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La teoria dell’attaccamento

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Presentazione sul tema: "La teoria dell’attaccamento"— Transcript della presentazione:

1 La teoria dell’attaccamento

2 Attaccamento Modello teorico introdotto da Bowlby, che si distingue sia da quello pulsionale freudiano che da quello Kleiniano, ed ha un carattere interdisciplinare Si basa su contributi provenienti da: etologia, teoria evoluzionistica darwiniana psicoanalisi metodo osservativo

3 Confronto fra Bowlby e la teoria psicoanalitica classica:
Elementi di distinzione sono: il sistema motivazionale: la motivazione primaria non è rappresentata dalle pulsioni, ma un sistema motivazionale relazionale rappresentato dall’attaccamento; viene data importanza data alla realtà, alla attualità della situazione, agli eventi traumatici, alla carenze genitoriali, mentre manca l’apprezzamento del potere della fantasia; viene criticata la sopravvalutazione da parte della metapsicologia freudiana dei pericoli interni a scapito di quelli esterni. Lo scopo biologico del sistema di attaccamento è la protezione dai predatori indispensabile nell’ambiente originario di vita, attraverso una continua vicinanza fisica tra madre e prole; bisogna il basarsi su dati osservativi del comportamento.

4 Storicamente si delineano tre principali fasi nello sviluppo delle teorie dell’attaccamento:
1. teorizzazione di Bowby (1969) sul concetto di “sistema comportamentale di attaccamento”; 2. la ricerca delle differenze nelle risposte di attaccamento dei bambini valutate con la Strange Situation (Ainsworth); 3. la terza fase centrata sulla ricerca delle differenze individuali nell’organizzazione dell’attaccamento (“passaggio al livello della rappresentazione”, Main& Fonagy).

5 DEFINIZIONI Attaccamento (Bowlby): “Dire di un bambino (o di un adulto) che è attaccato a o ha un attaccamento per qualcuno, significa dire che il bambino è fortemente portato a cercare la prossimità e il contatto con quell’individuo, specialmente in certe condizioni specifiche. La disposizione a comportarsi in questo modo è un attributo della persona che si è attaccata, un attributo che persiste cambiando solo lentamente nel corso del tempo e che non è influenzato dalla situazione momentanea.” Comportamento di attaccamento (Bowlby): “Il comportamento di attaccamento, invece, si riferisce a una delle varie forme di comportamento che la persona mette in atto di tanto in tanto per ottenere o mantenere una prossimità che desidera” con una persona ritenuta in grado di affrontare il mondo in maniera più adeguata. E’ innescato dalla separazione (o minaccia di separazione) e viene mitigato o eliminato dalla vicinanza, manifestandosi in particolare in quelle situazioni in cui la persona è spaventata e attenuasi quando si ricevono delle cure. Sistema di attaccamento: modelli, rappresentazioni del Sé e della figura di attaccamento che codificano i pattern di attaccamento mostrati da un individuo

6 La teoria dell’attaccamento sottolinea:
-Il ruolo primario e funzione biologica legata alla sopravvivenza dei legami affettivi (il concetto di attaccamento ha le sue origini nell’etologia e nei concetti di “imprinting” e “bisogno di calore”) -L’influenza della figura principale di attaccamento nel plasmare i modelli di attaccamento e lo sviluppo del bambino -La stabilità temporale e situazionale del tipo di attaccamento

7 Quando possiamo affermare che esiste un legame di attaccamento?
Ricerca di vicinanza alla figura preferita L’effetto base sicura Protesta per la separazione Resistenza dei legami d’attaccamento

8 La Strange Situation Ideata da Mary Ainsworth (1978) come strumento per l’assessment dell’Attaccamento nel corso dell’infanzia, si tratta di una procedura osservativa che, pur svolgendosi in laboratorio, assume un carattere naturalistico. Per ideare la procedure, Ainsworth intraprese un esteso lavoro osservativo su coppie madre-bambino sia in Uganda che negli Stati Uniti.

9 L’osservazione del bambino e della figura di attaccamento avviene in un setting non familiare che comprende: 1-approccio di un estraneo;2- separazioni e riunioni tra il bambino e la figura di attaccamento. La Ainsowrth raggruppa le risposte del bambino in tre distinti patterns di attaccamento: sicuro, insicuro-evitante, insicuro-ambivalente, in seguito definiti come patterns di attaccamento “organizzato” (Main, 1990; 2005).

