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Il seme e la germinazione
Campo di grano in Belgio (Hamois) con la tipica presenza di fiordalisi e papaveri
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Che cosa è un seme? Il seme è una piccola pianta, dotata di materiali nutritivi di riserva, che attende le condizioni ambientali favorevoli per svilupparsi. E’ un embrione allo stato latente, accompagnato da tessuto nutritivo e ricoperto da uno o due tegumenti esterni.
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Che cosa è un seme? Il seme conserva la vita
Ogni seme è un individuo unico
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Da cosa deriva il seme? Il seme deriva dalla trasformazione di un ovulo dopo la fecondazione. ipocotile epicotile La fecondazione, ovvero l'evento gamico alla base della riproduzione dei vegetali, si svolge per fusione di due gametofiti a seguito dell'impollinazione: il gametofito maschile è il tubetto prodotto dalla germinazione di un granulo pollinico. Si tratta di un organismo aploide, trinucleato nelle Angiosperme, tetranucleato nelle Gimnosperme, in cui due nuclei (spermatici) saranno coinvolti direttamente nella fecondazione, il terzo (vegetativo) soprassiede alla crescita del tubetto germinativo; il gametofito femminile è il sacco embrionale contenuto all'interno dell'ovulo di un carpello. Anche questo è un organismo aploide, composto da otto nuclei, di cui solo tre parteciperanno direttamente alla formazione del seme: la cellula uovo e due nuclei polari. Con l'impollinazione, il granulo pollinico, proveniente da un'antera, si deposita sullo stigma dell'ovario. Il granulo germina generando un tubetto che percorre tutto lo stilo fino a raggiungere l'ovulo e penetra nel sacco embrionale attraverso l'apertura detta micropilo. Una volta avvenuto il contatto fra i due gametofiti si verifica una doppia fecondazione: uno dei due nuclei spermatici feconda la cellula uovo, generando lo sporofito ovvero lo zigote propriamente detto; l'altro nucleo spermatico si fonde con i due nuclei polari del sacco embrionale generando la prima cellula di un tessuto nutritivo detto endosperma, a corredo cromosomico triploide. Il seme si sviluppa sulla pianta madre, dopo la fecondazione e se ne distacca dopo la maturazione.
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A cosa serve un seme? Il seme è uno straordinario mezzo di diffusione della specie I vegetali superiori si riproducono per seme Semi di Taraxacum officinale dotati di appendice piumosa (pappo) che ne favorisce la dispersione per l'azione del vento
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Come l’uomo utilizza i semi?
L’uomo utilizza i semi per: 1) La coltivazione 2) Estrazione di principi attivi 3) L’alimentazione Nell’alimentazione i semi possono essere usati: 1) direttamente (riso, piselli, fagioli) 2) indirettamente ricavandone farine (frumento, miglio, mais) estraendone olii (colza, mais, girasole, arachidi, soia)
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Semi di lino L'olio di semi di lino viene utilizzato
1) nell'alimentazione (integratore) 2) in fitoterapia (lassativo, antinfiammatorio, emolliente) 3) in pittura (fissativo) 4) nel restauro dei mobili (trattamento del legno) Linum usitatissimum
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La struttura del seme Il seme è costituito da tre componenti:
Embrione (apice del fusto, apice della radice,foglioline embrionali) 2) Tessuto nutritivo (endosperma) 3) Tessuti protettivi (tegumenti) embrione (cotiledoni) tegumento embrione (fusto e prime foglie) embrione (radice) endosperma
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L’embrione nel seme L’embrione nel seme è una nuova pianta in miniatura! L’embrione si sviluppa dalla cellula uovo fecondata (2n) Nell’embrione c’è la futura pianta adulta: 1) un apice del futuro fusto 2) un apice della radice 3) un corto asse che li collega 4) una o più foglie embrionale o cotiledoni una (Monocotiledoni) due (Dicotiledoni) molte (Gimnosperme)
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I cotiledoni dell’embrione
Funzione dei cotiledoni: assorbire le sostanze nutritive dell'endosperma e poi sostituirsi ad esso nella funzione di accumulo delle riserve (fagiolo; dicotiledoni) 2) Intermediazione trofica, assimilano le sostanze nutritive accumulate nel seme e le dirigono alle zone di accrescimento della giovane pianta (mais; monocotiledoni) I cotiledoni (foglioline embrionali) sono strutture che cesseranno la loro funzione dopo l'emergenza della piantina dal terreno e lo sviluppo delle prime foglie vere.
