviluppa una risposta generale verso i microbi che è sempre identica  Non ha memoria dell’avvenuto contatto

11 SISTEMA INNATO Barriere (meccaniche, fisico-chimiche, microbiologiche)
Fattori umorali (complemento, proteine di fase acuta come la proteina C reattiva, interferoni) Mediatori dell’infiammazione: istamina (prodotta da mastociti e piastrine) serotonina (“ da piastrine e mastociti) enzimi (“ da granulociti neutrofili, macrofagi) prostaglandine (“ da leucociti, piastrine) leucotrieni (“ da leucociti) citochine (“ da macrofagi, endotelio) Componente cellulare mastociti granulociti (neutrofili (50-70%), eosinofili, basofili) macrofagi linfociti Natural Killers

12 SISTEMA INNATO la funzione principale delle cellule del sistema innato è quella di fagocitare ed uccidere i patogeni: i neutrofili sono i primi a giungere nel sito dell’infezione, qui agiscono rilasciando enzimi litigi e fagocitando il patogeno; monociti e macrofagi intervengono dopo alcune ore Linfociti Natural Killer intervengono specialmente nelle fasi iniziali delle infezioni da virus, producono sostanze (citochine) in grado di uccidere le cellule infettate dai virus e cellule tumorali. Sono linfociti che non riconoscono specificamente l’antigene

13 CELLULE DENDRITICHE Sono cellule di derivazione midollare e sono distribuite in quasi tutti gli organi; possiedono dei recettori per riconoscere molecole di derivazione microbica. Non fagocitano l’antigene ma lo catturano e lo espongono sulla loro superficie  In risposta alla loro stimolazione secernono citochine e migrano nei linfonodi dove fungono da cellule presentanti l’antigene (APC) per i linfociti T citotossici dell’immunità specifica Esse rappresentano quindi l’anello di congiunzione tra il sistema immune innato e il sistema immune acquisito

14 IMMUNITA’ SPECIFICA ACQUISITA
Si sviluppa nell’organismo solo a seguito di una malattia infettiva, ad una infezione inapparente o ad una vaccinazione e’ rivolta solo verso quei microbi con cui l’organismo è venuto a contatto nel corso degli anni La specificità garantisce che la risposta immunitaria ad un microbo sia sempre rivolta verso quel determinato microbo Memoria: i linfociti T e B conservano la memoria del primo contatto con l’Ag, così da rispondere in modo più rapido ed intensivo ad una nuova riesposizione Discriminazione del self dal non self

15 CELLULE DEL SISTEMA IMMUNITARIO

16 CELLULE DEL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO

17 Si distinguono due tipi di risposta immunitaria acquisita:
immunità umorale (o mediata da anticorpi): è mediata da LINFOCITI B che si trasformano in plasmacellule che sintetizzano e secernono anticorpi immunità cellulo mediata (o mediata da cellule): mediata principalmente dai linfociti T che attaccano direttamente l'antigene invasore (intervento dei LINFOCITI T HELPER e CITO-TOSSICI)

18 I LINFOCITI  Tutti i linfociti derivano dalle cellule staminali del midollo osseo, ma mentre i linfociti T maturano nel timo, i linfociti B maturano nello stesso midollo osseo.  Tutti i linfociti una volta maturi, migrano negli organi linfoidi periferici (milza, tonsille, linfonodi, appendice)

19 I LINFOCITI T Giocano un ruolo centrale nella immunità cellulo-mediata I linfociti T riescono a riconoscere un antigene solo se esso viene "presentato" sulla superficie di una cellula. I linfociti T possiedono un sistema di recettori, tramite i quali riescono a riconoscere il peptide antigenico. Le cellule presentanti l'antigene sono particolari cellule capaci di riconoscere un agente patogeno, catturarlo e processare i suoi antigeni per ricavarne peptidi da esporre su molecole MHC.  Le cellule dendritiche immature possono essere considerate i primi attori ad entrare in gioco nel processo di attivazione dei linfociti T: esse catturano gli antigeni di natura proteica (peptidi) penetrati negli epiteli, li processano legandoli a MHC e li trasportano attraverso il sistema linfatico ai linfonodi. La specificità sulla classe delle MHC sta ad indicare che vengono riconosciuti dai linfociti T solo antigeni extracellulari catturati dalle APC. Esempi di APC sono i macrofagi, i linfociti B e le cellule dendritiche. Quest'ultime sono le più efficienti nel presentare gli antigeni ai linfociti T