10 Successivamente aggiunta una quarta tipologia: “insicuro-disorganizzato/disorientato (or D) (Main, & Solomon, 1990), derivata dalla scoperta che anche i genitori potevano diventare sorgente di paura per il bambino

11 Tre elementi naturali di pericolo : 1)l’ambiente non familiare; 2)la separazione; 3)l’estraneo (Bowlby, 1969/1982) che avrebbero dovuto suscitare qualche propensione alla ricerca di prossimità verso la figura di attaccamento. Questi elementi,gli “attivatori” del comportamento di attaccamento, venivano successivamente seguiti intenzionalmente da quelli che attualmente (Main, 2005) sono denominati elementi verso la “sicurezza” (per Bowlby, 1969/1982, “terminatori” che comportano la riduzione o la cessazione del comportamento di attaccamento), cioè la prossimità della figura di attaccamento.

12 Sequenza di 8 episodi che si susseguono
La procedura: Sequenza di 8 episodi che si susseguono Tuttavia, se il bambino in uno qualunque degli episodi appare fortemente stressato, l’episodio viene immediatamente terminato 1 Episodio. (1 minuto) un assistente della ricerca introduce nella stanza la madre e il bambino.

13 2 Episodio. La madre ed il bambino vengono lasciati da soli in un ambiente con molti giocattoli. Primo elemento di pericolo: la stanza non è una situazione familiare. Ci si aspetta che la presenza della madre fornisca sicurezza 3 Episodio. Secondo elemento di pericolo: un estraneo disturba la madre ed il bambino. 4 Episodio. Due elementi combinati di pericolo: la madre lascia la stanza, lasciando il bambino con l’estraneo. Tuttavia lascia qualche cosa di sua proprietà

14 5 Episodio. La madre ritorna e l’estraneo esce
5 Episodio. La madre ritorna e l’estraneo esce. La madre, che era stata avvisata di comportarsi normalmente, ma di non cercare di dirigere le attività del bambino, chiama da fuori, poi fa una pausa sulla porta in modo da dare al bambino il tempo di mettere in moto una risposta. 6 Episodio. Il bambino rimane da solo, l’elemento più pericoloso dal punto di vista della teoria evoluzionistica dell’attaccamento, di solito provoca il chiamare ed il cercare qualcuno. La madre lascia la stanza lasciando il bambino da solo in un ambiente non familiare, anche se rassicurandolo che tornerà. Di solito è uno degli episodi che deve terminare molto rapidamente.

15 7 Episodio. L’estraneo entra nella stanza
7 Episodio. L’estraneo entra nella stanza. Per la Ainsworth, scopo di questo episodio è verificare se il disagio provato dal bambino deriva semplicemente dall’essere solo senza alcuna compagnia o se invece è da attribuirsi specificatamente all’assenza della figura di attaccamento. 8 Episodio. E’ il secondo e finale episodio di riunione. La madre rientra, l’estraneo lascia la stanza, ma questa volta la madre è stata istruita a cercare di prendere in braccio il bambino.

16 Episodio8 Ci si aspetta che la maggior parte dei bambini pianga e che attivamente cerchino la vicinanza della madre, alzandosi e indicando un forte desiderio di essere presi in braccio. Potrebbe anche essere necessario un periodo più lungo di quello che è tipico dell’Episodio 5. Tuttavia ci si aspetta che dimostrino un rinnovato interesse per l’esplorazione ed il gioco alla fine di questo periodo di tre minuti.

17 Nella sequenza degli episodi ora descritti
il bambino sicuro: gioca felicemente con i giocattoli ed esplora l‘ambiente prima della separazione; mostra segni di perdere la madre, quali chiamare o piangere, durante la separazione; cerca la vicinanza immediatamente ed attivamente almeno nel periodo della seconda separazione, spesso indicando anche il desiderio di essere preso in braccio; prima della fine di ciascun episodio di riunione, ritorna all’esplorazione ed al gioco, ancora una volta sicuro alla presenza del genitore.

