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“Conoscenza ai fini gestionali”

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Presentazione sul tema: "“Conoscenza ai fini gestionali”"— Transcript della presentazione:

1 “Conoscenza ai fini gestionali”
Corso di formazione per il conseguimento dell’abilitazione al prelievo programmato del capriolo “Conoscenza ai fini gestionali” A cura di Sandro Nicoloso e Lilia Orlandi Foto di: Andrea Barghi Fauna_CorsoCap4a_rev03_a

2 Segni di presenza Tracce: gli animali, camminando sul fango o sulla neve lasciano caratteristiche impronte degli zoccoli; nel capriolo è praticamente impossibile determinare il sesso degli animali dall’esame delle impronte. Fino ad un certo periodo è possibile differenziare quelle dei piccoli Escrementi (o “fatte”): sono costituiti da un insieme di elementi di forma sub-ovale (vagamente cilindrica) di colore bruno (la colorazione può variare molto in funzione delle stagioni e del regime alimentare). Le dimensioni sono circa mm di lunghezza e 7-10 mm di diametro Morsi sulla vegetazione: specialmente nel periodo invernale è possibile osservare il morso del capriolo sui giovani getti o sulle gemme di cespugli o piccoli alberelli. I morsi degli ungulati si differenziano da quelle dei roditori per la forma particolare a scalpello determinata dall’assenza di incisivi e canino sull’arcata superiore). Non è certa l’attribuzione al capriolo nel caso in cui ci siano altri ungulati selvatici nell’area di indagine Fregoni: scortecciamento di piccole piante a partire da circa cm da terra fino a circa un metro di altezza; frequenti a partire dal tardo inverno e osservabili per tutta l’estate, sono prodotti dai maschi con il ripetuto sfregamento del palco su arbusti o piccoli alberelli del diametro massimo di 3-4 cm. Hanno un significato visivo ed olfattivo per la marcatura dei territori Raspate: asportazione del cotico erboso o della lettiera del sottobosco; prodotte dai maschi raspando ripetutamente il terreno con le zampe. Come i fregoni hanno un significato visivo ed olfattivo per la marcatura dei territori Abbaio: secca vocalizzazione emessa sia dai maschi che dalle femmine che può assumere significati diversi. I maschi li utilizzano frequentemente durante la fase gerarchica per segnalare la propria presenza e per indicare il proprio rango sociale, le femmine (e in altre occasioni i maschi) li utilizzano per esprimere allarme

3 Segni di presenza

4 e raramente si supera il rapporto
PROPORZIONE SESSI La PS alla nascita è circa 1:1; in una popolazione complessiva dipende dalla diversa azione dei fattori di mortalità ed emigrazione sui maschi e sulle femmine. Nelle classi adulte c’è solitamente uno squilibrio a favore delle femmine ma solitamente si attesta attorno a 1 maschio/1.5 femmine e raramente si supera il rapporto 1 maschio/2.5 femmine

5 Viene calcolata su tutte le femmine di età > 1 anno
NATALITA’ E’ il numero di piccoli per femmina e si indica come rapporto tra n°piccoli e n°femmine. Viene calcolata su tutte le femmine di età > 1 anno Maturità sessuale delle femmine: - 13° - 14° mese di età in aree collinari ed inverni miti - 25° - 26° mese di età in aree montane con inverni rigidi Numero di piccoli nati:  Parto normale : 2 piccoli /femmina (da 1 a 3) Primipare : 1 solo in piccolo in genere

6 NATALITA’ Valori di riferimento sulla natalità (piccoli/femmina)
Ambienti a bassa vocazionalità 0,35-0,7 Ambienti a media vocazionalità 0,75-1.0 Ambienti a buona vocazionalità

7 Viene riferita a: Tempo e Causa
MORTALITA’ E’ la diversa incidenza di morte sulle varie classi di sesso ed età espressa in percentuale (%) rispetto al totale degli individui Viene riferita a: Tempo e Causa MASCHI GIOVANI: nomadismo ed inesperienza; MASCHI ADULTI: perdita delle precauzioni durante la fase gerarchica, gli scontri della fase territoriale, le conseguenze successive alle fatiche riproduttive; FEMMINE ADULTE: cause connesse alla riproduzione; PICCOLI per condizioni meteorologiche avverse

