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Tecniche d’osservazione del comportamento infantile

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Presentazione sul tema: "Tecniche d’osservazione del comportamento infantile"— Transcript della presentazione:

1 Tecniche d’osservazione del comportamento infantile
Prof. Marina Pinelli b.go Carissimi, 10 43100 Parma tel

2 Programma 1 modulo: Osservazione,metodo osservativo e tecniche d’osservazione L’alternativa tra ricerca osservativa e ricerca sperimentale La ricerca osservativa: fondamenti teorici Criteri di descrizione e classificazione Scelta e definizione delle unità di comportamento Il piano di osservazione Tecniche di campionamento La ricerca osservativa: aspetti operativi La creazione di uno schema di codifica

3 Programma 2 modulo: Strategie di rilevazione di tipo osservativo
L’osservatore come fonte di errore L’osservazione del comportamento infantile umano Il gioco libero e le relazioni dei bambini: strumenti e metodi di ricerca sul campo Lo studio delle relazioni e della comunicazione madre-bambino secondo la teoria dei sistemi dinamici L’uso del metodo Q-sort nella ricerca osservativa L’osservazione del bambino autistico ai fini diagnostici

4 Libri di testo consigliati
D’Odorico:”L’osservazione del comportamento infantile” Raffaello Cortina Editore 1995 Tartabini:”Tecniche di osservazione del comportamento infantile” McGraw-Hill 1998

5 Osservazione diretta del comportamento
etologica Sul campo e in laboratorio Osservazione strumentale o indiretta strumenti questionari In laboratorio e sul campo test

6 L’osservazione diretta del comportamento
Consiste nel identificare confrontare descrivere nominare Il comportamento stesso Devono essere accuratamente e chiaramente definite Le unità di osservazione I campi di esplorazione

7 Tre tipi di confusione Opporre tra loro metodo sperimentale e accesso ai fenomeni per osservazione diretta Ritenere che le ricerche che ricorrono all’osservazione diretta siano senza ipotesi Confondere l’osservazione diretta del comportamento con l’osservazione naturalistica o etologica

8 Definizione di comportamento
Riguarda tutta l’attività caratteristica di un organismo vivente, con un sistema nervoso individuale, che provoca modificazioni spazio-temporali osservabili I diversi livelli di organizzazione vanno dal più molecolare al più molare. Basi neurologiche Basi fisiologiche La gamma comprende Basi anatomiche Le componenti degli schemi motori Gli atti individuali Il comportamento di gruppi interi Le interazioni individuali con l’ambiente fisico e sociale Le interazioni sociali tra due e più individui Il comportamento di intere popolazioni e di specie I comportamenti di gruppi di specie, di famiglie e di generi

9 Definizione del termine “osservare”
Considerare con sguardo attento per semplice interesse o curiosità, a occhio nudo o con l’aiuto di strumenti. Rispetto a guardare segnala un atteggiamento più critico e scientifico Dizionario italiano ragionato (1988) Si osserva perché si vuole scoprire qualcosa La capacità di apprendere tramite l’osservazione, rimane un aspetto fondamentale di acquisizione delle conoscenze

10 L’osservazione parte integrante del metodo scientifico
Formulazione di enunciati IPOTESI Sistemi di enunciati TEORIE Verifica Delle conseguenze empiriche Tramite l’osservazione

11 L’osservazione può essere
Invocata: l’osservatore non interviene direttamente sul fenomeno oggetto di osservazione Provocata: oggetto di osservazione è il risultato di una qualche manipolazione della realtà effettuata dall’osservatore

12 Una ricerca osservativa
È una registrazione del corso del comportamento in assenza di tentativi di influenzarlo I soggetti sono liberi di variare le loro risposte Non vi sono limitazioni da parte del ricercatore

13 Tecniche d’osservazione
Le tecniche d’osservazione riguardano quell’insieme di procedure che devono essere messe in atto quando la traduzione e la codifica del comportamento si basano sulle capacità dell’osservatore

14 Relazione fra i vari metodi di ricerca e le tecniche di rilevazione
Primo esempio Ipotesi: una risposta verbale contingente da parte di un adulto alle vocalizzazioni infantili produce una modificazione della qualità delle vocalizzazioni prodotte. Campione: 40 bambini di 3 mesi distribuiti a caso in 2 gruppi: gruppo con contingenza e gruppo senza contingenza Codifica: suoni di tipo vocalico e suoni di tipo sillabico

15 Secondo esempio Analisi della relazione tra funzione comunicativa e alcune caratteristiche acustiche: altezza e schema intonazionale 6 bambini di 12 mesi Osservazioni videoregistrate di 30 minuti a intervalli regolari per 18 settimane in una stanza dell’asilo Si invitavano le madri a giocare con i bambini con materiale predisposto in modo tale da: facilitare una situazione di richiesta, facilitare una situazione comunicativa di denominazione, facilitare una situazione di gioco

16 Codifica: richiedere iniziale, richiedere ripetuto,dare,mostrare, denominare
Le caratteristiche prosodiche furono analizzate con una tecnica basata sulla percezione del suono da parte di un musicista esperto Terzo esempio Già nel periodo prenatale gli scambi vocali tra madre e bambino sono interattivi 63 coppie madre-bambino osservate entro il 4 giorno di vita durante l’allattamento Ogni 5 secondi veniva annotata su una griglia temporale predisposta la presenza di comportamenti di suzione e di vocalizzazione

17 Nei tre esempi la rilevazione del comportamento viene effettuata tramite il giudizio fornito da un essere umano Sono tre rilevazioni di tipo osservativo Il primo esempio è una ricerca di tipo sperimentale Quarto esempio Il ciclo sonno/veglia del neonato è indice del funzionamento del SNC, ma nei singoli bambini non vi sono schemi stabili 20 bambini osservati per 24 ore a scadenza settimanale per 5 settimane dalla prima settimana di vita Un materassino speciale rilevava: sonno quieto, transizione tra sonno quieto e sonno attivo, sonno attivo, transizione tra sonno e veglia, veglia

18 Quinto esempio Amicizia e presenza di conflitti nel periodo prescolare
53 bambini di circa 4 anni all’asilo in situazione di gioco libero Osservazioni per 10 settimane per 6 periodi di 6 minuti ciascuno Gli osservatori descrivevano il comportamento del bambino nei momenti di interazione e annotavano nome dei compagni con cui interagiva, comportamento dei bambini partecipanti all’interazione, le principali caratteristiche situazionali, gli oggetti di gioco implicati nell’interazione,gli aspetti emotivi esibiti da ciascun bambino Conflitto: venivano descritti gli antecedenti, il comportamento in sequenza di ogni bambino, le modalità con cui il conflitto terminava

19 Categorie relative al grado di amicizia tra i bambini e relative alle caratteristiche dei conflitti
Il quarto e il quinto esempio non usano procedure di tipo sperimentale Sono tutti esempi di ricerca osservativa pura Vari significati del termine “osservazione” Guardare la realtà per verificare o confutare specifiche ipotesi Provocare la manifestazione di un comportamento o osservarlo nella produzione spontanea Utilizzazione dell’essere umano e delle sue capacità di osservazione come strumento di rilevazione

20 L’alternativa tra ricerca osservativa e ricerca sperimentale
Mancano di scientificità perché non oggettive e non replicabili Le biografie infantili Sono raccolte annotazioni che sorprendono per accuratezza e attualità Alcuni aspetti dello sviluppo infantile notati da Darwin sono stati poi confermati da ricerche sperimentali compiute quasi cento anni dopo L’osservazione relativa a come il suono del pianto cambi a seconda della causa che l’ha provocato è stata pienamente confermata nel 1968 dal lavoro di Wasz-Hockert e coll. che analizzarono tramite l’analisi spettorgrafica le proprietà acustiche di pianti provocati da cause diverse

21 Al di là delle singole osservazioni, ciò che colpisce è la capacità di Darwin di osservare ciò che vale veramente la pena di osservare, infatti è riuscito ad individuare nodi critici dello sviluppo che costituiscono ancora oggi temi fondamentali di dibattito teorico e oggetto di ricerca sistematica Per un certo periodo in psicologia dello sviluppo alcuni temi fondamentali vennero abbandonati come oggetti di ricerca perché non sottoponibili al metodo sperimentale Binet riteneva che se un problema non poteva essere affrontato con metodi sperimentali dovesse essere abbandonato perché il suo studio non garantiva alcun criterio di certezza

