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Tettonica delle placche di claudia cammoranesi elaborazione di materiale trovato in rete http://www.minerva.unito.it/sis/hess/Hess2.html#PERCORSO http://it.wikipedia.org.

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1 Tettonica delle placche di claudia cammoranesi elaborazione di materiale trovato in rete

2 Piano di lavoro Il percorso storico-scientifico per arrivare alla formulazione della teoria della tettonica delle placche diapositive dal N°3 al N°20 I tipi di margini attivi passivi e trasformi dal N°21 al N° 47 Continenti e oceani ieri oggi e domani dal N° 48 N.B i link sono segnalibro o collegamenti esterni ai siti di origine di alcuni materiali

3 La deriva dei continenti
I precedenti : a tutti mancava la spiegazione del meccanismo che produceva lo spostamento delle masse continentali. nel 1596, il cartografo olandese Abraham Ortelius notava nel suo saggio Thesaurus Geographicus che la forma delle coste dei continenti dimostrava chiaramente che essi si erano staccati l'uno dall'altro "per via di terremoti e inondazioni“ nel XIX secolo, lo studio dei fossili portò la prova del fatto che, per esempio, il Nordamerica e l'Europa avevano avuto in passato una flora comune. Eduard Suess giunse nel primo Novecento a ipotizzare l'origine dei continenti moderni dalla frammentazione di un antico supercontinente, Gondwana. Tutti questi autori, pur avendo intuito il fenomeno della deriva dei continenti in sé, avevano però difficoltà a fornire una spiegazione coerente delle cause. Nel 1910, il geologo statunitense Frank Taylor giunse a formulare l'idea dello scorrimento della crosta terrestre dalle alte latitudini a quelle basse dell'emisfero settentrionale. Egli si riferiva in modo particolare alla Groenlandia,

4 Wegener 1915, nel saggio La formazione dei continenti e degli oceani.
sostenne che nel Paleozoico, e per buona parte del Triassico, le terre emerse formavano un unico supercontinente, che battezzò Pangea, contrapposto a un unico superoceano, Panthalassa. La frammentazione di Pangea era iniziata circa 200 milioni di anni fa. La prima spaccatura aveva contrapposto Laurasia (Europa, Asia e Nordamerica) e Gondwana (Sudamerica, Africa e Oceania). Ulteriori frammentazioni portarono la suddivisione dei due supercontinenti, che gradualmente andò suddividendosi fino alla conformazione attuale.

5 Come si muovono le masse continentali secondo wegener
Attingendo alle più recenti scoperte della geologia, Wegener spiegava questi fenomeni di "deriva" dei continenti descrivendo le terre emerse come enormi "zolle" di Sial che galleggiavano su una superficie anch'essa solida ma molto più malleabile, il Sima, situato fra la discontinuità di Mohorovicic (40 km di profondità) e la discontinuità di Gutenberg (2900 km).

6 Prove della separazione provengono da ricerche di
Geologia mineralogia Paleontologia Paleobotanica e oggi dendrocronologia Paleozoologia ed evoluzione

7 Dopo wegener Gli studi geologici successivi all'avvento della teoria di Wegener, hanno dapprima ammorbidito l'entusiasmo nei confronti di questa importante considerazione (soprattutto i dati sismologici relativi alla densità- rigidità del mantello), studi più recenti quali: quelli di Holmes e delle celle convettive L’analisi della distribuzione dei vulcani e terremoti la scoperta dell’espansione dei fondali oceanici, Il paleomagnetismo, hanno fornito numerose prove a sostegno della teoria della deriva dei continenti, avvalorando la correttezza delle ipotesi di Wegener. Lo studio della memoria magnetica presente su rocce molto antiche, di origine vulcanica, ha permesso di ricalcolare la posizione dei poli magnetici, e di determinare il movimento di varie placche, riuscendo a ricostruire la loro posizione in ere geologiche molto distanti dall'attuale.

