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STRESS CORRELATO AL LAVORO

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Presentazione sul tema: "STRESS CORRELATO AL LAVORO"— Transcript della presentazione:

1 STRESS CORRELATO AL LAVORO
Dr. Venerando Rapisarda Specialista in Medicina del Lavoro

2 “Benessere è uno stato mentale dinamico caratterizzato da un’adeguata armonia tra capacità, esigenze e aspettative di un individuo, ed esigenze e opportunità ambientali” (O.M.S., 1986)

3 Nel corso degli ultimi 30 anni ha preso piede la crescente convinzione che l’esperienza dello stress correlato al lavoro eserciti influenze negative sulla salute e sulla sicurezza degli individui, nonché per la salute delle organizzazioni di appartenenza.

4 EPIDEMIOLOGIA Nel periodo , nei Paesi Bassi si è registrato un aumento dal 21% al 30% di lavoratori che hanno ricevuto una pensione di invalidità a causa di disturbi correlati allo stress (disturbo di adattamento). Tuttavia, questi dati non sono precisi e affidabili poiché basati su metodi di rilevazione poco precisi e mal circostanziati.

5 EPIDEMIOLOGIA Nel 1998, l’assenza dal lavoro è costata all’economica inglese 10,2 miliardi di sterline (un costo medio pari a 426 sterline per lavoratore). Il 71% dei dirigenti britannici ritiene che i problemi di salute di natura psicologica siano da collegarsi allo stress sul lavoro e che in generale il 60% dell’assenteismo è causato da disturbi correlati allo stress.

6 EPIDEMIOLOGIA Sono circa 550 milioni le giornate di lavoro perse ogni anno negli Stati Uniti per assenteismo, il 54% delle quali si ritiene siano da collegare allo stress sul lavoro. Dalle proiezioni elaborate dal National Health Interview Survey, emerge che 11 milioni di lavoratori negli Stati Uniti possono dichiarare livelli di stress sul lavoro compromettenti per la salute.

7 EPIDEMIOLOGIA Le situazioni di disagio lavorativo sono in costante aumento: il % delle giornate lavorative perse in un anno è correlata allo stress lavorativo. EUROPEAN AGENCY FOR SAFETY AND HEALTH AT WORK, New and emerging risks in occupational safety and health, European Risk Observatory, 2009

8 EPIDEMIOLOGIA Nei paesi della Comunità Europea lo stress legato alla attività lavorativa è un problema di salute largamente diffuso fino ad occupare il secondo posto fra quelli più indicati dai lavoratori. Secondo queste ricerche, la condizione di stress interessa circa il 22% dei lavoratori in Europa. (dati 2005 su ventisette paesi della Comunità Europea).

9 EPIDEMIOLOGIA (dati 2005 su ventisette paesi della Comunità Europea).
In Italia, secondo la “European Foundation for the Improvement of Living and Working Condition”, il valore si attesta al 27%, poco al di sopra della media europea (dati 2005 su ventisette paesi della Comunità Europea). MILKZAREK M., “What to do we know about work-related stress in EU, (EASHW, 2009) Relazione Convegno Regionale “Rischi da stress lavoro-correlato” Marina di Massa - Settembre 2009:

10 EPIDEMIOLOGIA Le ricerche hanno, inoltre, valutato anche la ricaduta economica sulle aziende e sulle economie nazionali. Nel 2002 l’Unione Europea (dati su quindici paesi) valutò che il costo economico dello stress legato alla attività lavorativa era di circa 20 miliardi di euro. AA. VV., Stress e Lavoro nell’Europa in espansione, ISPESL – WHO Collaborating Centre, Roma, 2004

11 EPIDEMIOLOGIA E’ probabile che il fenomeno aumenti in futuro, a causa di alcuni cambiamenti in corso nel mondo del lavoro. La European Agency for Safety and Health at Work ha individuato cinque aree di variabili che rendono emergenti i rischi psicosociali: FRAMEWORK AGREEMENT ON HARASSMENT AND VIOLENCE AT WORK :

12 EPIDEMIOLOGIA 1- utilizzo di nuove forme di contratti di lavoro, l’incertezza e l’insicurezza del lavoro stesso; 2- forza lavoro sempre più vecchia (poco flessibile ed adattabile ai cambiamenti), mancanza di adeguato turn-over; 3- alti carichi di lavoro, con conseguenti pressioni sui lavoratori da parte del management; 4- tensione emotiva elevata, per violenze e molestie sul lavoro; 5- interferenze e squilibrio fra lavoro e vita privata. FRAMEWORK AGREEMENT ON HARASSMENT AND VIOLENCE AT WORK :

13 EPIDEMIOLOGIA Un’intervista condotta nei paesi CE ha evidenziato che il 57% dei lavoratori ritiene che il lavoro influisce sulla propria salute. Il 23% degli intervistati afferma di essersi assentato dal lavoro per motivi di salute da collegarsi al lavoro nel corso dei 12 mesi precedenti all’indagine. Il numero medio dei giorni di assenza per lavoratore è stato di quattro giorni all’anno, per un totale di circa 600 milioni di giorni di lavoro persi ogni anno in ambito europeo.

14 Disturbi muscoloscheletrici (30%) Stress (28%)
EPIDEMIOLOGIA I problemi di salute connessi al lavoro, cui nell’intervista si fa maggior riferimento sono: Disturbi muscoloscheletrici (30%) Stress (28%)

15 Lo stress correlato al lavoro costituisce un problema rilevante e rappresenta una delle sfide principali per la salute sul lavoro in ambito europeo.

16 Lo stress lavoro- correlato agisce come modulatore dei rischi tradizionali (es. agenti chimici) aggravandone gli effetti. Risultano rilevanti anche le differenze individuali di genere, età, estrazione culturale e tipologia contrattuale.

17 NORMATIVA Direttive CE emanate a partire dal 1989 in materia di prevenzione e protezione dei lavoratori dai rischi lavorativi, avrebbe dovuto far considerare l’esigenza di valutare i rischi di natura psicosociale, legati all’organizzazione del lavoro, possibili fonti di stress lavoro-correlato, fin dall’entrata in vigore del D.Lgs. 626/94. La Legge 39 del 01/03/2002, che modificava l’art. 4 del D.Lgs 626 precisa che la valutazione deve riguardare “tutti” i rischi.

18 NORMATIVA Accordo europeo sullo stress da lavoro, siglato dal sindacato europeo e dalle associazioni datoriali europee in data 08/10/2004. Tale accordo è stato recepito in Italia 4 anni dopo (09/06/2008). ACCORDO INTERCONFEDERALE PER IL RECEPIMENTO DELL’ACCORDO QUADRO EUROPEO SULLO STRESS LAVORO-CORRELATO CONCLUSO L’8 OTTOBRE 2004 TRA UNICE/UEAPME, CEEP E CES C439D22BBD8E/0/Accordointerconfederalestress pdf

19 NORMATIVA Nel nostro paese, poco prima dell’accordo europeo, era stata emanata la Direttiva 24/03/2004 del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che riporta le “Misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle pubbliche amministrazioni”.

20 NORMATIVA Tale direttiva, pur riguardando il solo settore pubblico ha il merito di aver indicato le motivazioni per l’adozione di misure finalizzate ad accrescere il benessere organizzativo, le indicazioni da seguire, le variabili critiche da considerare e il processo per il miglioramento. DIRETTIVA DEL MINISTRO DELLA FUNZIONE PUBBLICA SULLE MISURE FINALIZZA TEALMIGLIORAMENTODELBENESSEREORGANIZZA TIVONELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI ( )

21 NORMATIVA Art. 28 del D.Lgs. 81/08: la valutazione dei rischi “...deve riguardare tutti i rischi...tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004,...”.

22 NORMATIVA Il Decreto Legge del 30/12/2008 (convertito nella legge n. 14) ha prorogato al 16/05/2009 l’entrata in vigore delle disposizioni concernenti la valutazione dello stress lavoro-correlato.