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Il tessuto nutritivo del seme (endosperma)
E’ carico di sostanze di riserva a cui l’embrione attinge finchè non è ancora in grado di nutrirsi per fotosintesi. Contiene carboidrati, lipidi e proteine in proporzioni variabili a seconda delle specie. E’ carico di sostanze di riserva a cui l’embrione attinge finchè non è ancora in grado di nutrirsi per fotosintesi. Nei semi maturi delle dicotiledoni (fagiolo) queste sostanze sono accumulate nei cotiledoni, che si ingrossano fino a sostituire l'endosperma. Sostanze di riserva del tessuto nutritivo carboidrati (75% della sostanza fresca) (frumento, mais; cereali) proteine (sino al 40%) (fagiolo, ceci, lenticchie; legumi) lipidi (circa il 40%) (semi di arachide e colza)
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Conosci la colza? olio di colza (alimentare e industriale)
Coltivazione di colza (Brassica napus ) Semi di colza (Brassica napus ) olio di colza (alimentare e industriale) mangimi per animali biocarburanti
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I tegumenti del seme I tegumenti derivano dagli strati esterni dell’ovulo e garantiscono al seme una fase di dormienza prima della germinazione. Funzione dei tegumenti: proteggere le parti vitali del seme dall'azione degli agenti esterni 2) prevenire il disseccamento 3) impedire all’acqua di entrare prima che compaiano le condizione adatte alla germinazione I tegumenti derivano dagli strati esterni dell’ovulo e garantiscono al seme una fase di dormienza prima della germinazione, in modo che questa avvenga nelle condizioni ambientali più favorevoli.
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Caratteristiche del seme
Elevato grado di disidratazione che spiega la loro capacità di conservazione (l’acqua accelera i processi metabolici) normalmente 10-12% acqua semi di senape il 7% acqua semi di ricino il 6% di acqua 2) Elevata resistenza alla siccità, al freddo, agli attacchi parassitari e ai succhi gastrici 3) Adattamenti per essere trasportati (dall’acqua, dal vento, dagli animali) 4) Metabolismo estremamente ridotto 5) Meccanismi di percezione dei parametri ambientali 6) Capacità di reazione ai parametri favorevoli 1) Tessuti disidratati che contengono pochissima acqua, il che spiega la loro capacità di conservazione (l’acqua accelera i processi metabolici) normalmente 10-12% semi di senape il 7% semi di ricino il 6% 2) Elevata resistenza fisico-chimica (alla siccità, al freddo, agli attacchi parassitari e ai succhi gastrici degli animali superiori) 3) Adattamenti per essere trasportati (dall’acqua, dal vento, dagli animali) 4) Metabolismo estremamente ridotto, per far si che le sostanze di riserva non vengano consumate nell’intervallo di tempo fra il distacco del seme dalla pianta madre e la germinazione 5) Meccanismi di percezione dei parametri ambientali e capacità di reazione a quelli favorevoli con la ripresa di crescita e sviluppo
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Tutte le piante hanno semi?