22 Watson e l’approccio comportamentista confermarono sempre più il concetto che la sperimentazione in laboratorio fosse l’unica strada della psicologia scientifica L’approccio cognitivista rafforza la ricerca sperimentale: il disegno sperimentale diventa il metodo principale per studiare i cambiamenti nelle funzioni cognitive collegate con l’età Il filone di ricerche basato sull’osservazione, pur non essendosi mai esaurito completamente, rimane per un lungo periodo di tempo marginale ai temi centrali che vengono discussi in ambito di sviluppo Il dibattito teorico riguarda i modelli di sviluppo e i metodi di studio è riguardo ai metodi che nasce la critica sull’esclusivo uso del metodo sperimentale

23 Critiche alla sperimentazione in laboratorio
Artificialità Mancanza di validità esterna Generalizzabilità riguardo a Soggetti Variabili e valori loro assegnati Richieste fatte ai soggetti Esempio (aggressività e bottoni) Artificialità del luogo e stranezza delle richieste sono estranee alla ricerca di tipo osservativo

24 Quando i soggetti sono bambini
L’asimmetria tra b. e adulto porta ad inibire i comportamenti spontanei L’ambiente estraneo provoca ansia e timidezza Le richieste strane o incomprensibili vengono reinterpretate

25 Quando lo scopo non è la generalizzazione
Per es. se lo scopo è dimostrare che l’aggressività non ha origine endogena ma è provocata da influenze esterne Gli esperimenti di Harlow sull’attaccamento non volevano studiare il comportamento naturale dei piccoli Rhesus Il problema si pone solo quando scopo della ricerca è di predire il comportamento normale nel mondo reale

26 La scelta fra ricerca sperimentale e ricerca osservativa
Non può essere fondata su un aprioristico giudizio di validità dell’una rispetto all’altra e viceversa Ma solo attarverso un’attenta riflessione sul problema che si intende affrontare e sul tipo di risposte che si desiderano ricavare La ricerca osservativa può fornire contributi alla ricerca sperimentale Suggerendo ipotesi Fornendo indicazioni su manipolazioni sperimentali da evitare

27 Per esempio nelle ricerche sperimentali sulla produzione di vocalizzazioni infantili
Ipotesi: il rinforzo sociale aumenta la produzione di vocalizzazioni infantili Disegno sperimentale: 3 fasi (A-B-A) baseline misurazione del C. in assenza di rinforzo Viene introdotto il rinforzo e si misurano le eventuali modificazioni del C. Viene ritirato il rinforzo La logica della procedura è che nella baseline si generi il livello normale di comportamento del soggetto, ma di fatto i bambini nel mondo reale non si trovano mai di fronte ad un adulto che li fissa inespressivo e senza parlare

28 Limiti dell’applicabilità della ricerca sperimentale
Molti problemi non possono essere affrontati tramite una ricerca sperimentale Vi è l’impossibilità di manipolare o controllare variabili che sono in realtà estremamente rilevanti per la spiegazione dello sviluppo umano e dei processi ad esso sottostanti Variabili di tipo dinamico non possono essere trattate come variabili di tipo statico Per spiegare i risultati ottenuti non è possibile prendere in considerazione solo il trattamento sperimentale, ma anche l’interazione che questo può avere con il normale corso dello sviluppo

29 Oggetto specifico della ricerca in ambito evolutivo
Identificazione della descrizione e della spiegazione dei cambiamenti nel comportamento o nelle modalità di funzionamento dell’individuo, che si presentano in funzione dell’età Identificazione del livello di competenza del bambino a una data età e dei fattori che possono influenzarlo

30 Il primo ambito è più specifico della ricerca sperimentale
Il secondo ambito è più specifico della ricerca di tipo osservativo Lo studio del cambiamento nel tempo di alcune competenze o di alcune modalità di funzionamento presenta una serie di problemi teorici che rendono problematico l’impiego di procedure sperimentali Solo un approccio longitudinale è in grado di rilevare le caratteristiche dello sviluppo di singoli individui L’approccio longitudinale è impiegato prevalentemente nella ricerca di tipo osservativo, a causa di difficoltà sia di tipo metodologico che pratico

31 La ricerca osservativa: fondamenti teorici
L’APPROCCIO ETOLOGICO I modelli etologici hanno dato una giutificazione teorica alla ricerca di tipo osservativo in termini di validità e di specificazioni metodologiche L’etologia è stata definita da Konrad Lorenz una biologia del comportamento Metodo comparato metodo usato dalle scienze biologiche Ricerca di correlazioni tra “struttura e comportamento” ed “ecologia e sistema di vita”

32 Il concetto di adattamento
È un termine relazionale che connette due elementi: 1. Un organismo vivente 2. Un ambiente che pone richieste a questo organismo È un processo che porta alla comprensione di quattro diversi tipi di cause: Causa a breve termine o fisiologica dell’evento Ontogenesi dell’evento Valore adattivo Storia evolutiva del comportamento

33 Esempio sorriso sociale
Stimoli che lo elicitano Modificazione della risposta con lo sviluppo Effetti di questo comportamento sull’ambiente Come questi effetti dovrebbero essere interpretati da un punto di vista dei vantaggi nel processo di selezione naturale Perché nella nostra specie si è evoluto questo tipo di comportamento Un disegno sperimentale rigoroso si focalizza solo sull’organismo vivente

34 Nuovi modelli di spiegazione dello sviluppo
Teoria dell’attaccamento di Bowlby Osservazione diretta Spiegazione in prospettiva evoluzionistica Approccio etologico Studio delle prime relazioni sociali Ricerche longitudinali Studio degli individui anziché dei gruppi

35 esempi Il comportamento di suzione usato come variabile dipendente o studiato per quella che è la sua funzione a livello di adattamento “regole dell’approccio etologico” “pura osservazione” Prototipici Blurton Jones comportamento sociale dei bambini all’asilo; gioco turbolento (C. COMPLESSO) Prototipici Richiards e Bernal interazione madre-neonato Rifiuto di categorie troppo ampie e soggettive Individuazione di categorie descrittive Rifiuto di interpretazioni del ricercatore

36 Limiti dell’approccio etologico nello studio del comportamento infantile
1. Processo di scelta sui comportamenti da osservare L’osservazione del comportamento di esseri umani porta inevitabilmente ad una selezione di tipo interpretativo 2. Scoprire i comportamenti ha valore per specie sconosciute non per l’essere umano Lo scopo deve essere modificato: si debbono individuare specifici comportamenti in quel particolare contesto in quei particolari soggett; si tratta di una segmentazione del flusso continuo del comportamento in unità codoficabili. 3. Un’eccessiva enfasi sulla rilevazione di microcategorie può essere furoviante

37 4. Quando oggetto di studio sono le interazioni sociali
L’osservatore ha anche il ruolo di “informatore culturale” più che di un passivo strumento di registrazione A volte fermarsi ad una descrizione dettagliata attraverso un “catalogo comportamentale” può impoverire l’osservazione Non è vero che solo il livello più microanalitico garantisce l’oggettività delle osservazioni La scelta deve essere motivata dagli scopi

38 5. Dentro il laboratorio- fuori dal laboratorio interazione uomo-ambiente
L’interpretazione restrittiva di pura osservazione in ambiente naturale per essere osservazione etologica pone limiti non giustificati La manipolazione sperimentale e l’osservazione naturalistica non si autoescludono, ma sono complementari all’interno del metodo etologico Per quanto riguarda la specie umana, a volte, è difficile stabilire qual è l’ambiente più naturale

39 La ricerca osservativa nella psicologia ecologica
Con il termine ecologia si intende lo studio della relazione che gli organismi viventi hanno gli uni con gli altri e con il loro ambiente L’ Ecologia umana (ecologia comportamentale o psicologia ecologica) si occupa della relazione tra il funzionamento psicologico di una persona e le proprietà dell’ambiente in cui il comportamento si manifesta Assumere una “prospettiva ecologica” significa tenere conto delle interazioni dinamiche tra lo scienziato, il soggetto e il contesto in cui avviene la ricerca

40 Roger Barker L’aspetto basilare della psicologia ecologica è la preferenza per la diretta osservazione dei fenomeni nelle reali situazioni della vita quotidiana Viene data un’enorme importanza alla specificazione del luogo, inteso sia in senso spaziale che temporale, in cui l’organismo si trova ad agire La psicologia ecologica cerca di individuare e di studiare unità “ecocomportamentali”, fra cui le principali sono il Behaviour setting e il Behaviour episode

