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PubblicatoLuigi Nanni Modificato 5 anni fa
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Pedagogia e ricerca educativa come fonti delle pratiche professionali
Pedagogia scolastica II unità Pedagogia e ricerca educativa come fonti delle pratiche professionali
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Le categorie pedagogiche a servizio della pratica: formazione
Processo non intenzionale di ordine bio-antropologico e culturale che realizza la formazione umana in quanto specie e in quanto singole individualità. Elementi costitutivi ontogenesi/filogenesi ambiente ambiente antropizzato cultura (artefatti-materiali e immateriali) tessuto sociale (comunità/società) Ambiti Formali Non formali Informali
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Le categorie pedagogiche a servizio della pratica: educazione
Processo intenzionale (riferito a fini, obiettivi, memorie, modelli, progettualità, teorie, tradizioni, scopi, valori condivisi e negoziati) orientato alla promozione della crescita e dello sviluppo umano e sociale. Elementi costitutivi Intenzionalità Fini Teorie Modelli
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Le categorie pedagogiche a servizio della pratica: istruzione
istruzióne (ant. instruzióne) s. f. [dal lat. instructio -onis, der. di instruĕre: v. istruire]. L’attività, l’opera svolta per istruire attraverso l’insegnamento (o anche, in qualche caso, solo mediante l’addestramento), e il risultato o frutto di tale attività; in senso passivo, il venire istruito: attendere all’i. dei giovani (diverso da educazione, che ha sign. più ampio e implica un’azione diretta sullo spirito più che sull’intelletto). «Sembrerebbe che oggi educare sia esibire valori e istruire trasmettere tecniche. Con un po’ di psicologia a fare da cuscinetto. Così anche l’idea di istruzione, oltre a quella di formazione, è totalmente vanificata. Istruire significa immettere in una struttura, costruire e far costruire qualcosa entro una struttura determinata, non semplicemente trasmettere informazioni. Cominciamo intanto a considerare la dialettica tra educazione e istruzione come una vera dialettica e non un falso dilemma. Come una dialettica complessa che rinvia alle grandi strutture di senso del discorso pedagogico e non come l’invenzione di qualche pedagogista. Non si tratta di un dilemma ma di un sistema di opzioni che assumono valori di posizione differenti a seconda di come, dove, quando, con chi e in che contesto si parla di formazione e di scuola» (Massa, 1997).
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Le categorie pedagogiche a servizio della pratica: inculturazione
Fonti: Antropologia Sociologia Teologia Processo di apprendimento della cultura di appartenenza attraverso costumi, credenze, linguaggi, rappresentazioni, simboli (distinto dal processo di «acculturazione»).
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Le categorie pedagogiche a servizio della pratica: socializzazione
Fonti: Antropologia Psicologia sociale Sociologia Complesso processo attraverso il quale l'individuo diventa un essere sociale, integrandosi (attraverso un processo di adattamento) in varie strutture e relazioni sociali, rappresentate dalla classe, dalla famiglia, dai reticoli, dalla scuola e dall'ambiente di lavoro. delle-scienze-sociali%29/
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Engagement istituzionale e agire professionale
se il focus è l’istruzione, l’attenzione si indirizzerà a conoscenze e saperi che rispondono a specifici bisogni conoscitivi; se il focus è l’inculturazione l’attenzione sarà a norme, culture, tradizioni, valori che la scuola, in quanto agenzia educativa, è chiamata a veicolare; se il focus è la socializzazione, l’attenzione sarà alla costruzione ed alla ricostruzione di forme di relazione e di incontro sulla scorta di modelli e strutture preesistenti ma suscettibili di trasformazione, che consentono di costruire progressivamente un capitale sociale significativo e di agire all’interno dei contesti ; se il focus è sulla formazione e sull’ educazione, l’attenzione sarà ai processi di sviluppo e di crescita ed alle azioni volte ad accompagnarli e a sostenerli in tutto l’arco della vita.
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Teorie implicite, senso comune e modelli pedagogici
«Il “modello” educativo rappresenta uno “schema” che salda in una medesima configurazione concettuale la componente teleologica (una finalità da perseguire) con quella pratica (i concreti modi di fare educazione). Esso riveste essenzialmente una funzione “normativa”: guida e giustifica la pratica alla luce di una finalità» [….] «Dal punto di vista descrittivo, il modello è specificabile secondo la sua “struttura” (gli elementi concreti, materiali ed empirici, da cui è formato), ma il suo significato pedagogico diventa intelligibile alla luce della finalità formativa che ne informa e ne giustifica la struttura stessa. La “struttura” del modello ne rappresenta anche gli aspetti invarianti, che gli conferiscono un carattere “tipico” al di là delle differenze tra le sue realizzazioni storiche in sistemi educativi veri e propri. I “sistemi” educativi sono perciò le forme di organizzazione storico-sociale dell’educazione, e ciascuno di essi è legato ad un modello ideale» (Baldacci, 2010).
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