Crittogame (organismi vegetali privi di semi, fiori e frutti) Tallofite (alghe) Prive di veri fusti, radici, foglie Si riproducono nell’acqua Briofite (muschi) Strutture simili a fusti, radici, foglie Sistema vascolare per il trasporto delle sostanze nutritive Pteridofite (felci) Pteridofite: dominarono la Terra 400 milioni di anni fa. La loro vera novità è il sistema vascolare, che consentendo di trasportare sostanze nutritive alle diverse parti della pianta per mezzo di sottili tubicini, permette alle piante di raggiungere grandi dimensioni. Gimnosperme: con l’introduzione del seme nel mondo vegetale, compirono il vero passo evolutivo, affrancandosi dall’acqua per la riproduzione. All’interno del seme l’embrione della nuova pianta è nutrito e protetto fino a quando le condizioni non sono favorevoli allo sviluppo. Angiosperme: rappresentano il culmine dell’evoluzione vegetale. 100 milioni di anni fa fu inventata una nuova struttura: il fiore. Le angiosperme, o piante da fiore, dominano la flora attuale con 250 mila specie. SI! Fanerogame o spermatofite (piante più evolute provviste di semi) Gimnosperme (pini, abeti) seme nudo Angiosperme (piante con fiore) seme racchiuso dal frutto
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muschi alghe felci
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angiosperme conifere
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Quadro cronologico di riferimento
Miliardi di anni fa Origine della Terra Primi procarioti (cellula) Procarioti autotrofi (fotosintesi) Primi eucarioti (nucleo) Piante terrestri Piante vascolari (tracheofite) (vasi conduttori) Piante a seme (spermatofite) (seme) Piante a fiore (angiosperme) (fiore) Uomo Milioni di anni fa
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Significato evolutivo del seme
L’introduzione del seme nel mondo vegetale è stato un enorme passo evolutivo. Il seme ha consentito di svincolarsi dall’acqua per la riproduzione e conquistare l’ambiente terrestre. L’introduzione del seme nel mondo vegetale è stato un enorme passo evolutivo. Il seme ha consentito di svincolarsi dall’acqua per la riproduzione e conquistare l’ambiente terrestre. All’interno del seme l’embrione della nuova pianta è nutrito e protetto fino a quando le condizioni non sono favorevoli allo sviluppo. Il seme contiene un nuovo individuo che prima di riprendere la crescita per diventare adulto può attendere anche mesi o anni (totale svincolamento dall’ambiente acquatico). Con la comparsa dei semi nella storia evolutiva le piante riuscirono, in tempi biologicamente brevi, a colonizzare quasi tutti gli ambienti, anche i più ostili.
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Significato evolutivo del seme
Con la comparsa dei semi nella storia evolutiva le piante riuscirono, in tempi biologicamente brevi, a colonizzare quasi tutti gli ambienti, anche i più ostili.
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Il seme delle gimnosperme e delle angiosperme
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Angiosperme (piante con fiore)
L’apparato riproduttivo è costituito dal fiore. Il seme si forma nell’ovario giunto a maturazione, che costituisce il frutto.
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Le Angiosperme comprendono due classi
Monocotiledoni Dicotiledoni
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Monocotiledoni Caratteristiche comuni
1) una piccola foglia embrionale (cotiledone) 2) fiori con tre petali e tre sepali 3) foglie lunghe e con nervature parallele 4) radici fascicolate (mais, riso, avena, orzo, frumento, cipolla, aglio, canna da zucchero, banano, palma da cocco, tulipani, orchidee, gigli) Le Monocotiledoni sono un gruppo di piante con origine filogenetica comune, a crescita rapida, abito erbaceo, comuni in ambiente acquatico (spiagge, paludi). Non perdono le foglie per difendersi dal freddo e dalla siccità, muore la parte erbacea e resta il bulbo. Es: mais, riso, avena, orzo, frumento, cipolla, aglio, canna da zucchero, banano, palma da cocco, tulipani, orchidee, gigli Caratteristiche comuni alle Monocotiledoni: 1) ogni nuova pianta possiede una piccola foglia embrionale (cotiledone) 2) fiori con tre petali e tre sepali 3) foglie lunghe e con nervature parallele 4) radici fascicolate
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Dicotiledoni Caratteristiche comuni
1) due fogliette embrionali (cotiledoni) 2) fiori molto diversi 3) foglie con nervature reticolate 4) radici a fittone Le Dicotiledoni sono un gruppo molto vario di piante con diversa origine filogenetica. Leguminose (pisello, fagiolo, fava, soia, arachide, lenticchia) Solanacee (patata, pomodoro, peperone, melanzana) Rosacee (rosa, pesco, pero, melo, ciliegio) Fagacee (faggio, quercia, castagno) Salicacee (salice, pioppo) Composite (lattuga, carciofo, girasole, margherita, crisantemo, dalia, stella alpina) (pisello, fagiolo, fava, soia, arachide, lenticchia, patata, pomodoro, peperone, melanzana, pesco, pero, melo, ciliegio, quercia, castagno, salice, pioppo, lattuga, carciofo, girasole, margherita, crisantemo, dalia, stella alpina)
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Plantule di monocotiledoni e dicotiledoni a confronto
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Il seme delle monocotiledoni
Seme di Monocotiledone Cariosside di Mais (embrione) La cariosside é il frutto dei cereali, é un frutto secco indeiscente (cioé che non si apre a maturità) in cui le pareti dell'ovario non aumentano quasi per nulla di spessore, e sono così aderenti ai tegumenti del seme, che seme e frutto sono praticamente la stessa cosa. Il seme è costituito, per la maggior parte, dall'endosperma, ricco di amido ed é delimitato dallo strato aleuronico, che contiene granuli di aleurone formati da proteine e fitina.
