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L’impero arabo-islamico
L’espansione islamica
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Gli arabi conquistano un impero (VII-VIII sec.)
La fede islamica ebbe l’effetto di unire centinaia di tribù che nel passato avevano sempre agito da sole, in discordia le une con le altre. Guidati dai califfi (in arabo «successori» del Profeta), dal 634 al 711 gli Arabi conquistarono un impero che andava dalla Persia alla Spagna, spingendosi poi ancora oltre. Tutti i popoli si convertirono all'Islàm e vennero chiamati dagli Arabi Sarah ʺSaraceniʺ. Nel IX secolo, i Saraceni conquisteranno poi la Sicilia.
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Le fasi dell’espansione islamica
Con Maometto si riunirono tutte le tribù e fu conquistata tutta la parte centro-meridionale della penisola arabica ( ). Dopo la sua morte, sotto il primo califfato ( ), gli Arabi conquistarono la Persia e larga parte dei territori bizantini (Siria, Palestina, Egitto, Libia), strappando così a Bisanzio il dominio del Mediterraneo. Sotto il Califatto Ommayyade ( ), cioè il secondo dei quattro califfati principali istituiti dopo la morte di Maometto, ad Oriente arrivarono fino alle coste del lago d’Aral e alle foci dell’Indo, invece ad Occidente continuarono a conquistare tutta l’Africa settentrionale (Algeria, Marocco) fino allo stretto di Gibilterra e ad invadere la Spagna nel 711, abbattendo il Regno dei Visigoti. Superati infine i Pirenei, penetrarono in Francia e raggiunsero le rive della Loira, ma a Poitiers, nel 732, la loro avanzata fu respinta dai Franchi di Carlo Martello. Sotto il Califfato Abbaside ( ), conquistarono le isole del Mediterraneo (Sicilia, Sardegna, Corsica, le Baleari, Creta ).
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Espansione islamica (schema e mappa)
Maometto ( ): Arabia centro- meridionale Primo Califfato ( ): Siria, Palestina, Egitto, Libia. Omayyadi ( ): Africa settentrionale (Algeria, Marocco), Spagna, lago d’Aral, Indo Abbasidi ( ): Sicilia, Sardegna, Corsica, Baleari, Creta.
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Europa e Medio Oriente oggi (cartina politica)
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Baghdad Dal 762 in poi i califfi elessero a loro capitale Baghdad (l’attuale capitale dell’Iraq). Prima erano state capitali Medina (fino al 661) e Damasco (fino al 750).
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Cause della prodigiosa espansione araba
LA FORMAZIONE DELL’IMPERO ARABO LE CAUSE DELLA PRODIGIOSA ESPANSIONE ARABA Cause della prodigiosa espansione araba motivi militari gli Arabi non saccheggiavano, non distruggevano e non facevano strage di popoli, la loro moderazione convinse molte città ad arrendersi senza combattere. motivi sociali gli Arabi seguivano i princìpi di uguaglianza di Maometto, a quell’epoca era ben difficile distinguere la tenda di uno sceicco da quella degli umili. motivi religiosi gli Arabi praticavano la massima tolleranza, nessuno veniva obbligato a convertirsi all’islàm. Tuttavia, chi si convertiva veniva esentato dai tributi. Questi principi rimasero saldi fino all’XI secolo, quando la civiltà araba iniziò a declinare e altri popoli islamizzati s’impadronirono dell’Impero
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La tolleranza degli Arabi
Strappata Gerusalemme ai Bizantini nel 638, il califfo Omar stipulò un trattato con il patriarca della città, che dimostra la tolleranza dei vincitori nei confronti dei vinti: Nel nome di Dio, clemente, misericordioso. Questo è quanto Umar, principe dei credenti, ha garantito al popolo di Aelia [Gerusalemme]. Ha garantito le loro vite, la proprietà, le chiese, le croci: le loro chiese non saranno abitate da stranieri, né saranno distrutte, né rovinate in alcuna parte; e così le loro croci o proprietà. Non saranno perseguitati per la loro religione, né molestati. […] Dovranno esigere che bizantini e ladri lascino la città. Se costoro se ne andranno, saranno sicuri della loro vita e delle loro proprietà fino a che raggiungeranno il loro paese. Ma ai bizantini che preferiranno restare, verrà data garanzia se accetteranno gli stessi impegni di coloro ai quali, tra gli abitanti di Aelia, compete il tributo.
