La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

PROGRAMMA LEZIONE 6 ETF E GESTIONE PASSIVA

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "PROGRAMMA LEZIONE 6 ETF E GESTIONE PASSIVA"— Transcript della presentazione:

1 PROGRAMMA LEZIONE 6 ETF E GESTIONE PASSIVA
ANALISI TECNICA VS ANALISI FONDAMENTALE ANALISI TECNICA: PRESUPPOSTI GLI STRUMENTI PER IL TRADING STILI DI TRADING

2 1) ETF E GESTIONE PASSIVA

3

4 Il benchmark: caratteristiche
Rappresentatività: i titoli inclusi dovrebbero riflettere in maniera adeguata le opportunità di investimento disponibili sul mercato (ampiezza e significatività del campione). Replicabilità: facilità nell’ottenere un risultato in linea col benchmark comprando sul mercato un portafoglio identico per composizione al paniere di titoli da cui è composto il benchmark (negoziabilità, liquidità): trade-off con rappresentatività. Oggettività e trasparenza: necessità che benchmark sia composto e calcolato secondo regole non arbitrarie e comprensibili (trasparenza).

5 Il benchmark: caratteristiche

6 GLI ETF SONO COSÌ EFFICIENTI?

7

8 EVOLUZIONE AUM

9 EVOLUZIONE AUM

10 ESEMPIO ETF A LEVA…….. PERCHE’ NON HO IL RISULTATO CHE MI ASPETTAVO
Il prezzo di riferimento per il calcolo del rendimento dell’indice è la chiusura dell’indice il giorno precedente Il riferimento per il calcolo dell’indice è ristabilito giornalmente Le performance infragiornaliera dell’ ETF è doppia o inversa all’indice , in base alla leva. Su intervalli temporali più lunghi di un giorno, i risultati posso essere diversi. Esempio il sole 24 ore

11 2) ANALISI TECNICA VS ANALISI FONDAMENTALE
In finanza si utilizzano spesso due discipline diverse che forniscono supporto per la valutazione dei titoli azionari, sebbene esse si basino su presupposti molto diversi. L’analisi fondamentale cerca di valutare cosa comprare o vendere. L’analisi tecnica cerca di valutare quando farlo. In quest’ultima: I movimenti di origine tecnica sono più veloci e repentini di quelli di natura fondamentale. Si tendono ad evidenziare eventuali analogie di comportamento nella dinamica dei prezzi. Il comportamento futuro del mercato si sviluppa facendo riferimento all’osservazione dei prezzi e dei volumi sviluppati in ambito grafico.

12 L’analisi fondamentale strutturale
Misura l’impatto di fenomeni economico-politici nazionali e internazionali sulle variabili importanti per valutare un titolo azionario. Si valutano: cicli economici politica monetaria e fiscale politiche governative inflazione PIL disoccupazione e produttività Indicatori di fiducia L’analisi fondamentale particolare Identifica la potenzialità economica, finanziaria e patrimoniale della società quotata per operare attendibili previsioni sui flussi di reddito di un titolo azionario. L’obiettivo consiste dunque nel determinare il fair value dell’azione considerata e confrontarlo con il prezzo espresso dal mercato per individuare titoli sopra/sottoquotati. Vi sono due tipologie: analisi settoriale analisi aziendale

13 L’analisi fondamentale settoriale
Consiste nell’individuazione di aziende riconducibili allo stesso settore (c.d. peers o competitors) ed approfondisce i seguenti aspetti: relazioni tra domanda e offerta misurazione grado di concorrenza comparto merceologico accertamento qualità ciclo di vita del prodotto influenza della stagionalità di settore interpretazione regolamentazioni governative e sovranazionali L’analisi fondamentale aziendale Analisi dinamica del bilancio per attuare comparazioni storiche e valutazioni prospettiche su aspetto economico, finanziario e patrimoniale. riclassificazione del bilancio interventi correttivi analisi per indici e flussi comparazione con valori medi di settore

