La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Orientiamoci Suggerimenti per strutturare percorsi di orientamento in vista delle scelte successive alla Scuola Media.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Orientiamoci Suggerimenti per strutturare percorsi di orientamento in vista delle scelte successive alla Scuola Media."— Transcript della presentazione:

1 orientiamoci Suggerimenti per strutturare percorsi di orientamento in vista delle scelte successive alla Scuola Media

2 Introduzione Perché “orientiamoci”? Perché non solo i ragazzi hanno bisogno di “orientarsi”, ma anche, prima di loro, gli adulti che dovrebbero aiutarli nel lungo percorso, fino al termine della scuola secondaria di I° grado, soprattutto nella fase finale che porta alla prima scelta importante della loro vita: cosa fare dopo gli esami? Proseguire gli studi? Indirizzarsi a corsi professionalizzanti? Quale è la scelta migliore per ciascuno? Cosa si deve aver ben chiaro prima di scegliere? Quali sono le “offerte”? Cominciamo parlando di due parole fondamentali ……

3 Parole - chiave SCELTA OBBLIGO
E’ uno degli aspetti fondamentali del percorso di orientamento, che, in realtà, è appunto un percorso di SCELTA. Ma i ragazzi sanno scegliere? E gli adulti sanno insegnare a scegliere? OBBLIGO Punto dolente della nostra scuola. Se ne ragiona dall’Ottocento, appariva come punto di forza della scuola media unificata, quasi una bandiera per la reale affermazione di gran parte diritti costituzionali, ma nel 2010 l’Italia non ha ancora raggiunto quello che in gran parte dei paesi occidentali è un dato di fatto da tempo: l’obbligo scolastico a 18 anni

4 Impariamo a scegliere

5 Suggerimenti per aiutare i nostri alunni a compiere scelte consapevoli
Educare a scegliere non è certo cosa da poco, ma un insegnante può cercare di aiutare i ragazzi, anche solo facendoli riflettere su alcuni aspetti fondamentali del processo di scelta: non ci si deve affidare ad un generico “mi piace”, ma è necessario avere ben chiare sia le possibilità che ci vengono offerte sia le risorse che sono a nostra disposizione.

6 Impariamo a scegliere: suggerimenti operativi
Programmazione motivata e condivisa con gli studenti, in relazione anche alle necessità evidenziate, di attività didattiche per riflettere sul sé, sugli altri, sulla relazione, sull’ambiente. Lettura di testi di vario genere a tema, con l’utilizzo di schede di comprensione, letture e discussioni sulle tematiche dell’adolescenza, visione di film, discussioni guidate e libere, circle time. Questionari di autovalutazione da completare individualmente e da discutere collettivamente (vedi dopo le schede e le proposte in rete)

7 Organizzazione di attività che favoriscano la libera espressione di sentimenti, opinioni e valutazioni, tali da accompagnare gli studenti nell’analisi delle proprie capacità e dei propri interessi, attraverso i seguenti percorsi formativi: Riconoscere la scelta di orientamento come situazione-problema e organizzare il percorso di soluzione Definire i termini della propria scelta personale Identificare le informazioni necessarie e individuare e quelle ancora da reperire Far emergere le proprie preferenze e aspirazioni Identificare e valutare le competenze acquisite in ambito scolastico e non Individuare i condizionamenti della propria situazione familiare e ambientale Costruire un percorso orientativo che tenga conto in modo realistico di abilità, interessi e condizionamenti Formulare una relazione/uno schema finale sul procedimento e i risultati del percorso di scelta effettuato

8 Suggerimenti operativi: la simulazione
Divisione in gruppi, attribuzione a ciascuno di un compito organizzativo (la festa di compleanno, un’uscita per andare al cinema, l’acquisto di un regalo per un amico…), Discussione interna al gruppo sull’individuazione di ciò che serve per attuare il proprio progetto e di ciò che si ha a disposizione (le risorse disponibili e quelle necessarie), stesura delle fasi del percorso. Verbalizzazione scritta Condivisione con la classe da parte di ciascun gruppo. Conclusioni: come “funziona” la scelta? Elaborazione di uno schema riassuntivo condiviso.