8 Holmes 1928 Con l’aiuto delle onde sismiche, gli scienziati compresero che il mantello non era costituito da roccia solida e che, dunque, poteva muoversi e nel 1928, Arthur Holmes propose un meccanismo che consentiva il movimento dei continenti a seguito di questa nuova scoperta Egli ipotizzò che il calore intrappolato nella Terra originasse delle correnti convettive, vale a dire aree dove i fluidi al di sotto della crosta terrestre ascendono, si spostano lateralmente e discendono; le correnti ascenderebbero sotto i continenti, si espanderebbero ed infine discenderebbero sotto gli oceani.

9 Wadati 1935 e Benioff 1940 Nel 1935 uno scienziato giapponese, Kiyoo Wadati, affermò che i terremoti ed i vulcani situati vicino al Giappone avrebbero potuto essere correlati alla deriva dei continenti. Nel 1940, anche Hugo Benioff credette nella supposizione di Wadati e tracciò la posizione dei sismi profondi ai margini dell'Oceano Pacifico. La sua carta indica una catena di sismi che oggi è conosciuta come "Anello di fuoco del Pacifico" ed a partire da essa gli scienziati hanno tracciato la distribuzione dei vulcani e dei sismi nel mondo.

10 Distribuzione di sismi e dei vulcani
L’analisi sistematica dei sismi profondi permise di comprendere che essi non avvenivano casualmente sopra la superficie terrestre ma erano concentrati lungo vere e proprie linee, localizzate sulla crosta terrestre e corrispondenti al sistema mondiale delle dorsali e delle fosse oceaniche.

11 Hess 1962 e l’espansione dei fondali oceanici(termine coniato da Diez)
Nel 1962, Harry Hess propose un'idea radicale per spiegare la topografia del fondale oceanico e l'attività che esiste lungo le dorsali e le fosse, suggerendo che nuova crosta oceanica si origina dalle rift (spaccature) delle dorsali oceaniche ed il fondale e la roccia sottostante sono formati proprio dal magma che risale dalle profondità della Terra.. Questo spiegherebbe perché il sistema della dorsale è composto da rocce basaltiche, ovvero da rocce di origine vulcanica

12 E si comprende la subduzione di Benioff
Inoltre il movimento di allontanamento del fondale dalla dorsale, contribuì anche a spiegare la distribuzione dei sismi e dei vulcani scoperta da Wadati e Benioff, infatti, quando la litosfera sprofonda a livello delle fosse nell'astenosfera, si originano sismi e vulcani poiché le placche oceaniche dense (fatte da rocce basaltiche) vengono spinte sotto le placche continentali meno dense (fatte di rocce costituite per lo più di materiale granitico). L'immersione delle placche di subduzione, motiva la distribuzione dei sismi e dei terremoti.

13 Placche convergenti Nei margini convergenti due placche convergono, una delle due placche inizierà a scivolare al di sotto dell'altra penetrando nell'astenosfera dove inizia a fondersi per poi scomparire all'interno del mantello; si ipotizza che ciò avvenga intorno ai 700 Km di profondità poiché non si registrano terremoti al di sotto di tale profondità.

14 Piano di benioff gli ipocentri dei terremoti, lungo questo genere di margine, sono distribuiti lungo un piano inclinato in media di 45° che si immerge dalla fossa fin sotto il continente; questa zona è detta "piano di Benioff"; dalla scoperta di questo piano è nata la convinzione che la crosta oceanica scenda nel mantello dissolvendosi progressivamente in esso seguendo appunto il piano di Benioff.

15 Subduzione continentale oceanica
A seconda del tipo di margine coinvolto (continentale o oceanico) si possono avere dei risultati morfologici dell'ambiente notevolmente diversi. Quando una placca scivola al di sotto di un'altra allora si parla di zona di subduzione nella quale generalmente si ha la formazione di un prisma di accrezione, di un arco magmatico e di una fossa. Accanto schema della zone di subduzione continentale-oceanica.

