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La famiglia e la società nelle dinamiche psichiatriche

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Presentazione sul tema: "La famiglia e la società nelle dinamiche psichiatriche"— Transcript della presentazione:

1 La famiglia e la società nelle dinamiche psichiatriche

2 “… la cosa importante è che abbiamo dimostrato che l'impossibile diventa possibile. Dieci, quindici, vent'anni fa era impensabile che un manicomio potesse essere distrutto. Magari i manicomi torneranno ad essere chiusi e più chiusi di prima, io non lo so, ma ad ogni modo abbiamo dimostrato che si può assistere la persona folle in altra maniera, e questa testimonianza è fondamentale. Non credo che il fatto che un'azione riesca a generalizzarsi voglia dire che si è vinto. Il punto importante è che ora si sa che cosa si può fare...” Franco Basaglia, Conferenze brasiliane, 1979

3 LEGGE 180 del 13 maggio 1978: ebbe a dire Norberto Bobbio, “...è stata l'unica vera riforma italiana del secondo dopoguerra. Se per riforma s'intende un profondo e totale cambiamento”.

4 Legge quadro che ingloba la riforma della psichiatria.
LEGGE 833 del 23 dicembre 1978: Legge quadro che ingloba la riforma della psichiatria.

5 PROGETTO OBIETTIVO NAZIONALE – TUTELA SALUTE MENTALE 1994-1996:
ha riconosciuto nel modello dipartimentale l'organizzazione più adeguata ed idonea a garantire l'unitarietà degli interventi e la continuità terapeutica.

6 DELLA SALUTE MENTALE 2013-2020:
PIANO D'AZIONE DELLA SALUTE MENTALE : lo scopo generale consiste nel promuovere il benessere mentale, prevenire i disturbi mentali, offrire cure, aumentare le opportunità di recovery, promuovere i diritti umani e ridurre la disabilità nelle persone con disturbo mentale

7 I CENTRI DI SALUTE MENTALE
presso tali centri lavorano équipe multiprofessionali composte da medici psichiatri, psicologi, infermieri professionali, educatori, assistenti sociali, con una presa in carico integrata.

8 Tre modelli di intervento

9 - la collaborazione/consulenza: una modalità di lavoro organizzata tra DSM e medicina generale;
- l'assunzione in cura: percorso di trattamento per gli utenti che necessitano di trattamento specialistico ma non di interventi complessi e multi professionali; - la presa in carico: percorso di trattamento integrato per gli utenti che presentano bisogni complessi e necessitano di una valutazione multidimensionale e intervento di diversi profili professionali

10 Bisogna quindi aiutare le famiglie, ma come?
A differenza di altre malattie o di un handicap fisico, la malattia mentale non concede tregua, non consente una vita familiare degna di questo nome, perché è molto distruttiva. Bisogna quindi aiutare le famiglie, ma come?

11 Prima di tutto con l'informazione, un'informazione semplice e alla portata di tutti, che tocchi i diversi aspetti legati alla malattia: farmaci in uso, aspetti della terapia e della riabilitazione, accesso ai servizi … e che liberi dal pregiudizio, dalla vergogna e dai sensi di colpa.

12 Un secondo passo è quello di organizzare gruppi di familiari, dove possano condividere la loro esperienza, le loro sofferenze ed apprendere modalità nuove e diverse di rapportarsi coni malati, aiutandoli nel difficile cammino verso la riabilitazione.

13 Un terzo passo sarà la costituzione di un'Associazione di familiari.
Obiettivi: - pieno riconoscimento della dignità e dei diritti di base dei malati di mente e dei loro familiari; - assistenza adeguata sia nelle fasi della cronicità sia in quelle di acuzie e di emergenza; - riabilitazione lavorativa, abilitativa e con servizi di supporto (cure domiciliari, colf, badanti, ecc...); - prevenzione e diagnosi precoce nel campo della salute mentale

14 Un quarto passo sarà una nuova psichiatria di territorio, forte, dotata di tutte le risorse necessarie, umane, strutturali, economiche in grado di coinvolgere le famiglie per una proficua collaborazione, dove è possibile.

15 (Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti in Psichiatria)
PROGETTO: I.E.S.A. (Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti in Psichiatria)

16 Il servizio I.E.S.A. è rivolto a pazienti psichiatrici in attesa di reinserimento. Alcune famiglie, definite “foster families”, ospitano a casa loro una persona con problemi psichici e ricevono in cambio un “bonus economico” che si aggira intorno ai euro.

17 Lo I.E.S.A. è un progetto nato in Belgio, poi si è diffuso in altri Paesi tra cui Francia, Germania, Canada e Giappone. In Italia è iniziato a Torino circa venti anni fa, per poi estendersi in altre città. Nell'ASL TO3 sono attivi 50 progetti che coinvolgono 50 utenti psichiatrici.

18 Quali sono i criteri con cui vengono scelte le famiglie ospitanti e le persone ospitate?
Per gli ospiti: sono esclusi pazienti aggressivi, in fase acuta di malattia, che hanno un basso controllo degli impulsi e/o che fanno uso di sostanze. Per le famiglie: devono avere un reddito, una stanza singola decorosa per l'ospite e tempo a disposizione da dedicare al paziente ospitato.

19 L'abbinamento è il risultato di un percorso di conoscenza per entrambi: paziente e famiglia ospitante. S'indagano le abitudini giornaliere, gli orari di lavoro, la situazione economica, ecc... elementi necessari a fare l'abbinamento.

20 La convivenza è regolata da un contratto stipulato tra famiglia che ospita, l'azienda ASL e il paziente.

21 Le famiglie ospitanti sono supportate da un équipe multiprofessionale che supervisiona la convivenza. Una reperibilità telefonica 24h su 24h garantisce un intervento immediato in caso di urgenza.

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