41 Behaviour setting L’interesse è rivolto alla determinazione di quali siano gli schemi costanti nel comportamento associati ad una particolare situazione spaziotemporale Lo scopo è di identificare gli aspetti sistematici del comportamento che sono collegabili alle particolari e specifiche situazioni in cui il comportamento si manifesta

42 I behaviour setting sono caratterizzati da:
Comprendono un certo schema comportamentale umano che è indipendente dall’individuo che lo mette in atto Lo schema comportamentale implicato è legato ad un particolare ambiente (in senso spaziotemporale) L’ambiente ha un’esistenza indipendente dallo schema comportamentale implicato

43 Behaviour episode L’interesse verte sulla registrazione dei comportamenti molari messi in atto da una specifica persona Fondamentale è il metodo della compilazione di specimen record Lo specimen record È una forma sistematica di descrizione di tipo narrativo per effetturae una registrazione completa e continua di comportamenti molari, quali essi si vrificano spontaneamente in un contesto naturale

44 Gli specimen record Sono descrizioni di tipo inferenziale e interpretativo Si compongono di Unità molari (azioni) e Unità molecolari (actoni) Le azioni sono caratterizzate da uno scopo e appartengono all’ambito cognitivo Gli actoni non rappresentano unità autonome di comportamento, possono essere combinati fra loro in modo vario, differenti combinazioni possono portare alla stessa azione

45 La compilazione degli specimen record
È focalizzata sulle unità molari Vengono fatte annotazioni sulle unità molecolari Vengono fatte interpretazioni Deve essere descritto l’habitat psicologico La durata massima è di 30 minuti, le informazioni temporali sul flusso degli eventi sono a intervalli di circa 1 minuto Deve essere fatta un’analisi del contenuto che consenta di identificare le unità naturali cioè gli episodi

46 Gli episodi sono individuabili sulla base di 3 criteri
Consistenza direzionale: vi è un orientamento verso un fine La prospettiva del comportamento normale: sono consciamente percepiti come tali L’eguaglianza della forza: stessa intensità in tutte le sue parti

47 Approccio etologico e approccio ecologico somiglianze
Osservare e misurare il comportamento piuttosto che manipolarlo Importanza dell’osservazione in condizioni naturali

48 Approccio etologico e approccio ecologico 4 importanti differenze
Etologia Unità microanalitiche Non vi è interresse ai fini dell’azione Le inferenze non sono scientifiche Escludono qualità e come Ecologia unità di comportamento complesse Scopi Inferenze Qualità e come le cose accadono

49 Ricerca osservativa e contesto ecologico secondo Brofenbrenner(1979)
Vi sono differenze sistematiche nel comportamento di un individuo nel passaggio da una situazione ambientale ad un’altra La validità ecologica di qualunque lavoro scientifico è messa in discussione ogni volta che vi è discrepanza tra la percezione della situazione sperimentale da parte del soggetto e le condizioni ambientali che il ricercatore si prefiggeva di ottenere Perciò la validità dipende dal tipo di problema

50 Ciò che è rilevante è che
Il ricercatore abbia indagato sul significato psicologico e sociale dell’esperienza propria del soggetto nella situazione ambientale in questione Il significato soggettivo della situazione corrisponda all’esperienza relativa all’ambiente a cui il ricercatore desidera generalizzare i suoi dati Il problema è ancora lo scopo dell’indagine

51 Piaget e il metodo osservativo
L’esame clinico proposto da Piaget riunisce le risorse dei reattivi e dell’osservazione diretta Bisogna saper osservare, cioè lasciar parlare il fanciullo, non perdere nulla, non falsare nulla, e nello stesso tempo cercare qualcosa di preciso, avere in ogni momento qualche ipotesi di lavoro, qualche teoria – giusta o falsa – da controllare.

52 Per studiare lo sviluppo dell’intelligenza
Piaget effettua una serie di osservazioni sui suoi tre figli Jacqueline, Lucienne e Laurent, nati nel 1925, 1927, 1931. L’ipotesi teorica di fondo è che il pensiero si sviluppi dalle azioni Scopo di Piaget è di comprendere il funzionamento mentale attraverso l’osservazione delle modalità di azione e reazione Piaget cerca qualcosa di preciso

53 Lo sviluppo dell’imitazione
Le osservazioni sono state codificate secondo i seguenti parametri: Identità del bambino a cui l’osservazione è riferita età in cui l’osservazione è compiuta Tipo di capacità implicata Tipo di comportamento considerato Il significato è stato codificato in 3 categorie Riuscita fallimento transizione Nel primo e nel secondo stadio viene presa in considerazione solo l’imitazione dei suoni Tabella a pag 46 del d’odorico

54 Osservazioni relative all’imitazione gestuale (3,4,5)
Atteggiamento scientifico: Piaget ha ben chiaro quali sono le condizioni in cui un comportamento può essere considerato in dipendenza da un altro Probabilità condizionata e probabilità semplice Gesti già noti – gesti nuovi Osservazione minuziosa e continua nel tempo di un singolo bambino Gesti visibili e gesti fatti su parti del corpo Pag.52-53

55 Capacità imitative (6) Osservazioni qualitativamente diverse
Imitazione immediata di modelli nuovi complessi Imitazione differita Imitazione di oggetti materiali con funzione rappresentativa Interiorizzazione dell’imitazione: l’accomodamento si effettua interiormente e senza tentativi esterni

56 Criteri di descrizione e classificazione
La classificazione che viene fatta prima va distinta da quella che viene fatta dopo. La classificazione a priori è definitiva può essere fatta sulla base di criteri concreti o descrittivi criteri teorici o interpretativi. La classificazione a posteriori è provvisoria e modificabile Si ricorre a Più interpretative Più teoriche classi più globali

57 Criteri concreti I criteri concreti riguardano le proprietà formali, topologiche o cinetiche dei comportamenti o anche i loro effetti fisici sull’ambiente Classificazione secondo la forma Localizzazione nello spazio Vi sono diversi modelli di comportamento caratterizzati da diverse dimensioni orientamento Topografia concreta Proprietà intrinseche La topografia tridimensionale dell’individuo è una fonte importante di regolarità che rende possibile la caratterizzazione e il riconoscimento degli schemi motori

58 Classificazione secondo gli effetti
Molti comportamenti hanno effetti diretti sull’ambiente Una sola espressione riassume una descrizione dettagliata vantaggi Perdita di dettagli Perdita di informazioni svantaggi

59 Criteri teorici e astratti
Sono interpretazioni di indici concreti con l’aiuto di postulati, di ipotesi o anche di teorie Es. comp. Sessuali Comp. Materni Comp. Agonistici Classificazione secondo le cause Es. comp. Alimentari Comp. Riproduttivi Comp. epigamici Classificazione secondo la funzione

60 Scelta e definizione delle unità
6 condizioni di scelta Discrete ed esclusive Categoria omogenea Moltiplicare le unità Evitare classificazioni astratte in fase di osservazione Definire precisare giustificare ogni unità comportamentale Osservare un numero limitato di unità (dipendenti dagli obiettivi della ricerca)

61 Definizione delle unità
Criteri necessari e sufficienti perché un avvenimento sia riconosciuto e classificato in uno schema Fedeltà e costanza dello strumento di misura per l’osservatore e tra osservatori Assegnare una etichetta o un termine che riunisca varie informazioni essenziali Ci deve essere un criterio netto e preciso per dire se un comportamento è presente o assente

62 la definizione è detta allora operazionale
Il criterio può essere formale (topologico e cinetico) può designare azioni da compiere o effetti da ottenere può esigere che criteri relativi a due o più di questi aspetti siano soddisfatti la definizione è detta allora operazionale Definire consiste dunque nell’assegnare un’etichetta o un termine che riunisca varie informazioni essenziali Definizione di unità arbitrarie: spostamenti e posizione spaziale Unità di superficie servono per costruire unità più profonde Fig 9.1 robert pag.201

63 Ripetizioni e transizioni
c. che si producono in modo concentrato e ripetuto evento puntuale quando non interessa la durata evento stato quando la durata è significativa attività (bout) serie di eventi apparsi una sola volta in una unità di comportamento

64 La fine di un’unità di c. può dipendere da tre ordini di criterio:
ü    messa in atto di un altro c. ü    pausa o intervallo più lungo di quello ritenuto necessario per separare due insiemi di c. ü    cambiamento di oggetto o di luogo

65 Scelta di una tassonomia
Piano di osservazione ü    Obiettivi della ricerca ü  Possibilità di procedere a osservazioni Precisione, potenza, efficacia Scelta di una tassonomia I modelli di c. di una specie costituiscono la tassonomia di superficie a partire dalla quale il ricercatore può costruire una tassonomia più molare, più profonda.