18 ATTACCAMENTO SICURO PRESENZA FIGURA ATTACCAMENTO:
Il bambino manifesta un chiaro desiderio di vicinanza (contatto fisico o interazione) con la figura di attaccamento, la cui presenza consente al piccolo di esplorare l’ambiente in modo autonomo SEPARAZIONE FIGURA ATTACCAMENTO: Il bambino manifesta evidenti segnali di attaccamento e di ricerca dell’adulto e può mostrare segni di stress o di disagio in relazione all’assenza di quest’ultima

19 RICONGIUNGIMENTO CON LA FIGURA DI ATTACCAMENTO:
Il bambino saluta l’adulto significativo (sorriso, vocalizzazione, avvicinamento), ricerca la sua vicinanza oppure richiede consolazione  mette in atto comportamenti che preservino il contatto. Il ricongiungimento con l’adulto sembra dare sollievo al bambino che può riprendere l’esplorazione dell’ambiente

20 IN GENERALE: Il bambino con attaccamento sicuro manifesta un comportamento di base sicura: appare autonomo nell’esplorazione dell’ambiente in presenza dell’adulto in grado di segnalare i propri bisogno e di consolarsi Ha interiorizzato un solido sentimento di fiducia nei confronti della presenza e disponibilità del genitore Ha un’incidenza del 40-45% della popolazione

21 Il bambino insicuro-evitante
non mostra alcun segno di disagio quando la madre lascia la stanza, continua a giocare e ad esplorare. Quando la madre ritorna, non solo non le fa un qualche cenno di saluto, ma attivamente si volta dall’altra parte, la ignora e tante volte addirittura si allontana da lei.

22 ATTACCAMENTO INSICURO EVITANTE
PRESENZA FIGURA ATTACCAMENTO: Il bambino mostra un notevole evitamento del genitore ed appare particolarmente autonomo e indipendente, centrato sull’esplorazione dell’ambiente SEPARAZIONE FIGURA ATTACCAMENTO: Il bambino mostra minori segni di disagio e di ricerca nei confronti della figura di attaccamento

23 RICONGIUNGIMENTO CON LA FIGURA DI ATTACCAMENTO:
Il bambino sembra ignorare o dare poco rilievo al ritorno dell’adulto, salutandolo indirettamente o mostrandosi assorto e intento nelle proprie attività  tende a minimizzare le proprie reazioni affettive, in particolare dopo le separazioni

24 IN GENERALE: Il genitore non rappresenta una base sicura ed il bambino tende a non fare riferimento a lui. Il bilanciamento tra esplorazione dell’ambiente e attaccamento nei confronti del genitore è in favore della prima. Sono enfatizzati gli aspetti di: Indipendenza Autonomia Autosufficienza affettiva Tende a inibire le manifestazioni dei propri bisogni psicologici di conforto e protezione Ha un’incidenza del 20-25% della popolazione

25 I bambini insicuri-ambivalenti
mostrano comportamenti di attaccamento anche dopo parecchio tempo che la madre è tornata, dimostrando che la madre non segnala “sicurezza” al suo ritorno.

26 ATTACCAMENTO INSICURO AMBIVALENTE
PRESENZA FIGURA ATTACCAMENTO: Il bambino manifesta un marcato attaccamento nei confronti del genitore e risulta maggiormente centrato sulla relazione con l’adulto piuttosto che sull’esplorazione SEPARAZIONE FIGURA ATTACCAMENTO: Il bambino mostra una minore capacità di esplorare l’ambiente in modo autonomo e di interagire con figure estranee. Manifesta inoltre un notevole disagio durante la separazione

27 RICONGIUNGIMENTO CON LA FIGURA DI ATTACCAMENTO:
Il bambino mostra una minore capacità di recupero. Il ritorno dell’adulto significativo dopo la separazione non sembra sufficiente a consolarlo N.B. questi bambini manifestano dei comportamenti ambivalenti alternando: Richieste di vicinanza Comportamenti marcatamente resistenti o di estrema passività  La separazione determina un’insicurezza accompagnata da rabbia o da senso di impotenza

28 IN GENERALE: Il genitore non rappresenta una base sicura ed il bambino non sembra riuscire a consolarsi con la sua presenza. Il bilanciamento tra esplorazione dell’ambiente e attaccamento nei confronti del genitore è in favore della seconda Il bambino appare: dipendente e centrati sul genitore con pochi aspetti di autonomia  Tende a mettere in atto forti manifestazioni di attaccamento caratterizzate da sentimenti di rabbia o passività Ha un’incidenza del 15% della popolazione