20 interagiscono direttamente con le cellule infettate o comunque danneggiate. Eliminano l’antigene:
direttamente per mezzo di attività citotossica nei confronti delle cellule infettate da virus (Linfociti T citotossici) indirettamente attivando linfociti B o macrofagi: abbiamo i linfociti T helper che stimolano l’azione di riconoscimento e di risposta da parte dei linfociti B ed i linfociti T suppressor che servono a regolare l’attività dei T citotossici e dei T helper, riducendola progressivamente quando lo stimolo antigenico viene meno

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22 I LINFOCITI B  Nascono e maturano nel midollo osseo. Sono le uniche cellule che producono anticorpi verso qualsiasi struttura antigenica (circa 100 milioni).  Tuttavia ogni linfocito B riconosce una sola struttura antigenica, da questa viene selezionato e produce un solo anticorpo.  Il linfocita B, una volta attivato dopo il riconoscimento dell’antigene, si moltiplica e si differenzia in plasmacellula, cellula che produce, secerne e immette in circolo una grande quantità di anticorpi

23 GLI ANTICORPI (Gammaglobuline)
Sono prodotti dai linfociti B e plasmacellule negli organi linfoidi secondari ma svolgono la loro azione ovunque  Hanno una forma ad Y e sono costituite da 2 catene pesanti e 2 catene leggere; ogni catena è composta da una regione variabile che lega l’antigene ed una regione costante che ne determina la classe Le classi sono denominate IgA, IgE, IgM, IgG, IgD

24 GLI ANTICORPI

25 LA RISPOSTA ANTICORPALE (1)
 L’organismo dopo una esposizione iniziale ad un antigene, risponde con la produzione di anticorpi Di solito, anticorpi titolabili compaiono in circolo circa 10/15 giorni dopo il primo contatto per raggiungere il picco dopo 2/3 settimane  Nel corso della risposta primaria vengono anche generati linfociti B di memoria a lunga sopravvivenza

26 LA RISPOSTA ANTICORPALE (2)
 Al primo contatto con l’antigene, il linfocita B produce solo IgM che sono avide di legarsi con l’Ag, ma che non sono in grado di attivare la fagocitosi. Ciò porta ad evitare la precoce eliminazione dell’Ag permettendo un contatto più lungo con il sistema immunitario.  In un secondo tempo, le singole cellule passano dalla produzione di IgM a quella di IgG più rapide nell’attivare il complemento.  Al termine della risposta primaria alcuni linfociti B si differenziano in cellule di memoria

27 LA RISPOSTA SECONDARIA (2° ESPOSIZIONE ALLO STESSO ANTIGENE)
Una seconda esposizione allo stesso antigene, mesi od anni dopo la prima, provoca una rapida comparsa di IgG (1-3 giorni) che raggiungono livelli volte superiori a quelli prodotti nella risposta primaria (ed anche un miglioramento dell’affinità degli anticorpi verso l’antigene)

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29 L’immunità contro le infezioni - profilassi
IMMUNOPROFILASSI ATTIVA = somministriamo l’antigene IMMUNOPROFILASSI PASSIVA = somministriamo gli anticorpi

30 I VACCINI

31 RIFERIMENTI STORICI La vaccinazione rappresenta il più grande successo della Salute Pubblica nell'ultimo secolo nella prevenzione delle malattie. Per molte delle malattie considerate storicamente piaghe dell’umanità, come il vaiolo, la poliomelite, la difterite e il morbillo, la mortalità annuale si è ridotta di oltre il 99% grazie all’introduzione delle pratiche di immunizzazione

32 RIFERIMENTI STORICI Le malattie infettive hanno rappresentato per millenni la più importante causa di morte per il genere umano La crescente importanza delle malattie cronico- degenerative che si è particolarmente evidenziata nel corso del XX secolo nelle nazioni più sviluppate, è connessa all allungamento della vita media conseguito grazie alla lotta contro le malattie infettive un tempo mortali anche per i giovani, lotta coronata da notevoli successi.