66 Modalità di registrazione Osservazione continua e completa
Registrazione di elementi temporali Frequenza Durata Modalità di registrazione (apparecchiature, carta e matita) Sistema di codificazione e di annotazione (checklist, matrici, contatori, registratori, poligrafi) Osservazione continua e completa (dal campionamento temporale dipende la validità delle osservazioni, la loro utilità, e la loro capacità di fornire risultati generalizzabili)

67 Grado di generalizzazione
Tecniche ausiliarie ü    Carta e penna semplici e poco costose ü    Contatori e cronometri elettrici ü    Registratori a cassette audiofoniche o magnetoscopiche ü    Poligrafi e etografi utilizzazione intensiva dell’informatica Vantaggi facilità con cui le ossservazioni possono essere registrate (arricchite, organiz. temporale e sequenziale del c., archivi) é  velocità di analisi analisi quantitativa e statistica Grado di generalizzazione Va deciso prima il grado di generalizzazione

68 Fattori da controllare
Tutti i fattori che possono contaminare e invalidare la rappresentatività: effetti di intrusione dell’osservatore l’o. non deve influenzare i fatti che si svolgono davanti a lui attese dei soggetti e degli osservatori invito a fare bella figura, non registrazione di c. non attesi, interpretazione non corretta delle osservazioni costanza degli strumenti mancanza di precisione, stanchezza, mancanza di attenzione, effetto pratica, mancanza di stabilità, incostanza tra più osservatori, mancanza di fedeltà

69 Tecniche di campionamento
Campionamento non strutturato o “ad libitum” nessuna condizione è imposta per quanto concerne i soggetti, l’ordine delle osservazioni e i momenti di osservazione – nessuna analisi quantitativa può essere applicata alle osservazioni affidate a questa tecnica preliminare.

70 Campionamento completo e continuo permette una registrazione dettagliata, il r. annota la natura del c., l’identità dell’attore, il momento di apparizione e la durata di tutte le unità che gli interessano. La registrazione c.c. è la più ricca di informazioni, in particolare se la durata del campionamento è sufficientemente lunga e se i momenti di apparizione sono tutti annotati.

71 Campionamento per osservazioni successive centrate fornisce una registrazione continua durante un periodo limitato, nel corso del quale in r. è centrato su un individuo o su un gruppo. E’ particolarmente utile nei lavori effettuati sul campo.

72 Campionamento in sequenza il r
Campionamento in sequenza il r. si interessa particolarmente dell’ordine dei c. in un programma relativamente regolare. Campionamento per presenza o assenza annotare se un’unità di c. è presente o assente in un breve periodo. Campionamento per analisi istantanea l’o. annota cosa fa il soggetto in un dato istante (in genere si osservano gli spazi) Completamento di una matrice permette di collocare in una tabella delle relazioni di asimmetria Scelta di una tecnica : si può formare una tecnica mista conforme alle ipotesi di ricerca

73 L’ affidabilità delle osservazioni prodotte dipende
Fedeltà strumentale L’ affidabilità delle osservazioni prodotte dipende dall’osservatore, dalla complessità del sistema di osservazione, dal numero delle unità, dal numero di aspetti di ogni unità (tempo, origine, direzione, destinazione, intensità); dalle valutazioni che devono essere: · costanti cioè non variano da una applicazione all’altra, giuste cioè c’è corrispondenza tra ciò che è annotato e i fatti.

74 Aspetti operativi della ricerca osservativa
Ricerca di tipo osservativo Metodo di acquisizione delle conoscenze Rilevazione di tipo osservativo Modo in cui i dati sono raccolti E’ necessario scoprire quali sono i contesti in cui è più probabile che si manifesti il comportamento che si vuole studiare: Strutturazione delle osservazioni Rispetto di una serie di regole relative alla validità interna 2. Selezione dei soggetti da osservare

75 Selezione dei soggetti
Tre scelte possibili: Campionamento basato su un individuo focale focal sampling Campionamento basato su una scansione veloce e sequenziale di tutti gli individui presenti scan sampling Campionamento basato sull’individuo che manifesta un dato comportamento behaviour sampling

76 Osservazioni dal vivo e osservazioni videoregistrate
Spesso la ricerca osservativa è divisa in due fasi distinte: Fase : i comportamenti vengono videoregstrati Fase: osservazione vera e propria e codifica Riflessione critica ed esempi Problemi di reattività alle procedure di tipo osservativo

77 La creazione di uno schema di codifica
La scelta della tecnica d’osservazione può essere motivata dal fatto che i comportamenti a cui è interessato il ricercatore non possono essere rilevati automaticamente, ma occorre un osservatore umano che esprima un giudizio Descrizioni di tipo narrativo Specimen record Tecnica di osservazione che può essere utilizzata solo all’interno di ricerche osservative Approccio ecologico Fase preliminare della ricerca

78 Tipi di sistemi di codifica
L’esigenza di ottenere delle quantificazioni più accurate o più complesse del comportamento può essere soddisfatta solo dal passaggio a un tipo di rilevazione molto più formalizzata, quella cioè che prevede l’utilizzo di uno schema di codifica. L’utilizzazione di un sistema di codifica prevede che : la scelta di ciò che dovrà essere considerato rilevante sia resa esplicita; si scelga il tipo di sistema da utilizzare; si scelga il livello di analisi a cui si devono collocare le categorie comportamentali

79 Si distinguono due diversi tipi di sistema di codifica nominali:
sistemi di caratteristiche distintive: una singola osservazione può essere rappresentata simultaneamente da uno o più codici; Sistemi categoriali: contengono codici che sono incompatibili l’uno con l’altro La dimensione relativa delle categorie costituisce il livello di analisi a cui la categoria può arrivare e può essere rappresentato come un continuum, che va dalla utilizzazione di codici che classificano il comportamento sulla base di indici derivanti dalla fisiologia dell’organismo, all’utilizzazione di codici che classificano diversi tipi di comportamento sulla base di idee che sono presenti nella mente del ricercatore

80 La determinazione a-teorica delle unità di osservazione può essere condotta sulla base di 4 criteri:
Naturalità le unità naturali si presentano all’osservatore come già organizzate dalle caratteristiche del sistema percettivo, dal contesto in cui si presentano e dalla condivisione tra osservatore e soggetto osservato delle caratteristiche socioculturali di quel determinato contesto Analizzabilità determinazione di unità che o non sono ulteriormente scomponibili o che indicano un tutto che perde il suo significato se scomposto Struttura le unità di tipo strutturale sono suggerite dalla struttura del nostro corpo Funzione le unità funzionali rappresentano una serie di azioni collegate fra loro da uno scopo unico e facilmente identificabile

81 Le categorie possono essere costruite
con un processo di tipo induttivo, partendo da un’osservazione informale del comportamento per giungere alla determinazione delle unità più adatte a segmentarlo; con un approccio deduttivo, derivandole da una teoria o da particolari ipotesi coerenti con lo scopo della ricerca In alcuni casi il livello di analisi dipende da considerazioni di tipo pratico Qualunque sia il livello di analisi delle categorie selezionate per la costruzione di un codice debbono essere sempre rispettati due requisiti fondamentali: Lo stesso schema di codifica non dovrebbe comprendere categorie che si collocano a livelli di analisi diversi Ogni categoria deve essere definita in modo chiaro e univoco

82 Sistemi di codifica a confronto
Lo studio dell’attività esplorativo-manipolatoria Dai 7 ai 21 mesi: sistema di codifica Belsky e Most (1981). È uno schema ricavato in modo deduttivo. Valuta il livello di sviluppo nell’attività di gioco Gowen e coll. (1989) hanno aggiunto una categoria più primitiva la “manipolazione orale”

83 Comprende le seguenti categorie:
Esplorazione orale Manipolazione semplice Manipolazione funzionale Manipolazione relazionale Manipolazione funzionale relazionale Denominazione rappresentativa Attività di finzione rivolta verso il sé Attività di finzione rivolta verso altri Sostituzione sequenza di attività di finzione sostituzione in sequenza di attività di finzione Doppia sostituzione

