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PubblicatoCarlita Alessi Modificato 11 anni fa
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D.T.P. PSICOLOGO della Polizia di Stato PAGLIAROSI Dr.ssa Cristina
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PERCHÉ ALCUNI GIOVANI SONO VIOLENTI CON I LORO COETANEI?
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IL BULLISMO: abuso sistematico di potere
Aggressività fisica Aggressività verbale Aggressività indiretta o manipolazione sociale
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CHI È IL BULLO? Ragazzo che:
Combatte la NOIA e il senso di INADEGUATEZZA attraverso esibizioni di forza fisica, peseudomaturità, potere e attraverso il tentativo di controllo sull’altro e/o sugli oggetti dell’altro. Tenta di costruire la propria identità attraverso gesti di prevaricazione che assumono il significato di CONFERIRE IMPORTANZA a un individuo che sente di non poterla avere altrimenti… Le ragazze BULLE tendono a mettere in atto comportamenti sregolati in ambito sessuale e/o relazionale
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IL BULLISMO RELAZIONALE
Vittime passive Vittime che provocano Bulli/vittime SPETTATORI
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PRECURSORI DEL BULLISMO
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività Disturbo della condotta Disturbo oppositivo provocatorio
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Criteri di lettura degli atti bulli
DA PARTE DEL BULLO: mezzo per sentirsi grandi, affermarsi, “esserci”, in un contesto nel quale mancano regole e valori forti che indirizzano il ragazzo verso iniziative più costruttive. Si desidera apparire più grandi, più adulti DA PARTE DEI MASCHI SPETTATORI: reagiscono con indifferenza o addirittura a favore dei bulli. Li considerano ragazzi arrabbiati e forti, come dimostrazione di virilità DA PARTE DELLE FEMMINE SPETTATRICI: colgono “qualcosa che non va” negli atti di prevaricazione, lo considerano solo, triste e debole
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LA FAMIGLIA DEL BULLO Disciplina rigida, ma raramente atti di violenza contro di loro. Sentono i membri della famiglia distanti e poco coinvolti; Relazione tra fratelli spesso caratterizzate da lotte per la dominanza. Spesso assenza di figura paterna
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LA FAMIGLIA DEL BULLO/VITTIMA
Presenza di violenza contro i bambini o tra membri adulti della famiglia; conflitti tra coniugi; criteri educativi incoerenti e difficoltà di controllo da parte dei genitori. Spesso assenza di figura paterna
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LA FAMIGLIA DELLE VITTIME PASSIVE
Non particolarmente conflittuali o disadattate; madri iperprotettive che percepiscono i figli come particolarmente vulnerabili. Può esserci la tendenza di assumere il ruolo di vittima in maschi che hanno un padre critico e distante: in tal modo il padre non rappresenta un modello maschile valido per il figlio
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COME PREVENIRE IL BULLISMO?
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CAPACITÀ Di RISOLUZIONE DEL CONFLITTO
Dipende da: Abilità di rapportarsi agli altri e di mettersi nei loro panni Capacità di immaginare le intenzioni proprie e altrui Capacità di saper tollerare le delusioni e le frustrazioni
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Concetto di MOI (Modello Operativo Interno)
I MOI sono rappresentazioni mentali, costruite dall’individuo come strutture mentali che contengono le diverse configurazioni (spaziale, temporale, causale) dei fenomeni del mondo e che hanno la funzione di veicolare la percezione e l’interpretazione degli eventi, consentendogli di fare previsioni e crearsi aspettative sugli accadimenti della propria vita relazionale. Sono, in definitiva, modelli di sé-con-l’altro (Liotti, 2001), vale a dire dunque della relazione
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J. BOWLBY E LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Stile di Attaccamento sicuro Stile di Attaccamento insicuro ambivalente Stile di Attaccamento insicuro evitante Stile di Attaccamento disorganizzato
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Processo di alfabetizzazione emotiva attraverso il rispecchiamento del caregiver Accoglienza del mondo emotivo del bambino ed interiorizzazione della qualità dell’accudimento
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