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La Struttura della Terra e la Tettonica a Placche
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La Struttura della Terra
La Terra è suddivisa in tre gusci concentrici: La crosta Il mantello Il nucleo Mantello Nucleo Crosta
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La Crosta È il posto dove viviamo! La crosta terrestre si divide in:
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La Crosta Crosta Continentale: Spessore: 10-70 km Bassa densità
Molto vecchia La crosta è un involucro rigido e sottile il cui spessore varia da una media di 35 km sotto i continenti a una media di 3-7 km sotto i fondi oceanici. La crosta continentale corrisponde ai continenti e alla loro prosecuzione, nelle immediate vicinanze, sotto il livello del mare.
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La Crosta Crosta Oceanica: Spessore: ~ 7 km Alta densità Giovane
La crosta oceanica costituisce il «pavimento» degli oceani ed è coperta dalle acque. La crosta terrestre può galleggiare sul mantello, perché è meno densa. La tendenza della crosta a raggiungere una posizione di equilibrio attraverso il fenomeno di galleggiamento è detta isostasia.
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Il Mantello Al di sotto della crosta si trova il mantello, uno strato viscoso di rocce dense e pesanti in continuo movimento. Il mantello arriva alla profondità di 2900 km.
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Il Nucleo Il nucleo è un grosso “nocciolo” il cui raggio è più della metà del raggio terrestre. Lo studio delle onde sismiche ha permesso di distinguere nel nucleo due strati: il nucleo esterno, liquido e il nucleo interno, solido.
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Il nucleo è il responsabile del campo magnetico terrestre.
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Come facciamo a conoscere la struttura della Terra?
Indagini geofisiche: Sismiche Gravità Magnetismo Dallo studio delle onde sismiche e di come si propagano quando attraversano il pianeta si è dedotto che l’interno della Terra non è omogeneo. La Terra, come molti altri pianeti del Sistema solare, ha una struttura a involucri concentrici, di diversa natura e spessore: 1. la crosta (la parte più esterna), dello spessore di pochi kilometri (una media di 6-7, sotto gli oceani e di 35 nei continenti); 2. il mantello (la parte centrale), che arriva fino a circa 2900 km di profondità; 3. il nucleo, diviso a sua volta in due involucri: il nucleo esterno e il nucleo interno. La crosta è un involucro rigido e sottile il cui spessore varia da una media di 35 km sotto i continenti a una media di Immediatamente sotto 6-7 km sotto i fondi oceanici. Immediatamente sotto la crosta il mantello è solido: la litosfera è l’insieme della crosta terrestre e di questo primo strato del mantello. Il mantello si estende dalla Moho fino a 2900 km di profondità, dove è presente un’altra discontinuità sismica, la superficie di Gutenberg. L’astenosfera è uno strato del mantello (non sempre presente) situato tra i 70 e i 250 km di profondità e formato da materiale parzialmente fuso. Il nucleo ha un raggio di 3470 km, più della metà di quello terrestre. I dati sismici indicano che il materiale della parte più esterna del nucleo ha le caratteristiche di un fluido. A 5170 km di profondità si incontra la discontinuità di Lehmann, che indica il passaggio a un nucleo più interno, solido. Il nucleo è probabilmente metallico, formato soprattutto da ferro e nichel, oltre a qualche elemento più leggero, come silicio e zolfo.
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Come facciamo a conoscere la struttura della Terra?
Acquisizione: Di campioni di terra (carotaggio) Di informazioni satellitari Magnetismo Carotaggio Nella tecnica mineraria, in geologia e in archeologia, prelevamento di campioni dal sottosuolo
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Come facciamo a conoscere la struttura della Terra?
Indagini geologiche: Pozzi Miniere Lavori sul campo
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Che cos’è la “Tettonica delle Placche”?