23 NORMATIVA Successivamente il D.Lgs. 106/09 ha introdotto il comma 1-bis dell’art. 28, che afferma che “La valutazione dello stress lavoro-correlato...è effettuata nel rispetto delle indicazioni elaborate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, e il relativo obbligo decorre dalla elaborazione delle predette indicazioni e comunque...a far data dal 1° agosto 2010”.

24 NORMATIVA Proroga al 31 dicembre 2010 del termine di decorrenza degli obblighi sulla valutazione dei rischi da stress da lavoro-correlato per le pubbliche amministrazioni ed aziende private. Emendamento approvato in commissione Bilancio del Senato 2010.

25 DEFINIZIONE Nell’evoluzione del concetto di stress, si deve a Selye (1973) la sua formulazione più precisa quale “risposta fisiologica aspecifica dell’organismo di fronte ad ogni richiesta operata su di esso”

26 CAUSE DI STRESS Una situazione di stress può intervenire nell’uomo a causa di rapidi cambiamenti (sbalzi di temperatura, variazione delle abitudini alimentari, variazioni di un impiego o un trasloco in una casa nuova, perdita di un congiunto, ecc…) Il soggetto avrà una reazione da stress descritta come “sindrome generale di adattamento” (Hans Selye)

27 GLI STUDI DI SELYE SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO:
Complesso di reazioni biologiche a stimoli esterni (stressor), finalizzate al ripristino/mantenimento delle condizioni iniziali. Importanza dell’asse “ipotalamo-ipofisi-surrene” per la “risposta generale e non specifica”

28 STRESSOR FISICI temperature e umidità elevate, rumore, vibrazioni, carenza di ossigeno FISIOLOGICI fatica, perdita del sonno, saltare i pasti, malattie PSICOLOGICI fattori sociali o emozionali come la perdita di una persona cara, il divorzio, la malattia di un figlio ecc.

29 Ciascun individuo da un’importanza relativa a diversi tipi di accadimenti.
Esempio: uno studio (1988) ha verificato la “scala degli avvenimenti” (Life Events Scale) ossia un elenco di 102 avvenimenti oggettivamente verificabili. E’ stato richiesto ai soggetti di dare un punteggio agli avvenimenti, avendo come riferimento il matrimonio a cui veniva assegnato un punteggio arbitrario pari a 500. Tra gli eventi di vita connessi al lavoro: quello che si è classificato al primo posto è la perdita o fallimento negli affari con un indice medio pari a 510. Retrocessione o promozione sul lavoro hanno rispettivamente totalizzato 379 e 374. L’evento sul lavoro che occupa la posizione più bassa è il cambiamento per un lavoro che non risulta essere né migliore né peggiore del precedente (251).

30 Avvenimenti al di fuori del lavoro: l’evento che in assoluto si è classificato al primo posto è la morte di un figlio (con un indice di 1036), segue il divorzio a 633, il matrimonio a 500 e, in ultima posizione, il possesso di un animale domestico, con 163. Da questi dati si può desumere che gli avvenimenti connessi al lavoro non sono esperienze banali ma sono tra quelli che hanno il maggior impatto percepito.

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32 Gli effetti degli STRESSOR hanno la caratteristica di essere CUMULATIVI e possono causare uno STRESS OVERLOAD

33 Piramide degli eventi stressanti

34 DEFINIZIONE DI STRESS Esistono essenzialmente tre approcci differenti per la definizione e lo studio dello stress: Concepire lo stress sul lavoro come una caratteristica avversa oppure dannosa dell’ambiente di lavoro (approccio “tecnico”) Concepire lo stress in termini di effetti fisiologici comuni di un ampia gamma di stimoli avversi o dannosi (approccio “fisiologico”) Concepire lo stress sul lavoro sulla base di un’interazione dinamica tra la persona e l’ambiente di vita e di lavoro (approccio “psicologico”)

35 DEFINIZIONE DI STRESS Sia il modello tecnico che quello fisiologico non spiegano in maniera adeguata i dati esistenti, ignorando nell’ambito del processo globale di stress, la mediazione di forti fattori cognitivi, nonché situazionali (contesto). Il terzo approccio presta invece particolare attenzione ai fattori ambientali, e in particolare ai contesti organizzativi e psicosociali dello stress correlato al lavoro. Attualmente, esiste un consenso crescente nei confronti di questo tipo di impostazione psicologica.

36 DEFINIZIONE DI STRESS (impostazione psicologica)
Lo stress viene indotto dall’esistenza di interazioni problematiche tra la persona e l’ambiente, oppure viene misurato in termini di processi cognitivi e reazioni emotive che sono alla base di tali interazioni.

37 Varianti dell’impostazione psicologica:
interazionale: si concentra sulle caratteristiche dell’interazione di una persona con l’ambiente in cui lavora. transazionale: riguarda maggiormente i meccanismi psicologici alla base dell’interazione e quindi si occupa di valutazione cognitiva e del comportamento dell’uomo di fronte allo stress (coping).

38 Il soggetto è portato ad attivare un processo estimativo
si domanda “Ho un problema?” riconoscimento di una situazione problematica, accompagnata da emozioni spiacevoli e da un senso di disagio. elaborazione di una strategia di comportamento definita coping formulazione della domanda: “Cosa farò in proposito?”

39 Cinque gruppi di strategie di coping:
1) ricerca del supporto sociale; 2) rinvio delle azioni mediante rilassamento e spostamento dell’attenzione; 3) sviluppo di maggiori capacità per affrontare il problema; 4) spiegazione razionale del problema; 5) ricorso all’appoggio mediante l’impegno spirituale.

40 LAVORO COME CAUSA DI STRESS
Il termine stress è direttamente collegato ad una serie di reazioni dell’organismo che identificano la “sindrome generale di adattamento”. Lo stress è una “reazione aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta” operata su di esso. Nella “sindrome generale di adattamento” si distinguono tre fasi: reazione di allarme stadio della resistenza fase dell’esaurimento

41 SISTEMI INTERESSATI Sistemi vulnerabili allo stress:
Il sistema endocrino L’apparato digerente Il sistema immunitario Il sistema respiratorio L’app.cardiovascolare

42 SISTEMA ENDOCRINO Questa risposta comporta la stimolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con conseguente produzione di corticosteroidi responsabili dell’evidenza clinica della malattia, qualora uno stimolo di particolare intensità sia applicato per lungo tempo.

43 SISTEMA IMMUNITARIO L’interessamento del sistema immunitario costituisce un ambito suggestivo di ricerca perché costituisce un sistema omeostatico altamente integrato che, attraverso automatismi funzionali geneticamente determinati, svolge compiti difensivi ed adattativi nei confronti di stimoli esterni o interni riconosciuti come non-self dal sistema stesso.

44 Inoltre nell’ambito del mantenimento dell’omeostasi interna dell’organismo, la funzione immunitaria risulta condizionata dall’attività del sistema nervoso centrale ed endocrino.

45 RISPOSTA ALLO STRESS (scopo della risposta)
Risolvere la situazione (definitivamente o momentaneamente) Evitare le possibili conseguenze negative Sviluppare adattamenti che permettono una sopravvivenza rispetto alle limitazioni imposte

46 Asse endocrino RISPOSTA ALLO STRESS Asse nervoso
La risposta allo stress, attiva comunque dei meccanismi fisiologici, i quali operano lungo due assi: Asse nervoso Asse endocrino

47 ASSE NERVOSO E’ rappresentato soprattutto dal sistema simpatico e dalla porzione midollare dei surreni; grazie alla liberazione di catecolamine, esse suscitano una risposta ergotropa, cioè tale da fare affrontare l’evento in modo rapido ed adeguato. E’ una reazione di “lotta” o di “fuga”

48 ASSE ENDOCRINO E’costituito soprattutto dalla porzione corticale dei surreni; gli ormoni corticosteroidi, il principale dei quali è il cortisone, sono stati qualificati “adattativi”, proprio perché apportano modificazioni utili per essere preparati di fronte all’incombenza.