9 Dalla simulazione alla realtà, attraverso discussioni a gruppi e collettive, riflessioni scritte individuali, colloqui personali Riapplichiamo quanto abbiamo scritto nello schema precedente alla nostra realtà: cosa serve sapere PRIMA di scegliere il tuo futuro dopo la fine del I° ciclo di istruzione? Devi “leggere” bene dentro di te e capire cosa ti piacerebbe, ma anche cosa sai fare adesso, quali sono realmente le tue risorse Devi sapere cosa ti viene offerto dall’esterno (le scuole, il lavoro…) Devi calibrare ciò che vorresti con ciò che puoi fare, cioè con le risorse reali (anche materiali, come percorsi da compiere, costi e risorse economiche a disposizione, permesso dei genitori e tanto altro)

10 Materiali utilizzabili
Schede di autovalutazione in copia cartacea  Schede di autovalutazione in file word (questionario.doc) Esempi di schede da compilare in rete:  Letture antologiche: cfr il materiale cartaceo raccolto dalle FS per l’orientamento e la copia esemplificativa dei quaderni di lavoro

11 Obbligo: tra diritto e dovere
La parola obbligo spaventa i ragazzi, che infatti vedono il venire a scuola come un “obbligo”, un dovere per definizione non piacevole. Forse se fossero vissuti in un’epoca o in luoghi dove i diritti dei bambini venivano/vengono ignorati, il lavoro minorile è normale e l’istruzione privilegio di pochi, i nostri ragazzi comprenderebbero come l’”obbligo” scolastico è per loro più un diritto inviolabile, mentre il dovere di farlo rispettare è soprattutto del mondo adulto.

12 Parliamo di “obbligo scolastico”: le prime disposizioni legislative del Regno d’Italia
L’obbligo scolastico inizia con la legge Casati del 1859, che prevedeva la gratuità e obbligatorietà della scuola elementare 5 lug Caduta la Destra storica, la Sinistra liberale riesce a far approvare quella legge del 15 luglio 1877, nota con il nome del Ministro della PI Coppino, che sancisce in particolar modo l' obbligatorietà del corso inferiore della scuola elementare che da due anni passa a tre, comminando sanzioni pecuniarie ai genitori che non provvedevano all' adempimento dell'obbligo scolastico dei figli.

13 Obbligo tra scuola e formazione nella legislazione più recente
11 feb Contratto di formazione e lavoro e inadempimento dell'obbligo formativo: ovvero tutto ciò che è reale è razionale, nota a Cass. 11 febbraio 1998 17 mag Con la L. 53, infatti, è stato "ridefinito ed ampliato", dopo tre anni di applicazione, l'obbligo formativo introdotto dall'art. 68 della legge 17 maggio 1999, n. 144 che ha consentito la realizzazione dei corsi biennali dell'obbligo formativo in tutte le province 12 lug Viene esclusa l'attività formativa aggiuntiva prevista per l'assolvimento dell'obbligo formativo all'interno del percorso di apprendistato, di cui al DPR 12 luglio 2000

14 26 gen Si ricorda che il richiamato accordo non permette l'assolvimento dell'obbligo scolastico nella formazione professionale ma solo nei corsi (istruzione- formazione o formazione-istruzione) sperimentali triennali di cui all'accordo quadro del 26/1/2007. Il dispositivo amministrativo precisa che : nel caso in cui l'Istituzione scolastica non abbia co-progettato il percorso prescelto dovrà trasmettere la domanda dello studente, corredata dal necessario “nulla osta”, per l'iscrizione ...

15 Le scuole superiori L’offerta delle Scuole superiori cambia ogni anno, sia per l’adeguamento a disposizioni di legge in continua evoluzione, sia per la volontà dei singoli istituti di rispondere alle esigenze dell’utenza e dle mondo del lavoro. Pe ril dettaglio dell’offerta formativa dlele scuole della provincia si rimanda al sito dell’Osservatorio Scolastico Provinciale, che, oltre a riportare indicazioni su ogni scuola, contiene i link con i siti dei vari istituti.