84 Il sistema di codifica è gerarchicamente organizzato: l’ordine con cui sono elencate le diverse categorie rappresenta la sequenza di sviluppo di questo tipo di attività. Non è esaustivo Più descrittivo è lo schema di analisi di Benelli e coll. (1980): l’unità di analisi è determinata dal concetto di schema di azione. Le categorie sono a livello più molecolare. Si vuole individuare il tipo di informazioni che il bambino può acquisire tramite diversi tipi di schemi sugli oggetti. Comprende le seguenti due categorie: schemi generici che si dividono in Analitici Massivi Schemi specifici

85 Franco e Gobbo (1985) analizzano le capacità esplorative di bambini di circa 9 mesi in un’ottica interattiva: interazione bambino/madre/oggetto L’unità di analisi, di tipo microanalitico è costituita da qualsiasi atto motorio esercitato sull’oggetto con una o due mani e lo schema di codifica risulta dalla combinazione di due diversi livelli di analisi: Funzione Contenuto

86 Funzione dell’atto motorio: riguarda lo scopo immediato dell’atto motorio
Autosostegni collaboratori Autosostegni preparatori Azioni Contenuto dell’azione: analizza il livello di variazione di ogni azione rispetto a quella immediatamente precedente Azione identica Espansione di referente Espansione di schema Azione diversa

87 Rochat (1989) ha sviluppato un sistema di codifica dell’attività con gli oggetti adatto a bambini dai 2 ai 5 mesi di età che comprende le seguenti categorie: Lo scopo è di dedurre dal tipo di schemi messi in atto le informazioni che il bambino può ottenere nei confronti dell’oggetto e lo sviluppo con l’età delle modalità migliori per acquisire conoscenze sulla realtà Esplorazione orale Afferramento con la mano destra Afferramento con la mano sinistra Afferramento bimanuale Esplorazione con le dita Esplorazione visiva Passaggio di mano Trasporto Grattare agitare

88 Lo studio delle interazioni sociali tra coetanei
Parten(1932) aveva individuato 6 categorie comportamentali, gerarchicamente ordinate, che definivano il grado di partecipazione sociale tra bambini in età prescolare: Assenza di impegno in una attività specifica Gioco solitario Comportamenti di osservazione Gioco parallelo Gioco associativo Gioco cooperativo

89 Rubin., Maioni e Hornung (1976) utilizzarono uno schema di codifica che combinava le categorie di Parten con quelle elaborate da Smilansky (1968) per categorizzare i diversi tipi di complessità cognitiva dei giochi: Gioco funzionale (solitario, parallelo, associativo) Gioco costruttivo (solitario,parallelo, associativo, cooperativo) Gioco drammatico (solitario,parallelo, associativo, cooperativo) Gioco con regole (parallelo, associativo, cooperativo)

90 Charlesworth e Hartup (1967) codificano i comportamenti sociali positivi
Fornire attenzione positiva e approvazione Esibire comportamenti affettuosi e di accettazione Esibire comportamenti di sottomissione Dare

91 Aureli, Collecchia e Cappelletto (1987) analizzano la funzione svolta dalle interazioni tra bambini di età compresa tra i 18 e i 24 mesi in presenza o in assenza di giocattoli Richiesta di attenzione Richiesta di azione Richiesta di informazione Risposta alla richiesta di attenzione Risposta alla richiesta di azione Risposta alla richiesta di informazione Imitazione Ricerca della prossimità Segnalazione dello stato emotivo Condivisione del significato dell’interazione

92 comportamenti Risposta alla richiesta di attenzione:
Guarda l’altro e compie un’azione contingente alla sua Guarda l’altro e gli si avvicina Guarda l’atro mentre sorride/ride Dirige lo sguardo sull’altro Guarda l’altro mentre risponde verbalmente Richiesta di attenzione: Guarda l’altro mentre compie un’azione Agisce poi guarda l’altro Guarda l’altro poi agisce mentre l’altro lo guarda Guarda l’altro poi agisce poi lo guarda di nuovo Guarda l’altro mentre vocalizza o chiama Guarda l’altro mentre offre/mostra/indica

93 Ricerca della prossimità: Guarda l’altro e va verso di lui
comportamenti Segnalazione dello stato emotivo: Guarda l’altro mentre sorride Guarda l’altro mentre carezza/abbraccia/bacia Condivisione del significato dell’interazione: Si guardano simultaneamente mentre stanno compiendo la stessa azione o subito dopo averla compiuta Si guardano simultaneamente sorridendo/ridendo/vocalizzando mentre stanno compiendo la stessa azione o subito dopo averla compiuta Ricerca della prossimità: Guarda l’altro e va verso di lui Guarda l’altro e lo segue Si allontana poi si gira a guardare se l’altro lo segue

94 Sistemi di codifica a confronto: lo studio dell’interazione madre-bambino
Als, Tronick e Brazelton hanno sviluppato il sistema di analisi di interazioni faccia a faccia tra madre e bambino più dettagliato e più usato in letteratura senza oggetti o giocattoli in laboratorio Lo schema permette di codificare secondo per secondo le: Espressioni facciali L’attività vocale La direzione dello sguardo La posizione del corpo La posizione della testa di madre e bambino Si passa dalle microcategorie alle macrocategorie per un processo di sintesi

95 Definizione delle macrocomponenti comportamentali dell’interazione
Quantificazione del livello affettivo Quantificazione delle modalità di regolazione del sistema interattivo (fasi diadiche) Quantificazione delle modalità di regolazione di ogni individuo all’interno del sistema interattivo (fasi monadiche)

96 Individuazione delle fasi diadiche
Sono definite da insiemi di comportamenti di entrambi i partecipanti all’interazione: Disimpegno Inizio Orientamento reciproco Saluto Gioco dialogico

97 È possibile individuare la relazione madre-bambino anche attraverso due codici separati
Lewis e Feiring (1989) classificarono i comportamento materno e quello infantile in diverse categorie e in seguito attraverso un’analisi sequenziale del succedersi dei vari comportamenti materni e infantili evidenziarono la qualità dell’interazione in base a 2 parametri interattivi: Inizio dell’interazione Risposta interattiva. È un sistema di caratteristiche distintive: i comportamenti possono verificarsi contemporaneamente

98 Schema di codifica di interazione madre-bambino nella situazione di gioco con gli oggetti
Di Stefano e coll. (1985) Lo schema risulta dalla parziale combinazione di tre livelli di analisi: Collocazione temporale Effetto dell’intervento materno Funzione dell’intervento materno È un sistema esaustivo e di categorie escludentisi

99 COLLOCAZIONE TEMPORALE
Azioni durante Azioni in pausa EFFETTO DELL’INTERVENTO MATERNO Segmentante Non-segmentante FUNZIONE DELL’INTERVENTO MATERNO Orientato Di sostegno Di ostacolo

100 Può essere utilizzata anche un’unica categoria
Bornstein e Tamis-LeMonda (1989) definiscono la “responsività” nell’esibizione da parte della madre di comportamenti pronti, contingenti e appropriati a quelli del bambino in risposta a Attività normali Comportamenti di disagio

101 Responsività in senso stretto
Linn e Horowitz (1983) considerano il comportamento come responsivo solo se la madre risponde al comportamento del bambino entro 15 secondi. I precedenti autori consideravano responsivi anche i comportamenti che le madri mettevano in atto nei confronti dell’esplorazione visiva dell’ambiente da parte del bambino per es orientadolo verso un oggetto

102 Strategie di rilevazione di tipo osservativo
La scelta della strategia: modo in cui lo schema di codifica viene applicato al comportamento in corso estraendo da esso valori numerici che possono essere usati per le analisi successive. Gli eventi possono essere momentanei o durevoli e possono presentarsi con maggiore o minore frequenza

103 4 principali tipi di comportamento
Momentaneo e frequente Momentaneo e infrequente Durevole e frequente Durevole e infrequente Si può utilizzare una codifica continua o intermittente e l’unità di codifica può essere un evento o un particolare intervallo di tempo

104 Strategia di rilevazione per eventi
È basato sulla rilevazione di eventi momentanei o duraturi È il verificarsi di un determinato comportamento preselezionato dal ricercatore che fa scattare la codifica. Può verificarsi in tre varianti: Codifica di eventi senza informazioni di tipo temporale Registrazione del momento in cui inizia e finisce un dato comportamento Codifica del momento in cui cambia un determinato schema comportamentale

105 Codifica di eventi senza informazioni di tipo temporale
Consente di calcolare: La frequenza assoluta La frequenza proporzionale La percentuale di comparsa di un determinato comportamento Un’analisi sequenziale