33 RIFERIMENTI STORICI La nascita delle vaccinazioni segue di pari passo l’evoluzione dei tentativi di controllo della diffusione del vaiolo I primi furono i cinesi….(inalazione del materiale essiccato ottenuto polverizzando le pustole dei soggetti malati) In India..... Graffiavano la pelle con aghi contaminati da pus vaioloso

34 RIFERIMENTI STORICI Nel 1796 Edward Jenner osservò che le mungitrici che avevano precedentemente contratto il vaiolo bovino raramente poi venivano infettate dal vaiolo umano. Il 14 maggio del 1796 Jenner eseguì la prima vaccinazione inoculando in un bambino di 8 anni materiale prelevato da una pustola di vaiolo bovino anziché umano; il ragazzo contrasse il vaiolo bovino e dopo 6 settimane guarì.

35 RIFERIMENTI STORICI Jenner procedette quindi a una seconda inoculazione, questa volta di siero delle pustole umane: il ragazzo non mostrò nessun sintomo della malattia, dimostrando che l’immunizzazione contro il vaiolo bovino conferisce protezione contro il vaiolo umano

36 RIFERIMENTI STORICI: L. PASTEUR
Il nome, ancora oggi utilizzato per indicare tale strumento di lotta alle malattie, fu proposto da Louis Pasteur ad un congresso internazionale di Medicina a Londra “al merito e agli immensi servizi resi da uno dei più grandi uomini dell'Inghilterra: il vostro Jenner", il primo ad aver innestato un vaiolo benigno dalle mammelle delle vacche (da qui appunto "vaccino ) nella prevenzione del vaiolo umano, dando vita alle prime vaccinazioni secondo criteri scientifici riconosciuti dalla Royal Society

37 PROFILASSI SPECIFICA DELLE INFEZIONI
Immunoprofilassi passiva: consiste nella somministrazioni di anticorpi specifici ottenuti dall’uomo e fornisce in breve tempo una rapida protezione ma di durata limitata Sieri immuni da animali iperimmmunizzati Immunoglobuline specifiche (Ig anti epatite B, antimorbillo, antirabbia, antirosolia, antitetano, antivaricella- zoster)

38 LA VACCINAZIONE La vaccinazione è una metodica preventiva che consiste nell’inoculare un materiale biologico in un organismo allo scopo di preservarlo da una infezione: ciò grazie allo stato di immunità attiva che il vaccino stesso induce verso una determinata malattia. Il vaccino non è altro infatti, che un preparato biologico costituito da microbi o da virus, vivi o morti, o da prodotti del corpo microbico, che viene inoculato nell’organismo allo scopo di suscitare una reazione attiva verso una specifica infezione, grazie agli anticorpi specifici che si sviluppano; questi anticorpi, presenti nel sangue e nei tessuti, formano una valida barriera contro la malattia verso la quale si è vaccinati.

39 TIPI DI VACCINO •Vaccini interi uccisi: (costituiti da batteri o virus uccisi con mezzi fisici o chimici ma mantengono alcune caratteristiche antigeniche) influenza, polio (tipo Salk), epatite A, rabbia, pertosse, colera. •Vaccini vivi attenuati: (virus o batteri che mantengono la capacità di moltiplicarsi -simulano l’infezione- stimolano le difese immunitarie ma non provocano manifestazioni cliniche) tubercolosi, polio (tipo Sabin), morbillo,parotite,rosolia, varicella, tifo.