16 I corsi professionalizzanti
ANNO SCOLASTICO 2011/2012 Il riordino dell’istruzione secondaria superiore prevede che gli Istituti Professionali, così come gli Istituti Tecnici e i Licei, possono rilasciare esclusivamente diplomi di istruzione secondaria superiore al termine di un percorso di cinque anni. Per continuare ad assicurare un’offerta formativa che risponda alle esigenze e alle aspettative di tutti i ragazzi e in linea con le specifiche richieste del mercato del lavoro locale,  la Toscana ha costruito il nuovo Sistema di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) , che permette ai giovani, in un percorso triennale, di conseguire una qualifica professionale regionale.

17 Dall’anno scolastico 2011/2012 gli studenti in uscita dalla scuola media, pertanto, dovranno frequentare un percorso quinquennale d’istruzione liceale, tecnica o professionale per conseguire un diploma di istruzione secondaria superiore, o un percorso triennale di Istruzione e Formazione Professionale per conseguire una qualifica professionale regionale. Il sistema regionale di IeFP si articola in percorsi triennali fondati, sulla base di un accordo tra Regione e USR , sulla progettazione congiunta di Istituti Professionali ed Enti di formazione accreditati dalla Regione.

18 Si accede al sistema di IeFP iscrivendosi ad un Istituto professionale, frequentandone un primo anno e proseguendo nella scuola o presso un ente di formazione professionale accreditato dalla Regione. La scuola e l’ente rilasciano la stessa qualifica professionale regionale attraverso modalità didattiche e formative differenti per permettere a tutti i ragazzi di raggiungere una solida preparazione di base e acquisire qualificate competenze professionali. Il primo anno, fortemente orientativo, permette ai ragazzi, di capire le proprie attitudini e quindi di scegliere la modalità formativa che meglio risponde alle proprie aspettative.

19 Elenco dei corsi attivi in Toscana nell’a. s. 2011/2012 http://www

20 I link utili http://ufficioscolasticopisa.indire.it/nuovo/index.php
Elenco dei corsi IeFP attivi in Toscana nell’a.s. 2011/2012

21 Link interessanti http://www.scuolelivigno.it/orienta/index.htm

22 Un tentativo di prevenire la dispersione: il modello toscano di Istruzione-formazione

23 Il ritiro del modello toscano di Istruzione-formazione
, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali i commi 2-3 dell’art 3 della Legge Regionale toscana,  L.R. n.63 del 2009, in materia di istruzione e formazione professionale in cui si prevedevano le modalità di assolvimento dell’obbligo scolastico e di conseguimento della qualifica professionale  triennale. Si trattava di un primo biennio interamente e solamente scolastico e di un terzo anno professionalizzante realizzabile o dalle scuole accreditate o dalle agenzie formative regionali con modalità integrate. Per la Regione Toscana non si trattava solo di una previsione, perché in questi anni di transizione la norma è stata già applicata  e sperimentata, ci si apprestava quindi a farla diventare definitiva, nonostante norme nazionali abbiano esplicitamente previsto la possibilità di assolvimento dell’obbligo anche nei percorsi regionali di formazione professionale.

24 Motivi dell’illegittimità del modello
La Corte Costituzionale ne ha dichiarato l’illegittimità per due ragioni. 1)     La prima è di metodo. La Regione Toscana avrebbe violato il principio di leale collaborazione con lo Stato, perché avrebbe deciso unilateralmente senza attendere che fossero introdotti gli accordi fra Stato e Regioni espressamente previsti dalla legge. Ad avviso della Corte essi  si sono realizzati solo con l’Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 29 aprile 2010 che fissa repertori e standard delle figure professionali del sistema di IFP. 2)     La seconda è sostanziale. La Corte, accogliendo le tesi del ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri del gennaio di 2010,  ritiene che quello previsto dalla Regione Toscana sia un percorso formativo terzo, diverso da quelli contemplati per assolvere l’obbligo. La sua struttura romperebbe l’unità del sistema di istruzione e formazione e costituirebbe un ibrido rispetto ai percorsi sia ordinari che sperimentali.

