Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoFederica Giuliani Modificato 10 anni fa
2
La lirica in ambito italiano. La società comunale ed i nuovi intellettuali: la piazza e la politica.
3
La città e lo statuto A differenza dell’Europa, la ripresa dei commerci del secolo XI - che aveva segnato il ritorno alla città come centro di scambi e di attività artigianali - si accompagna, in ambito italiano, ad un originale esperimento di autogoverno : i Comuni. Qui i cittadini, proprietari di bottega e di risorse finanziarie, si uniscono in Arti o Corporazioni, non solo per motivi economici ma per rivendicare piena autonomia di governo politico. Inevitabile lo scontro con l’Impero: nei Comuni la parte guelfa e le Arti più forti, appoggiati dal Papa, hanno la meglio e frustrano l’ultimo tentativo di Federico II (1250) e dei Ghibellini di imporre un potere centrale. Ogni città italiana si dà quindi uno Statuto, con cui dettare le regole di governo; alla base dell’organizzazione sta l’Assemblea dei rappresentanti delle Arti, che elegge i propri organi dirigenti. L’attività politica diventa fondamentale: i giovani figli della borghesia istruita rivendicano il ruolo di dirigenti e si impegnano a fondo nelle discussioni e negli scontri per le cariche principali.
4
La stagione dei poeti fiorentini Tra i Comuni si distingue Firenze, dove il dibattito politico assume toni molto forti. I nuovi intellettuali, educati alla scuola di Bologna da Guinizzelli, hanno conosciuto non solo gli strumenti del diritto e della filosofia, ma anche la tradizione lirica dei Sicilani. Logica e retorica sono armi per dominare nell’assemblee, ma poi occorre dimostrarsi degni della guida della città anche distinguendosi per “gentilezza”, qualità non ereditaria ma legata alla cultura ed al comportamento. Nelle vie e nelle piazze si svolge la vita sociale ed i giovani come Dante e Cavalcanti ricorrono al poetare per mostrarsi degni della funzione a cui ambiscono: guidare le sorti del Comune. L’impegno letterario così diviene presto confronto con la tradizione e desiderio di profonda innovazione: assumendo il tema collaudato della lode della donna, essi lo trasformano, attraverso la raffinatezza del lessico, il potenziamento dell’introspezione (il “ragionar d’amore”), la dolce sonorità dei toni e della forma. Nasce il Dolce Stil Nuovo.
5
Il modello rinnovato:1280-1300 PPer i Siciliani si trattava sempre di un omaggio elaborato a corte, tra funzionari e notai. Secondo Dante le loro liriche si sono rivelate poco attente alle scelte lessicali, ancora tributarie del loro regionalismo, non innovatrici. CCerto era quasi sparito il vassallaggio, smesso appariva il vincolo di accompagnamento con la musica, né si poteva più amare “di lontano” una donna immaginata, ma la realtà cittadina aveva bisogno di ben altro. NNei poeti del DSN si accentua la scelta per una rappresentazione della donna nella sua vera dimensione. Ella passa “per via”,esce nella piazza a ricevere omaggio e saluta benevolmente. ”Si mostra”, riconosce gli amici e piacevolmente conversa in pubblico, lasciando tracce indelebili di sé nell’anima del poeta.
6
Il pubblico, la circolazione. Il termine “gentile” identifica non solo la propria condizione ed il proprio progetto di vita, ma anche il pubblico di riferimento. I manoscritti passano di mano in mano per un confronto di opinioni, si propongono temi e soluzioni, si discute, ci si beffeggia anche. Le rime corrono per Firenze ed accanto alla recitazione diretta si offre al pubblico della città la lettura, per accrescerne la competenza e la riflessione. I poeti tendono a presentarsi come “élite”, vera coscienza cittadina, ispirati direttamente dall’Amore che “detta” parole nuove solo a chi si mette in condizioni d’ascolto e sa “intendere”. Il frutto del poetare rappresenta il massimo livello “d’intelligenza nuova” che trova nella figura femminile inizio, completamento, elevazione. Accanto al Sonetto, per dare maggior spazio alla riflessione dialettica, compare specie in Dante la Canzone, più complessa ed articolata, con endecasillabi e settenari raccolti in strofe ben strutturate.
7
Il centro dell’incontro: la piazza
8
Diversi esiti In Cavalcanti la poesia nasce dall’incontro con la donna, ma prende forma di doloroso e drammatico impatto e diviene totale sconvolgimento: “Voi che per li occhi mi passaste ‘l core”. L’io“sospira”,“destrutto” fin nell’abilità intellettuale. Lascia agli oggetti professionali (penne, cesoie, coltellino) il compito di parlare all’amata o confida alla lirica, resa quasi persona “leggera e piana”, l’ultimo messaggio di speranza. PPer Dante, invece, la venuta della donna si rivela, “pare”, miracolo unico, ineguagliabile, concesso solo a chi ne sa cogliere il vero segno d’elevazione spirituale. Onesta e gentile, col solo saluto, ella provoca indicibile “dolcezza”, suscita ancora sospiri, ma come promessa ed esemplificazione di una pienezza che rimanda ad un mondo divino non altrimenti percepibile (intelligenza nova).
9
Immagini e modelli. Le Rime di Cavalcanti, raccolte successivamente dai compilatori sono marcatamente segnate dalle tensioni di un soggetto conflittuale (non religioso, bloccato nella carriera politica dalle sue origini nobiliari, violento nelle lotte di piazza). Egli diviene così il paradigma del poeta della tristezza, della solitudine in esilio, della contraddizione. DDante organizza nella “Vita Nuova” un itinerario ideale, selezionando per un pubblico definito [“Donne ch’avete intelletto d’amore”] le proprie rime, introdotte e spiegate dalla prosa con un forte disegno di organicità. GGli esiti dell’esperienza d’amore evitano conflitti morali e terreni, la donna, se mai, apre orizzonti insperati.
10
La strada di Dante. Anche la morte di Beatrice diventa occasione di nuova scoperta, elevazione, rasserenamento. Il termine dell’esperienza fisica non si risolve nel dolore e nello smarrimento, ma suggerisce altri itinerari (Oltre la spera…) La lode della donna si apre all’idea dell’amore come fonte di salvezza universale, definita compiutamente nella Commedia. Compito dell’intellettuale è trovare forme adeguate d’espressione che superino l’istante, la necessità immediata, l’orizzonte locale e puntino all’assoluto
11
Il pubblico. Appare evidente che, nella prospettiva finale di Dante, il riferimento alla gente di Firenze si riveli ormai inadatto: sconfitto in politica l’intellettuale può rivendicare a sé il compito di rigenerare tutta l’umanità alle prese con corruzione e peccato: il richiamo alla responsabilità di ciascuno di dannarsi o di salvarsi attraverso la fede è il suo nuovo orizzonte.
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.