16 1963 Fred Vine e Drummond Matthews: interpretano i pattern magnetici
La teoria della tettonica a placche doveva essere verificata affinché venisse accettata dalla comunità scientifica. La prova che il fondale oceanico si espandesse arrivò dal rilevamento di particolari disegni magnetici e nel 1963 Fred Vine e Drummond Matthews svilupparono una teoria per spiegare il pattern zebrato delle anomalie magnetiche. Proposero che i minerali ferrosi contenuti nella lava, eruttata in diversi momenti lungo la rift della dorsale, conservassero e registrassero in modo permanente le caratteristiche che il campo magnetico presentava in quel momento ed in quel luogo; ad esempio la lava eruttata quando il Polo Nord si trovava nell'emisfero Nord, riportava una polarità positiva, al contrario, lava eruttata quando il Nord magnetico era nell'emisfero Sud riportava una polarità negativa.

17 I pattern magnetici : le prove dell’espansione
Vine e Matthews proposero che la lava eruttata sul fondale oceanico in modo simmetrico rispetto alla rift, si solidificasse e si allontanasse prima che venisse eruttata nuova lava. Se il campo magnetico si è invertito nel tempo intercorso tra le due eruzioni, le due colate di lava daranno origine ad una serie di bande parallele caratterizzate da proprietà magnetiche differenti. L'abilità di Vine e Matthews nello spiegare il pattern delle anomalie magnetiche del fondale fornì la prova che il fondale si espandeva dalle dorsali.

18 Pattern a bande magnetiche

19 1965 Tuzo e la tettonica delle placche
Nel 1965, le idee della deriva dei continenti e dell'espansione dei fondali furono integrate nel concetto di Tettonica a placche da Tuzo Wilson. La tettonica divide lo strato superficiale della Terra in dodici placche litosferiche distinte, ognuna di circa miglia Queste placche fluttuano sulla sottostante astenosfera che, riscaldata dall'interno della Terra e divenuta plastica, si espande, diventa meno densa e si solleva. Incontrando la litosfera devia e trascina le placche lateralmente finché si raffredda e si condensa deviando nuovamente per completare il ciclo. Il movimento della placca è lento in termini di anni umani: circa 2 cm all'anno. Le placche interagiscono allontanandosi una dall'altra, scorrendo lateralmente o convergendo, cosa che comporta che una placca venga spinta sotto l'altra, oppure si corrugano dando origine a catene montuose.

20 Principali placche litosferiche in cui è suddivisa la superficie terrestre. Notare che i limiti di placca non corrispondono alle terre emerse, ma coincidono con i le aree maggiormente interessata da sismi ed eruzioni. (fig tratta Da Accordi, Lupia Palmieri, Parotto: il globo terrestre e la sua evoluzione Zanichelli).

21 Tutti i possibili margini

22 Margini di placca attivi
I margini convergenti o attivi, sono quelli in corrispondenza dei quali due zolle litosferiche si muovono una verso l'altra Quando le due zolle sono a contatto, se il movimento che le spinge non si ferma, una si incunea sotto l'altra e sprofonda verso l'astenosfera con un processo detto di subduzione In base al tipo di zolla che entra in contatto, i margini convergenti vengono distinti in margini di subduzione e in margini di collisione

23 subduzione Nei margini di subduzione ambedue le zolle sono oceaniche (tipo Marianne), oppure una zolla oceanica si immerge sotto una continentale (tipo andino o cileno). 

24 collisione Nei margini di collisione si scontrano due zolle continentali (tipo Alpino-Himalaiano), oppure la zolla in subduzione è continentale e quella soprastante oceanica (tipo Taiwan

25 Subduzione di crosta oceanica
Per la sue caratteristiche (alta densità, limitato spessore e bassa temperatura) una crosta oceanica sprofonda più facilmente di una di tipo continentale. La subsidenza che si verifica all'aumentare della distanza dalla dorsale (per raffreddamento, aumento della densità e carico di sedimenti), favorisce il fenomeno di subduzione della crosta oceanica sotto i blocchi continentali. Nei casi tipici di subduzione di crosta oceanica, in superficie si forma un allineamento di isole vulcaniche che sono parte del cosiddetto sistema arco-fossa. Gli elementi principali del sistema arco-fossa sono, dall'esterno verso la terraferma:

26 Arco vulcanico un arco vulcanico è formato dall'attività eruttiva che si manifesta nelle immediate vicinanze di una zona di subduzione a causa della differenza termica tra il mantello e la crosta oceanica, ricca di acqua, che vi si immerge e la sua conseguente fusione parziale. Questi archi, se l'attività vulcanica perdura sufficientemente a lungo, possono raggiungere delle notevoli dimensioni come dimostrano la penisola dell'Alaska, il Giappone e le Filippine. La fossa (chiamata anche tranches), è sostanzialmente la linea lungo la quale si ha l'effettivo scorrimento delle placche l'una sotto l'altra. Mediamente raggiungono una profondità di 7-9 km (la fossa delle Marianne raggiunge i metri circa) e ne sono state distinte 20 di maggiori dimensioni e la loro area è circa il 3%

27 Gli elementi del sistema arco fossa
. Gli elementi principali del sistema arco-fossa sono, dall'esterno verso la terraferma:fossa (profonda depressione più o meno riempita di sedimenti a seconda della distanza dalla terra emersa); zona di subduzione (dove è presente l'accumulo caotico di materiale sedimentario raschiato dalla zolla che si immerge); intervallo arco-fossa (zona che separa l'arco dalla fossa, con sedimenti poco o niente deformati); arco magmatico (fasce vulcaniche curvilinee, parallele alla fossa e alla zona di subduzione); retroarco (bacino posto tra la zona di arco e la zona continentale).

28 I sistemi arco fossa Nei casi tipici di subduzione di crosta oceanica, in superficie si forma un allineamento di isole vulcaniche che sono parte del cosiddetto sistema arco-fossa.

29 Angoli di subduzione Seguendo l'allineamento dei terremoti, si può tracciare il piano di Benioff che rispecchia la geometria della zolla che sprofonda La zona di Benioff ha inclinazione molto variabile nello spazio e nel tempo. In linea di principio essa e’tanto piu’ accentuata quanto piu’ la litosfera che va in subduzione e’ fredda e densa e, a parita’ di altrecondizioni, e’ condizionata dalla velocita’ di convergenza Nella subduzione a basso angolo, o di tipo Andino, una crosta oceanica si incunea sotto una continentale. Oltre alla geometria dell'immersione, le sue caratteristiche principali sono date dalla presenza di una fossa poco profonda perché non lontana dalla terraferma e in gran parte riempita da sedimenti, da un arco magmatico poco arcuato e da un bacino sedimentario, alle spalle dell'arco, impostato su crosta continentale assottigliata. Nella subduzione ad alto angolo, o tipo Marianne, una crosta oceanica viene subdotta sotto un'altra crosta oceanica. La fossa è molto più al largo, più profonda e contiene una minore quantità di sedimenti rispetto alle fosse di tipo andino.

30 Inclinazione del piano di Benioff

31 Tipi di arco vulcanico L'arco vulcanico presenta una forma arcuata e si trova sopra un tipo di crosta che può essere diverso a seconda di come si è formato il bacino di retroarco. per intrappolamento di una porzione di oceano (come nel caso delle  Aleutine) o per la fratturazione della zolla continentale interna, con un processo simile alla formazione di un nuovo margine passivo L'arco vulcanico si forma, a seconda dei due casi, o su crosta oceanica o su crosta continentale lacerata, lungo le cui fratture risalgono i magmi. Il vulcanismo attivo nei margini convergenti di zolla avviene in superficie nella zona dove il piano di Beioff ha una profondità di circa km.

32 Tipi di evoluzione degli archi
Gli archi magmatici hanno nel tempo una evoluzione diversa. Quelli intra-oceanici, caratteristici del Pacifico Occidentale (tipo Marianne), raggiungono la loro posizione quando si apre il bacino di retroarco. In pratica, l'arco si stacca dal continente e si sposta progressivamente verso l'oceano. In quelli impostati su crosta continentale (tipo Ande), nella parte interna del continente si formano ampie zone di sovrascorrimento che indicano la tendenza dell'arco ad essere compresso contro il blocco continentale