25 Sistema regionale di istruzione e formazione professionale (dal Sito della Regione Toscana)
Il Sistema Regionale di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) prende avvio dall’anno scolastico e formativo 2011/2012 dopo un lungo iter normativo e di confronto tra i soggetti istituzionali e le parti economiche e sociali interessate. L’evoluzione della normativa nazionale di riferimento ha portato alla necessità di ridefinire l’architettura del Sistema Regionale in coerenza con le scelte strategiche adottate dalla Regione Toscana nell’attuale fase transitoria di attuazione della riforma del secondo ciclo di istruzione e formazione professionale. Alcuni elementi chiave della normativa nazionale hanno, quindi, delineato il quadro di riferimento per la definizione del Sistema e per l’integrazione tra il sistema dell’Istruzione (in particolare dell’Istruzione Professionale) e il sistema regionale della formazione professionale. In particolare, il decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito con modificazioni nella legge 2 aprile 2007, n. 40 e, in particolare, l’articolo 13, comma 1-quinques prevede l’emanazione di apposite linee guida nazionali, al fine di realizzare organici raccordi tra i percorsi degli istituti tecnico-professionali e i percorsi di istruzione e formazione professionale finalizzati al conseguimento di qualifiche e diplomi professionali, di competenza delle regioni, compresi in un apposito repertorio nazionale. Con intesa in Conferenza Unificata del 16 dicembre 2010, recepita con Decreto del MIUR n. 4 del 18 gennaio 2011, vengono approvate tali Linee guida, che indicano, tra l’altro, elementi utili per la stipula degli accordi tra Regioni e Uffici Scolastici Regionali. Un altro passaggio rilevante per l’attuazione della riforma è stato rappresentato dall’approvazione del D.P.R. 15 marzo 2010 n. 87 “Regolamento recante norme concernenti il riordino dell’istruzione professionale”, che, all’art. 2, comma 3, prevede che gli Istituti professionali possano svolgere, in regime di sussidiarietà e nel rispetto delle competenze esclusive delle Regioni in materia, un ruolo integrativo e complementare rispetto al sistema di Istruzione e Formazione Professionale, di cui al capo III del decreto legislativo n.226/2005, ai fini del rilascio delle qualifiche e dei diplomi professionali inclusi in un repertorio nazionale previsto dall’art.13 della citata legge n.40/2007. Tali qualifiche sono state definite con Accordo Stato – Regioni del 29 aprile 2010 recepito con Decreto Interministeriale del 15 giugno 2010 riguardante il primo anno di attuazione dell’anno scolastico e formativo dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale a norma dell’art. 27 comma 2 del D.Lgs 226 del 17 ottobre 2005.

26 - Dgr n. 40 del 31 gennaio Allegato C, elenco dei percorsi di istruzione e formazione professionale di durata triennale da attivarsi per l'anno scolastico da parte dagli Istituti professionali di Stato della Toscana. - Dgr n. 69 del 14 febbraio Accordo per la realizzazione nell’anno scolastico 2011/2012 di percorsi di Istruzione e Formazione Professionale di durata triennale, in regime di sussidiarietà, da parte degli Istituti Professionali statali della Regione Toscana, ai sensi dell’art.2, comma 3 del D.P.R. 15 marzo 2010, n Dgr del , n. 549 concernente l'”Approvazione degli Indirizzi per la realizzazione dell'offerta regionale di istruzione e formazione professionale per l'anno scolastico e formativo ”. - Dgr N. 591 DEL concernente "DGR 532/06 smi Approvazione disciplinare sistema delle competenze.Modifiche e integrazioni.   - Slides presentate all'incontro con IPS della Toscana nel seminario del


Scaricare ppt "Orientiamoci Suggerimenti per strutturare percorsi di orientamento in vista delle scelte successive alla Scuola Media."

Presentazioni simili


Annunci Google