La tettonica delle placche (dal greco τέκτων, tektōn che significa "costruttore") è il modello sulla dinamica della Terra, su cui concorda la maggior parte degli scienziati che si occupano di scienze della Terra. Le placche tettoniche terrestri. Questa teoria è in grado di spiegare, in maniera integrata e con conclusioni interdisciplinari, i fenomeni che interessano la crosta terrestre quali: attività sismica, orogenesi, la disposizione areale dei vulcani, le variazioni di chimismo delle rocce magmatiche, la formazione di strutture come le fosse oceaniche e gli archi insulari, la distribuzione geografica delle faune e flore fossili durante le ere geologiche e di come le zone interessate da attività vulcanica e quelle di attività sismica siano concentrate su determinate zone.
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Tettonica delle Placche
Se si osserva il planisfero si nota come alcuni continenti possono incastrarsi tra di loro come tessere di un puzzle. Se si guarda un planisfero, si può notare che alcuni dei continenti potrebbero incastrarsi come tessere di un puzzle: la forma di Africa e Sud America sono un buon esempio. La Terra come la vediamo oggi non è sempre stata come lo è ora. Masse di terra hanno tirato a parte e uniti dal processo che chiamiamo tettonica a placche ....
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Tettonica delle Placche
La crosta terrestre è frammentata in 12 zone principali, chiamate placche, che si spostano in varie direzioni. Ci sono 12 grandi placche sulla Terra, ognuna delle quali si muove di qualche centimetro l’anno. Movimenti che “stirano” la placca o che la fanno collidere con un’altra… Ogni tipo di interazione produce un specifica "caratteristica tettonica", come catene montuose, vulcani, fosse oceaniche e (o) rift valley, da cui parleremo in questa lezione.
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Tettonica delle Placche
Questi movimenti disordinati portano le placche a collidere tra loro, ad allontanarsi o a scorrere una accanto all’altra.
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Tettonica delle Placche
Le differenti interazioni delle placche portano a caratteristiche strutture della crosta terrestre o strutture “tettoniche”. La parola tettonica si riferisce alla deformazione della crosta come conseguenza delle interazioni delle placche.
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Tettonica delle Placche
La figura mostra le 12 placche principali
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Tettonica delle Placche
Da cosa sono costituite le placche tettoniche? Le placche sono formate dalla litosfera rigida. La litosfera è costituita dalla crosta e dalla parte superiore del mantello. Le placche sono fatte da litosfera rigida, formata a sua volta dalla crosta e dalla parte più esterna del mantello.
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Tettonica delle Placche
Cosa c’è sotto le placche? Sotto la litosfera (che costituisce le placche tettoniche) c’è l'astenosfera. L'astenosfera (dal greco asthenēs 'debole' + sfera) è una fascia superficiale del mantello terrestre, giacente sotto la litosfera e sopra la mesosfera, compresa tra i 250 e 300 Km di profondità, in cui le rocce sono parzialmente fuse. È stata individuata con certezza sotto la crosta oceanica, mentre sotto la crosta continentale non è stata ancora individuata, ma si presume che vi si possa trovare a profondità maggiori. La presenza di materiale che si comporta come un fluido è provata dai movimenti isostatici della superficie terrestre. Si tratta di movimenti verticali conseguenti a variazioni di peso della crosta, interpretabili come fenomeni di galleggiamento.
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Il Movimento delle Placche
Le placche sono spostate dai moti convettivi che si producono nel mantello. Il motore delle placche Anche se il calore che sentiamo in superficie è dovuto essenzialmente alla radiazione solare, la Terra perde calore continuamente dalla sua superficie. Esistono molte prove del fatto che la Terra al suo interno è calda. Il calore interno della Terra viene continuamente disperso verso l’esterno attraverso la sua superficie. La quantità di energia termica che sfugge dalla Terra per unità di area e di tempo viene chiamata flusso termico. Il flusso varia da luogo a luogo della superficie terrestre. Le aree dove esso è maggiore sono molto «attive» dal punto di vista geologico. Si pensa che le zone con flusso termico più elevato (ad esempio in corrispondenza delle dorsali oceaniche) siano dovute all’esistenza di correnti convettive nel mantello, cioè a spostamenti di materiale più caldo (e quindi meno denso) che risale da zone profonde. L’origine di questi giganteschi rimescolamenti di materiale va cercata nelle differenze di temperatura che esistono in zone diverse del mantello, causate, tra l’altro, da una distribuzione non omogenea degli elementi radioattivi. Le placche litosferiche, nei loro spostamenti, rispondono in qualche modo a questi movimenti del mantello.