33 Prisma di accrezione gli appennini
Un prisma di accrezione non è altro che una serie di "scaglie", o prismi appunto, di materiale terrigeno, che si erano sedimentati sulla placca oceanica; questo spessore di sedimento in genere non scorre al di sotto della placca, ma si accumula contro il margine continentale durante la subduzione (questa dovrebbe appunto essere la genesi degli Appennini, almeno quelli Settentrionali, formate da scaglie di sedimenti durante la subduzione della placca Sardo-Corsa, la Sardegna per intendersi, al di sotto dell'Italia);

34 Collisione La collisione tra continenti – La catena dell’Himalaya e’ la conseguenza piu’ spettacolare dell’incontro tra le porzioni continentali di due placche convergenti. Quando un fenomeno di questo tipo si verifica, nessuna delle due placche puo’ entrare in subduzione a causa della bassa densita’ delle rocce costituenti. La crosta continentale si piega, si inarca, viene spinta in alto o di lato: si formano le catene di montagne.

35 Collisione India Asia La collisione tra l’India e l’Asia avvenuta circa 50 milioni di anni fa indusse il corrugamento del margine continentale eurasiatico e il suo accavallamento sulla placca indiana. La continua convergenza delle due placche per milioni di anni ha portato al lento sollevamento della catena himalayana e del plateau del Tibet.

36 Margini divergenti I margini divergenti o passivi, sono quelli in corrispondenza dei quali due zolle si allontanano una dall'altra. I margini passivi si trovano quasi tutti nei fondi oceanici, in corrispondenza delle dorsali medio-oceaniche. Le dorsali sono catene montuose che possono superare l'altezza di 2000 metri rispetto al fondo dell'oceano. Le loro creste si trovano in media sotto metri di acqua. La zona centrale di molte dorsali presenta una fossa, detta valle mediana o rift valley, larga km e profonda metri.

37 La grande dorsale La dorsale medio-oceanica è la più grande catena montuosa della Terra e si snoda sinuosamente attraverso tutti gli oceani del mondo. E' infatti una formazione continua, lunga Km Leopold Kober già nel dimostrò come questa si estendesse per tutto il mondo, furono Bruce Heeren e i suoi colleghi dell'Osservatorio geologico Lamont-Doherty della Columbia University i primi a descrivere in modo abbastanza dettagliato questa notevole dorsale, individuandone le peculiari caratteristiche dal punto di vista sismico e magnetico.

38 Il sistema delle dorsali

39 Dorsali a confronto

40 Dorsali oceaniche Lungo le dorsali oceaniche avvengono continuamente eruzioni, prevalentemente di tipo effusivo. Le colate di lava scendono dal rilievo della dorsale e si espandono nella piana abissale, dove formano la crosta oceanica che ricopre i fondali degli oceani

41 Emersione della dorsale
La dorsale medio-oceanica è quasi ovunque profondamente sommersa. L'Islanda rappresenta però un cosiddetto punto caldo della dorsale, dove enormi volumi di magma sono fuoriusciti dal mantello terrestre. Le rocce di Saint Paul nell'Oceano Atlantico centromeridionale sono un affioramento superficiale, causato da un sollevamento, di rocce ultrabasiche subcrostali di una zona di frattura. Molte isole vulcaniche, come le Azzorre e Sant'Elena, sono vulcani sovrapposti alla dorsale medio oceanica. L'espansione del fondo marino aggiunge agli oceani del mondo circa 2 Km² di fondo oceanico all'anno ed è sufficientemente rapida da ripavimentare l'intero fondo oceanico una volta ogni 150 milioni di anni.

42 La crosta oceanica in superficie si hanno basalti a cuscino (struttura a pillow);  a medie profondità un complesso stratificato (a lamine) di dicchi (dicchi dentro dicchi, come un infinito mazzo di carte);  a profondità di qualche chilometro si hanno rocce tipo gabbro (una roccia cristallina a grana grossa

43 La Rift valley I margini passivi possono formarsi anche in una crosta di tipo continentale. In questo caso, vaste aree continentali sono spezzate in due dalla formazione di lunghe fratture. Le fratture sono provocate da un alto flusso di calore dal mantello terrestre e sono interessate da diverse fasi di attività vulcanica Nell'arco di centinaia di milioni di anni, i due pezzi di continente si allontanano uno dall'altro e i bordi dei due nuovi continenti formano i margini continentali passivi

44 Da margine passivo continentale a oceanico
Lo stadio avanzato di un margine continentale passivo prevede la formazione di un oceano tra i due continenti che si allontanano. Quando l'oceano diventa ampio e profondo, al suo interno può formarsi una dorsale oceanica, cioé un margine passivo di tipo oceanico. 