106 Registrazione del momento in cui inizia e finisce un dato comportamento
È possibile calcolare: La durata media di un singolo comportamento Il tempo totale speso manifestando tale comportamento La percentuale di tempo occupato rispetto al tempo totale Confronto tra proporzioni

107 Codifica continua di intervalli temporali
L’applicazione di questa strategia richiede la divisione del periodo di osservazione in brevi intervalli solitamente di 10 o 15 secondi, ciò che fa scattare la codifica è il trascorrere di un dato intervallo di tempo È possibile ottenere una stima della frequenza dei vari comportamenti, basta sul numero di intervalli non consecutivi in cui un dato comportamento si verifica e una stima della loro durata complessiva, basata sul numero totale di intervalli in cui il comportamento si manifesta, moltiplicato per la lunghezza dell’intervallo Fig.61 pag.119 d’odorico

108 Campionatura temporale
Non tutti i comportamenti che si verificano in un dato intervallo di tempo vengono codificati, ma solo alcuni, scelti sulla base di criteri stabiliti in precedenza (codifica intermittente) Risparmio di tempo Facilità di applicazione Maggiore accuratezza Griglia di codifica suddivisa in intervalli temporali e un dispositivo che segna la fine dell’intervallo

109 I criteri che possono essere utilizzati nella scelta dei comportamenti
Si rileva l’attività dominante, cioè quella che si presenta per più di metà della durata di un dato intervallo Ogni tipo di comportamento viene codificato solo la prima volta che si presenta, a prescindere dal numero totale di effettive comparse (metodo della frequenza modificata) Si rileva l’attività in corso alla fine dell’intervallo prestabilito senza preoccuparsi di quanto avviene prima (campionatura momentanea o istantanea)

110 I metodi più usati sono il secondo e il terzo
Permettono la registrazione immediata del comportamento osservato Se nello stesso intervallo si verificano più comportamenti per calcolare il punteggio di frequenza modificata più attendibile si deve dividere l’intervallo per il numero di comportamenti in esso rilevati: si ottiene un punteggio che esprime la proporzione di intervalli in cui il comportamento si è verificato Si perde la differenza tra eventi molto frequenti e poco frequenti Il punteggio della frequenza e della durata correlano col punteggio della frequenza modificata

111 Il metodo della campionatura momentanea
È tra i più semplici da usare È applicabile per la rilevazione di quei comportamenti che si verificano con chiarezza Non è adatto a comportamenti poco frequenti È utile per periodi di tempo piuttosto ampi

112 Utilizzazione e significato dei vari tipi di misura
Il tipo di misura che si può ricavare dai dati dipende dal tipo di strategia impiegata Le frequenze possono essere conteggiate partendo da qualsiasi tipo rilevazione continua e così pure le probabilità semplici La proporzione tra il totale dei cambiamenti comportamentali e la durata della seduta ci dà informazioni sulla velocità con cui il comportamento cambia.

113 Le principali misure temporali
Durata complessiva di un evento=somma delle durate delle singole comparse Durata media=divisione della durata complessiva per la frequenza densità=Proporzione tra la durata complessiva e tempo totale di osservazione, cioè il tempo speso per un determinato comportamento rispetto agli altri Queste misure sono ricavabili sia da una codifica continua di eventi con tempo di inizio e fine dei comportamenti, sia da una codifica continua di intervalli Le misure possono essere in relazione fra loro o indipendenti

114 Altre due misure non ricavabili dalle strategie di rilevazione considerate
Intensità: un osservatore valuta su una scala predeterminata Latenza: indice di inibizione, resistenza, conflitto

115 Il significato delle varie misure è legato a
Scopo Tecniche impiegate Scelta degli indici

116 Valutazione della scelta dell’affidabilità
Si vuole sapere quanto lo strumento sia affidabile L’affidabilità si valuta sotto due aspetti: 1.accuratezza 2.precisione Vi deve essere coerenza nell’applicazione L’accuratezza viene misurata tramite il criterio, qualora lo si abbia o tramite l’accordo

117 Il calcolo dell’affidabilità dipende dal tipo di misura
Scale a intervallo = coefficiente di correlazione Scale ordinali = coefficiente di concordanza (Kendall)

118 Valutazione dell’accordo tra osservatori nella codifica di intervalli temporali
Se gli osservatori debbono registrare la comparsa o meno di un singolo comportamento, la valutazione dell’accordo viene effettuata confrontando ogni intervallo temporale e conteggiando quante volte i due osservatori concordano nell’avere rilevato o nel non avere rilevato entrambi il comportamento in oggetto

119 2 osservatore 1 osservatore “x” Non “x” totale 20 6 26 8 79 87 28 85
Numero di intervalli in cui la comparsa del comportamento “x” è stata rilevata da due osservatori indipendenti (metodo della rilevazione istantanea) 2 osservatore 1 osservatore “x” Non “x” totale 20 6 26 8 79 87 28 85 113 Errori di omissione e di commissione

120 Tre indici di accordo Il primo prende in considerazione gli intervalli temporali in cui almeno uno dei due osservatori ha registrato la comparsa del comportamento e l’indice viene calcolato dividendo il numero degli accordi più i disaccordi Il secondo considera come casi di accordo sia la rilevazione che la non rilevazione del comportamento da parte di entrambi. Il totale degli accordi ricavati viene diviso per il totale degli intervalli osservati Il terzo valuta l’accordo prendendo in considerazione solo i casi in cui entrambi gli osservatori concordano sul fatto che, in un dato intervallo, il comportamento in oggetto non si è verificato. Tale valore viene diviso per la somma degli accordi più i disaccordi.

121 Un quarto indice di accordo
Consiste nel ricavare la proporzione tra le comparse rilevate dal primo osservatore e le comparse rilevate dal secondo osservatore, ponendo al numeratore sempre il valore più basso. Il primo gruppo di indici si riferisce all’accordo dimostrato dai due osservatori sulle singole comparse del comportamento in oggetto nell’arco di tempo considerato, mentre il quarto indice valuta solamente l’accordo sul totale delle comparse

122 Nel caso di schema di codifica con categorie mutualmente escludentesi
Si valuta l’accordo una categoria per volta calcolando più indici Si costruisce una matrice di confusione dove le frequenze lungo la diagonale indicano il numero di intervalli in cui le rilevazioni dei due osservatori concordano e le frequenze nelle altre caselle i possibili tipi di disaccordo

123 Altri metodi Si può calcolare anche l’indice di disaccordo
Si calcola la kappa di Cohen; si utilizza negli schemi di codifica multicategoriali

124 La valutazione dell’accordo tra osservatori nella codifica di eventi
Rilevazione che si è verificato un evento codificabile Codifica appropriata dell’evento Bisogna stabilire un metodo di identificazione degli eventi codificabili e poi si applica la kappa di Cohen

125 La valutazione dell’accordo tra osservatori nella rilevazione di frequenze
Spesso si deve procedere ad un allineamento dei protocolli dei due osservatori

126 Fattori che influenzano l’affidabilità delle rilevazioni
Conoscenza delle ipotesi sperimentali Commenti dello sperimentatore Complessità della codifica Conoscenza di un possibile controllo Distorsione consensuale fra osservatori

127 L’osservazione del comportamento infantile umano
Definire Cosa osservare Dove osservare Come osservare

128 Cosa osservare La selezione deve essere fatta in base a: Unità
Sequenze comportamentali Focus dell’osservazione: Singoli soggetti o coppie osservati per un periodo determinato e uguale di tempo Un gruppo di soggetti osservati brevemente e progressivamente Il comportamento ogni qual volta si manifesta

129 Dove osservare In laboratorio In ambiente naturale Libero Strutturato

130 Registrazione dei dati
Audioregistrazione Videofilmato Computer portatile Carta-matita Check-list diari

131 Tempo e durata della rilevazione dei dati osservativi
Scelta del momento osservativo Durata di una seduta osservativa Stati Comportamenti momentanei Tempo di osservazione continuo Tempo di ossservazione a intervallo

132 Osservazione a intervalli temporali
Vantaggi: È di facile uso Si utilizza sul campo Alto livello di fedeltà e di oggettività Svantaggi: Non dà informazioni su eventi rari Se gli eventi non sono uniformemente distribuiti non fornisce una valida rappresentazione del fenomeno Un comportamento è registrato solo una volta

133 Osservazione continua del comportamento
Vantaggi: Riflette più accuratamente la realtà Ampia varietà di misurazioni Frequenza e durata Contiguità di eventi