49 ASSE ENDOCRINO Di fatto le catecolamine (nor-adrenalina) e il cortisone danno tono all’organismo, preparandolo al lavoro e migliorando la qualità della vita. Lo stress quindi, contenuto entro certi livelli, si dimostra estremamente utile, tanto da venire considerato “sale della vita”. Il continuo ripetersi di gravi eventi stressori, invece, conduce ad una attivazione psicologica esagerata e, col tempo, alla comparsa di campanelli d’allarme, alla caduta delle difese immunitarie a varie malattie. Definiamo la prima situazione “eustress” e la seconda situazione “di stress”.

50 In altri termini la reazione da stress, dapprima utile e finalizzata alla sopravvivenza dell’individuo, può diventare negativa e fonte di malattie (“malattie di adattamento”) se si verifica in modo acuto e molto intenso o se sollecitata per troppo tempo e con intensità eccessiva.

51 Venendo al problema dello stress sul lavoro possiamo vedere che quest’ultimo è sempre fonte di stress che può essere o “eustress” (buono) o “di stress” (cattivo) in dipendenza dalla tipologia dell’attività lavorativa e da come viene svolto.

52 STRESS ACUTO E CRONICO STRESS ACUTO: risposta di stress dell’organismo nell’arco di 24 ore a eventi stressanti STRESS CRONICO: risposta di stress dell’organismo a una situazione che coinvolge l’individuo per periodi protratti con esposizione ripetuta (giorni, settimane o mesi)

53 Fattori prognostici negativi
esposizione a stressori: Intensa frequente o di lunga durata

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55 EUSTRESSATI E DISTRESSATI
STRESS POSITIVO (eustress): provocato da stimoli che “allenano” la capacità di adattamento psicofisico individuale. STRESS NEGATIVO (distress): logorio progressivo fino alla “rottura” delle difese psicofisiche.

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57 Stress correlato al lavoro
stress associato all’esposizione a rischi psicosociali. stress associato all’esposizione ai rischi fisici.

58 L’Organizzazione Internazionale del Lavoro - ILO (1986)
ha definito i rischi psicosociali in termini di “interazioni tra contenuto del lavoro, gestione ed organizzazione del lavoro, condizioni ambientali e organizzative da un lato, e le competenze e le esigenze dei lavoratori dipendenti dall’altro”.

59 Levi 1984 ha raggruppato le diverse caratteristiche psicosociali del lavoro in base a quattro elementi: sovraccarico quantitativo; carico qualitativamente ridotto; mancanza di controllo sul lavoro; mancanza di supporto sociale.

60 I rischi psicosociali del lavoro sono distinti in:
rischi relativi al contesto di lavoro rischi relativi al contenuto del lavoro

61 Contesto di Lavoro

62 Funzione e cultura organizzativa
Gli studi condotti sulle percezioni e sulle descrizioni dei lavoratori dipendenti in merito alle loro organizzazioni indicano che nei casi in cui si ritiene che l’organizzazione del lavoro sia carente allora è probabile che venga associata ad aumentati livelli di stress. Aspetti dell’organizzazione che possono essere fonte di stress: la struttura e le dimensioni organizzative (presenza di una struttura piatta con un numero di livelli limitato), procedure arbitrarie e farraginose, e questioni connesse al ruolo. Gran parte dell’effetto esercitato da organizzazione, funzione e cultura sui lavoratori verrà trasmesso mediante il comportamento di dirigenti e superiori.

63 RUOLO NELL’ORGANIZZAZIONE
L’Ambiguità di Ruolo si verifica quando un lavoratore non dispone di informazioni sufficienti in relazione al proprio ruolo di lavoro. Ossia “il singolo non sa come si pone nell’ambito dell’organizzazione.” I lavoratori che soffrono di ambiguità di ruolo provano: scarsa soddisfazione nel lavoro, tensione, sentimenti di inutilità scarsa autostima, aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca.

64 RUOLO NELL’ORGANIZZAZIONE
Il Conflitto di Ruolo avviene quando all’individuo viene richiesto di svolgere un ruolo in conflitto con i propri valori o i ruoli svolti sono incompatibili tra loro. Scarsa soddisfazione per il lavoro ed elevata tensione. E’stato collegato ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolare. Categorie di lavoratori a rischio sono le figure professionali che svolgono “ruoli di confine” (collegamenti tra i livelli o i reparti organizzativi), come i caporeparto, che hanno una probabilità sette volte maggiore di essere colpiti da ulcere rispetto agli operai.

65 RUOLO NELL’ORGANIZZAZIONE
L’Insufficienza del Ruolo: si riferisce all’incapacità da parte dell’organizzazione di utilizzare le capacità e la formazione acquisita dai singoli. Si ritiene che questa carenza determini sentimenti di stress e sia associata a tensione psicologica e ad una soddisfazione del lavoro e ad un impegno organizzativo limitati.

66 RUOLO NELL’ORGANIZZAZIONE
La Responsabilità di altre Persone: rispetto alla responsabilità per cose, ha una probabilità di determinare rischi di cardiopatie coronariche decisamente maggiore. Alcuni studiosi hanno evidenziato che la responsabilità per altre persone era connessa al fumo eccessivo e ad un aumento della pressione sanguigna diastolica e dei livelli di colesterolo sierico.

67 Progressione di Carriera
La mancanza di una progressione di carriera potrebbe essere fonte di stress, in special modo in quelle organizzazioni che attribuiscono una grande importanza al rapporto tra progressione di carriera e competenza o valore. Vi sono due gruppi principali di potenziali fonti di stress: la mancanza di sicurezza del lavoro e l’obsolescenza (paura di esubero e di pensionamento anticipato forzato); l’incongruenza di posizione (promozione insufficiente o frustrazione per aver raggiunto il limite massimo di carriera). I lavoratori più anziani siano particolarmente esposti, poiché tendono ad attribuire un valore elevato alla stabilità.

68 Insicurezza dell’Impiego e Retribuzione Bassa
L’insicurezza dell’impiego e la paura di esubero di personale possono essere tra le fonti principali di ansia in special modo se l’organizzazione si aspetta un elevato impegno dai propri lavoratori dipendenti. Può accadere che il senso di iniquità peggiori l’esperienza di stress. Un basso livello di retribuzione può costituire un rischio per la salute. Una retribuzione estremamente bassa influisce sulla capacità del lavoratore di mantenersi in salute.

69 Incongruenza di Posizione
Alcuni studi hanno osservato che il ritardo nella promozione è strettamente connesso ai disturbi psichiatrici.

70 Autonomia Decisionale e Controllo
L’esperienza di un controllo limitato sul lavoro o di una perdita di controllo (autonomia decisionale ridotta) è associata ad una esperienza di stress, ad ansia, depressione, apatia ed esaurimento, scarsa stima di sé e ad un aumento dell’incidenza di sintomi cardiovascolari. Tuttavia, alcuni studiosi ritengono che il controllo possa essere un’arma a doppio taglio: le richieste alla base delle scelte coinvolte nel controllo delle situazioni possono di per se stesse essere fonte di stress. La Partecipazione al processo decisionale produce livelli di soddisfazione e sentimenti di autostima più elevati.

71 Rapporti Interpersonali sul Lavoro
I buoni rapporti tra lavoratori sono fondamentali per la salute individuale e dell’organizzazione. Tre gruppi importanti di rapporti: relazioni con i superiori relazioni con i subalterni relazioni con i colleghi Un appoggio interpersonale scarso sul lavoro determina maggiori livelli di ansia, tensione e scarsa soddisfazione per il proprio lavoro, nonché un aumento dei rischi di malattie cardiovascolari. Esiste la convinzione che i rapporti sociali, sia sul lavoro che al di fuori, svolgano un ruolo di moderazione.