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La comunità si divide L’unità di tutti i credenti durò solo pochi anni. Intorno alla nomina dei califfi, infatti, nacque una disputa destinata a provocare una spaccatura storica. Maometto era morto senza indicare un successore. Poiché egli apparteneva alla famiglia degli Hashemiti, alcuni dei suoi compagni decisero che i califfi avrebbero dovuto appartenere a quella casata, di cui oggi il più illustre discendente è il re di Giordania. Però anche Alì, genero di Maometto per aver sposato la figlia Fatima, rivendicò per sé la successione. Le due fazioni si scontrarono: vinsero di Hashemiti, che uccisero barbaramente Alì. I suoi seguaci, però, qualche secolo dopo si riunirono creando una nuova comunità, gli sciiti, che si contrappose all’altra, detta dei sunniti.
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Schema Per i Sunniti: i califfi possono appartenere solo alla dinastia a cui apparteneva Maometto, quella degli Hashemiti. Per gli Sciiti: possono essere eletti califfi anche i successori di Alì, genero di Maometto.
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Sciiti e sunniti -Sunniti: la grande maggioranza dei musulmani, circa l’85-90% seguono la sunna, cioè la tradizione. Non hanno un clero o una gerarchia religiosa strutturata. I califfi, eletti successori di Maometto, guidano la comunità: essi però hanno un’autorità politica e non religiosa. -Sciiti: la minoranza, 15-10%, da shi‘a, ovvero partito, convinti che l’unica e legittima successione a Maometto viene dagli imam, i discendenti di Alì (cugino e genero del Profeta) e Fatima, sua figlia. A differenza del califfo sunnita, l’imam sciita ha un autorità religiosa: è infallibile perché guidato e ispirato da Dio.
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Schema Sunniti Sciiti Corano e Sunna Solo Corano
Successori di Maometto (Hashemiti) Discendenti di Alì Califfi Imam Solo autorità politica Autorità politica e religiosa 85% 15%
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Gli Ismailiti fondano la setta dei Nizariti
L’impero arabo si mantenne praticamente intatto fino all’XI secolo, nonostante le continue lotte interne di potere (per diventare o scegliere califfi o imam). Si erano infatti formate diverse fazioni religiose, tra cui gli Ismailiti, che erano un gruppo sciita che voleva riconoscere come legittima la successione del settimo Imam Ismāʿīl. Nell’XI secolo, intenzionati a vendicare l’uccisione di Alì, gli Ismailiti fondarono una setta, cioè il gruppo dei Nizariti, sotto la guida di Ḥasan-i Ṣabbāḥ (che poi sarà chiamato da Marco Polo «il Vecchio della montagna»), il cui scopo era di uccidere ogni califfo in carica. Poiché, dopo aver compiuto gli attentati, i membri della setta dovevano suicidarsi per andare in Paradiso, prima di ogni impresa si inebriavano di una droga detta hashish. Da ciò derivava il loro nome (hashashīn), assassini, che poi è entrato nel linguaggio comune per indicare chiunque compia un omicidio.
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Assassin’s creed La Setta degli Assassini, anche conosciuta con il nome di Nizariti, è entrata nell’immaginario collettivo attraverso opere celebri come il videogioco Assassin’s Creed o il romanzo Angeli e Demoni di Dan Brown.
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I Turchi selgiùchidi contro gli Arabi
Il vero pericolo, tuttavia, proveniva da un nuovo popolo, stanziato in Persia, che, a contatto con gli arabi, si era convertito all’islam: i Turchi selgiùchidi. All’inizio militarono per i califfi, ma poi iniziarono a sottrarre loro territori sempre più vasti, fino a sostituirli interamente nel dominio del Medio Oriente. Più a lungo, invece, resistettero gli Arabi di Spagna e del Maghreb. In foto, l’aquila selgiùchide.
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I nomi dati dagli Europei ai popoli islamici
LA FORMAZIONE DELL’IMPERO ARABO I nomi dati dagli Europei ai popoli islamici Arabi I conquistatori del primo Impero islamico, provenienti dalla Penisola araba. Bèrberi Nome derivato dalla parola di origine greca “barbari”, attribuito dagli Arabi ai popoli del Maghreb, considerati all’inizio più rozzi dei conquistatori. Saraceni Termine di origine araba con cui furono designati i Bèrberi e gli Arabi di Spagna. Mori Nome attribuito soprattutto ai conquistatori della Spagna. Deriva da “Mauri”, il termine usato dagli antichi Romani per i popoli bèrberi della Mauretania (Africa settentrionale). Turchi Il popolo islamico affine agli Unni che si sostituì agli Arabi nel governo dell’Impero. Più avanti questa parola fu usata per ogni genere di musulmani, soprattutto per i corsari che devastavano le coste italiane, francesi e spagnole.
