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Gli approcci alle relazioni internazionali

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Presentazione sul tema: "Gli approcci alle relazioni internazionali"— Transcript della presentazione:

1 Gli approcci alle relazioni internazionali
Approccio Realista centralità del problema della sicurezza Status quo hobbesiano Equilibrio di potenza (balance of power) Approccio neo-liberale centralità dell’interdipendenza propensione “naturale” alla cooperazione comune interesse ad evitare catastrofi

2 Visioni dell’ordine internazionale
Visione “realista”: l’ordine internazionale è una chimera; gli stati vivono in una condizione anarchica Visione “pacifista”: l’uso della forza nella costruzione dell’ordine internazionale non è mai ammesso (a prescindere dalle circostanze) Visione “rivoluzionaria”: l’ordine internazionale oggi possibile è indesiderabile; occorre destabilizzare lo status quo per ottenere l’ordine migliore

3 L’evoluzione dello scenario internazionale dal 1989 a oggi
Fino al 1989: contrapposizione fra blocchi (bipolarismo – Balance of power) Dopo il 1989 non si è avuta l’occasione di negoziare un nuovo sistema di regole (l’89 come rivoluzione “pacifica”) Si è avuto un allargamento dell’area democratica (senza contrapposizione conflittuale con quelli restati “fuori”) Si è verificato un avvicinamento alle istituzioni regolatrici del contesto occidentale (allargamento UE e N.A.T.O.; ingresso di alcuni paesi nella W.T.O. ecc.)

4 L’evoluzione dello scenario internazionale dal 1989 a oggi
Alcuni interventi: Desert Storm (1991) coalizione guidata dagli USA e secondo la procedura dell’intervento per difesa di uno stato offeso (Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite) Somalia (1993) operazione dell’ONU a carattere umanitario con contingente USA indipendente e mandato di peace enforcement

5 L’evoluzione dello scenario internazionale dal 1989 a oggi
Bosnia ( ) sette missioni sotto egida ONU, seguite da intervento della N.A.T.O. Kosovo (1999) intervento della N.A.T.O. dopo la latitanza dei paesi europei confinanti, con successivo intervento degli USA (e legittimazione post hoc dell’ONU) ► cresce il ruolo di peace keeper dell’ONU

6 L’evoluzione dello scenario internazionale dal 1989 a oggi
11 settembre (Twin Towers) Casus belli Cornice “multilaterale” Uso legittimo della forza (connivenza del regime talebano con Al Qaeda) Enduring Freedom: truppe di 20 stati diversi, successivo peace keeping e (agosto 2003) comando N.A.T.O.

7 L’evoluzione dello scenario internazionale dal 1989 a oggi
Guerra in Irak (2003) Cambia l’impronta e l’indirizzo della politica estera americana: Rifiuto di una cornice “multilaterale” Avvio di una strategia di potenza “unilaterale” attraverso l’uso preventivo della forza (dottrina Rumsfeld)

8 L’evoluzione dello scenario internazionale dal 1989 a oggi
La vittoria di Barack Obama Il cambio di orientamento in politica estera L’apertura verso il mondo musulmano Uso dello Smart Power (potere intelligente): diversi strumenti economici, culturali, legali, diplomatici, militari (Wilson, Roosevelt, Truman e Kennedy) Diverso atteggiamento in Irak (exitstrat 2011) Continua la guerra in Afghanistan (inizio ritiro 2013)

9 L’evoluzione dello scenario internazionale dal 1989 a oggi
Mission and Manifest Destinity: lotta per l’affermazione della democrazia Fra Jackson e Wilson … fino ai Reagan Democrats di B. Clinton In contrasto con i possibili principi di legittimazione della “guerra giusta” Smart and Soft Power

10 Le caratteristiche dell’UE
I tre principali approcci: Intergovernativo: accordi fra governi degli stati Sovranazionale: una polity federata che prende decisioni autonome Multidimensionale: una polity stratificata, multilivello e multiagenzia

11 Le trasformazioni del sistema internazionale dopo la seconda guerra mondiale
Organizzazioni internazionali globali e regionali Blocco comunista Patto di Varsavia Comecon ecc. Blocco occidentale Nato e organizzazioni economiche Sviluppo di attori non governativi

12 Le Istituzioni dell’Unione europea
Consiglio dei ministri europeo Commissione Rappresenta i governi nazionali Parlamento europeo Fiducia Corte di giustizia Legittimazione diretta Comitato economico e sociale Comitato delle regioni Banca centrale europea Banca europea investimenti Corte dei conti

13 Politica e politiche dell’Europa unita
Piena sostituzione (mercato agricolo, moneta) Livello di policy Affiancamento (telecomunicazioni, bilancio, welfare,…) Politiche in ritardo di coordinamento (bilancio, difesa e sicurezza) Convitati europei in sede istituzionale: modello bicefalo fra Commissione e Consiglio Livello di politics Crescente attenzione verso i partiti europei: un sistema dei partiti in via di formazione Abbattimento delle frontiere Livello di polity Nuovi simboli (la bandiera… l’identità) La moneta unica … Euro e Dollaro

