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Intervista ad un matematico …
Albert Einsten
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Ho immaginato di fare una intervista ad Albert Einstein
Ho immaginato di fare una intervista ad Albert Einstein. Nell'intervista non gli pongo domande sulla teoria della relatività o su altre tematiche scientifiche ma su come egli vede la vita, la religione e il mondo. Ho lavorato di fantasia nello strutturare l’intervista e nello scrivere le mie domande.
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Buongiorno Albert. Grazie innanzitutto per avermi concesso parte del tuo tempo prezioso per rispondere alle mie domande. Per rompere il ghiaccio posso rivolgerti qualche domanda personale?
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Certo!!
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Scopriamo subito le carte: quale è stato il suo rapporto con la Matematica sui banchi di scuola?
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La matematica mi è sempre piaciuta: ricordo che fin da quando avevo sei o sette anni ero affascinato da cose come la somma degli angoli di un poligono regolare. Mi piaceva andare in bibiloteca a guardare libri.
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Qualcuno dice che hai cominciato a parlare solo a tre anni. E’ vero?
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Sì, è vero. Il fatto è che prima di parlare rimuginavo a lungo una frase fino a che non la ritenessi degna di essere pronunciata. (sorridendo) … questa è una battuta … ma la mia propensione a pensare più che a parlare è continuata per tutta la vita. Forse pensare un po’ di più e parlare un po’ di meno non farebbe male a nessuno.
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E’ vero che per qualche anno hai vissuto in Italia?
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Sì. Mio padre Hermann, a seguito di problemi economici in Germania, si trasferì con mia madre a Pavia dove lavorò come elettrotecnico. Io avevo allora 15 anni e non avevo ancora finito le superiori a Monaco. Seguii ugualmente i miei genitori in Italia e continuai a studiare privatamente con l’obiettivo di tentare l’ammissione al Politecnico di Zurigo.
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E all’esame di ammissione al Politecnico di Zurigo … ti bocciarono ...
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E’ vero. Per questa bocciatura, ancora oggi ho la fama di pessimo studente. Al primo tentativo non fui ammesso al Politecnico e dovetti ripetere l’ultimo anno delle superiori in una scuola svizzera. Al secondo tentativo riuscii ad essere ammesso al Politecnico dove presi la laurea e l’abilitazione all’insegnamento di matematica e fisica.
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La tua teoria che la massa ed energia sono equivalenti ha avuto una terrificante conferma quaranta anni dopo la sua formulazione con lo scoppio della prima bomba atomica. Non ti senti moralmente responsabile dello sviluppo delle armi nucleari e del conseguente pericolo che corre l’esistenza stessa dell’umanità?
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Mentre ideavo la formula E=mc2 io certo non immaginavo che potesse essere usata per costruire una bomba. Ma tu pensi veramente che uno scienziato o la comunità scientifica possa tenere nascosta una teoria scientifica solo per il timore che possa essere utilizzata nel modo sbagliato? Comunque, dopo la seconda guerra mondiale, visto il potere distruttivo delle armi nucleari, ho sempre cercato di convincere i potenti della terra ad abbandonare la corsa alle armi nucleari. Guarda qui, nel mio “Testamento spirituale” ho scritto “le maggiori autorità scientifiche sono unanimi nel ritenere che una guerra con bombe all’idrogeno potrebbe molto probabilmente porre fine alla razza umana.
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Come vedi l’avvenire dell’umanità
Come vedi l’avvenire dell’umanità? Saremo in grado di evitare la nostra auto-distruzione?
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Vedendo come vanno le cose dovrei essere pessimista
Vedendo come vanno le cose dovrei essere pessimista. I giornali di un Paese possono, in due settimane, portare la folla cieca e ignorante a un tale stato di esasperazione e di eccitazione da indurre gli uomini ad indossare l’abito militare per uccidere e farsi uccidere allo scopo di permettere a ignoti affaristi di realizzare i loro ignobili piani. In relazione a questo stato di cose non mancano profeti che prevedono prossimo il crollo della nostra civiltà. Io non sono nel numero di questi pessimisti: io credo in un avvenire migliore nonostante io abbia fatto una volta la battuta "Ci sono due cose infinite: l'universo e la stupidità umana, e della prima non ne sono sicuro".
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Qualcuno dice che sei religioso e che credi in Dio. E’ vero?
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La mia religiosità nasce dallo stupore di fronte alla vita, al mondo; dall’ammirazione estasiata della bellezza incredibile del cosmo e delle sue leggi naturali. Sapere che esiste qualcosa di impenetrabile, conoscere le manifestazione dell’intelletto più profondo e della bellezza più luminosa che sono accessibili alla nostra ragione solo nelle forme più primitive, questa conoscenza e questo sentimento, ecco la vera devozione: in questo senso, e soltanto in questo senso, io sono fra gli uomini più profondamente religiosi. Mi basta sentire il mistero dell’eternità della vita, avere la coscienza e l’intuizione di ciò che è, lottare attivamente per afferrare una particella, anche piccolissima, dell’intelligenza che si manifesta nella natura. Io chiamo questa religiosità “religiosità cosmica”.
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Grazie mille per la sua infinita disponibilità signor Einstein…
Ps. Fine dell’intervista!!
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Si figuri signorina … molto bella e inusuale … solitamente mi chiedono di spiegare le mie teorie in modi semplificati … Alla prossima … quando vuole!!!!!!
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