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Lukes, Gramsci, Foucault
Sociologia dei fenomeni politici
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Opere Antonio Gramsci, Quaderni del carcere ( Pubblicati tra il ) Steven Lukes, Potere. Una visione radicale (1974) Michel Foucault: Sorvegliare e punire (1975) Storia della sessualità (1977) Corso al Collège de France ( )
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Lukes: il Pluralismo Critica all’elitismo
Analisi dei processi di «decision-making» e dei conflitti tra interessi contrapposti La pluralità degli interessi e la «poliarchia» o «democrazia poliarchica» Secondo il pluralismo, quando un interesse esiste organizza la sua rappresentanza
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Steven Lukes: critiche al Pluralismo
1° dimensione del potere. Decisioni osservabili: conflitti manifesti e osservabili (Dahl) 2° dimensione del potere. Il «non decision- making»: conflitti osservabili ma nascosti (Bachrach e Baratz; Crenson) 3° dimensione del potere: conflitti latenti: «A esercita potere su B quando agisce in maneira contraria agli interessi di B» (Lukes)
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Steven Lukes: Potere. Una visione radicale
“l’uso supremo e più insidioso del potere non è forse quello di far sì che le persone, di qualsiasi livello, non abbiano rimostranze, plasmando le loro percezioni, preferenze e cognizioni in modo da far loro accettare il proprio ruolo all’interno dell’esistente, sia perché esse non riescono a immaginare condizioni alternative, sia perché percepiscono tale ordine come naturale e immutabile, oppure perché lo reputano benefico e voluto da Dio? Dare per scontato che l’assenza di rimostranze equivalga a un effettivo consenso significa escludere la possibilità che il consenso sia falso oppure sia una diretta conseguenza del modo in cui è stato definito”
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Lukes e Gramsci È Lukes stesso in apertura del suo saggio a dichiarare di essere debitore nei confronti del concetto di egemonia elaborato da Gramsci. Il ruolo della superstruttura nella determinazione della realtà e delle condizioni di dominio
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Gramsci: l’egemonia Egemonia «politico-culturale”; “etico-politica”; “politico- intellettuale”. L’egemonia è una forma di potere, o meglio, un aspetto del dominio. È dunque possibile definirla come una modalità non violenta (vedi il riferimento all’assenza di forza materiale) di esercizio del potere. Organizzazione permanente del consenso
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Gramsci: l’egemonia Gli strumenti dell’egemonia: intellettuali, apparati egemonici e partito politico “Servizi pubblici intellettuali: oltre alla scuola, nei suoi vari gradi (…) il teatro, le biblioteche, i musei di vario genere, le pinacoteche, i giardini zoologici, gli orti botanici…(…) Questi elementi (sono) da studiare come nessi nazionali fra governanti e governati, come fattori di egemonia”.
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Lukes e Foucault: la visione ultraradicale del potere
La genealogia e i rapporti sapere-potere «il soggetto che conosce, gli oggetti da conoscere e le modalità della conoscenza sono altrettanti effetti di queste implicazioni fondamentali del potere-sapere e delle loro trasformazioni storiche»
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Foucault Il potere disciplinare
Bio-politica, bio-potere, microfisica del potere Questo «potere disciplinare» – sviluppato, organizzato e perfezionato nelle prigioni, nelle fabbriche, nelle caserme, nelle scuole, nei manicomi e negli ospedali – ha come fine quello di produrre un essere umano a sua volta utile, funzionale e produttivo: «la disciplina “fabbrica” degli individui»
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Sorvegliare e punire: il Panopticon
«Tradizionalmente, il potere è ciò che si vede, ciò che si mostra, ciò che si manifesta, e, in modo paradossale, trova il principio della sua forza nel gesto con cui la ostenta. Coloro sui quali si esercita, possono rimanere nell’ombra; essi non ricevono luce che da quella parte di potere che è loro concessa, o dal riflesso che essi ne portano per un istante. Il potere disciplinare si esercita rendendosi invisibile; e, al contrario, impone a coloro che sottomette un principio di visibilità obbligatoria. Nella disciplina sono i soggetti a dover essere visti. L’illuminazione assicura la presa del potere che si esercita su di loro. È il fatto di essere visto incessantemente, di poter sempre essere visto, che mantiene in soggezione l’individuo disciplinare. E l’esame è la tecnica con cui il potere, in luogo di emettere i segni della sua potenza, in luogo di imporre il marchio ai suoi soggetti, li capta in un meccanismo di oggettivazione. Nello spazio in cui domina, il potere disciplinare manifesta la sua potenza, essenzialmente, sistemando degli oggetti. L’esame si pone come la cerimonia di questa oggettivazione»
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Il Panopticon
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La bio-politica «Le discipline del corpo e le regolazioni della popolazione costituiscono i due poli intorno ai quali si è sviluppata l’organizzazione del potere sulla vita. La creazione, nel corso dell’età classica, di questa grande tecnologia a due facce – anatomica e biologica, agente sull’individuo e sulla specie, volta verso le attività del corpo e verso i processi della vita – caratterizza un potere la cui funzione più importante ormai non è forse più di uccidere ma d’investire interamente la vita. La vecchia potenza della morte in cui si simbolizzava il potere sovrano è ora ricoperta accuratamente dall’amministrazione dei corpi e della gestione calcolatrice della vita. Sviluppo rapido nel corso dell’età classica delle varie discipline – scuole, collegi, caserme, ateliers; emergenza anche, nel campo delle pratiche politiche e delle osservazioni economiche, dei problemi di natalità, di longevità, di salute pubblica, di habitat, di migrazione; esplosione dunque di tecniche diverse e numerose per ottenere la subordinazione dei corpi ed il controllo delle popolazioni. Si apre così l’era di un “bio-potere”»
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