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Il seme delle monocotiledoni
Il chicco di una monocotiledone è un frutto con un solo seme. La parete del frutto (pericarpo) è fusa con il tegumento del seme coleottile (guaina protettiva) pericarpo e tegumento (crusca) endosperma (farina bianca) singolo cotiledone apice radicale (radichetta) coleorriza (guaina protettiva) apice del germoglio embrione (germe di grano) Frumento (Triticum durum) Granturco (Zea mays)
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Cereali (monocotiledoni)
Piante erbacee (famiglia delle graminacee) Producono frutti da cui si ricava farina Monocotiledoni (fiori poco visibili, foglie a nastro) Frutti (cariossidi) raggruppati nella spiga. Cereali importanti per l'alimentazione umana: Frumento (grano) Mais Riso Orzo Avena Segale Farro I chicchi, ricchi di amido, vengono macinati per ricavarne farine, i cereali più importanti per l'alimentazione umana sono: frumento (grano), mais, riso, orzo, avena, segale, farro.
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Grano duro o grano tenero?
Grano duro (più ricco di glutine cioè di proteine, adatto a pane e pasta secca) Grano tenero (meno ricco di glutine, adatto a biscotti e pasta fresca) Grano duro (cariosside vitrea, semola granulosa, più ricco di glutine = proteine, adatto a pane e pasta secca) Grano tenero (cariosside farinosa, aspetto opaco, frattura non vitrescente, minori dimensioni, forma più arrotondata, embrione introflesso, villosità all’estremità opposta a quella dell’embrione, farina a grana fine, meno ricco di glutine = proteine, adatto a biscotti e pasta fresca) grano duro (Triticum durum) grano tenero (Triticum aestivum)
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Da dove viene la farina? La buccia esterna (tegumenti) costituisce la crusca Il germe (embrione) e l’involucro esterno (crusca) vengono rimossi dal seme. L’endosperma, cioè la parte che contiene l’amido e le proteine (glutine), viene poi rotto e macinato produrre farina. La buccia esterna (tegumenti) costituisce la crusca. Nella produzione della farina il chicco viene privato del germe (embrione) e dell’involucro esterno. L’endosperma, cioè la parte che contiene l’amido e le proteine (glutine), viene poi rotto e macinato in fasi successive per produrre una farina del tipo desiderato. La legge italiana ha stabilito di classificare le farine in commercio in base al loro contenuto di minerali (di cui è ricca la crusca e povero l’endosperma) Dopo aver bruciato la farina (i minerali e i loro ossidi non bruciano), le farine vengono classificate in base alle ceneri, cioè a quello che rimane. Più è basso il contenuto di ceneri, più la farina è stata prodotta con il solo endosperma, e più è bianca. Chicco di grano o cariosside.