29 I bambini disorganizzati
Mostrano comportamenti confusi, incoerenti, sembrano paralizzati dalla figura materna

30 ATTACCAMENTO INSICURO DISORGANIZZATO/DISORIENTATO (D)
Questi bambini sono caratterizzati dalla mancanza di una strategia organizzata di attaccamento CARATTERISTICHE: contradditorietà dei piani comportamentali (disorganizzazione) perdita di orientamento nell’ambiente circostante (disorientamento)  Producono l’incapacità a orientare in comportamento e l’affettività anche perché accompagnati da atteggiamenti visibilmente impauriti e rigidi (livello corporeo ed espressione del viso)

31 IMPORTANTE: Non si tratta di una caratteristica del bambino ma di un tratto definitorio della relazione Infatti i comportamenti disorganizzati e disorientati si manifestano solamente quando il genitore è presente e soprattutto nei momenti di riunione dopo la separazione N.B. La presenza nella storia materna di gravi traumi o lutti non ancora rielaborati e risolti dalla persona determinerebbero un atteggiamento spaventato/spaventante nei confronti del bambino

32 Stili di attaccamento L’individuo che ha un attaccamento sicuro mostra fiducia nella disponibilità, nella comprensione e nell’aiuto della figura di attaccamento, di solito un genitore, nelle situazioni di difficoltà o paura; questo schema viene proposto da un genitore facilmente disponibile, attento e reattivo ai segnali del bambino, empatico e amoroso quando il bambino cerca conforto o coccole. L’attaccamento di tipo insicuro-ambivalente è tipico di quegli individui che non hanno la certezza che il genitore sia pronto ad aiutarli o contenerli in caso di bisogno; questa incertezza spinge il bambino, e successivamente l’adulto, a essere sempre incline a provare una forte angoscia di separazione, è ansioso, non spinto all’esplorazione gioiosa, sempre impaurito. In questo schema il conflitto è evidente e il genitore è incostante nel dare aiuto e vicinanza al bambino oppure è troppo esigete e minaccia di abbandono il figlio ogni volta che questo non rispetta le sue aspettative.

33 Si ha un attaccamento di tipo insicuro-evitante in tutti quegli individui che hanno capito che ogni volta che si dimostrano bisognosi di aiuto o vicinanza, vengono seccamente e nettamente rifiutati e allontanati. Questi soggetti imparano presto a inibire i loro sentimenti, di paura e amore, a diventare precocemente autosufficienti a livello emotivo e rischiano di diventare personalità di tipo falso Sé (Winnicott, 1960) o di tipo narcisista; i casi più gravi sono risultato di genitori costantemente e fortemente rifiutanti nei confronti dei bambini, che li allontanavano ogni qual volta essi avevano bisogno. Il soggetto con attaccamento di tipo disorganizzato non costituisce un modello perfettamente distinguibile ma che rappresenta piuttosto l’assenza di un modello definito o la versione disorganizzata dei uno o più degli altri schemi, dove aspetti evitanti e fortemente angosciosi si mischiano. Rimangono paralizzati e hanno comportamenti confusi

34 Modelli operativi interni (Internal Working Models: IWM)
Nel corso della crescita e dell’interazione continua del bambino con il proprio ambiente, fisico e sociale, il bambino si costruisce delle rappresentazioni interne complementari che comprendono il Sè e le figure di attaccamento, rappresentazioni che scaturiscono dai pattern relazionali tra il bambino e le figure di attaccamento. L’operatività del modello risiede nel fatto che esso non è un qualcosa di statico ma che, in quanto riproduzione interna di una relazione-struttura del mondo reale (Craik, 1943). Gli IWM, che si formano durante i primi 5 anni di vita del bambino, funzionano continuamente e in maniera automatica e inconsapevole. Se il modello relativo alle figure di attaccamento è di tipo positivo (genitori attenti, amorevoli, che si prendono cura del bambino) allora il bambino svilupperà un complementare modello del Sè buono e meritevole d’amore e di attenzioni.

35 i modelli operativi interni e gli Stati dell’Io
Lo sviluppo del sé i modelli operativi interni e gli Stati dell’Io

36 Bowlby sostiene che le operazioni correttive del processo di attaccamento richiedono la strutturazione di un deposito di dati, nella forma di rappresentazioni mentali, che rappresentino le transazioni persona-ambiente. Egli ha chiamato tali depositi modelli operativi interni.

37 Tali modelli operativi interni rendono possibile la rappresentazione mentale dinamica, adattabile e sensibile al contesto, di complesse situazioni sociali, e quindi la simulazione e la previsione di specifici comportamenti di attaccamento. Inoltre tali modelli operativi sono transitori, alla maniera di progetti operativi.

