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Pubblicatoangelo compare Modificato 5 anni fa
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IL LUTTO
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La esperienza del lutto è legata ad una perdita che non si identifica necessariamente con la morte di un congiunto
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Si può attraversare una fase di lutto dopo la nascita di un bambino handicappato (sono morti infatti i nostri progetti, le nostre aspettative e gran parte delle nostre proiezioni sul bambino). Si può vivere un lutto per se stessi dopo la comunicazione di una sieropositività per AIDS o la scoperta di un grave tumore
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L' esperienza del lutto si può associare anche alla fine di un intenso rapporto di amore, ad un licenziamento, ad un furto, una violenza carnale, alla menopausa. Una particolare esperienza di lutto multiplo si vive nell’assistere un congiunto con morbo di Alzheimer
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In genere il lutto evolve e si risolve in meno di 6 mesi, se la intensità o la durata del lutto sono eccezionali si parla di un lutto patologico.
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Nel caso di un decesso, in genere il lutto è tanto più difficile da superare quanto più improvvisa è stata la morte, quanto più sano e giovane era il defunto e ciò soprattutto se chi sopravvive può attribuirsi qualche colpa dell' accaduto. Es. lutto per suicidio, per incidente automobilistico.
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In genere la elaborazione del lutto passa attraverso fasi ben precise che sono pressocché simili nelle diverse culture
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Queste fasi non hanno una durata standard né devono obbligatoriamente presentarsi nell' ordine proposto, ma costituiscono importanti tappe verso la graduale reintegrazione nelle normali esperienze vitali.
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SHOCK DISORGANIZZAZIONE AGGRESSIVITA' INVIDIA VERGOGNA NEGAZIONE RICERCA RAZIONALIZZAZIONE COLPA DEPRESSIONE IDENTIFICAZIONE REINTEGRAZIONE
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SHOCK alcuni sembrano incapaci di parlare e di reagire Da poche ore a qualche giorno Stato trasognato Difficile rendersi conto di quello che è successo In famiglia qualcuno reagisce prima (maestro di cerimonie) riti e vicinanza degli altri aiutano in questa fase
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DISORGANIZZAZIONE si "gira a vuoto", si ripetono azioni già fatte, non si riesce né a pianificare né a portare a termine i compiti. dura da qualche ora ad una settimana (sheva ebraica) prevale l’ansia (“come faccio, io non ho mai fatto la dichiarazione dei redditi”)
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AGGRESSIVITA' Spesso correlata alla frustrazione può essere diretta verso se stessi, verso gli altri es. i medici, verso Dio, o verso lo stesso morto che ci ha lasciati Prevale la rabbia, serve anche ad arginare la depressione la aggressività alla lunga fa sentire molto infelici e squilibrati Aggressività vs alzheimer
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INVIDIA può essere intollerabile per una giovane vedova la vista di una serena coppia di anziani per la madre di un bambino Down la vista di un bambino sano
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VERGOGNA di fronte al termine vedova, per la tristezza che si pensa di indurre negli altri; perché hai fatto figlio non sano; AIDS, cancro, violenza sessuale subita, vergogna per il desiderio di dare un bacio o di rapporti sessuali.
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NEGAZIONE NEGARE L’EVENTO..no non è morto, è partito poi ritornerà... NEGARE IL PROPRIO DOLORE sì è morto ma non ne soffro … ALTRE FORME DI NEGAZIONE guardare le partite di calcio come quando lui c’era Rifiutarsi di regalare gli oggetti che gli appartenevano Non aprire i suoi armadi Non occupare la sua poltrona o il suo posto a tavola continuare ad apparecchiare per lui
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RICERCA effettuata anche attraverso medium, guaritori, riti ecc. Fotografie, ritorni in luoghi in cui si è stati assieme
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RAZIONALIZZAZIONE es. Dio prende i migliori Lui stesso non avrebbe voluto vivere in queste condizioni
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COLPA SI TRATTA DI UN PARADOSSALE STRUMENTO DI DIFESA (il pensare ad una colpa propria, dei medici o del morto può essere un vero tormento ma per pochi istanti ci permette di immaginare un mondo in cui non avendo commesso alcuni atti o essendo stati più prudenti, la tragedia forse non sarebbe accaduta). FORNENDO DEI VANTAGGI IMMEDIATI TENDE A PERDURARE NEL TEMPO
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DEPRESSIONE è un normale correlato del lutto e può essere la fase più intensa e duratura dell' intero processo. può favorire un narcisismo “nessuno soffre quanto soffro io”, “come lui non può esserci nessun altro”
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IDENTIFICAZIONE spesso si decide di aderire ad associazioni specifiche (es. assistenza agli ammalati terminali di cancro), ANFFaS o ANGSA, mi interessa solo chi appartiene alla nostra categoria, gli altri non possono capire (gagi, goim, babbani) senso di appartenenza sostiene, razionalizza, sublima, ma può anche cronicizzare Nei casi migliori si inizia ad accettare la propria condizione.
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REINTEGRAZIONE Metafora del cielo grigio in cui si apre uno spiraglio di luce Gradualmente compaiono momenti di benessere e spensieratezza che diventano progressivamente più prolungati, compaiono ricordi di momenti belli vissuti assieme al defunto, ci si coinvolge in nuove attività.
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