72 Rapporti Interpersonali sul Lavoro
Il supporto sociale esercita un triplice effetto sulle relazioni stressore-tensione di lavoro: riduce le tensioni provate attenua gli stressori percepiti controlla il rapporto stressore-tensione. Sono anche importanti gli stili di supervisione intesi come atteggiamento di un superiore verso i lavoratori dipendenti. Un comportamento “premuroso” dei superiori sembra attenuare il sentimento negativo dei lavoratori nei confronti della pressione del lavoro.

73 La Violenza sul Lavoro Può arrecare danni alla salute sia fisica che psicologica. Questa tematica desta una crescente preoccupazione in ambito comunitario poiché è un problema in aumento: 3 milioni di lavoratori hanno dichiarato di essere stati sottoposti a molestie sessuali, 6 milioni a violenza fisica e 12 milioni ad intimidazione e violenza psicologica.

74 Interfaccia Casa - Lavoro
Il concetto di interfaccia casa-lavoro si riferisce alla famiglia ed alla vita domestica ma anche al più generale contesto della vita al di fuori del lavoro.

75 Lavoro e Famiglia Per la donna lavoratrice i conflitti tra lavoro e famiglia sembrano aumentare qualora vi siano dei bambini piccoli. La mancata risoluzione delle esigenze contrastanti tra lavoro e famiglia può danneggiare il supporto del coniuge e della famiglia. In uno studio condotto sui direttori esecutivi è stata esaminata la natura di alcune possibili combinazioni “matrimonio-ruolo”. La combinazione più frequente era “uomo che si afferma – donna premurosa”, che risulta la più vantaggiosa per il marito lavoratore. Un’altra combinazione sempre più comune è rappresentata dalla coppia in cui entrambi i partner sono in carriera. In questa combinazione, le aspettative tradizionali di ruolo sembrano essere messe in discussione dalla possibilità che uno dei due o entrambi i partner provino sentimenti di minaccia ed ansia.

76 Sindrome del “tempo libero sprecato”
Gli effetti che dal lavoro si riversano in altri ambiti possono spiegare l’eventuale “spreco” di tempo libero in alcuni gruppi di lavoratori dipendenti. La sindrome del “tempo libero sprecato” è stata descritta da Gardell nel 1973 in termini di lavoratori dipendenti che nel tempo libero non fanno altro che gironzolare per casa, sfogliare i giornali, guardare la televisione, mangiare e dormire. Secondo gli studiosi è da collegarsi ad una situazione caratterizzata da una riduzione dei desideri e delle iniziative, da una riduzione degli obiettivi ad un punto tale che la loro vita risulta relativamente vuota e significativa solo a metà.

77 Cambiamento Il cambiamento viene spesso riportato come rischio di natura psicosociale. Tuttavia, non appare chiaro dalla letteratura disponibile se questo cambiamento sia di per se stressante o pericoloso, oppure la sua natura presumibilmente stressante sia dovuta all’incertezza o alla mancanza di controllo che spesso rappresenta.

78 Contenuto del Lavoro

79 Progettazione dei Compiti
Esistono diversi aspetti di contenuto del lavoro correlati allo stress: un basso valore del lavoro; l’uso limitato delle capacità; la mancanza di una diversità di compiti; la ripetitività del lavoro; l’incertezza; la mancanza di possibilità di apprendimento; una domanda elevata di attenzione; richieste conflittuali e risorse insufficienti.

80 Lavoro Parzialmente Qualificato e non Qualificato
L’esposizione al lavoro ripetitivo e monotono è spesso associata all’esperienza di noia, ansia, depressione e rancore.

81 Incertezza Anche l’incertezza nel lavoro, nella forma di una mancanza di gratificazione o riconoscimento dei meriti sul rendimento (feedback), rappresenta una fonte di stress in special modo quando dura per un lungo periodo. Questa incertezza può in parte rafforzare gli effetti di altre caratteristiche del lavoro rischiose; ad esempio, l’incertezza circa i comportamenti auspicabili (ambiguità di ruolo) ed incertezza circa il futuro (insicurezza del lavoro ed esubero).

82 Carico di Lavoro e Ritmo di Lavoro
Il Carico di Lavoro sia eccessivo che ridotto possono creare problemi. Bisogna fare distinzione tra carico di lavoro quantitativo e qualitativo.

83 Carico di Lavoro e Ritmo di Lavoro
Il carico di lavoro quantitativo si riferisce alla quantità di lavoro da realizzare, mentre quello qualitativo si riferisce alla difficoltà del lavoro in questione. Le due dimensioni di carico di lavoro sono indipendenti. Un’altra variabile importante del carico di lavoro è il tempo. I dirigenti spesso fanno fronte al carico eccessivo di lavoro estendendo il proprio orario di lavoro e, sebbene ciò possa costituire una soluzione immediata, orari di lavoro lunghi – se protratti nel tempo - possono di per se diventare problematici.

84 Ritmo di Lavoro e Urgenza del Tempo
Il carico di lavoro va considerato anche in relazione al ritmo di lavoro; ovvero la rapidità con cui il lavoro deve essere completato e la natura ed il controllo delle modalità di regolazione: autonoma, mediante sistemi o macchine. Esistono prove consistenti che il lavoro regolato da sistemi e macchine, in special modo se ad un ritmo elevato, è dannoso per la salute fisica e psicologica.

85 RITMI LAVORATIVI E STRESS
Possono intervenire nell’ambito delle condizioni lavorative ritmi di lavoro incongrui ( es. catena di montaggio, il cottimo e il lavoro straordinario). Nella catena di montaggio predominano la monotonia e l’anonimato: manca l’appagamento che proviene da un’impronta lavorativa a carattere personale (quale invece può avere chi svolge un lavoro di tipo artigianale); sussiste invece la più completa ripetitività di ritmi e movimenti.

86 RITMI LAVORATIVI E STRESS
La tecnica lavorativa industriale (concepita nel XVIII secolo dall’economista Adam Smith, poi teorizzata da Taylor nei primi del Novecento e negli anni ‘30 applicata da FORD negli Stati Uniti ed esportata in Europa) costituisce un vero rischio stressogeno specialmente nell’epoca attuale in cui l’operaio ha una maggiore cultura di base dei lavoratori degli anni precedenti ed avverte maggiormente l’alienazione che proviene da un lavoro monotono e che non offre alcuna soddisfazione sul piano individuale.

87 RITMI LAVORATIVI E STRESS
Non a caso alcune fabbriche quali ad esempio VOLVO e PHILIPS hanno modificato la catena tradizionale introducendo una maggiore considerazione per il fattore umano ed ottenendo buoni risultati.

88 RITMI LAVORATIVI E STRESS
Il cottimo ed il lavoro straordinario sono altri fattori occupazionali in grado di indurre stress: entrambi inducono un carico fisico e psichico eccessivi, sotto la spinta di una maggiore remunerazione e quindi accentuando il senso di una forte competitività.

89 Orario di Lavoro Le questioni principali connesse agli effetti della programmazione del lavoro sulla salute sono due: lavoro a turni orari di lavoro lunghi. Spesso il lavoro implica entrambi questi fattori.

90 IL Lavoro a Turni Quello notturno, è causa di disturbo dei ritmi circadiani, del sonno e della digestione. Si menifestano in soggetti che hanno difficoltà ad adattarsi alle forme di lavoro in questione oppure che già hanno problemi connessi al sonno o alla digestione. Nei turnisti si ha un aumento del rischio per patologie cardiovascolari. Tale rischio è da riferire a ritmi circadiani, schemi sociotemporali disturbati, supporto sociale, stress, comportamenti legati alla salute (fumo, dieta, alcool, esercizio), e cambiamenti biochimici (colesterolo, trigliceridi, ecc.).