45 Margini, ovvero faglie, trasformi
Due zolle possono scorrere una accanto all'altra, senza convergere o allontanarsi, se non in misura trascurabile. Gran parte delle fratture della crosta con questo movimento sono rappresentate da grandi faglie trasformi perpendicolari alle dorsali oceaniche Lungo le faglie trasformi il vulcanismo è scarso o assente.

46 Anomalie magnetiche e studio delle faglie lungo le dorsali

47 Formazione di margini trasformi
La formazione di queste fratture è legata principalmente alla diversa quantità di lava che viene emessa lungo la dorsale. Nei tratti in cui le colate sono più abbondanti, il fondo oceanico si allarga più velocemente e si stacca dalle zone che si dilatano più lentamente.

48 La terra ieri oggi e domani http://www.scotese.com (Martin Scotese)
650 m.a Precambriano Supercontinent Rodinia and Ice Hous... 514 m.a. tardo Cambriano: the beginning of the Paleozoic... 458 Ma Medio ordoviciano Ancient Oceans Separate the Contin... 425 Ma medio siluriano Continents Begin to Collide as Pa... 390 Ma Primo devoniano The Devonian Was the Age of Fish! 342 Ma primo carbonifero During the Early Carboniferous P... 306 Ma Tardo carbonifero The Late Carboniferous a Time of... 255 Ma primo permiano At the end of the Permian was Great... 237 Ma Primo triassico At the end of the Triassic, Pangea... 195 Ma Primo Giurassico Early Jurassic, the Dinosaurs spr... 152 Ma Tardo giurassico Pangea Begins to Rift Apart 94 Ma tardo cretaceo New Oceans Begin to Open 66 Ma Tra cretaceo e terziario The End of the Dinosaurs 50,2 Ma Medio eocene During the Early Cenozoic India beg... 14 Ma medio miocene The World Assumes a Modern Configurat... 18000 anni fa max estensione ultima glaciazione The Ear... fra 50 milioni di anni This is the way the World may look... Fra 150 milioni di anni The Atlantic Ocean begins to Close Fra 250 milioni di anni "Pangea Ultima" will form 250 mi...

49 650 m.a Precambriano Supercontinent Rodinia and Ice House World
This map illustrates the  break-up of the supercontinent, Rodinia, which formed 1100 million years ago.   The Late Precambrian was  an "Ice House" World, much like the present-day

50 514 m.a. tardo Cambriano: the beginning of the Paleozoic Era
with hard-shells appeared in great numbers for the first time during the Cambrian.  The continents were flooded by shallow seas.  The supercontinent of Gondwana had just formed and was located near the South Pole.

51 Ma Medio ordoviciano Ancient Oceans Separate the Continents
During the Ordovician ancient oceans separated the barren continents of Laurentia, Baltica, Siberia and Gondwana.  The end of the Ordovician was one of the coldest times in Earth history.  Ice covered much of the southern region of Gondwana

52 425 Ma medio siluriano Continents Begin to Collide as Paleozoic Oceans Close
Laurentia collides with Baltica closing the northen branch of the Iapetus Ocean and forming the "Old Red Sandstone" continent.  Coral reefs expand and land plants begin to colonize the barren continents

53 390 Ma Primo devoniano The Devonian Was the Age of Fish!
By the Devonian the early Paleozoic oceans were closing, forming a "pre-Pangea".  Freshwater fish were able to migrate from the southern hemisphere continents to North America and Europe.  Forests grew for the first time in the equatorial regions of Artic Canada.

54 342 Ma primo carbonifero During the Early Carboniferous Pangea Begins to Form
.During the Early Carboniferous the Paleozoic oceans between Euramerica and Gondwana began to close, forming the Appalachian and Variscan mountains.   An ice cap grew at the South Pole as four-legged vertebrates evolved in the coal swamps near the Equator.