40 TIPI DI VACCINO Vaccini con componenti purificati: questi vaccini contengono frazioni antigeniche di un microrganismo: Sono: influenza (subunità o split), Haemophilus influenzae B, pertosse acellulare, meningococco, pneumococco Anatossine: (alcuni batteri si localizzano nel punto di ingresso e liberano delle sostanze chiamate tossine a cui si deve l’azione patogena; queste tossine, detossificate, perdono la capacita di produrre malattia ma mantengono l’antigenicità): sono difterite e tetano.

41 TIPI DI VACCINO Vaccini con DNA ricombinante: (da manipolazione genetica) epatite B,

42 TIPI DI VACCINO dalla necessità di somministrare più vaccini contemporaneamente, soprattutto nell’infanzia, è derivato l’allestimento di vaccini combinati che contengono antigeni appartenenti ad agenti infettivi diversi (preparati tri, quadri, penta, esavalenti). Alcuni vaccini non combinati possono essere tuttavia somministrati contemporaneamente tramite siringhe diverse ed in distretti corporei differenti.

43 Reazioni indesiderate
reazioni locali nel punto di inoculazione (arrossamento, gonfiore, dolenzia) o reazioni generali minori: febbre modica, malessere di breve durata (circa 5-10%) maggiori: febbre > 39°, pianto persistente (più rare) gravi meningite, encefalite, mielite (eccezionali)

44 Controindicazioni allergia a componenti del vaccino stati di immunocompromissione gravidanza malattie neurologiche

45 L’obiettivo dell’immunizzazione attiva è di conferire difese che durino tutta la vita. Essa infatti mima l’ infezione naturale e pertanto mette in moto tutti quei meccanismi fisiologici che riguardano il versante sia anticorpale che cellulare dell’immunità. Alcuni vaccini garantiscono una protezione a vita, mentre in altri casi la vaccinazione offre difese che necessitano di essere rinforzate con richiami a intervalli regolari negli anni. Lo studio della risposta anticorpale ai vaccini rappresenta un elemento essenziale per la scelta delle strategie e quindi del calendario vaccinale.

46 VACCINAZIONE Obiettivo immediato: difendere dal maggior numero di malattie infettive la persona. Obiettivo finale: far scomparire la malattia da una popolazione o, meglio ancora, eradicare l’agente causale da ogni parte del mondo. Raggiunto questo traguardo sarà possibile successivamente arrivare alla sospensione della vaccinazione, come venne fatto a suo tempo per il vaiolo che è stata la prima malattia, e per ora l’unica, per la quale grazie alla vaccinazione è stato raggiunto l obiettivo finale, cioè l’eradicazione

47 VACCINAZIONI Hanno costituito uno dei passi più importanti della medicina e rappresentano tuttora il più importante presidio della pediatria preventiva e certamente la più potente arma contro la mortalità infantile nel mondo E’ ai vaccini che si deve la scomparsa di uno dei flagelli dell’umanità, il vaiolo, la netta diminuzione del tetano e delle difterite, la quasi scomparsa della polio E’al vaccino che ci si rivolge in un momento in cui le resistenze batteriche, lentamente ma inesorabilmente, crescono in maniera esponenziale

48 VACCINAZIONI I cambiamenti della società hanno fatto sì che l’attenzione si sia progressivamente spostata da malattie universali gravi o gravissime, (vaiolo, difterite, tetano, polio), a malattie universali di gravità minore o non gravi (pertosse, morbillo, rosolia, parotite, influenza, varicella), e da ultimo a malattie infrequenti o addirittura rare o diventate rare recentemente (epatite B, epatite A, infezione da Hemofilo B, pneumococco, meningococco)

49 HERD IMMUNITY (immunità di gruppo)
L’immunità di gruppo o di gregge : se almeno il 95% della popolazione è vaccinata contro una determinata malattia i virus o i batteri di quella malattia non riescono a circolare. Si crea la cosiddetta immunità di branco che protegge anche quel 5% delle persone non vaccinate. Se invece non si riesce ad assicurare la vaccinazione al 95% con il passare del tempo le persone non vaccinate diventano molte e i virus o batteri riescono a circolare trasmettendo la malattia: si perde così il vantaggio di essere “branco”

