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l’elaborazione della memoria della Shoah in Germania.

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Presentazione sul tema: "l’elaborazione della memoria della Shoah in Germania."— Transcript della presentazione:

1 l’elaborazione della memoria della Shoah in Germania.
Marcuse, il 1968 e l’elaborazione della memoria della Shoah in Germania. La testimonianza di Renate Siebert.

2 L’uomo a una dimensione (H. Marcuse)
La società industriale avanzata è caratterizzata da: neutralizzazione del conflitto; sospensione del movimento della politica; sostituzione della libertà con la sicurezza economica. Ci sono individui in grado di compiere una rivoluzione? Non i soggetti tradizionali della rivoluzione perché ne avevano perso il «bisogno vitale» Non il «sostrato dei reietti e degli stranieri, degli sfruttati e dei perseguitati di altre razze e colori, dei disoccupati e degli inabili» perché minoritari e sganciati dal cuore della produzione capitalistica.

3 Il punto di svolta per Marcuse è il Sessantotto parigino:
l’«espressione di una sensibilità che vede, ascolta, odora, assaggia e tocca l’ingiustizia, lo sfruttamento, la bruttezza, l’imbroglio e la stupidità della società esistente.» H. Marcuse, Saggio sulla liberazione, Torino, Einaudi, 1969, p.34. «[Gli eventi francesi del Maggio-Giugno 1968] hanno dimostrato che il movimento per un mutamento radicale può avere origine al di fuori delle classi lavoratrici e che questa forza esterna a sua volta può attivare, come catalizzatore, una forza ribelle repressa tra le classi lavoratrici.» H. Marcuse, Oltre l’uomo a una dimensione, (a cura di R. Laudani), Roma, Manifestolibri, 2005. raistoria.rai.it

4 di una cultura che ha nutrito la falsa coscienza,
L’uomo in rivolta «oggi è colui o colei i cui sensi non possono più vedere e sentire e gustare ciò che gli viene offerto, in cui gli istinti più profondi si mobilitano contro l’oppressione, la crudeltà, la bruttezza, l’ipocrisia e lo sfruttamento. […] Questa ribellione mira ad una desublimazione della cultura […] una rivolta solo contro gli aspetti repressivi di una cultura che ha nutrito la falsa coscienza, la moralità ipocrita, le forme amministrate di divertimento ed elevazione, l’autosottomissione virtuosa alla gestione delle relazioni umane nella società.» H. Marcuse, Oltre l’uomo a una dimensione, (a cura di R. Laudani), Roma, Manifestolibri, 2005.

5 «teorico critico dell’emancipazione»
digger-journal.net Hans J. Krahl riconosce a L’uomo a una dimensione di Marcuse il merito di aver svelato il processo di autodistruzione dell’individuo borghese nella società tecnologicamente avanzata e che la salvaguardia dell’umanità passa attraverso la lotta radicale ad essa, riconoscendolo quindi «teorico critico dell’emancipazione» H. J. Krahl, Cinque tesi su H. Marcuse come teorico critico dell’emancipazione (1969) in Attualità della rivoluzione. Teoria critica e capitalismo maturo, Roma, Manifestolibri, 1998, p.130.

6 Marcuse, L’uomo a una dimensione, Einaudi, Torino, 1967, p.116.
«Ricordare il passato può dare origine ad intuizioni pericolose, e la società stabilita sembra temere i contenuti sovversivi della memoria. Ricordare è un modo di dissociarsi dai fatti come sono… E negli eventi personali che ricompaiono nella memoria dell’individuo si affermano le paure e le aspirazioni dell’umanità – l’universale e il particolare» Marcuse, L’uomo a una dimensione, Einaudi, Torino, 1967, p.116. cronachelodigiane.net

7 Renate Siebert (Kassel 1942 – vivente)
Ha subito il trauma di vedere crollare ogni riferimento, ogni autorità adulta credibile vivendo in mezzo ad adulti devastati dal nazismo, colpevoli e silenziosi; Studia presso l’Istituto per la ricerca sociale a Francoforte (Scuola di Francoforte) ed è allieva di T. Adorno; Milita nelle fila della SDS, organizzazione giovanile del Partito Socialdemocratico Tedesco, protagonista principale delle proteste e delle attività politiche extraparlamentari degli anni ‘60; Dopo la morte di Adorno, si trasferisce in Italia dove, dal 1974, occupa la cattedra di Sociologia Generale presso l’Università della Calabria. enciclopediadelledonne.it

