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PubblicatoMarie-Jeanne Chevalier Modificato 5 anni fa
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FAMIGLIE DI FEDE LEZIONE 11 DELLA SCUOLA DEL SABATO
2 TRIMESTRE SABATO 15 GIUGNO 2019 FAMIGLIE DI FEDE
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Tutte le famiglie sono immerse in uno specifico ambiente culturale
Tutte le famiglie sono immerse in uno specifico ambiente culturale. Questo ambiente culturale influenza, in un modo o nell'altro, la nostra comprensione e accettazione del Vangelo. Quante delle nostre credenze o abitudini hanno una base culturale? Cosa dovremmo accettare o rifiutare dalla nostra cultura? Cosa fare quando ci sono conflitti culturali tra i diversi gruppi di credenti? Come trasmettere il Vangelo a una cultura che ci è estranea? L’EVANGELO E LA CULTURA. Attenersi a ciò che è buono. Rifiutare ciò che è male. Immersione culturale. LA CULTURA DELL’EVANGELO. Trasmettere l’Evangelo. Condividere l’Evangelo.
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ATTENERSI A CIÓ CHE É BUONO
“Esaminate ogni cosa e ritenete il bene” (1ª Tessalonicesi 5:21) I giudei del primo secolo non potevano entrare nelle case dei gentili, nè mangiare con loro. Questo non aveva nessuna base biblica. Era una credenza culturale. Dio dovette intervenire miracolosamente per eliminarla. Poiché il Vangelo veniva predicato e accettato dai diversi gruppi culturali, fu deciso di non imporre loro la cultura ebraica (Atti 15). Dovremmo, quindi, eliminare ogni influenza culturale quando si tratta di predicare il Vangelo? Come famiglie e membri di una comunità, siamo immersi in una certa cultura. In questa cultura ci sono aspetti che si armonizzano con i princìpi biblici, dobbiamo rispettarli e persino promuoverli.
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“Quando i costumi della gente non sono in conflitto con la legge di Dio, potete conformarvi ad essi. Se gli operai non agiscono in questo modo, non solo ostacoleranno il proprio lavoro, ma metteranno degli ostacoli sul cammino di coloro per i quali lavorano, e gli impediranno di accettare la verità” E.G.W. (Mente, carattere e personalità - volume 2)
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RIFIUTARE CIÒ CHE È MALE
«Labano rispose: Non è usanza da noi dare la minore prima della maggiore» (Genesi 29:26) Il Codice di Hammurabi specificava che una moglie sterile poteva dare una delle sue schiave a suo marito e che i figli nati da lei si consideravano della moglie. Sara usò quell'abitudine del suo tempo per giustificare un comportamento contrario alla volontà divina. Sebbene alcuni costumi culturali siano stati tollerati da Dio per qualche tempo (come la poligamia), altri sono stati totalmente respinti (come l'adorazione degli idoli). Per quanto la cultura influenzi le nostre vite, dobbiamo categoricamente respingere ciò che compromette la nostra fede. Se un costume culturale sminuisce qualsiasi gruppo in base al suo genere, etnia, classe sociale, disabilità, età o altro, deve essere completamente respinto.
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IMMERSIONE CULTURALE “Il SIGNORE disse ad Abramo: Va' via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va' nel paese che io ti mostrerò” (Genesi 12:1) La Bibbia contiene storie di personaggi come Abrahamo, Ruth, Ester o Daniele e i suoi amici, che furono drasticamente strappati dalla loro cultura e collocati in un ambiente culturale completamente diverso. Attualmente, questi cambiamenti sono molto più frequenti. Generano ansietà, e influenzano la nostra vita familiare e persino la nostra vita spirituale. Le promesse bibliche, la fiducia in Dio e l’appoggio della nostra famiglia e amici possono aiutarci in queste circostanze. Dobbiamo imparare ad adattarci a una nuova cultura, accettando il bene e rifiutando il male. Per questo, dobbiamo dipendere dalla preghiera e dalla guida dello Spirito Santo.
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TRASMETTERE L’EVANGELO
“Ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio” (Giov. 1:12-13) I fondatori di un movimento hanno un enorme impegno nei confronti delle credenze. In una o due generazioni, molti perdono di vista i princìpi alla base dei valori. Poco a poco, le abitudini diventano tradizioni. Con il tempo, è difficile separare le abitudini dai princìpi. Sebbene sia nostro dovere trasmettere le nostre convinzioni ai nostri figli, non dobbiamo dimenticare che Dio non ha nipoti, solo figli. La fede non è un tratto genetico che può essere trasmesso alla generazione successiva. Ognuno deve vivere un'esperienza personale con il Salvatore per diventare un figlio di Dio.
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CONDIVIDERE L’EVANGELO
“poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso” (1ª Corinzi 2:2) Le famiglie cristiane sono chiamate a sperimentare insieme la forza del Vangelo e a condividerla con qualunque cultura in cui vivono. Dobbiamo essere portavoce del Vangelo della salvezza e cercare l’unità e l’armonia (Giovanni 17: 20-23). Siate disposti a rischiare anche la vita per le nostre convinzioni. (Apocalisse 12:11) Possiamo inciampare quando cerchiamo di trasmettere la nostra fede all'interno di una particolare cultura. Tuttavia, Dio sa come introdurre il suo regno in ogni contesto culturale. Se cooperiamo con Lui, Egli ci guiderà mediante la Sua Parola e il Suo Spirito.
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“Non esiste nessuna persona, nessuna nazione che sia perfetta nei suoi costumi e nel modo di pensare. L’uno deve imparare dall'altro. Pertanto, Dio vuole che le diverse nazionalità insieme si uniscano nel discernimento, siano una nei propositi. … Se il fratello italiano, il fratello francese e il fratello tedesco tentano di essere simili a Lui[Gesù], fisseranno i loro piedi sullo stesso fondamento di verità; lo stesso Spirito che abita nell’uno, abiterà nell'altro: Cristo sarà in essi, la speranza di gloria. Vi esorto fratelli e sorelle, a non alzare un muro di separazione tra le distinte nazionalità. Al contrario, cercate di abbatterlo ovunque esista. Dobbiamo sforzarci di essere tutti in armonia, che è in Gesù, lavorando per l'unico obiettivo: la salvezza dei nostri simili. ” E.G.W. (Volgi lo sguardo a Gesù - 24 Settembre)
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