50 QUALI VACCINAZIONI SONO OBBLIGATORIE IN ITALIA?
Per quanto riguarda la popolazione adulta, alcune vaccinazioni sono obbligatorie per determinate categorie di persone e di lavoratori: la vaccinazione antitetanica è obbligatoria, oltre che per tutti gli sportivi affiliati al CONI, per i lavoratori agricoli, i metalmeccanici, gli operatori ecologici, gli stradini, i minatori, gli sterratori etc. le vaccinazioni antimeningococcica, antitifica, antidifterite-tetanica, antimorbillo-parotite-rosolia sono obbligatorie per tutte le reclute all'atto dell'arruolamento . la vaccinazione antitubercolare è obbligatoria soltanto per il personale sanitario, gli studenti in medicina, gli allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolinico negativo, operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti, oppure che operi in ambienti ad alto rischio.

51 QUALI VACCINAZIONI SONO RACCOMANDATE IN ITALIA?
la vaccinazione contro l’epatite virale B è raccomandata, e offerta gratuitamente, agli operatori sanitari e al personale di assistenza degli ospedali e delle case di cura, alle persone conviventi con portatori cronici del virus dell'epatite B, agli operatori di pubblica sicurezza, ai politrasfusi e agli emodializzati è obbligatoria dal 1991 la vaccinazione contro l’influenza è raccomandata a tutte le persone di età superiore a 65 anni e a coloro che sono sofferenti di malattie croniche e debilitanti a carico dell'apparato cardiovascolare, broncopolmonare, renale etc., nonché agli addetti a servizi di pubblica utilità

52 QUALI VACCINAZIONI SONO RACCOMANDATE IN ITALIA?
 La vaccinazione contro le infezioni da pneumococco è consigliabile alle persone di età superiore a 65 anni o sofferenti di malattie croniche e debilitanti a carico dell'apparato cardiovascolare, broncopolmonare, renale, o con asplenia funzionale o a seguito di intervento chirurgico. La vaccinazione antitifica, così come quella antiepatite virale A e B, l'antipoliomielitica, l'antitetanica, l antimeningococcica, l'antirabbica e quella contro la febbre gialla possono essere indicate per i viaggiatori che si rechino all'estero in zone endemiche o comunque considerate a rischio, dopo avere effettuato una attenta valutazione della tipologia del viaggio e della destinazione dello stesso.

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54 Il «decreto - legge prevenzione vaccinale»
a seguito della conversione in Legge da parte del Parlamento (28 luglio 2017)

55 L’obbligo vaccinale ai fini dell’iscrizione scolastica
Sino al 1999 quattro vaccinazioni erano obbligatorie per essere ammessi a scuola: la vaccinazione anti-difterica la vaccinazione anti-tetanica la vaccinazione anti-poliomielitica la vaccinazione anti-epatite virale B Il mancato rispetto dell’obbligo comportava, quindi, l’applicazione di sanzioni pecuniarie e il rifiuto dell’iscrizione a scuola. Attraverso tali previsioni, in passato, sono stati ottenuti ottimi risultati in termini di controllo delle malattie Nel 1999, quando le strategie vaccinali adottate avevano consentito di raggiungere elevate coperture vaccinali, veniva meno l’obbligo vaccinale quale condizione per l’ammissione alla scuola dell’obbligo.

56 IL «DECRETO-LEGGE PREVENZIONE VACCINALE»
LE PRINCIPALI NOVITA’ IN SINTESI: AMMISSIONE A SCUOLA: le dieci vaccinazioni obbligatorie divengono un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia (per i bambini da 0 a 6 anni) MINORI DA 6 A 16 ANNI: obbligo di vaccinazione con sanzioni pecuniarie in caso di inadempimento NUOVI VACCINI OBBLIGATORI: le vaccinazioni obbligatorie e gratuite passano da quattro a dieci NUOVI VACCINI FORTEMENTE RACCOMANDATI: le vaccinazioni fortemente raccomandate passano da zero a quattro SANZIONI: la violazione dell’obbligo vaccinale comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie

57 vaccini obbligatori in Italia
QUALI VACCINAZIONI SONO OBBLIGATORIE IN ITALIA? IL CALENDARIO VACCINALE vaccini obbligatori in Italia tipo di vaccino obbligatori per sempre Influenzae tipo b obbligatori fino a rivalutazione vaccinazione anti-varicella

58 vaccini: anti-poliomielite, anti-difterite,
Per effettuare le 10 vaccinazioni obbligatorie NON saranno necessarie 10 diverse punture 6 vaccini possono essere somministrati contestualmente con la c.d. vaccinazione esavalente: vaccini: anti-poliomielite, anti-difterite, anti-tetano, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus Influenzae tipo b 4 vaccini possono essere somministrati contestualmente con la c.d. vaccinazione quadrivalente: I vaccini: antimorbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella

59 ...tra le novità approvate dal Senato...
si prevede la possibilità per le famiglie di prenotare direttamente in farmacia, gratuitamente, le vaccinazioni previste dal decreto-legge... questa previsione costituisce un’ulteriore attività svolta dalla nuova «farmacia dei servizi»

60 Le dieci vaccinazioni elencate devono essere tutte obbligatoriamente somministrate ai nati dal 2017
Ai nati dal 2001 al 2016 devono essere somministrate le vaccinazioni contenute nel Calendario Vaccinale Nazionale relativo a ciascun anno di nascita . Precisamente: i nati dal 2001 al devono effettuare (ove non abbiano già provveduto) le quattro vaccinazioni già imposte per legge (anti-epatite B; anti-tetano; anti-poliomielite; anti-difterite) e l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, raccomandate dal Piano Nazionale Vaccini i nati dal 2005 al devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, previsti dal Calendario vaccinale incluso nel Piano Nazionale Vaccini i nati dal 2012 al devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzaetipo b, previste dal Calendario vaccinale incluso nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale i nati dal 2017… devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti morbillo,l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse, l’anti-Haemophilus influenzae tipo b e l’anti-varicella, previste nel nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale

61 sono esonerati dall’obbligo di vaccinazione 2018, invece: 
• i bambini che hanno già contratto la malattia e ne sono pertanto immuni; • i bambini che si trovano in specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta.

62 Le nuove vaccinazioni Oltre alle vaccinazioni per le quali, da anni, sono previsti programmi nazionali di immunizzazione (difterite, tetano, polio, epatite B, Haemophilus influenzae b, pertosse, pneumococco, morbillo, parotite, rosolia, meningococco C nei nuovi nati, HPV nelle ragazze 11enni e influenza nei soggetti di età ≥65 anni), il Pnpv introduce nel calendario vaccinale anche le vaccinazioni anti-meningococco B, anti-rotavirus e anti-varicella nei nuovi nati; anti-HPV nei maschi 11enni; il vaccino anti-meningococco tetravalente e il richiamo anti-polio con IPV negli adolescenti; la vaccinazione anti-pneumococco (PCV13 coniugato +PPV23 polisaccardico) e quella contro l’Herpes Zoster nei 65enni.

63 L ipotesi che la vaccinazione MPR (Morbillo-Parotite- Rosolia) possa essere associata ad autismo è stata sollevata verso la fine degli anni Novanta, quando il gastroenterologo inglese Wakefield e colleghi pubblicarono su Lancet un articolo nel quale gli autori sostenevano che il vaccino MPR potesse causare infiammazione intestinale con aumento di permeabilità della barriera intestinale, il passaggio in circolo di sostanze tossiche per l'encefalo e il conseguente sviluppo di autismo. Lo studio descriveva 12 bambini che lamentavano disturbi gastrointestinali e avevano manifestato l'autismo dopo la vaccinazione con MPR.