8 legate alla non-elaborazione del recente passato nazista»
«Complessivamente mi sembra di poter dire che il "mio" Sessantotto si era sviluppato in modo crescente e via via più articolato attraverso tutti gli anni ’60 mediante molteplici canali […] che in un modo o nell’altro - visti a posteriori - miravano tutti ad una sorta di "seconda fondazione" della Repubblica Federale Tedesca, un paese veramente democratico, non più segnato dalle deformazioni antidemocratiche legate alla non-elaborazione del recente passato nazista» Tratto dalla testimonianza resa da R. Siebert al Forum dei movimenti antagonisti dal ’68 ad oggi, svoltosi a Cinisi l’11 Maggio 2008, e reperibile sul sito del Centro Impastato di Palermo. footage.framepool.com

9 «Siamo tutti ebrei - gridavamo nei cortei studenteschi della Germania Ovest del ’68. Smascherare le ipocrisie legate al passato e batterci contro il razzismo nel presente diventavano la stessa cosa. […] Denunciavamo la discriminazione contro immigrati italiani e greci. Cercavamo di lasciare alle spalle le nostre desolate situazioni familiari, avevamo trovato nuovi padri, padri spirituali ed esemplari nei nostri professori, da Adorno a Horkheimer e Marcuse.» R. Siebert, Una generazione di orfani in Responsabilità e memoria, (a cura di) D. Barazzetti e C. Leccardi, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1997, p.118. footage.framepool.com

10 «Noi, da orfani, abbiamo dovuto fare da genitori ai nostri padri, alle nostre madri che avevano smarrito dignità e memoria. Può sembrare presuntuoso, ma è così che noi, allora, lo abbiamo sentito.» R. Siebert, Una generazione di orfani in Responsabilità e memoria, (a cura di) D. Barazzetti e C. Leccardi, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1997, p. 115. «Il ’68 ha dato alla nostra generazione di orfani una dimensione del presente capace di nutrirsi di uno sguardo meno sperso e disperato sul passato, tanto da consentire progetti per il futuro, una speranza.» R. Siebert, Una generazione di orfani in Responsabilità e memoria, (a cura di) D. Barazzetti e C. Leccardi, Roma , La Nuova Italia Scientifica, 1997, p. 118.

11 «Tra memoria e giustizia vi è la parola
«Tra memoria e giustizia vi è la parola. […] La memoria di morti violente, in particolare, costringe al confronto con il pensiero che esse avrebbero potuto essere evitate. […] Lo choc di una ferita aperta si frappone tra il presente e il passato, getta ombre sul futuro. […] Solo la memoria, invocando giustizia, è in grado di restituire speranza.» R. Siebert, Memoria e giustizia in Memoria e saperi. Percorsi transdisciplinari, a cura di E. Agazzi e V. Fortunati, Roma, Meltemi Editore, 2007. Campo di concentramento femminile di Ravensbrück Sara Iuorio

12 «Laddove la generazione dei padri e delle madri non è stata capace di trasmettere, o perché il trauma era stato troppo grande (come nel caso delle vittime), o per l’incapacità di compiere il lavoro del lutto (nel caso dei carnefici), l’elaborazione del lutto diventa compito della generazione successiva.» R. Siebert, Memoria e giustizia in Memoria e saperi. Percorsi transdisciplinari, a cura di E. Agazzi e V. Fortunati, Roma, Meltemi Editore, 2007, p.85. «E’ proprio il rapporto col lutto a segnare il confine tra una memora storica viva, attiva, e le forme monumentali di commemorazione che deresponsabilizzano l’individuo. La coscienza individuale deve compiere il lavoro del lutto per dare vita e vitalità alla memoria collettiva»