134 Codice di osservazione
La formulazione di uno schema di codifica consente di passare da un evento descrittivo ad un evento quantificabile Attraverso l’applicazione di uno schema di codifica si può giungere a misurare il comportamento di un individuo e a confrontarlo sul piano quantitativo a quello di altri individui. La formulazione di uno schema di codifica è la definizione operativa dell’ipotesi di ricerca

135 La definizione delle categorie
La definizione delle categorie è possibile solo dopo una prima fase di identificazione degli eventi che si vogliono considerare Avviene in base alle domande a cui lo studio vuole rispondere Le categorie devono essere strettamente connesse alla ricerca e ai problemi che il ricercatore vuole risolvere Vi sono microcategorie e macrocategorie Descrizioni in termini morfologici e in termini funzionali Categorie di tipo sociale

136 La domanda può essere Di tipo esplorativo o conoscitivo (differenze se il bambino gioca da solo o con l’adulto) Di tipo dimostrativo (se la presenza della madre migliora le prestazioni del bambino) Senza una domanda chiara è difficile sapere cosa guardare

137 Quando si utilizza un codice di tipo sociale
Occorre un accurato lavoro di preparazione delle categorie e di training del codificatore La ricerca non è solo sul piano conoscitivo, ma di verifica di ipotesi Un codice socialmente basato è un filtro per cogliere comportamenti che si inseriscono in quel contesto sociale e interattivo che maggiormente interessa la ricerca in atto L’osservatore non è uno strumento che registra passivamente, ma diventa una parte attiva del processo di conoscenza messo in atto con l’osservazione

138 Presupposti teorici di qualsiasi schema di codifica
Formulare chiare categorie concettuali che siano essenzialmente allo stesso livello di descrizione. I codici devono essere ragionevolmente distinti, le categorie devono essere omogenee e deve essere chiaro quale categoria applicare anche quando i comportamenti sono simili Nella fase iniziale della definizione delle categorie è meglio segmentare queste ultime in modo da renderle chiare ed esaustive, piuttosto che tenerle compattate insieme Se si vuole uno schema di codifica esaustivo i codici devono essere rappresentativi dell’intero fenomeno considerato

139 Il gioco libero La maggior parte degli studi sulle relazioni preferenziali tra bambini, in età prescolare all’interno della scuola materna, si basa su tecniche sociometriche Non sono molti i lavori che hanno affrontato lo studio delle relazioni infantili “sul campo”, all’interno di un approccio etologico, attraverso tecniche di tipo osservativo.

140 Osservazioni etologiche in setting naturalistico: vantaggi
Il comportamento codificato è simile a quello prodotto nelle condizioni di vita reale alle quali si intende generalizzare i risultati È possibile identificare degli stili individuali di risposta che rispecchino la scelta effettiva del soggetto tra tutte le risposte comportamentali possibili Permette di individuare sia il contenuto dell’interazione quale comportamento del soggetto al di là e indipendentemente dal comportamento dell’interlocutore, sia il processo che caratterizza l’interazione tra due partner Permette di evidenziare la reciprocità o la complementarietà delle interazioni che costituiscono la relazione

141 La rilevazione puntuale delle relazioni tra bambini e delle relazioni bambino-adulto
Analisi in situazioni di gioco libero: A scuola due visite di 40 minuti l’una, intervallate da una o due settimane A casa due visite di 40 minuti l’una intervalla te da una o due settimane (relazioni con la madre o il padre) Veniva studiato un unico bambino soggetto focale

142 registrazioni Commento narrante dettato in un registratore audio
Codifica con manuale di codifica di tipo etologico - coding manual -, per misurare la qualità delle relazioni diadiche

143 Categorie di analisi La codifica si basava su una grammatica della comunicazione in termini di soggetto verbo oggetto Grado di coinvolgimento Durata del mantenimento della prossimità Qualificatori che registravano la funzione Frequenza e durata

144 Qualificatori In apertura di interazione In risposta A disconferma
In accordo Qualità dell’atto comunicativo in sé Con affetto Con assertività Dandone spiegazione Risposta dell’interlocutore Presta attenzione ignora Es. pag tartabini

145 Qualità della relazione
Quesiti Differenze tra relazioni con amici o compagni di gioco Somiglianze tra relazioni con coetanei o con adulti Aspetti delle relazioni genitoriali che influenzano le interazioni tra coetanei Differenze tra maschi e femmine

146 Qualità della relazione
Analisi della frequenza assoluta di interazioni simili Frequenza relativa Distribuzione delle interazioni I qualificatori danno la misura della distribuzione e della congruenza del comportamento

147 Qualità della relazione
Risposte In situazioni di gioco libero nella scuola materna sono i bambini più coinvolti a casa in attività comuni con i genitori a essere in grado di dividere i propri giocattoli con gli altri e ad essere prosociali Il comportamento è diverso se è indirizzato agli amici o ai non-amici Le femmine che iniziano frequentemente a interagire con le insegnanti hanno madri che non sono affettuose I maschi che preferiscono mantenere la prossimità con le insegnanti hanno madri ostili Il comportamento aggressivo verso i coetanei è associato sia ad autoritarismo che a permissivismo da parte della madre

148 La misura dello sviluppo e della “storia” delle relazioni
Le relazioni hanno uno sviluppo crescente o decrescente Che cosa caratterizza il passaggio dal non essere amici all’essere amici Che cosa caratterizza la relazione dopo un’amicizia finita Giocare da soli e giocare in gruppo Legami privilegiati o socievolezza non selettiva

149 Raccolta dati e codifica
Osservazione per l’intero anno scolastico Riprese videoregistrate due volte alla settimana, alla stessa ora, gioco libero Durata 5 minuti per ciascun soggetto focale per 40 minuti complessivi Numero sedute osservative per ciascun bambino tra 36 e 41 con una media di 190 minuti per ciascun soggetto Unità di analisi 30 secondi campionatura one-zero Coding manual: 83 unità in 43 categorie

150 Categorie di analisi Comportamento affiliativo
Comportamento agonistico Modalità di gioco Tabelle pag tartabini

151 Analisi dei dati Frequenza relativa dei comportamenti in ognuno dei tre trimestri dell’anno scolastico Calcolo percentuale delle diadi per il contenuto interattivo Test di Spearman per coefficienti di correlazione Test t di Student per calcolare la significatività delle differenze tra percentuali Test della probabilità esatta di Fisher per le differenze nel numero di coppie coivolte nei diversi pattern comportamentali

152 Definizioni operazionali
Presenza o assenza di legami privilegiati Criterio: Partner preferiti quei coetanei singoli o quel gruppo di coetanei cui veniva indirizzato dal bambino focale almeno il 10% del totale dei comportamenti rivolti a tutti gli altri e quando si trasformavano in interazioni secondo una percentuale del 50%

153 Dimensioni diverse di partecipazione sociale
I bambini che formano più relazioni preferenziali sono meno socievoli in maniera indifferenziata e instaurano un minor numero di relazioni con partner saltuari, ma nello stesso tempo privilegiano l’interazione con bambini in gruppo. La preferenza per i coetanei non esclude quella verso l’insegnante (le femmine più dei maschi) Le diverse dimensioni sono indipendenti

154 Influenza dell’amicizia e/o del grado di familiarità sul comportamento sociale
Amicizia a prima vista (primo trimestre), relazioni decrescenti (RD) Amicizia consolidata nel tempo (terzo trimestre) relazioni crescenti (RC) pag.105 tartabini

155 La teoria dei sistemi dinamici Fogel, 1993, 1997
Si fonda su un concetto di comunicazione che va oltre il contributo individuale nello scambio interpersonale Nel modello tradizionale si dà per scontato che in ogni momento del processo comunicativo i partner possano trovarsi soli in uno stato ben preciso e discreto Può esservi conflitto se entrambi i partner cercano di trasmettere un messaggio allo stesso momento

156 Sistema di tipo transazionale Robert Hinde (1982)
Privilegia un concetto di comunicazione basato su negoziazioni tra individui e su un processo continuo di interazione Usa parametri quantitativi e qualitativi: Il contenuto La diversità La qualità La frequenza e la sequenza La reciprocità e la complementarietà Il grado di intimità La percezione interpersonale Il grado di coinvolgimento

157 Sistema di tipo transazionale Robert Hinde (1982)
Si avvicina all’approccio dei sistemi dinamici di Fogel Occorrono dati sia soggettivi che oggettivi Occorrono dati che indicano ciò che i partner pensano e sentono quando interagiscono Dati longitudinali