8 MORTALITA’ Esempio di mortalità differenziata annuale sul capriolo in una popolazione naturale ed in equilibrio con predatori naturali (lince e lupo) PICCOLI 50 % GIOVANI 20-30% ADULTI 5-10 % VECCHI % 0-1 1-2 2-3 3-4 4-5 5-6 6-7 7-8 8-9 9-10 10-11 11-12

9 EMIGRAZIONE e IMMIGRAZIONE
Sono parametri difficilmente valutabili e dipendono in particolare modo dalla densità della nostra popolazione e di quelle limitrofe

10 EMIGRAZIONE …

11 …IMMIGRAZIONE

12 CARATTERISTICHE BIOFISIOLOGICHE
Le misure biometriche (peso vivo, peso vuoto, lunghezza dell’animale, lunghezza del metatarso, misure craniometriche, ecc.) permettono di conoscere indirettamente lo stato di salute della popolazione. La valutazione dell’accumulo dei grassi (grasso perirenale, midollo osseo, ecc.) permette di conoscere lo stato nutrizionale degli individui. Il n° di embrioni/femmina valutato sulle femmine abbattute in autunno, permette di valutare il tasso di natalità

13 MONITORAGGIO STATUS POPOLAZIONE

14 MONITORAGGIO STATUS POPOLAZIONE

15 Analisi di Utero e Ovaie
Permette di verificare il numero di femmine che si sono accoppiate con successo la passata stagione riproduttiva

16 CARATTERISTICHE ECOLOGICHE
1. Rapporti con la vegetazione 2.Rapporti con le altre specie 3.Rapporti con i predatori

17 Rapporti con la vegetazione

18 Predazione

19 Volume medio percentuale nel campione Biomassa consumata relativa
Dieta del Lupo nelle Foreste Casentinesi (Orlandi L., 1994) Tipo di alimento Numero di escrementi Frequenza di comparsa Volume medio percentuale nel campione Biomassa consumata relativa N. relativo di prede Cinghiale 422 74,03 65,22 59,68 67,06 Capriolo 104,5 20,4 16,15 12,4 18,78 Cervo 56,5 10,97 8,74 12,88 6,56 Daino 6 0,93 0,81 0,58 Cervidi ind 10,25 3,4 1,58 2,04 1,14 Pecora 15,5 3,55 2,4 2,89 2,07 Altri domestici 5,5 1,39 0,85 8,69 0,73 Lepre 5 1,08 0,77 0,36 2,76 Roditori 6,75 2,16 1,04 Frutta 2 0,31 Vegetali* 1,75 0,62 0,27 Mammiferi ind** 2,25 0,46 0,35 Cane 1 0,15 0,13 0,19 Tasso 0,1 0,14 Ind*** 7 Totale 647 121,45 100

20 Competizione

21 CARATTERISTICHE ETOLOGICHE
1. Uso dell’habitat 2. Spostamenti stagionali 3.Sistema riproduttivo

22 DINAMICA DI POPOLAZIONE
Il continuo monitoraggio dei parametri visti, ci consente di studiare la dinamica di popolazione, cioè l’evoluzione della popolazione nel tempo L’INCREMENTO UTILE ANNUO (I.U.A.) è il parametro più importante ai fini gestionali

23 INCREMENTO UTILE ANNUO
Indica in percentuale (%) l’accrescimento numerico della popolazione in un anno e si ottiene, a partire dalla consistenza iniziale: I.U.A.= Consistenza + nascite - morti + immigrati - emigrati Valori di riferimento per l’I.U.A (rispetto al totale delle femmine) zone montane con inverni rigidi 70 % zone montane favorevoli 80 % zone di media altitudine con inverni rigidi 100 % zone ottimali, boschi di querce e poca neve 120 %

24 TASSO D’ACCRESCIMENTO
Il calcolo del tasso di accrescimento di una popolazione è molto difficile da valutare con esattezza in quanto alcuni parametri non sono facilmente calcolabili. Ad esempio l’emigrazione e l’immigrazione sono difficilmente stimabili, il numero di piccoli che muore nei primi giorni di vita non sono prevedibili, molti degli animali morti non vengono ritrovati. E’ solo attraverso un continuo monitoraggio nel tempo applicando le stesse modalità di monitoraggio che è possibile, nel lungo periodo, conoscere il tasso di accrescimento di una popolazione.


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