13 alle giovani generazioni sia il seguente:
Ci sembra di poter dire che, a partire dalla lezione di Marcuse, l’appello della Siebert alle giovani generazioni sia il seguente: «Se non comunichiamo sui significati della memoria, del ricordo e dell’oblio, con la generazione che ci precede e con quella che ci segue, difficilmente viviamo in una dimensione che conosce un passato e un futuro. […] La mia generazione […] ha lottato contro la smemoratezza, contro quel silenzio che uccideva tutte le vittime del nazismo per la seconda volta. Ci siamo ribellati contro l’ipocrisia degli adulti, contro la loro non-assunzione di responsabilità. […] Solo così, persone e luoghi della nostra appartenenza avrebbero avuto credibilità, solo così avremmo potuto sentirci a casa.» R. Siebert, Una generazione di orfani in Responsabilità e memoria, (a cura di) D. Barazzetti e C. Leccardi, Roma , La Nuova Italia Scientifica, 1997, pp

14 Una cronologia per riflettere
20 novembre ottobre 1946: Processo di Norimberga (dei vincitori sui vinti) 1961: Processo a Gerusalemme ad Adolf Eichmann (centralità dei testimoni) 1963: Processo di Francoforte (di tedeschi a carico di tedeschi ex nazisti) 1964: H. Marcuse pubblica L’uomo a una dimensione 1968: Movimenti studenteschi tedeschi 1970: il Cancelliere Willy Brandt (SPD) si inginocchia davanti al monumento del ghetto di Varsavia 1988/1989: richiesta per la realizzazione di un memoriale a Berlino in ricordo delle vittime della Shoah 1992: inaugurazione della mostra presso la Villa della Conferenza di Wannsee

15 Una cronologia per riflettere
1994: il negazionismo diventa reato penale in Germania 1994: abolizione del paragrafo 175 del Codice penale che considera reato l’omosessualità (in vigore dal 1871) 2001: inaugurazione del «Museo ebraico di Berlino» 27 gennaio 2005: l’Onu istituisce la Giornata Internazionale di Commemorazione in Memoria delle Vittime dell’Olocausto 2005: inaugurazione del «Memoriale per gli ebrei assassinati in Europa» 2008: inaugurazione del «Memoriale agli omosessuali perseguitati durante il nazionalsocialismo» 2012: inaugurazione del «Memoriale ai rom e sinti uccisi dal nazismo» 2014: apertura «T4 - luogo commemorativo per le vittime del Programma nazista di sterminio Eutanasia»

16 Willy Brandt inginocchiato davanti al monumento del ghetto di Varsavia, 1970.
rarehistoricalphotos.com

17 Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa
2giromondo.it

18 Villa della Conferenza di Wannsee
Sara Iuorio

19 Museo Ebraico Sara Iuorio

20 Memoriale ai rom e sinti uccisi dal nazismo
Sara Iuorio

21 Bibliografia: Krahl H. J., Cinque tesi su H. Marcuse come teorico critico dell’emancipazione (1969) in Attualità della rivoluzione. Teoria critica e capitalismo maturo, Roma, Manifestolibri, 1998. Marcuse H., L'uomo a una dimensione, Torino, Einaudi, 1967. Marcuse H., Saggio sula liberazione, Torino, Einaudi, 1969. Marcuse H., Eros e civiltà, Einaudi, Torino, 1974. Marcuse H., Oltre l’uomo a una dimensione, (a cura di R. Laudani), Roma, Manifestolibri, 2005. Siebert R., Una generazione di orfani in Responsabilità e memoria, (a cura di) D. Barazzetti e C. Leccardi, Roma , La Nuova Italia Scientifica, 1997. Siebert R., Memoria e giustizia in Memoria e saperi. Percorsi transdisciplinari, a cura di E. Agazzi e V. Fortunati, Roma, Meltemi Editore, 2007.

22 Sitografia: Per la testimonianza di R. Siebert:
Per le fotografie:

23 La testimonianza di Renate Siebert.
L’anima nell’era della tecnica a.s Viaggio della memoria a Berlino Marcuse, il 1968 e l’elaborazione della memoria della Shoah in Germania. La testimonianza di Renate Siebert. Classe 5^ A Liceo Scientifico Leonardo da Vinci - Casalecchio di Reno (BO) Elaborazione grafica: Sara Iuorio Selezione testi: Matteo Gualandi, Sara Iuorio, Lorenzo Rosini, Gabriela Ramirez Ostos Relatori: Matteo Gualandi, Athar Malik, Lorenzo Rosini Si ringraziano: Dott.sse Nadia Baiesi e Beatrice Collina dell’Istituto Parri di Bologna Supervisione: Prof.ssa Fiorenza Bedostri


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