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BES e DSA definizione, normativa e strumenti di intervento

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Presentazione sul tema: "BES e DSA definizione, normativa e strumenti di intervento"— Transcript della presentazione:

1 BES e DSA definizione, normativa e strumenti di intervento
a cura di Pasquale Tappa

2 Definizione Un Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e apprenditivo, espressa in funzionamento (nei vari ambiti della salute secondo il modello ICF dell'OMS) problematico anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall'eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata Dario Ianes a cura di Pasquale Tappa

3 BES C: SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE
BES A: DISABILITÀ (L. 104/1992) BES B: DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI ( da distinguere in DSA/deficit del linguaggio, delle abilità non verbali della coordinazione motoria, disturbo dell’attenzione e dell’iperattività) BES C: SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE a cura di Pasquale Tappa

4 Istituzione del GLI (gruppo di lavoro per l’inclusione) Gruppo allargato che non comprenderà solo i docenti di sostegno, ma anche funzioni strumentali, docenti disciplinari, assistenti educativi – culturali Il GLI dovrà • Predisporre un piano di intervento per gli alunni con disabilità • Predisporre un piano di intervento per gli alunni con DSA • Predisporre un piano di intervento per gli alunni con DDAI (disturbi di attenzione e iperattività – inglese ADHD) • Coordinarsi con i vari Consigli di classe per stendere un piano di intervento per gli alunni con BES non certificati o certificabili. a cura di Pasquale Tappa

5 Compiti dei Consigli di classe:
Individuare gli alunni con BES nell’area dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale Predisporre un piano didattico personalizzato, per i BES B basandosi sulla documentazione medica, per i BES C basandosi sulle proprie osservazioni N.b. Nella circ.8/13 si legge “tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (ad es. segnalazioni da parte dei servizi sociali), ma anche su ben fondate considerazioni pedagogiche e didattiche” a cura di Pasquale Tappa

6 Come predisporre un PDP?
Il consiglio di classe, individuati gli alunni con BES, collegialmente : individua le carenze/problemi/bisogni educativi dell’alunno programma gli interventi/attività/laboratori Ogni docente si impegna per quanto riguarda la propria area disciplinare e gli obiettivi trasversali ad “attivare” quanto programmato e nei tempi previsti. Si ricorda che la Programmazione è controfirmata dai docenti del Consiglio, dai genitori e dallo studente; si configura quindi come un Patto formativo e deve essere condivisa e rispettata dalle diverse parti! a cura di Pasquale Tappa

7 Il Consiglio di classe verifica e valuta l’efficacia degli interventi programmati e di conseguenza prosegue o modifica e/o amplia la tipologia di interventi. Il GLI incontrerà, periodicamente, i coordinatori e i docenti delle classi con alunni con BES per una verifica e valutazione su quanto fatto e sui risultati degli interventi relativi agli alunni con disabilità, con DSA o con altri bisogni speciali. a cura di Pasquale Tappa

8 (Alcuni consigli dettati dall’esperienza)
Che fare? (Alcuni consigli dettati dall’esperienza) Ridurre l’utilizzo continuo della lezione frontale Cambiare metodologie e strategie didattiche a secondo dei casi, permettendo a chiunque di mettersi nella migliore prospettiva possibile Allargare per quanto possibile le strategie utilizzate a tutta la classe, aumentando l’inclusività della classe rispetto agli alunni BES Trovare e sfruttare i talenti degli studenti BES Fare in modo che tutti gli strumenti compensativi possano essere spiegati alla classe dagli stessi studenti BES, ciò aumenta sia l’inclusione che l’autostima Adattare i compiti agli stili di apprendimento degli studenti Utilizzare mediatori didattici diversificati (mappe, schemi, immagini) Collegare l’apprendimento alle esperienze e alle conoscenze pregresse degli studenti Rimanere nell’ambito delle zone di sviluppo prossimale (Lev Vygotskij) a cura di Pasquale Tappa

9 Se è vero che la scuola è lo Stato, se è vero che lo Stato siamo noi, operatori dell'educazione e cittadini, genitori e studenti, se è vero che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale (e culturale!) che limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti...” (art. 3, Costituzione della Repubblica Italiana), allora l'inclusione non è una concessione benevola, è piuttosto un diritto per chi la riceve e un dovere per chi la persegue. Pasquale Tappa a cura di Pasquale Tappa


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