14 Verso un’Unione Europea protagonista
Politica estera e di sicurezza Cellula di difesa dell’UE (Moms), rapporti con la N.A.T.O. Oltre il “dualismo” fra Alto Rappresentante per la Politica estera e Commissario per gli Affari esteri … il Ministro degli Esteri dell’UE (VicePresidente Commissione) Il seggio UE alle Nazioni Unite

15 Verso un’Unione Europea protagonista
Il ruolo delle “cooperazioni rafforzate” Una politica economica, finanziaria e di bilancio dell’Unione Banca Centrale e Bilancio dell’UE Euro e area di influenza monetaria (il confronto commerciale con gli USA, il confronto monetario con il Dollaro)

16 Una dinamica di integrazione spontanea e incrementale
Spillover … Funzionale: dall’integrazione economica verso la necessità di integrazione politica (allargamento) Politico: dalle decisioni a livello statale alle decisioni a livello sovranazionale

17 I tre pilastri dell’Unione Europea
Primo pilastro: integrazione economica, le comunità che hanno fatto la storia europea: CEE (Trattato di Roma, 1957) EURATOM (Trattato di Roma, 1957) CECA (Trattato di Parigi, 1951) UE: Atto Unico Europeo (Lux 1986) Trattato Comunità Europea (Amsterdam, 1997), Euro (1992) IL MODELLO SOVRANAZIONALE

18 I tre pilastri dell’Unione Europea
Secondo pilastro: politica estera e di sicurezza comune, oltre la NATO, l’Alto Commissario per la Politica estera … Terzo pilastro: cooperazione giudiziaria e di polizia, Europol, Archivi di polizia comuni … IL MODELLO INTERGOVERNATIVO

19 L’approccio multidimensionale
UE manca di alcuni attributi dello stato weberiano: monopolio della forza, potere di imposizione fiscale, sistema giudiziario efficace e unitario UE detiene molti poteri tipici dello stato nazionale: regolazione dei mercati e della moneta, attuazione di politiche pubbliche, gestione di un bilancio, la fissazione delle elezioni

20 L’approccio multidimensionale
Un sistema di governance su più livelli: locale, regionale, nazionale, sovranazionale Attori governativi e agenzie non governative Regolazione anziché comando: ricorso a strumenti di coordinamento (benchmarking, peer review, policy learning, open coordination)

21 Le caratteristiche del sistema politico
Natura mista: federale e confederale Consiglio: una sorta di Camera degli stati (rappresentanti governi nazionali) Commissione: organo esecutivo (controllo attuazione decisioni del consiglio e primato nel procedimento legislativo) Parlamento: veto power in alcune aree della legislazione

22 Il processo legislativo
Commissione: formulazione di proposta di legge Invio al Parlamento (potere emendativo) Consiglio discute la proposta dopo il Parlamento CONSULTAZIONE: adozione della legge con voto unanime o MQ (prima proc. Standard) COOPERAZIONE: adozione di posizione comune con event. Emendam.ti a MQ (UEMonetaria) CODECISIONE: adozione di PC con event. Emendam.ti a MQ (diverse basi giuridiche)

23 Il processo legislativo
CONSULTAZIONE Proposta Commissione inviata a Consiglio e Parlamento Dibattito nel Consiglio Raccolta opinioni (Comitato regioni e Comitato economico sociale) Decisione del Consiglio Emendamenti della Commissione

24 Il processo legislativo
COOPERAZIONE Proposta Commissione inviata al Consiglio e al Parlamento Raccolta opinioni (Comitato regioni e Comitato economico sociale, Parlamento in 1° lettura) Adozione “posizione comune” del Consiglio a MQ Esame del Parlamento in 2° lettura

25 Il processo legislativo
SE Parlamento approva il Consiglio approva SE Parlamento boccia, il Consiglio supera a maggioranza assoluta SE il Parlamento propone emendamenti A MQ il Consiglio approva e adotta Il Consiglio boccia (Com. conciliazione) Se c’è accordo la decisione è adottata Se non c’è accordo, il Consiglio a maggioranza assoluta conferma la “posizione comune”

26 Il processo legislativo
CODECISIONE si torna in Parlamento SE ci sono emendamenti di EurParl che il Consiglio respinge Si riparte dalla “posizione comune” Esame del Parlamento in 2° lettura Il Parlamento non adotta/adotta Il Parlamento propone emendamenti 2.1 Il Consiglio adotta emendamenti e approva 2.2 Il Consiglio non adotta emendamenti … 3. Si forma il Comitato di conciliazione 3.1 Disaccordo, ergo atto non adottato 3.2 Accordo: EurParl e Consiglio approvano/non approvano


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