91 Orari di Lavoro Lunghi Orari di lavoro lunghi (circa 12 ore) specie se svolti per diversi giorni (3-4) inducono perdita di sonno, stress, lombalgia, sensazione di sforzo o fatica. Il rendimento può essere messo in serio pericolo dall’accumulo di sonno. Il limite massimo di rendimento umano per un lavoro intenso e continuo è pari a 2-3 giorni. Gli effetti del rendimento possono essere rilevati nelle mansioni che comportano prestazioni cognitive e verbali. Ad esempio i medici più giovani, a seguito di turni di lavoro estremamente prolungati sviluppano una cattiva salute psicologica che può essere connessa alla perdita di sonno. Esiste una relazione tra orari di lavoro lunghi e decesso per cardiopatia coronarica. Individui con meno di 45 anni che lavorano per più di 48 ore a settimana corrono un rischio due volte maggiore di morire per cardiopatia coronarica rispetto ad individui con caratteristiche analoghe che lavoravano 40 ore a settimana o anche meno. Un altro studio di giovani pazienti coronarici ha evidenziato che un paziente su quattro ha svolto due lavori e altri due pazienti su cinque hanno lavorato per oltre 60 ore a settimana.

92 Orari di Lavoro Lunghi Il controllo sugli orari di lavoro rappresenta un fattore importante nella progettazione e nell’organizzazione del lavoro. Questo controllo può essere operato predisponendo orari flessibili che permettono una leggera modifica del comportamento ma esercitano un effetto positivo sui lavoratori.

93 Nuovi rischi: “Cambiamenti nel mondo del lavoro ”
Nuovi modelli di organizzazione del lavoro: telelavoro e diffusione massiccia di tecnologie informatiche e di comunicazione nei luoghi di lavoro; ridimensionamento, subappalto e globalizzazione; domanda di flessibilità dei lavoratori sia in termini di numero che di funzioni o capacità; una fascia sempre più ampia della popolazione che lavora nel settore dei servizi e una percentuale di lavoratori anziani in aumento; il lavoro autoregolamentato ed il lavoro di squadra. Per questi settori, la ricerca è tuttora in fase di sviluppo ma vi sono già delle prime prove che dimostrano che alcuni cambiamenti, che si pensa possano servire a migliorare l’ambiente di lavoro, possono dar luogo ad un effetto contrario.

94 L’analisi della DISTRIBUZIONE DEI RISCHI PSICOSOCIALI SUL LAVORO ha evidenziato che in Europa ( ) le principali aree problematiche di natura organizzativa, sono la mancanza di influenza sul proprio lavoro (35-40%), il coinvolgimento in lavoro ripetitivo a ciclo breve (circa il 25%) e orari di lavoro lunghi. Il 16% degli uomini ed il 7% delle donne ha dichiarato di lavorare oltre 50 ore a settimana.

95 DISAFFEZIONE AL LAVORO E STRESS
La disaffezione al lavoro rappresenta un altro fattore in grado di causare malattie da stress e da incidere sull’assenteismo per malattia: essa nasce da una mancanza di gratificazione, da un lavoro routinario e monotono, vissuto come oneroso dovere, dal cattivo rapporto con i colleghi (che ne deriva), dalla frustrazione e sensazione di fallimento. Al contrario una attività gratificante, anche se intensa, può essere condotta a lungo, fino in età avanzata, portando giovamento alla salute e all’intero benessere dell’individuo.

96 A riprova di ciò numerosi esponenti in campi artistici, politici, scientifici, che hanno lavorato e lavorano fino a tarda età in condizioni fisiche e mentali di perfetta salute e lucidità.

97 AMBIENTE DI LAVORO E CONDIZIONI LAVORATIVE
Anche il fattore ambientale può essere causa di stress lavorativo: edifici particolarmente affollati o malsani possono contribuire a determinare stress lavorativo e quindi disaffezione al lavoro. Il rumore oltre a causare ipoacusia può causare notevole stress psichico, determinando una scarsa capacità di concentrazione.

98 ESPOSIZIONI LAVORATIVE E STRESS
Esposizioni fisiche (clima troppo caldo o troppo freddo, ambienti di lavoro molto umidi, etc.) possono causare stress. Lo stress può essere causato da posizioni non ergonomiche ad esempio durante una intensa applicazione al videoterminale.

99 ESPOSIZIONI LAVORATIVE E STRESS
Esposizioni ad agenti chimici possono causare stress per la marcata preoccupazione dei lavoratori per le conseguenze che possono derivare da una possibile intossicazione. Anche lavori eccessivamente rischiosi (come il salire sulle impalcature, su ponteggi, a grandi altezze, etc.) possono determinare stress per lo stato di imminente pericolo che vive di continuo il lavoratore.

100 In SINTESI La letteratura disponibile consente di esplorare gli effetti dei rischi sul lavoro più tangibili sull’esperienza di stress e sulla salute e di individuare quei rischi psicosociali che rappresentano una minaccia per i lavoratori dipendenti. La rassegne della letteratura esistente ha individuato l’esigenza di ulteriori ricerche e sviluppi per tradurre queste informazioni in una forma che possa essere utilizzata nelle attività di verifica ed analisi dei posti di lavoro e delle organizzazioni.

101 DIFFERENZE INDIVIDUALI
La valutazione dello stato di stress è soggetta a differenze individuali. Le differenze individuali possono esistere in relazione alla percezione delle richieste e delle pressioni esercitate dal lavoro. Ad esempio è stato osservato che i soggetti con un’elevata tendenza all’ansia tendono a moderare la percezione del conflitto di ruolo. Questa differenza può dipendere dalla loro perspicacia, dall’esperienza e dalla cultura, oppure dalla fiducia che hanno nella propria capacità di fronteggiare i problemi.

102 Effetti dello stress sulla salute
effetti sociali e psicologici effetti fisiologici e fisici - acuti - cronici

103 EFFETTI SOCIALI E PSICOLOGICI
MALATTIE MENTALI: nevrosi reattiva (ansia, tensione emotiva, depressione, irritabilità, scarsa concentrazione) abuso di alcool e stupefacenti malattia psicogenica (nausea, cefalea, vertigini, astenia) AUMENTO DELL’ASSENTEISMO: sia fisico (assenza da lavoro) che psichico (scarsa concentrazione). AUMENTO Dl INFORTUNI SUL LAVORO

104 STRESS E MALATTIE MENTALI
Gli effetti dello stress sulla salute mentale vanno da leggeri sintomi soggettivi fino alla malattia psichiatrica dichiarata. I sintomi più comuni dello stress sono costituiti da: ansia, tensione, rabbia, irritabilità, scarsa concentrazione, apatia e depressione. Questi sintomi interferiscono con il senso del benessere e possono essere precursori di più severe malattie. Come conseguenze dello stress da lavoro possono anche manifestarsi cambiamenti comportamentali.

105 STRESS E MALATTIE MENTALI
Una diminuita partecipazione nelle attività familiari, aumento delle liti tra coniugi e una ridotta partecipazione ad attività associative sono state attribuite allo stress. Abuso di alcool e stupefacenti si verifica anche in occasione di mancanza di soddisfazione nel lavoro. Altre disfunzioni sono rappresentate da disattenzione nella guida, da depressione, stato ansioso, manifestazioni di disturbi psicosomatici (ipocondria, dolore psicogeno) ed esacerbazioni di precedenti affezioni fisiche causate da disturbi psicologici.

106 STRESS ED ABITUDINI DI VITA
E’ doveroso ricordare come diverse osservazioni fanno oltretutto registrare un più alto consumo di sigarette, abuso di alcolici ed uso di stupefacenti in soggetti con elevato carico di stress lavorativo e maggiore facilità alle infezioni.