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Il seme delle dicotiledoni
I cotiledoni diventano grandi e carnosi, con funzione di accumulo di sostanze di riserva. L’endosperma viene riassorbito durante lo sviluppo embrionale e si riduce ad un foglietto. tegumento prime vere foglie due cotiledoni endosperma ilo (attacco dell’ovulo all’ovario) Seme immaturo di fagiolo (Phaseolus vulgaris)
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Seme maturo di fagiolo (Phaseolus vulgaris)
embrione (cotiledoni) tegumento embrione (fusto e prime foglie) embrione (radice) endosperma
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Disseminazione Mezzo con cui le piante diffondono i propri semi lontano servendosi di agenti diversi. Disseminazione anemocora (operata dal vento) Semi leggeri, piccoli dotati di strutture atte al volo (ali, pappi) Disseminazione idrocora (operata dall’acqua) Semi galleggianti Disseminazione zoocora (operata dagli animali) Semi protetti dal frutto appetibile vengono ingoiati da animali Semi contenuti nel frutto dotato di uncini restano attaccati al vello Disseminazione bolocora (operata dalla pianta stessa). Il frutto dispone di dispositivi di lancio Le piante sono organismi immobili che per diffondere i propri semi lontano e garantire la sopravvivenza della specie si servono di agenti diversi. Disseminazione anemocora (operata dal vento). Semi leggeri, piccoli dotati di strutture atte al volo (ali, pappi) Disseminazione idrocora (operata dall’acqua). Semi galleggianti. Disseminazione zoocora (operata dagli animali). Semi protetti dal frutto appetibile vengono ingoiati da animali, passano indenni attraverso i succhi gastrici e vengono eliminati con le feci. Semi contenuti nel frutto dotato di uncini restano attaccati al vello degli animali che li trasportano lontano. Disseminazione bolocora (operata dalla pianta stessa). Il frutto dispone di dispositivi di lancio (pressione di liquidi interni al frutto, capsule che si aprono a scatto)
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Quiescenza e dormienza
Quiescenza: capacità del seme di restare vitale, anche dopo lunghi periodi, in presenza di condizioni sfavorevoli, e di reagire prontamente al mutare di queste Dormienza: condizione di vita sospesa indotta da fattori interni di ordine fisico o chimico (tegumenti, inibitori della polpa). Quiescenza e dormienza I semi ortodossi, dopo la fase della disidratazione, sono definiti quiescenti e sono in attesa che si verifichino le condizioni esterne (luce, acqua, temperatura e ossigeno) ideali, ma spesso questo condizioni per necessarie, non sono sufficienti. Esistono nel seme ostacoli alla germinazione che risiedono all’interno del seme stesso a prescindere dalle condizioni dell’ambiente, in questi casi si parla di dormienza del seme. La piantina che nasce dalla germinazione del seme, dovrebbe trovare le condizioni ideali per crescere, ma in ambienti dove le variazioni stagionali sono più marcate, non avendo le capacità di difesa del seme quiescente, andrebbe incontro a sicuri ostacoli ed inevitabile alla morte. È in questi casi che entra in gioco la capacità del seme di prevedere l’andamento stagionale e misurare i tempi e la durata delle stagioni in quell’ambiente. Ad esempio un seme disperso dal frutto all’inizio dell’autunno trovando in quel mese le condizioni ideali di temperatura (supponiamo un optimum termico di 18°) e umidità, dovrebbe essere in grado di germinare, ma non lo farà se è dotato di una dormienza embrionaria eliminabile dal freddo, e se le basse temperature invernali rimuovono la dormienza già a metà inverno ancora il seme non germinerà perché in quel periodo la temperatura non raggiungerà l’optimum termico necessario. Il seme germinerà solo in primavera. La quiescenza, cioè la capacità del seme di restare vitale, anche dopo lunghi periodi, in presenza di condizioni sfavorevoli, e di reagire prontamente al mutare di queste, e la dormienza che limita questa capacità nei tempi più “ragionevoli” propizi sono mezzi del seme estremamente efficaci per assicurare la propagazione della specie. Si pensi ad esempio ad alcune leguminose che hanno semi con tegumenti particolarmente resistenti, ma con resistenza variabile da seme a seme e che possono restare dormienti per diversi anni. Soltanto alcuni semi germoglieranno nella stagione favorevole mentre gli altri resteranno dormienti costituendo in tal modo la riserva per gli anni successivi, se