38 Due strategie sono state proposte da diversi studiosi dell’attaccamento
l’iperattivazione e la deattivazione.

39 L’iperattivazione, che corrisponde a quello che Bowlby chiama protesta, è una strategia di intensificazione dei tentativi di avvicinamento per costringere la figura di attaccamento a prestare attenzione e sostegno. Tale strategia richiede che la persona adotti una modalità di vigilanza generalizzata di preoccupazione e di energizzazione del comportamento La persona non ansiosa adotta tale strategia solo per brevi momenti di richiesta di attenzione. Nell’iperattivazione l’attivazione viene mantenuta nonostante l’esperienza che essa non porta ad alcun risultato soddisfcente.

40 La deattivazione, invece, è una strategia di fuga di fronte alla frustrazione della non reperibilità della figura di attaccamento. La persona rinuncia all’attivazione del sistema di attaccamento e rimane deprivata della sicurezza tipica risultante da un avvicinamento funzionale. La persona procede da sola in una specie di autosostegno compulsivo rinunciatario di non attaccamento alla figura di accudimento. Le due strategie secondarie di attaccamento comportano notevoli costi di natura psicologica ed interpersonale.

41 Tutte le volte che l’individuo interagisce in una situazione sociale di attaccamento, interiorizza simbolicamente l’esperienza nella forma di un modello operativo interno di sé e dell’altro, cioè della modalità con cui la persona stessa e la figura di attaccamento affrontano il processo di attaccamento.

42 In generale i modelli che rappresentano interazioni con figure importanti di attaccamento (genitori, partner, Dio), sono quelli che più facilmente sono attivati e sistematicamente accessibili nel tempo, come rappresentazioni relazionali di attaccamento.

43 Di fronte ad una minaccia reale o percepita di pericolo, viene attivato il sistema di attaccamento;
Il sistema di attaccamento viene attivato sulla base della percezione soggettiva della minaccia, anche se la presenza di pericoli reali rimane un fattore importante in tale percezione.

44 Da un lato, ci sono le strategie di iperattivazione, che mantengono il sistema di attaccamento in uno stato di cronica attivazione nella forma di vigilanza rispetto agli stimoli attivanti del sistema di attaccamento e di esagerazione degli aspetti minacciosi delle transazioni persona-ambiente. Ciò significa che le persone con un attaccamento ansioso possono attivare il sistema di attaccamento nell’assenza di una convalidata presenza di segni esterni di pericolo.

45 Dall’altro lato, ci sono le strategie di deattivazione, che mantengono il sistema di attaccamento in uno stato di inattività o di bassa attivazione, per cui sono ignorati o poco considerati gli aspetti minacciosi delle transazioni persona-ambiente e possono essere inibiti i pensieri riguardanti il pericolo, pensieri che potrebbero attivare il sistema di attaccamento. Ciò porta le persone evitanti a distanziarsi dalle fonti di pericolo e a dare poco peso a pensieri e fantasie di natura protettiva, che potrebbero aiutare a trovare sostegno alla presenza di altri in grado di fornire aiuto.

46 Le persone che hanno una storia di forte deprivazione di esperienze di sano attaccamento e non godono di un repertorio ricco di modalità di vicinanza simbolica, quando il sistema di attaccamento viene svegliato, evocano facilmente esperienze negative di sostegno e di sicurezza, si colgono fragili e indifese e in continuo bisogno di rassicurazione e prove di appartenenza.

47 Le strategie basate sulla sicurezza si distinguono per l’accessibilità a tre forti convinzioni:
ottimismo nell’affrontare lo stress, fiducia nella reperibilità di figure di attaccamento e una sensazione di efficacia nell’affrontare le situazioni di pericolo e incertezza. Tali convinzioni presuppongono interazioni continuative con persone ben ferrate nelle strategie basate sulla sicurezza.

48 La viabilità della ricerca di vicinanza: le strategie secondarie di attaccamento
Se le figure di attaccamento non sono disponibili, la persona è costretta a trovare alternative al processo di attaccamento, per alleviare il proprio disagio e autoregolarsi. Ciò porta a strategie secondarie di attaccamento che possono essere strategie per mantenere la vicinanza a tutti i costi adottando le cosiddette strategie di iperattivitazione oppure strategie di rinuncia all’attaccamento nella forma di strategie deattivanti.