107 STRESS E ASSENTEISMO LAVORATIVO
Lo stress lavorativo aumenta l’incidenza dell’assenteismo intervenendo così intrinsecamente nella produttività. L’assenteismo da stress lavorativo si può determinare: a) per malattie correlate con lo stress lavorativo (malattie coronariche, affezioni gastrointestinali, etc.) b) per episodi di stanchezza dovuti ad orario o carico di lavoro eccessivi o alla frequente turnazione. c) come meccanismo di difesa del lavoratore stressato che si rifugia nella malattia per sottrarsi ad insoddisfazioni o frustrazioni che gli provengono dall’ambiente di lavoro

108 STRESS E INFORTUNI SUL LAVORO
Lo stress lavorativo che causa astenia psicofisica, aumento di consumo di alcolici ed anche, nei casi estremi, uso di sostanze stupefacenti può essere responsabile di una diminuita vigilanza ed attenzione del lavoratore e quindi di una più elevata incidenza di infortuni lavorativi. Alcuni studi hanno registrato una più elevata incidenza di infortuni lavorativi nel primo giorno del nuovo turno di lavoro a causa dello squilibrio del ritmo circadiano del lavoratore e della aumentata sonnolenza.

109 EFFETTI FISICI E FISIOLOGICI
MALATTIE CARDIOVASCOLARI: malattie coronariche (angina pectoris, infarto miocardico) ipertensione arteriosa aumentato livello di colesterolo ematico MALATTIE GASTROINTESTINALI: gastrite, ulcera peptica, rettocolite ulcerosa, colon irritabile ALTRE MALATTIE: iperglicemia ed aggravamento del diabete, depressione delle difese immunitarie e diminuzione delle cellule natural killer (deputate alla distruzione delle cellule mutate)

110 SISTEMI INTERESSATI Nella reazione allo stress sono stimolati diversi sistemi dell’organismo: l’asse corticale surrenale-pituitario-ipotalamico il sistema nervoso-asse midollare surrenale autonomo il sistema immunitario il sistema reticolare di attivazione i centri cognitivi ed emotivi del cervello

111 STRESS E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Alcuni studi prospettici e retrospettivi hanno messo in evidenza una più alta incidenza di infarto del miocardio nelle categorie lavorative dirigenziali mentre altri studi hanno fatto registrare una più elevata incidenza di infarto del miocardio in soggetti con minore responsabilità di lavoro.

112 STRESS E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Situazioni stressanti croniche determinano elevata scarica adrenalinica con elevazione della pressione arteriosa, aumento del colesterolo ed abbassamento del livello del colesterolo HDL, aumentata vasocostrizione arteriosa ed aumento dell’aterosclerosi.

113 STRESS E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Diversi studi hanno fatto registrare elevata incidenza di malattia coronarica (con angina pectoris ed infarto del miocardio) spesso associata ad ipertensione arteriosa nei soggetti con alte responsabilità di lavoro (categorie dirigenziali e controllori di volo). D’altronde altri studi hanno correlato l’elevata incidenza di aterosclerosi coronarica (fattore di rischio per le malattie coronariche) con un lavoro altamente sedentario.

114 Vulnerabilità individuale e cardiopatia coronarica nella reazione e gestione di situazioni di stress. Comportamento di di tipo A: rischio doppio di malattia cardiovascolare. Caratteristiche: 1) forte impegno e un elevato grado di coinvolgimento nel lavoro 2) senso ben sviluppato delle urgenze temporali (sempre consapevole delle pressioni esercitate dal tempo, lavora rispettando le scadenze specifiche). 3) forte senso di concorrenza ed una spiccata tendenza all’aggressività 4) stile comportamentale basato sul controllo, inteso come lotta per mantenere il controllo su eventi che percepisce al di fuori della sua portata, e quello basato su rabbia ed ostilità.

115 Gruppi Vulnerabili Probabili gruppi vulnerabili: lavoratori giovani
lavoratori anziani lavoratori immigrati lavoratori disabili donne lavoratrici

116 Gruppi Vulnerabili Criteri e fattori che definiscono la vulnerabilità:
sociodemografici (es. età, grado di istruzione) posizione sociale stile comportamentale (comportamento di tipo A) competenza e capacità stato di salute e anamnesi problemi correnti non legati al lavoro

117 STRESS E MALATTIE GASTROINTESTINALI
La più frequente associazione nell’ambito delle affezioni dell’apparato digerente è stata ritrovata tra elevato stress lavorativo ed ulcera peptica (specialmente duodenale). Lo stress determinerebbe un elevato livello di pepsinogeno e, correlato ad un’elevata scarica adrenalinica, un’elevata ipersecrezione nello stomaco di acido cloridrico. L‘elevato livello di pepsinogeno e di acido cloridrico aumenterebbero la facilità di insorgenza di ulcera peptica. Interviene nel meccanismo anche l’elevata cortisolemia (mediata dall’iperincrezione di ACTH).

118 STRESS E MALATTIE GASTROINTESTINALI
Taluni studi associano anche l’insorgenza della rettocolite ulcerosa ad elevato stress ambientale. D’altronde numerosi studi correlano l’elevata incidenza di stress, anche lavorativo, in associazione o non con disordini alimentari (diete incongrue a base di panini) all’elevata incidenza di stitichezza e di diminuzione dell’appetito.

119 STRESS E ALTRE MALATTIE
Alcuni studi hanno correlato una più elevata incidenza di attacchi di asma con condizioni di stress anche lavorativo Anche la malattia diabetica in situazioni di stress lavorativo sarebbe peggio controllata con gli ipoglicemizzanti orali e con l’insulina. Situazioni stressanti secondo alcuni studiosi di medicina psicosomatica sarebbero responsabili di più frequenti acutizzazioni dell’eczema.

120 STRESS E ALTRE MALATTIE
Recenti studi indicherebbero una correlazione tra stress cronico di elevata intensità ed aggravamento (es. velocità di crescita, insorgenza di manifestazioni cliniche) di neoplasie. Gli studiosi che attribuiscono allo stress poteri oncogeni evidenziano che lo stress (tramite il meccanismo ACTH-cortisolo e il sistema neurovegetativo) deprime le difese immunitarie abbassando anche il livello delle cellule NK (natural killer) deputate alla distruzione delle cellule “mutate” nel nostro organismo.

121 SINTOMI fisici più comuni:
Mal di testa Secchezza delle fauci Insonnia Iperventilazione Nausea Faticabilità Disturbi digestivi Disturbi mestruali Bruxismo Tremori Perdita della libido Ipertensione Dolore muscolare Tachicardia Pollachiuria Anoressia Eccessiva assunzione di cibo

122 SINTOMI comportamentali più freq.:
Perdita della concentrazione Disinteresse nelle attività Irritabilità Pessimismo Distraibilità Litigiosità Irrequietezza Ansia Sospettosità Gelosia eccessiva

123 SINTOMI cognitivi più frequenti:
Disturbi della memoria Ridotte capacità di critica Scarsa concentrazione Riduzione della creativita Riduzione della produtività Alterazioni delle capacità verbali Alterazioni delle capacità matematiche

124 AMBITO DI APPLICAZIONE
Lo stress lavoro-correlato è oggetto di preoccupazione sia per i datori di lavoro sia per i lavoratori. Eliminare o contenere i fattori stressogeni lavorativi comporta benefici per la salute dei lavoratori, ma anche vantaggi economici e sociali per tutti; Il pericolo stress lavoro-correlato, e il relativo possibile rischio, può riguardare ogni luogo di lavoro ed ogni lavoratore. Nessuna esclusione a priori;

125 AMBITO DI APPLICAZIONE
Lo stress lavoro-correlato è causato da fattori diversi quali: il contenuto del lavoro, l’inadeguata gestione dell’organizzazione, l’inadeguata gestione dell’ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione...; Acquista rilevanza una situazione di tensione prolungata nel tempo; La risposta individuale può essere molto variabile rispetto a situazioni stressanti simili.

126 AMBITO DI APPLICAZIONE
Indicatori predittivi (non esaustivi) di stress lavorativo possono essere: -un alto tasso di assenteismo; - una elevata rotazione del personale; - frequenti conflitti interpersonali;

127 AMBITO DI APPLICAZIONE
L’analisi da condurre per valutare il fenomeno deve riguardare: - la gestione dell’organizzazione e dei processi di lavoro (orari, carichi di lavoro...); - le condizioni di lavoro e ambientali (comportamenti illeciti, rischi chimici e fisici...); - la comunicazione (su prospettive, cambiamenti...); - i fattori soggettivi (tensioni...).