158 Il concetto di frame Nella teoria dei sistemi dinamici si utilizza il concetto di frame consensuale che implica un processo di negoziazione tra i partner della comunicazione Frame=format di Bruner si riferiscono a una struttura sociale che risulta da una co-costruzione negoziata Il concetto centrale è la co-regolazione che è definita dalle azioni congiunte degli individui che si accordano per raggiungere un set condiviso di legami reciproci e azioni sociali

159 Comunicazione co-regolata
I pattern co-regolati sono caratterizzati da ripetitività e coerenza nel tempo Fogel definisce così i requisiti di una comunicazione “co-regolata”: Esiste un reciproco adattamento nel comportamento dei partner La comunicazione produce atti emergenti di novità e creatività reciproca I frames rappresentano il risultato del processo di autoorganizzazione in cui la variabilità delle azioni condivise è limitata all’interno di una gamma relativamente ristretta

160 Comunicazione co-regolata
Le relazioni sono considerate nella prospettiva dei sistemi dinamici come sistemi viventi che possiedono caratteristiche uniche semistabili (frames) e si organizzano e cambiano nel tempo attraverso un processo di comunicazione dinamico (co-regolazione) emergente dalle coazioni dei partecipanti Diventa possibile leggere le relazioni madre-bambino nei primi mesi di vita attraverso diversi livelli di analisi qualitativa e quantitativa

161 L’analisi qualitativa
Avviene attraverso la valutazione della struttura comunicativa della diade con l’uso del Communication Coding System (Fogel, 1994) che richiede l’identificazione e l’indicazione in tempo reale della durata delle seguenti categorie qualitative mutuamente escludentesi: Co-regolazione simmetrica Co-regolazione asimmetrica Regolazione unilaterale Coercizione Non regolazione

162 Comunicazione madre-bambino nei primi sei mesi di vita: frames
Frame sociale Frame di esplorazione guidata degli oggetti Frame di esplorazione non guidata di oggetti Frame di gioco sociale con oggetti (misto) Non codificabile Le categorie si escludono reciprocamente e la decodifica viene effettuata in modo sequenziale, indicando il tempo di inizio e di termine di ogni frame.

163 Identificazione del repertorio comportamentale espresso dai partner nell’interazione
Si focalizza su micro-categorie comportamentali materne e infantili Indica inizio e temine della manifestazione del comportamento osservato Seguono poi un’analisi quantitativa e l’analisi delle transizioni dei frames Tabella pag tartabini

164 L’analisi delle transizioni dei frames
I frames costituiscono degli elementi attrattori stabili nel sistema delle relazioni. Fogel descrive le relazioni madre-bambino nel primo anno di vita come una serie di frames sequenziali che segnano le transizioni diadiche dal gioco faccia a faccia al gioco focalizzato sugli oggetti. Il frame di tipo sociale presente al secondo e al terzo mese subisce un decremento al quarto mese in corrispondenza con il consolidarsi del frame di esplorazione guidata e non guidata dell’oggetto

165 Differenze qualitative interdiadiche
Fogel et al. Hanno ipotizzato che le differenze nello sviluppo sensomotorio relativo all’esperienza con gli oggetti siano collegate a differenze intediadiche nel tempo trascorso nei diversi tipi di frames, nei tipi di attività condivise, nella connotazione di piacere e di intenso scambio emotivo presenti nel processo di comunicazione e nelle sua evoluzione ontogenetica

166 Differenze qualitative interdiadiche
L’analisi dei momenti di espressione gioiosa e di manifestazione di piacere condiviso nell’elaborazione dei frames (emotional flow display) diventa una importante componente di lettura delle differenze interdiadiche e dei loro processi relazionali I processi di manifestazione emotiva nella diade sono correlati alla qualità della co-regolazione nel processo di comunicazione e ai diversi tipi di frames

167 Globalità del sistema La diade madre-bambino è intesa come un sistema nella sua globalità Nessun elemento parziale – iniziative materne o capacità infantili – viene privilegiato Vi sono allora altri livelli di analisi come l’emotional flow in relazione alla qualità della comunicazione e ai diversi frames

168 metacomunicazione Si definisce metacomunicazione una strategia esplicita attraverso cui gli individui impegnati in un processo comunicativo dirigono la propria attenzione sul processo stesso o riflettono sulla relazione nel suo complesso La metacomunicazione consiste in un tipo di comunicazione valutativa che tende a focalizzare l’attenzione sulla qualità della relazione

169 metacomunicazione Secondo la teoria di sistemi dinamici proposta da Fogel intenzionalità, memoria e significato sono inerenti a tutte le forme di comunicazione interpersonale e pertanto anche nella comunicazione tra madre e bambino nei primi mesi di vita Per intenzionalità si intende un’azione diretta al raggiungimento di un fine non necessariamente orientata al futuro e non necessariamente congiunta a una rappresentazione mentale

170 attaccamento La prospettiva relazionale considera le relazioni di attaccamento madre-bambino come un sistema di comunicazione che si evolve conitnuamente La prospettiva della teoria dei sistemi dinamici considera l’attaccamento come un insieme di processi di comunicazione che mantengono i frames collegati alla prossimità e alla separazione La diade è comunque l’unità dell’analisi Nel modello originario di Bowlby l’attaccamento era considerato un sistema di controllo mirato al mantenimento dell’omeostasi

171 L’uso del metodo Q-sort nella ricerca osservativa
Introdotto da Stephenson (1953) è una delle tecniche più utilizzate nelle descrizioni dei comportamenti di tipo globale Viene fornita una descrizione dettagliata dei comportamenti di un soggetto ordinandoli in un set di item predefiniti Un insieme di cartoncini su ognuno dei qual è riportato un comportamento specifico costituiscono l’unico vocabolario utilizzabile per la descrizione richiesta

172 L’uso del metodo Q-sort nella ricerca osservativa
Gli osservatori debbono organizzare i cartoncini in un numero predeterminato di gruppi (9), sulla base del loro grado di somiglianza al soggetto o alla situazione osservata I cartoncini che meglio descrivono il soggetto saranno collocati nei gruppi a numero alto (9,8,7) mentre quelli meno descrittivi saranno collocati nei gruppi con numero basso (1,2,3); i gruppi che occupano una posizione centrale (4,5,6) conterranno tutti gli item valutati dall’osservatore come né simili, né diversi

173 L’uso del metodo Q-sort nella ricerca osservativa
La metodologia prevede che gli item siano stampati su cartoncini separati per poterli spostare da un gruppo all’altro Le applicazioni sono le più svariate La metodologia prevede tre momenti: Procedure per la costruzione del set di item, cioè del vocabolario Procedura di suddivisione dei cartoncini in gruppi distinti (distribuzione forzata) Procedure di trattamento statistico dei dati

174 La costruzione di un Q-set
Determina la scelta dei vocaboli base. Stephenson ha proposto tre possibili modalità di costruzione: Definizione del costrutto e identificazione di una serie di item Definizione operazionale del costrutto stesso, cioè identificare l’universo di item che definiscono il campo di indagine Il metodo del Q-set strutturato: identificazione a priori delle dimensioni (massimo 3) a diversi livelli con costruzione di un fattoriale

175 L’attachment Q-set (AQS)
Strumento utilizzato per la rilevazione della sicurezza del legame di attaccamento che i bambini di età compresa fra i 12 e i 36 mesi stabiliscono nei confronti dei loro genitori o di altri adulti di riferimento La costruzione è avvenuta in 4 fasi: Un’analisi della letteratura ha consentito di creare una lista integrata da osservazioni a casa La lista di item così risultata è stata utilizzata in ulteriori osservazioni a casa: sono stati così ridefiniti gli item Costruzione degli opposti I genitori hanno ridefinito gli item per l’applicazione

176 Procedura di ordinamento e distribuzione forzata
La distribuzione forzata rappresenta la grammatica Regole Simmetria asimmetria Numero di gruppi Distribuzione unimodale, rettangolare o uniforme, con forma a U Pag.167, 168, 169 tartabini es. da 169 a 173

177 Modalità di trattamento dei dati
Indice di correlazione Definizione del criterio Analisi dei cluster o analisi fattoriale Selezionare gruppi omogenei di soggetti Validità e attendibilità

178 L’osservazione del bambino autistico ai fini diagnostici
L’osservazione può essere fatta sia in ambito ambulatoriale che a casa e a scuola. È particolarmente utile per la diagnosi differenziale È indispensabile quando il bambino è molto piccolo Debbono essere utilizzati specifici parametri ricavati dall’ICD10 e dal DSMIV


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