49 a. Le strategie di iperattivazione
Le persone, nella loro ricerca di vicinanza, possono percepire e rendersi conto che la vicinanza è possibile a condizione che si moltiplichino gli sforzi e si persista per conseguirla, adottando, in ultima analisi, strategie di iperattivazione Questa strategia tipicamente si sviluppa nelle situazione in cui la figura di attaccamento non è disponibile, non è affidabile, non risponde e la persona che cerca sostegno ritiene che l’insistenza approdi a qualche cosa.

50 La strategia comporta l’esagerazione della presenza e della gravità del pericolo e l’attuazione di uno stato di vigilanza perenne, che porta la persona a cogliere segni minimi di disapprovazione, di calo di interesse o di imminente abbandono. Col ripetersi dei fallimenti nel raggiungere adeguato attaccamento, la persona viene rinforzata e consolida la strategia dell’iperattivazione. A livello interpersonale l’effetto di questa strategia si manifesta nel desiderio esagerato di intimità, di simbiosi, di sicurezza con una continuata paura che il partner non sia disponibile, caratteristiche dell’attaccamento ansioso.

51 In conclusione, le persone con attaccamento ansioso hanno facile accesso a pensieri ed emozioni legate a situazioni minacciose e hanno difficoltà a tenerle sotto controllo. In più è facile che mantengano nella memoria di lavoro cognizioni contraddittorie di esperienze negative passate e positive presenti mescolandole tra di loro, creando una situazione mentale caotica dominata da emozioni negative

52 b. Le strategie di deattivazione
Se nel tentativo di avviare il sistema di attaccamento la persona conclude che esso non è attivabile, allora ella rinuncia all’avvicinamento e inibisce l’attivazione intraprendendo strategie di deattivazione.

53 Le caratteristiche di queste strategie sono la negazione da parte della persona dei bisogni di attaccamento e l’attivazione di un eccessivo appoggio su se stessa. Se vi è una sistematica non reperibilità delle figure di attaccamento e l’uso sistematico di strategie fondate sul non dare importanza ai bisogni di attaccamento e sull'inibizione dei segni di tale bisogno, si instaurano le strategie di deattivazione, come modalità regolativa. Le persone evitanti usano come modalità protettiva di base le strategie di deattivazione.

54 Le persone che fanno sistematicamente leva sulle strategie di deattivazione, a livello interpersonale cercheranno strategicamente di vivere con distacco, di esercitare controllo e far leva su se stesse e, in secondo luogo, eviteranno stati emozionali negativi che richiedano l’attivazione del sistema di attaccamento. Ciò può essere ottenuto mantenendo la distanza fisica, cognitiva ed emozionale dal partner, evitando interazioni che richiedano coinvolgimento emotivo, intimità, interdipendenza e autorivelazione; inoltre, evitando anche pensieri che richiamano vicinanza relazionale, coesione o consenso.

55 In linea con la seconda strategia, quella di evitare stati emotivi ed altro, la persona eviterà di affrontare direttamente e simbolicamente tensioni e conflitti relazionali; avrà scarsa volontà di affrontare disagi e bisogni di vicinanza e di sicurezza da parte del partner e sopprimerà pensieri ed emozioni riguardanti rifiuti, separazioni, abbandoni e perdite.

56 Le suddette regole procedurali hanno conseguenze importanti sull’immagine di sé delle persone che adottano le strategie deattivanti. Esse delimitano la capacità di cogliere i propri aspetti negativi, sopprimono cognizioni riguardanti debolezze e imperfezioni personali, e reprimono memorie di insuccessi personali. Pertanto le strategie portano all’esclusione dalla consapevolezza di aspetti negativi e inducono un esagerato livello di stima di sé a livello conscio. Questa difensività di stima di sé gonfiata viene ulteriormente potenziata dall’atteggiamento di forte appoggio su se stessi e dai tentativi di convincere gli altri che non si ha bisogno di aiuto e sostegno.

57 Le principali reazioni a livello interpersonale per le persone che usano le strategie deattivanti sono principalmente: distacco emozionale dal partner e creazione di relazioni interpersonali fredde e superficiali; tendenza a non affrontare i problemi relazionali e a lasciare i conflitti irrisolti, provocando irritazione e risentimento nel partner; i partner facilmente sperimentano frustrazione a causa del sistematico rifiuto di proposte di vicinanza e condivisione. Aumenta così il pericolo di affievolire il gusto di stare insieme, con il pericolo che con il tempo il rapporto si dissolva.


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