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Cosa succede lungo i margini delle placche?
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I diversi tipi di margini
Margini Divergenti Margini Convergenti La deformazione delle rocce Sotto l’azione delle forze che agiscono per milioni di anni all’interno della crosta terrestre le rocce possono piegarsi oppure rompersi. A seconda di come sono orientate le forze che agiscono sui diversi settori di crosta, le rocce si deformano con effetti diversi: 1. distensione, 2. compressione, 3. trascorrenza. Margini Trasformi
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Margini Divergenti I margini divergenti sono quelli in corrispondenza dei quali due placche si allontanano una dall'altra. Se la deformazione non causa la rottura delle rocce, si parla di pieghe; se le rocce si rompono e i due blocchi che si formano scorrono uno rispetto all’altro, si parla di faglie. In caso di distensione si ha una faglia diretta: le rocce sovrastanti il piano di faglia si allontanano e si abbassano rispetto alle rocce inizialmente sottostanti il piano.
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Margini Divergenti Filmato (fai clic sull’immagine)
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Età della Crosta Oceanica
Le rocce più antiche della crosta oceanica sono quelle di color azzurro, quelle più giovani sono colorate in rosso.
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La Formazione degli Oceani
Un oceano inizia a formarsi quando una parte di crosta continentale si spezza lungo una frattura lunga anche migliaia di chilometri e i due margini della frattura iniziano ad allontanarsi. La separazione di due placche litosferiche coincide con la formazione di nuova crosta oceanica. In alcuni luoghi delle terre emerse è possibile osservare gli stadi iniziali della separazione di due placche litosferiche. Un esempio è la Great Rift Valley: la depressione del Mar Rosso che attraversa tutta l’Africa orientale.
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La Formazione degli Oceani
Filmato (fai clic sull’immagine) La crosta oceanica presenta due tipi di strutture molto importanti sia per le loro dimensioni sia per l’attività geologica ad esse associata: si tratta delle dorsali oceaniche e delle fosse abissali. Le dorsali oceaniche: L’esplorazione del fondo oceanico ha messo in luce l’esistenza di rilievi sommersi,assai diversi dalle montagne di superficie, detti dorsali oceaniche. Il fondo degli oceani è percorso da una fascia di crosta inarcata verso l’alto, la cui sommità raggiunge i m di altezza rispetto alle piane abissali; in qualche punto essa emerge dalla superficie del mare. Quasi ovunque la sommità delle dorsali è percorsa da una depressione larga qualche decina di kilometri: è la rift valley. Le dorsali oceaniche compongono un sistema di rilievi sommersi che supera i km di lunghezza. La più estesa è la Dorsale Medio-atlantica, che ha un andamento approssimativamente da nord a sud ed emerge dall’Oceano Atlantico in corrispondenza dell’Islanda.
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Le Dorsali Oceaniche Margini costruttivi: “nasce” nuova crosta lungo le dorsali oceaniche.
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Le Dorsali Oceaniche L’Islanda è attraversata dalla dorsale medio-atlantica proprio nel suo centro! L’Islanda è attraversata dalla dorsale medio-atlantica
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Margini Convergenti Ci sono tre tipi di collisione di margini:
Collisione crosta oceanica-crosta oceanica. Collisione continente-crosta oceanica. Collisione continente-continente. Margini distruttivi: la crosta si “consuma” nella subduzione favorendo la nascita delle fosse.