per qualche particolare evento sfavorevole non dovesse verificarsi qualcuno dei complicati processi che portano alla nascita del seme. A maturità il seme entra in una fase di quiescenza o dormienza, durante la quale sono sospese tutte le funzioni vitali per essere ripristinate quando si verificano le condizioni favorevoli per la germinazione e lo sviluppo della piantina. Il significato biologico della dormienza è quello di far superare le condizioni ambientali critiche, in modo che il seme mantenga la germinabilità fino al sopraggiungere delle condizioni favorevoli allo sviluppo della piantina. Lo scopo biologico della quiescenza è quello di propagare la specie nel tempo e nello spazio permettendo la nascita delle nuove piante anche a grande distanza dalla pianta madre e in condizioni temporali e climatiche favorevoli
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Germinabilità Germinabilità: capacità del seme di mantenere il potenziale vitale e di riuscire a germinare in condizioni favorevoli La durata della germinabilità varia da: 1. specie a specie (poche settimane, diversi anni) 2. seme a seme all’interno di una stessa specie Germinabilità di una partita di semi: percentuale (%) di semi della partita che germineranno, se messi nelle opportune condizioni ambientali Capacità del seme di mantenere la potenziale vitalità e di riuscire a germinare in condizioni favorevoli Alcune specie mantengono la germinabilità per diversi anni, altre solo per poche settimane. La durata della germinabilità varia inoltre anche da seme a seme nell'ambito di una stessa specie, ma in generale un consistente numero di semi perde la germinabilità dopo 1-2 anni nella maggior parte delle specie. Germinabilità di una partita di semi: percentuale (%) di semi della partita che germineranno, se messi nelle opportune condizioni ambientali.
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Durata della dormienza
La durata della dormienza è regolata da: fattori ambientali fattori endogeni (ormoni) I semi delle specie originarie delle zone temperate sono in grado di germinare solo dopo aver attraversato un periodo di freddo, in modo che la germinazione possa avvenire dopo che sia trascorsa la stagione invernale.
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I semi duri Semi che prolungano la dormienza
per diversi anni anche se le condizioni ambientali sono favorevoli alla germinazione (leguminose). Semi che prolungano la dormienza anche per diversi anni, nonostante le condizioni ambientali siano favorevoli alla germinazione (leguminose). La loro dormienza può essere interrotta da: abrasioni meccaniche (scarificatura) trattamento con agenti chimici azione di alte temperature (scottatura in acqua bollente) La formazione di semi duri è un adattamento biologico che consente di ripristinare una popolazione a seguito di un evento disastroso (es.incendio). L'incendio di un pascolo permette una risposta più pronta da parte delle leguminose rispetto alle graminacee perché il passaggio del fuoco rivitalizza i semi duri. I pastori usavano il debbio, praticato periodicamente ogni 4-5 anni, come tecnica di miglioramento dei pascoli finalizzata a variare il rapporto di copertura a favore delle leguminose. La loro dormienza può essere interrotta da: 1. abrasioni meccaniche (scarificatura) 2. trattamento con agenti chimici 3. azione di alte temperature 4. scottatura in acqua bollente
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Germinazione Imbibizione: il seme assorbe acqua,
I tegumenti si lacerano, si riattiva il metabolismo cellulare, la divisione cellulare e l’accrescimento Emergenza: la plantula comincia a fuoriuscire dai tegumenti, avvia la crescita verso l’alto e acquista la capacità di fotosintetizzare Germinazione: processo con cui il seme esce dalla quiescenza e l’embrione si sviluppa in una nuova plantula Imbibizione: il seme assorbe acqua, aumenta di volume, i tegumenti si lacerano. La reidratazione attiva il metabolismo cellulare e la scissione delle sostanze di riserva. Si riavvia la divisione cellulare e l’accrescimento dei tessuti, la plantula comincia a fuoriuscire dai tegumenti Emergenza: escono la radichetta, che emette radici secondarie, e la plantula che avvia la crescita verso l’alto e acquista la capacità di fotosintetizzare La germinazione È il processo in cui il seme si risveglia dallo stato quescente e si manifesta quando l’embrione comincia a sviluppare la nuova plantula e termina quando la plantula è in grado di iniziare l’attività fotosintetica necessaria al proprio fabbisogno di carboidrati. La germinazione si compie in due fasi: 1) Nella prima l’acqua penetra all’interno del seme, favorendo reazioni enzimatiche che rendono più assimilabili dalla plantula le sostanze di riserva. 2) Nella seconda fase la plantula si sviluppa fino ad essere completamente autonoma Germinazione di un seme di ricino (seme epigeo)