64 DATI SCIENTIFICI SMENTISCONO LA CORRELAZIONE VACCINI-AUTISMO
Lo studio di Wakefield ha avuto una vasta risonanza nel mondo scientifico e una notevole eco mediatica ma numerosi studi condotti in Europa e in USA in più di un decennio hanno valutato e rifiutato l ipotesi di una possibile relazione tra vaccinazione MPR ed autismo L’Institute Of Medicine of the National Academies è stato incaricato di valutare una lista di eventi avversi associati a 8 differenti vaccini (tra cui l MPR) e di valutare l evidenza scientifica di una possibile relazione tra vaccino ed evento avverso. La revisione degli studi clinici ed epidemiologici esistenti ha portato a concludere che le evidenze disponibili respingono l ipotesi di una relazione causale tra vaccinazione MPR e autismo. Negli Stati Uniti, il Centers for Disease Control and prevention e l American Academy of Pediatrics hanno raggiunto le stesse conclusioni. L Organizzazione Mondiale della Sanità ha commissionato una revisione della letteratura sull argomento concludendo per una mancanza di associazione tra rischio di autismo e vaccino MPR

65 DATI SCIENTIFICI SMENTISCONO LA CORRELAZIONE VACCINI-AUTISMO
Inoltre, i meccanismi ipotizzati per spiegare come il vaccino MPR possa determinare l insorgenza di una sindrome autistica sono solo teorici e non supportati da evidenze scientifiche. Non è stato dimostrato che il vaccino trivalente sia causa di infiammazione cronica intestinale o perdita della funzione della barriera intestinale, né esiste alcuna evidenza di un possibile ruolo del sistema immunitario nell’autismo. D’altro canto, uno studio americano del 2011 ha dimostrato come la vaccinazione contro la rosolia abbia evitato nel periodo migliaia di casi di disturbi dello spettro autistico associati alla sindrome da rosolia congenita. Mentre la comunità scientifica studiava la relazione tra vaccino MPR e autismo, lo studio di Wakefield del che per primo ipotizzò l esistenza di questa relazione - è stato messo sotto inchiesta. Nel 2004 Brian Deer ha pubblicato su una rivista un inchiesta che fa emergere come lo studio di Wakefield fosse distorto da interessi economici. Il medico inglese aveva infatti omesso di rivelare che stava parallelamente conducendo anche un'altra indagine, commissionata da alcuni avvocati che intendevano intentare una causa contro il vaccino MPR.

66 Oltre a difetti epidemiologici di questo studio le indagini svolte da Deer negli anni successivi hanno dimostrato che Wakefield aveva alterato e falsificato la storia anamnestica dei pazienti per supportare i risultati della ricerca: tre dei nove casi riportati nello studio come affetti da autismo regressivo non erano mai stati diagnosticati come autistici. Solo un bambino era affetto da autismo regressivo; nonostante lo studio riportasse che prima della vaccinazione 12 bambini erano normali , cinque avevano una documentazione che attestava precedenti problemi dello sviluppo; è stato riportato che alcuni bambini avevano sviluppato dei sintomi comportamentali nei giorni successivi alla vaccinazione, ma nella documentazione clinica veniva riportato che l inizio di tali sintomi era avvenuto alcuni mesi dopo la vaccinazione; i soggetti erano stati reclutati attraverso gruppi di persone contrari alla vaccinazione MPR e lo studio è stato commissionato e finanziato con l’obiettivo di avviare una vertenza legale.

67 Nessuno degli oltre 25 studi condotti negli ultimi 15 anni ha confermato l esistenza di una relazione causale tra vaccino MPR e autismo. Un recentissimo studio pubblicato su The journal of paediatrics conferma l assenza di una possibile relazione tra i vaccini somministrati nei primi due anni di vita del bambino e lo sviluppo di disordini dello spettro autistico. Di fronte alla dimostrazione della falsificazione dei dati utilizzati per lo studio, il Lancet ha ritirato formalmente l articolo e Wakefield è stato radiato dall’ordine dei medici inglese. La controversia avviata da Wakefield sulla sicurezza del vaccino MPR ha provocato in Inghilterra e in Europa una consistente caduta delle coperture vaccinali con la comparsa di migliaia di nuovi casi di morbillo, parotite e rosolia e l insorgenza di importanti patologie che potevano essere state evitate con la vaccinazione


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