128 AMBITO DI APPLICAZIONE
Le misure per: prevenire, eliminare ridurre lo stress lavoro-correlato possono essere: collettive (rivolte ai lavoratori), individuali (per uno o pochi lavoratori, in quanto: ipersuscettibili, condizioni stressanti comuni).

129 AMBITO DI APPLICAZIONE
Esempi di misure sono: - chiarezza nella comunicazione di obiettivi e di ruoli; - adeguato sostegno dalla dirigenza; - adeguati livelli di responsabilità e controllo sul lavoro; - miglioramenti nella gestione dell’organizzazione e dei processi di lavoro; - miglioramenti delle condizioni e degli ambienti di lavoro; - adeguata formazione (sulle cause di stress e sulle misure per affrontarlo); - informazione e consultazione dei lavoratori, anche attraverso i RLS;

130 AMBITO DI APPLICAZIONE
La valutazione dello stress lavoro-correlato rientra nel processo di valutazione di tutti i rischi. L’aspetto della partecipazione dei lavoratori, in questo caso, appare decisivo. L’analisi dell’organizzazione del lavoro (contesto e contenuto) e delle dinamiche interpersonali deve essere fatta con il contributo dei lavoratori. L’efficacia delle misure di tutela individuate sarà direttamente proporzionale al livello di consultazione e condivisione delle scelte operate tra direzione aziendale e lavoratori.

131 Concetti basilari: 1. il pericolo potenziale da stress lavoro-correlato esiste sempre.; 2. la valutazione deve basarsi su elementi oggettivi che consentano di orientarsi verso le azioni preventive; 3. la valutazione dimostra la presenza/assenza di stress lavoro-correlato, attraverso l’analisi degli aspetti dell’organizzazione del lavoro; 4. il processo di valutazione/gestione deve essere affidato direttamente al datore di lavoro e al top management, perché sia chiara la volontà dell’azienda di intervenire sull’organizzazione del lavoro;

132 Concetti basilari: 5. gli strumenti di valutazione devono essere utilizzabili e gestibili direttamente dai soggetti aziendali (RSPP e medico competente) perché deve essere garantita la gestione del rischio e non una valutazione episodica; 6. la valutazione deve imperniarsi sulla partecipazione effettiva dei lavoratori attraverso un processo di coinvolgimento dei lavoratori e/o dei RLS che devono essere consultati dalle fasi iniziali dell’intervento all’individuazione delle misure correttive;

133 Concetti basilari: 7. il processo di valutazione deve essere accompagnato da adeguate azioni informative, volte a migliorare la consapevolezza e la comprensione dello stress da lavoro da parte dei lavoratori e dei RLS; 8. deve essere prevista la formazione di tutti i soggetti coinvolti (lavoratori, dirigenti, preposti); 9. la valutazione deve essere orientata alle soluzioni, soprattutto quelle di tipo collettivo; 10. esiste sempre e comunque la necessità di procedure di “gestione dei singoli casi”, quali eventi sintomatologici; 11. deve essere prevista la verifica dei risultati attraverso il monitoraggio periodico della situazione.

134 Modello operativo per la gestione del rischio stress lavoro-correlato

135 IL PERCORSO DI VALUTAZIONE E GESTIONE DELLO STRESS

136 L’introduzione dell’obbligo della valutazione del rischio da stress lavoro-correlato sta determinando la richiesta da parte delle aziende, di strumenti valutativi semplici, economici e validi. Il processo di valutazione e gestione del rischio stress lavoro correlato deve percorrere le seguenti tappe:

137 Azioni comunicative ed informative: Analisi documentale; Azioni formative; Valutazione del rischio; Gestione del rischio; Il documento di valutazione dei rischi

138 Azioni comunicative ed informative
a) la sensibilizzazione di tutti i lavoratori sul problema stress lavoro-correlato: natura, cause, effetti, soluzioni; b) l’esplicitazione da parte del management della volontà di affrontare il problema (impegno diretto) e di orientare l’intero percorso alla ricerca di soluzioni condivise (soprattutto di prevenzione collettiva).

139 Analisi documentale Lettura dell’organizzazione del lavoro:
organigramma, flussi produttivi, flussi comunicativi, gestione risorse umane; Raccolta di indicatori aziendali di stress lavoro- correlabili: assenze per malattia, infortuni, turn-over, richieste cambio mansione, ecc.; Raccolta delle informazioni sulla gestione della salute e sicurezza: verbali riunioni periodiche, piani di intervento annuali/pluriennali, relazioni biostatistiche annuali;

140 Azioni formative Le azioni formative:
sono rivolte: management, lavoratori, RLS ed RSPP. Obiettivi: trasferire conoscenze e competenze finalizzate alla prevenzione del rischio qualificare la partecipazione effettiva dei lavoratori nella fase valutativa; rafforzare le diverse competenze per la gestione costante del rischio specifico.

141 Valutazione del rischio
L’intervento di valutazione del rischio specifico comprende: - una valutazione oggettiva tramite metodi di osservazione diretta; - una valutazione soggettiva tramite l’analisi della percezione dei lavoratori; un report conclusivo con l’analisi dei dati e la definizione dei livelli di rischio a cui collegare gli interventi preventivi/protettivi (diventa parte integrante del documento generale di valutazione dei rischi).

142 Valutazione del rischio
Sulla base dei dati raccolti e sulla base dell’analisi di indicatori sintetici parametrici a livello aziendale o per partizione organizzativa/gruppo omogeneo s’identificherà un livello di rischio: - basso - medio - alto.

143 Gestione del rischio Sulla base dei risultati della valutazione del rischio, verranno programmati ed effettuati gli interventi di prevenzione e protezione. Per rischio basso: programmare la rivalutazione periodica del rischio. Per rischio (>) non basso: adottare interventi correttivi su diversi piani:

144 Soluzioni di prevenzione collettiva
soluzioni che intervengono sull’organizzazione: misure tecniche (potenziamento degli automatismi tecnologici...), misure organizzative (orario sostenibile, riprogrammazione attività...), misure procedurali (definizione di procedure di lavoro...), misure ergonomiche (progettazione ergonomica dell’ambiente e dei processi di lavoro)

145 Soluzioni di prevenzione collettiva
misure di revisione della politica aziendale (azioni di miglioramento della comunicazione interna, della gestione, delle relazioni, ecc.) - soluzioni di interfaccia con i gruppi di lavoratori (formazione post-valutazione);

146 Soluzioni rivolte agli individui
soluzioni di supporto ai singoli lavoratori (counselling, consultori interni, sportelli di ascolto), nelle aziende medio-grandi; sorveglianza sanitaria con il medico competente, in caso di rischio non basso che non può essere ridotto con le misure di prevenzione collettiva.

147 Piano di monitoraggio Le condizioni di rischio individuate e l’efficacia degli interventi preventivi/protettivi effettuati dovranno essere monitorati nel tempo. Il piano di monitoraggio concordato e partecipato con RLS e lavoratori, dovrà prevedere: tempistica di rivalutazione del rischio soprattutto in relazione a modifiche strutturali/organizzative di rilievo; il monitoraggio, secondo tempi definiti dell’efficacia degli interventi di prevenzione e protezione effettuati.

148 CRITERI E METODI DI VALUTAZIONE

149 La valutazione del rischio stress lavoro-correlato deve prevedere l’analisi degli aspetti dell’organizzazione del lavoro che possono rappresentare pericoli per la salute.

150

151 (sintomatologia fisica e psichica).
Bisogna valutare anche gli effetti che lo stress lavoro-correlato può portare: - a livello aziendale (conseguenze indirette quali assenteismo, turnover, diminuzione della produttività, ritardi, aumento dei costi) - a livello individuale (sintomatologia fisica e psichica). La valutazione deve identificare nel ciclo lavorativo le eventuali criticità per meglio indirizzare gli interventi di prevenzione (mappa aziendale di rischio):

152 I fase: indicatori oggettivi di rischio
La prima fase prende in esame elementi oggettivi e verificabili quali indicatori di stress lavoro- correlato e fattori di rischio attinenti l’organizzazione aziendale.