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Germinazione dei semi + = acqua ossigeno imbibizione temperatura
(luce) imbibizione ripristino attività e sintesi enzimi digestione e utilizzo delle riserve accrescimento divisione cellulare + = germinazione epigea (cipolla) germinazione ipogea (mais)
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Germinazione dei semi dicotiledoni germinazione epigea (fagiolo)
germinazione ipogea (pisello)
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Fattori che influenzano la germinazione
fagiolo mais Fattori ambientali: Acqua Ossigeno Temperatura (Luce) Fattori interni: ormoni inibitori della germinazione I fattori esterni che influenzano la germinazione sono: la temperatura: ha un ruolo primario in quanto elemento fondamentale per lo svolgimento dei processi biochimici che avvengono in intervalli termici spesso ristretti (10-20°C semi dei climi temperati/ 20-40°C semi di origine tropicale o subtropicale). la presenza di ossigeno è fondamentale nei processi germinativi. la luce è un ulteriore fattore che condiziona la germinazione. Tuttavia esistono semi in cui il buio favorisce la germinazione mentre altri sono favoriti dalla luce. Naturalmente esistono specie foto-indifferenti. il tipo di disseminazione è un altro fattore che può influenzare la germinazione a seconda della specie botanica. Fra i fattori interni, particolarmente importante è la dormienza. E' uno stato di riposo, dovuto a cause fisiche e/o fisiologiche intrinseche, che impedisce la germinazione, anche in condizioni ambientali favorevoli. E' una caratteristica controllata geneticamente che interagisce in vario modo con i fattori ambientali. In alcuni casi esiste una barriera, identificabile nei tegumenti, che può determinare una resistenza meccanica notevole, ma variabile da seme a seme, oppure impedire l'assorbimento dell'acqua o gli scambi gassosi con l'esterno. Un tale meccanismo assicura la sopravvivenza della specie per molti anni anche in condizioni difficili poiché solo una piccola percentuale dei semi presenti nell'ambiente germinerà ad ogni nuova stagione. A seconda delle specie, l'impermeabilità del tegumento può essere raggiunta in precedenza o immediatamente dopo la maturità fisiologica del seme, ma il processo può avvenire anche dopo la disseminazione. Col tempo, la barriera fisica può essere rimossa da funghi, da batteri o da enzimi prodotti dal seme stesso. Germinazione e crescita di giovani piantine (plantule)
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La semina Tipi di distribuzione
1. Distribuzione irregolare (a spaglio) 2. In solchi ricoperti da sottile strato di terriccio (a file) 3. In piccole buche (a postarella) 4. Distanza prefissata tra file e all’interno di una fila (di precisione)
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Profondità di semina Il seme va ricoperto da uno strato di terreno pari al diametro del seme stesso semi fini: posti sul suolo lavorato semi spessi: a pochi cm di profondità Semina troppo superficiale: seme esposto alle intemperie (danni da gelo o disseccamento) seme con difficoltà di ancoraggio Semina troppo profonda: plantula non riesce ad emergere plantula debole e soggetta a parassiti
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Oggi i semi per la semina si comprano
Un tempo i semi venivano 1. conservati dalla produzione dell’anno precedente 2. scelti fra quelli portati dalle piante migliori (selezione genetica che ha migliorato le specie coltivate) 3. scambiati fra agricoltori
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Semina a mano o con seminatrice automatica?
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Fine Anyone can count the seeds in an apple
but only God can count the number of apples in a seed.
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Fine Chiunque può contare il numero di semi di una mela ma solo Dio conosce il numero di mele in un seme
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