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Margini Convergenti Collisione crosta oceanica-crosta oceanica Quando a scontrarsi sono due margini oceanici, uno dei due scorre sotto l’altro (subduzione). Quando due placche oceaniche si avvicinano si ha subduzione di litosfera oceanica sotto altra litosfera oceanica. Si forma in questo caso un arco di isole vulcaniche, il quale emerge lungo il margine della placca che resta in superficie (come l’arcipelago delle Marianne).
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Margini Convergenti Filmato (fai clic sull’immagine)
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L’arco vulcanico che forma l’arcipelago del Giappone nasce dallo scontro di due placche oceaniche: quella euroasiatica e quella pacifica.
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Margini Convergenti Collisione continente-crosta oceanica La crosta oceanica, essendo più densa di quella continentale, subduce sotto quest’ultima generando fosse oceaniche e catene montuose Se i margini delle due placche che collidono sono rappresentati da crosta continentale uno e da crosta oceanica l’altro, allora si ha la subduzione di quest’ultimo sotto il margine continentale. La conseguenza di tale movimento sono la nascita delle montagne (orogenesi), di vulcani e la presenza di fosse oceaniche e di terremoti. Un esempio di orogenesi di questo tipo è catena andina. Anche le fosse abissali sono conseguenza della subduzione della crosta: possono essere lunghe migliaia di chilometri, molte delle quali superano i 10 km di profondità. La fossa più profonda è la Fossa delle Marianne, nell’Oceano Pacifico occidentale ( metri sotto il livello del mare).
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Margini Convergenti Filmato (fai clic sull’immagine)
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Lo scontro tra la placca di Nazca e il Continente Sudamericano ha dato origine alla Cordigliera delle Ande e ad una enorme fossa lungo i margini delle due placche
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Margini Convergenti Collisione continente-continente Quando si scontrano i margini continentali di due placche si ha la nascita di una catena montuosa In un primo momento l’avvicinamento tra i continenti comporta la riduzione dell’oceano che li separa. La crosta oceanica entra in subduzione sotto la crosta continentale (che è più leggera). Al termine di questo processo l’oceano è scomparso, i margini delle due porzioni di crosta continentale vengono a contatto. È il momento della collisione e si forma una catena montuosa (orogenesi). Sono nate in questo modo l’Himalaya e le Alpi.
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Margini Convergenti Filmato (fai clic sull’immagine)
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La collisione della placca indiana contro quella eurasiatica ha dato origine alla catena himalayana
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Dove le placche scorrono una accanto all’altra.
Margini Trasformi Dove le placche scorrono una accanto all’altra. I margini delle placche scorrono uno a fianco dell’altro, in direzioni opposte. (Margini conservativi: non c’è né distruzione né produzione di nuova crosta)
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La faglia di San Andreas è una faglia geologica di tipo trasforme che si estende per 1300 km attraverso la California, tra la placca nordamericana e la placca pacifica.
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Vulcani e Placche Quale connessione? La verifica del modello
Il modello della Tettonica delle placche è attualmente quello che meglio spiega la maggior parte dei dati e delle osservazioni. Per esempio, vediamo in che modo la Tettonica delle placche giustifica la distribuzione dei vulcani e dei terremoti. La maggior parte dei vulcani centrali attivi non sottomarini è localizzata lungo archi insulari o archi vulcanici. Questo vulcanismo è collegato al processo di subduzione in corrispondenza di margini distruttivi tra le placche. Tuttavia, alcuni vulcani non sono localizzati lungo i limiti tra le placche, ma all’interno di esse. Attraverso la Tettonica delle placche è possibile dare una spiegazione anche della distribuzione dei vulcani all’interno delle placche.
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Vulcani e Placche Tettoniche
La figura mostra i margini delle placche e la distribuzione dei principali vulcani attivi. Cosa osservi?
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Terremoti e Placche Quale connessione?
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Terremoti e Placche Tettoniche
La figura mostra i margini delle placche e la distribuzione dei terremoti. Cosa osservi?
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