153

154 La valutazione della prima fase deve consentire di quantificare il livello di rischio secondo una scala parametrica: basso/medio/alto. Nella condizione di rischio basso la valutazione si ferma alla prima fase e va ripetuta in caso di cambiamenti organizzativi aziendali o comunque almeno ogni due anni.

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156

157

158 II fase: indagine della soggettività
Si attua quando l’esame degli elementi oggettivi il rischio non risulta basso. Si deve pertanto valutare la percezione dello stress lavoro-correlato nei lavoratori. La valutazione soggettiva deve consentire di individuare con maggior precisione la natura del rischio da stress lavoro-correlato, al fine di definire le priorità ed intraprendere interventi di eliminazione o riduzione del rischio. Ogni indicatore di criticità identifica la necessità di mettere in atto misure per la gestione e la riduzione del rischio stress lavoro-correlato.

159 II fase: indagine della soggettività
L’efficacia delle interventi di eliminazione o riduzione del rischio deve essere verificata attraverso un monitoraggio nel tempo (valutazione periodica). La rilevazione della soggettività del gruppo di lavoratori, si attua mediante i seguenti metodi di indagine: - questionari; - focus group; - interviste semistrutturate. L’uso di questi strumenti richiede professionalità specifiche, esperte delle tecniche adottate.

160 Questionari I questionari sono strumenti di rilevazione dei vissuti e della percezione soggettiva del gruppo dei lavoratori, ovvero permettono di fotografare lo stato di salute/malessere dei lavoratori in relazione all’organizzazione. Va garantito l’anonimato (non può essere usato internet o intranet).

161 Focus group E’ una tecnica che serve a raccogliere, in un gruppo ristretto, informazioni su temi multidimensionali e complessi (es. aspetti stressanti del lavoro). E’ diretto da un conduttore/moderatore che guida e anima la discussione del gruppo; è presente anche un assistente/osservatore che prepara il setting e rileva le dinamiche interne a quel gruppo. Dimensione del gruppo range: 6-13; per evitare che si creino interventi dominanti a sfavore di opinioni più deboli, che rischiano così di essere inibite e di rimanere inespresse.

162 Interviste semi-strutturate
L’intervistatore stabilisce un lista di base di domande da fare all’intervistato che potrà approfondire meglio il tema fornendo una gamma di informazioni più ampia. L’intervistatore, utilizzando una varietà di domande (domande aperte, semi-aperte, domande indirette, metafore ecc.) e adeguandole al singolo intervistato, è in grado di raccogliere e registrare dati più precisi e approfonditi, rispetto a un’intervista classica. Questa modalità facilita l’espressione di tematiche che altrimenti rimarrebbero nascoste, forse per “resistenze” e paure dell’intervistato.

163

164 La sorveglianza sanitaria
Nelle aziende dove c’è il medico competente in qualsiasi momento un lavoratore può chiedere di essere sottoposto a visita medica, qualora tale richiesta sia correlata ai rischi lavorativi (art. 41 comma 1 D.Lgs. 81/08). Questa facoltà vale naturalmente anche per il rischio da stress lavoro- correlato e per tutte le patologie suscettibili di aggravamento in condizioni di stress.

165 La sorveglianza sanitaria
Nell’ambito delle disposizioni normative vigenti non esiste una previsione esplicita di obbligo di sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti al rischio stress lavoro-correlato. La sorveglianza sanitaria può essere attuata come misura di prevenzione secondaria, quando la valutazione dei rischi ne evidenzi la necessità, in quanto il rischio stress lavoro-correlato rientra tra i “casi previsti dalla normativa vigente” (art. 41, comma 1, lettera a) per i quali la normativa stabilisce in maniera specifica obblighi di valutazione, gestione e prevenzione (art. 28, comma 1).

166 La sorveglianza sanitaria
La sorveglianza sanitaria non costituisce una misura d’elezione in tutte le situazioni di stress lavoro-correlato, andando invece privilegiati gli interventi sull’organizzazione del lavoro. “Evitare di medicalizzare gli interventi di prevenzione.” Occorre evitare di far ricadere sul lavoratore, in termini di giudizio di idoneità, le conseguenza dell’inadeguatezza dell’organizzazione del lavoro. In tal casi è l’organizzazione a non essere idonea e non il lavoratore.

167 La sorveglianza sanitaria
La sorveglianza sanitaria rappresenta anche un’occasione per rilevare elementi soggettivi di percezione del rischio, che in qualunque contesto possono essere utilizzati ai fini della valutazione e dell’individuazione degli interventi di eliminazione o riduzione del rischio.

168 La sorveglianza sanitaria
Al momento della visita medica particolare attenzione deve essere rivolta alla raccolta dei dati anamnestici mirati ad indagare eventuali disturbi e/o patologie della sfera neuropsichica e psicosomatica. Nell’anamnesi lavorativa occorre indagare lo stato di: - soddisfazione/insoddisfazione per il proprio lavoro, - la presenza/assenza di conflittualità con i colleghi e/o superiori, - le assenze effettuate (aspettative, malattie, infortuni subiti) - l’eventuale richiesta di trasferimenti e/o mobilità - le percezioni soggettive inerenti il clima organizzativo.

169 La sorveglianza sanitaria
Da valutare attentamente la segnalazione di sintomi che possono essere indice dell’insorgenza di problemi di stress lavoro-correlati e di malattie che, pur essendo diffuse in tutta la popolazione, possono trovare nello stress lavoro-correlato un fattore aggravante.

170

171 Diagramma di flusso della sorveglianza sanitaria

172 Malattia professionale
Per quanto riguarda gli obblighi di denuncia e di referto (denuncia art. 139 DPR 1124/65; referto art. 365 CP; certificato di malattia professionale art. 53 e 251 DPR 1124/65) il medico competente dovrà valutare i risultati degli approfondimenti clinici effettuati, il livello di rischio in base all’esito della valutazione, fino a ritenere che la patologia osservata possa fondatamente attribuirsi allo stress lavoro-correlato.

173 LO STUDIO DEL NESSO DI CASUALITA’ DELLE MALATTIE DA STRESS DA LAVORO
A causa di situazioni stressanti sia acute che ad andamento cronico si possono verificare patologie di ordine fisico e/o di ordine psichico anche quando la situazione stressante ha origine nel lavoro. I bioritmi naturali (nell’ambito dei quali l'organismo provvede all’increzione di ormoni ed altri fattori umorali in parte responsabili della cenestesi e dell'omeostasi) possono essere alterati da stress di ordine fisico e/o psichico sia acuti che ripetuti nel tempo.

174 LO STUDIO DEL NESSO DI CASUALITA’ DELLE MALATTIE DA STRESS DA LAVORO
Le affezioni da stress fisico e psichico solitamente riconoscono cause multifattoriali (da ambiente lavorativo e da ambiente extralavorativo come anche una tendenza costituzionale ad essere recettivi ad una situazione stressante). E’ comunque necessario verificare l’ambiente e la situazione da cui hanno tratto origine il trauma psichico e/o fisico o la situazione stressante ad andamento cronico per attribuire allo stress lavorativo un significato rilevante da un punto di vista medico-legale.

175 Malattia professionale
Le patologie da stress lavoro-correlate non sono previste nella nuova tabella delle malattie professionali (DM 9 aprile 2008) e pertanto l’onere della prova è a totale carico del lavoratore; L’elenco delle malattie professionali per le quali vige l’obbligo di denuncia (DM 14 gennaio 2008) comprende nella lista 2 “malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità” solo il: - disturbo dell’adattamento cronico da stress; - disturbo post traumatico da stress.

176 Per approfondimenti consultare il sito:

177 Fine


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