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PubblicatoGiuliano Sasso Modificato 11 anni fa
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CAPITOLO PRIMO La relazione sponsale tra uomo e donna negli scritti di Giovanni Paolo II
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L’uomo creato a immagine di Dio
Nell’Esortazione Apostolica FC, Giovanni Paolo II sottolinea come l’uomo sia stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, e chiamandolo all’esistenza per amore l’ha chiamato allo stesso tempo all’amore.
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Giovanni Paolo II per esprimere questa verità così singolare analizza l’evento della creazione descritta dai primi due capitoli della Genesi dove è narrata la realtà originaria dell’uomo e della donna. L’immagine che l’uomo porta impressa nel suo corpo, il suo essere fatto per la comunione, è legato, senza una diretta partecipazione, al momento della sua creazione e perpetrato poi nella generazione.
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L’Amore coniugale Giovanni Paolo II afferma che l’uomo e la donna sono stati chiamati sin dall’origine ad una “communio personarum”. Questo legame sponsale non si realizza in una qualsiasi forma di relazione tra l’uomo e la donna. E’ necessario che essi liberamente si uniscano in un legame sponsale che li riporti a quel disegno originale per il quale, nell’amore, nello stupore e nella gioia di avere qualcuno che gli sia pari (Gn 2,23).
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L’amore coniugale espresso nella sua totalità ed esclusività è, nel suo aspetto più visibile ed immediato, il segno dell’autenticità del rapporto tra uomo e donna che si danno pienamente e definitivamente l’uno all’altro. L’uomo e la donna, unendosi tra loro (nell’atto coniugale) così strettamente da divenire “una sola carne”, riscoprono, per così dire, ogni volta e in modo speciale, il mistero della creazione.
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L’amore coniugale abbraccia la sfera spirituale e quella fisica-corporea. Non si può parlare di amore coniugale senza parlare di amore del corpo, il quale diventa tramite ed espressione di quell’amore spirituale che decide di donare liberamente tutto se stesso senza riserve. Il corpo nell’unione coniugale trova la sua piena dignità e unicità. E’ un luogo “sacrum” a dire di Giovanni PaoloII.
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Questa comunione, ricorda la FC, non può crescere se non nel rispetto e nel disegno di Dio, disegno che egli ha iscritto nel cuore dell’uomo e della donna al momento stesso della loro creazione. Comunione che secondo Giovanni Paolo II occorre far “crescere continuamente attraverso la fedeltà quotidiana alla promessa matrimoniale del reciproco dono totale.
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La comunione dell’uomo e della donna iscritta nei loro cuori fin dalla loro creazione è per ciò stessa “sacra” cioè non apaprtenente semplicemente ad un ordine naturale, ma quale immagine e somiglianza di Dio-comunione. Un aspetto molto importante messo in luce dalla FC è la sacramentalità dell’amore coniugale nell’ordine della redenzione.
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“Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa, sembra indicare non soltanto l’identità del Mistero nascosto in Dio dall’eternità, ma anche quella continuità della sua attuazione che esiste tra il sacramento primordiale connesso alla gratificazione soprannaturale dell’uomo nella creazione stessa e la nuova gratificazione-avvenuta quando “Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa”.
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Il matrimonio che ha in sé la forza del dono, porta con sé la fecondità dell’amore creativo e la grazia dell’amore redentivo col quale Cristo ha sancito la sua definitiva ed eterna alleanza con l’uomo. Il valore del legame che avviene tra un uomo e una donna, mediante il sacramento del matrimonio, non si ferma al “si” fedele e definitivo che essi si promettono reciprocamente, pur sostenuto dalla grazia, né al rimando generico all’amore di Cristo per la Chiesa.
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