55 306 Ma Tardo carbonifero The Late Carboniferous a Time of Great Coal Swamps
By the Late Carboniferous the continents that make up modern North America and Europe had collided with the southern continents of Gondwana to form  the western half of Pangea.  Ice covered much of the southern hemisphere and vast coal swamps formed along the equator.

56 255 Ma primo permiano At the end of the Permian was Greatest Extinction of All Time
Vast  deserts covered western Pangea during the Permian as reptiles spread across the face of the supercontinent.  99% of all life perished during the extinction event that marked the end of the Paleozoic Era.

57 237 Ma Primo triassico At the end of the Triassic, Pangea began to rift apart
The supercontinent of Pangea, mostly assembled by the Triassic, allowed land animals to migrate from the South Pole to the North Pole.  Life began to rediversify after the great Permo-Triassic extinction and warm-water faunas spread across Tethys

58 195 Ma Primo Giurassico Early Jurassic, the Dinosaurs spread across Pangea
By the Early Jurassic, south-central Asia had assembled.  A wide Tethys ocean separated the northern continents from Gondwana.  Though Pangea was intact, the first rumblings of continental break up could be heard. (Martin Scotese)

59 152 Ma Tardo giurassico Pangea Begins to Rift Apart
The supercontinent of Pangea began to break apart in the Middle Jurassic.  In the Late Jurassic the Central Atlantic Ocean was a narrow ocean separating Africa from eastern North America.   Eastern Gondwana had begun to separate form Western Gondwana

60 94 Ma tardo cretaceo New Oceans Begin to Open
Open During the Cretaceous the South Atlantic Ocean opened.  India separated from Madagascar and raced northward on a collision course with Eurasia. Notice that North America was connected to Europe, and that Australia was still joined to Antarctica.

61 66 Ma Tra cretaceo e terziario The End of the Dinosaurs
The bull's eye marks the location of the Chicxulub impact site.   The impact of a 10 mile wide comet caused global climate changes that killed the dinosaurs and many other forms of life.  By the Late Cretaceous the oceans had widened, and India approached the southern margin of Asia.

62 50,2 Ma Medio eocene During the Early Cenozoic India began to Collide with Asia
million  years ago India began to collide with Asia forming the Tibetan plateau and Himalayas.  Australia, which was attached to Antarctica, began to move rapidly northward

63 14 Ma medio miocene The World Assumes a Modern Configuration
20 million years ago, Antarctica was coverd by ice and the northern continents were cooling rapidly.  The world has taken on a "modern" look, but notice that Florida and parts of Asia were flooded by the sea

64 18000 anni fa max estensione ultima glaciazione The Earth has been in an Ice House Climate for the last 30 million years When the Earth is in its "Ice House" climate mode, there is ice at the poles.  The polar ice sheet expands and contacts because of variations in the Earth's orbit (Milankovitch cycles).  The last expansion of the polar ice sheets took place about 18,000 years ago.

65 Era moderna The Present-day world has well defined climatic zones
We are entering a new phase of continental collision that will ultimately result in the formation of a new Pangea supercontinent in the future.  Global climate is warming because we are leaving an Ice Age and because we are adding greenhouse gases to the atmosphere

66 fra 50 milioni di anni This is the way the World may look like 50 million years from now!
If we continue present-day plate motions the Atlantic will widen, Africa will collide with Europe closingthe Mediterranean, Australia will collide with S.E. Asia, and California will slide northward up the coast to Alaska.

67 Fra 150 milioni di anni The Atlantic Ocean begins to Close
New subduction zones along the eastern coasts of North America and South America will begin to consume the ocean floor separating North America from Africa.  About 100 million years from now the present-day Mid-Atlantic Ridge will be subducted and the continents will come closer together.

68 Fra 250 milioni di anni "Pangea Ultima" will form 250 million years in the Future
The next Pangea, "Pangea Ultima" will form as a result of the subduction of the ocean floor of the North and South Atlantic beneath eastern North America and South America.  This supercontinent will have a small ocean basin trapped at its center.


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