14 I multipli di mercato P/E
Il rapporto prezzo/utili (in inglese price/earning) è il multiplo più usato (a patto che non vi siano importanti componenti straordinarie); è facile da applicare ed è ampiamente disponibile. Rappresenta il prezzo pagato in borsa per la società rapportato all’utile. Questo rapporto viene seguito così da vicino perché: il prezzo incorpora le aspettative del mercato sulle performance future dell'azienda; si basa sulle performance storiche della società come parametro dell'utile per azione (EPS). Attenzione: piuttosto di utilizzare U, utili a consuntivo, è più significativo utilizzare gli utili attesi per l’anno in corso EPS. In questo modo l’analisi svolta risulterà più attendibile in quanto il valore dell’utile utilizzato non è troppo storico. Esistono diversi metodi di raffronto del P/E, ma uno in particolare viene utilizzato con una certa frequenza: Si sceglie un gruppo di imprese simili, appartenenti allo stesso settore. Si calcola il P/E medio del settore. Si tende a preferire aziende che hanno P/E inferiori rispetto alla media di settore, sempre se non sono intervenute situazioni straordinarie in capo alle aziende oggetto di analisi.

15 I multipli di mercato Price/Cash Flows Dividend Yield
È utilizzato come rettifica del price earnings con riferimento alle politiche di bilancio; vengono considerati gli effetti di ammortamenti e accantonamenti Più il cash flow è alto e più l’azienda è sana, più l’azienda è in grado di autofinanziarsi. L’indice indica quante volte il mercato valuta la liquidità, la capacità di autofinanziarsi di una impresa. Il vantaggio di utilizzare il P/CF è che non risente delle politiche di bilancio come il P/E dato che l’utile d’esercizio è un risultato a cui si arriva dopo diversi passaggi nel conto economico, mentre il CF è certamente più oggettivo. Lo svantaggio è che il P/CF è un dato non sempre disponibile nella reportistica. Price/Cash Flows Dividend Yield Esprime il rendimento da dividendo e si ottiene attraverso il rapporto tra dividendo per azione e prezzo corrente per azione. Molto utile soprattutto per investimenti a medio-lungo termine Con le dovute cautele è utile paragonare il valore di questo indice, espresso in percentuale, con il rendimento delle obbligazioni a medio-lungo termine Quando mediamente i div/P delle principali azioni superano il rendimento dei BTP10a può significare che il comparto azionario è interessante.

16 I multipli di mercato Price/Book value Titoli sopravvalutati
Rapporto tra prezzo e parametro dello stato patrimoniale: viene utilizzato come funzione primaria o di supporto/integrazione di analisi pregresse. Tale multiplo consente un paragone teorico tra il valore borsistico del titolo e il valore da Patrimonio Netto della società. Un valore inferiore ad 1 costituisce un segnale di sottovalutazione, in quanto indica che la capitalizzazione di borsa è inferiore anche al solo ammontare del patrimonio netto. Limiti: il “valore di libro” che si evince dallo Stato Patrimoniale può essere inquinato da politiche contabili particolari, che possono variare da società a società e da Paese a Paese. Titoli sopravvalutati Titoli sottovalutati

17 3) ANALISI TECNICA: PRESUPPOSTI
Il prezzo rappresenta in ogni momento la sintesi ideale di tutte le variabili che concorrono a definirlo Ad uno stimolo identico gli individui rispondono con reazioni analoghe e immutate nel tempo. I prezzi si muovono seguendo una tendenza valida fino a quando non intervengono segnali di non conferma. PROCEDIMENTO 1 individuazione di trendline e canali 2 individuazione dei punti di inversione del trend 3 individuazione di supporti e resistenze 4 analisi complessiva di medio - lungo termine 5 individuazione di configurazioni caratteristiche

18 4) GLI STRUMENTI PER IL TRADING
TRADING STATION LIQUIDITA’ FORMAZIONE ANALISI TECNICA ANALISI FONDAMENTALE ESECUZIONE BOOK RISK MANAGMENT STILI SCALPING MOMENTUM SWING TRADING POSITION OBIETTIVI GUADAGNI COPERTURA SPECULAZIONE PROTEZIONE

19 5) STILI DI TRADING


Scaricare ppt "PROGRAMMA LEZIONE 6 ETF E GESTIONE PASSIVA"

Presentazioni simili


Annunci Google