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Gli apporti culturali Sul piano scientifico, gli Arabi inventarono l’algebra e la trigonometria, introdussero in Europa la numerazione decimale, che avevano appreso in Inda, che sostituì quella romana. Nel campo della letteratura, gli Arabi hanno lasciato un capolavoro, Le mille e una notte, una vasta raccolta di leggende popolari. In ambito artistico e architettonico, costruirono grandi complessi monumentali come l’Alhambra di Granada, l’Alcazar di Siviglia, la grande moschea di Cordova.
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Numeri arabi I numeri arabi, anche conosciuti come numeri indo-arabici, sono la rappresentazione simbolica delle entità numeriche più comune al mondo. Si può distinguere tra il sistema posizionale utilizzato, conosciuto anche come sistema numerico indo-arabo, ed il preciso glifo utilizzato (cioè il «tipo di carattere»). I glifi più comunemente usati in associazione all'alfabeto latino sin dai tempi dell'era moderna sono I numeri nacquero in India tra il 400 a.C. ed il 400 d.C. Furono trasmessi prima nell'Asia occidentale, dove trovano menzione nel IX secolo, ed in seguito in Europa nel X secolo. Poiché la conoscenza di tali numeri raggiunse l'Europa attraverso il lavoro di matematici ed astronomi arabi, i numeri vennero chiamati "numeri arabi". In arabo, i numeri arabi orientali sono chiamati "numeri indiani" e viene utilizzato lo stesso sistema, con glifi di forma diversa (٠١٢٣٤٥٦٧٨٩). Da notare che, mentre la scrittura procede da destra a sinistra, in senso inverso rispetto al senso dell'alfabeto latino, le cifre si scrivono come in occidente, con la posizione a destra per le unità di ordine inferiore e a sinistra quelle di ordine superiore.
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Numeri arabi ٠١٢٣٤٥٦٧٨٩ È la stessa cosa ! Cambia solo il glifo, ossia il «font», il «tipo di carattere» (si pensi ad Arial e Times New Roman per il PC). Questa conoscenza permette di riconoscere subito le bufale riguardo alla differenza tra numerazione europea e araba. Si veda l’articolo della Repubblica: nelle_scuole_e_in_tantissimi_credono_alla_bufala /
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Le mille e una notte Le mille e una notte è una celebre raccolta di novelle orientali (di origine egiziana, mesopotamica, indiana e persiana). Da un punto di vista temporale si ritiene che la prima stesura organica delle novelle sia datata attorno al X secolo. In Europa, verrà conosciuta solo nel Settecento, grazie alla traduzione dall’arabo fatta dal francese Antoine Galland. Egli, infatti, tradusse in francese un gruppo di manoscritti arabi conservati presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. In foto un manoscritto arabo, risalente al 1300.
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Le mille e una notte (trama)
Le mille e una notte è «una narrazione nella narrazione». È incentrata sul re persiano Shahriyār che, essendo stato tradito da una delle sue mogli, uccide sistematicamente le sue spose al termine della prima notte di nozze. Un giorno Shahrazād, figlia maggiore del gran visir, decide di offrirsi volontariamente come sposa al sovrano, avendo escogitato un piano per placare l'ira dell'uomo contro il genere femminile. Così la bella e intelligente ragazza, per far cessare l'eccidio e non essere lei stessa uccisa, attua il suo piano con l'aiuto della sorella: ogni sera racconta al re una storia, rimandando il finale al giorno dopo. Va avanti così per "mille e una notte"; e alla fine il re, innamoratosi, le rende salva la vita.
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Alcazar di Siviglia, Palazzo reale, originariamente forte dei Mori.
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Bibliografia e sitografia
V. Calvani, STORIemondi. Il Medioevo, Mondadori scuola, 2014. E. Bonifazi, Geostoria antica e medievale 2. Origini e sviluppo della civiltà europea, Gruppo studi e ricerche storiche, coordinamento Elio Bonifazi, Bulgarini, 2000. Slide Hub scuola Mondadori: R. REDAELLI, Fondamentalismo Islamico (Firenze 22007).
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