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Paradigmi della conoscenza e sviluppo di modelli didattici

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Presentazione sul tema: "Paradigmi della conoscenza e sviluppo di modelli didattici"— Transcript della presentazione:

1 Paradigmi della conoscenza e sviluppo di modelli didattici
Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

2 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig
Nelle sue forme progettuali ed attuative la didattica si avvale di strumenti e metodologie che si sono affermati in specifici contesti culturali; buona parte dei riferimenti teorici più diffusi sono stati mutuati da movimenti culturali ed elaborazioni teoriche sviluppatesi soprattutto nel secondo dopoguerra. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Contesto internazionale Kuhn (1978), in un suo classico lavoro, descrive gli avanzamenti della scienza attraverso un'alternanza di fasi "paradigmatiche" e di fasi "normali". (1) Nel linguaggio kuhniano, due "paradigmi", o comunque due fasi cruciali, si impongono nella storia del pensiero didattico degli ultimi cinquant'anni. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Il primo si colloca negli anni '50-'60, il secondo negli anni '80-'90; il primo presuppone una concezione lineare e gerarchica della scienza e trova il suo sbocco applicativo più evidente nel movimento per la progettazione curricolare, il secondo si colloca all'interno di una concezione più complessa e problematica della conoscenza, che oggi nel dibattito internazionale viene comunemente definita con il termine costruttivismo e trova le sue più forti implicazioni didattiche in concetti quali quello di "ambiente", "comunità di dialogo", comunità di apprendimento","circoli di apprendimento". Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

5 Anni ’50 – ‘60 Anni ’80 – ‘90 Sbocco applicativo: Sbocco applicativo:
Concezione più complessa e problematica della conoscenza Concezione lineare e gerarchica della scienza Sbocco applicativo: Costruttivismo (ambiente, comunità di dialogo, comunità di apprendimento) Sbocco applicativo: Programmazione curricolare Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Più analiticamente. Negli Stati Uniti al termine della II guerra mondiale lo sforzo militare culminato nella bomba atomica mette in moto un eccezionale avanzamento della ricerca scientifica; fisica e matematica danno vita a nuove promettenti discipline(2) e si presentano come il modello indiscusso di ciò che si deve intendere per "scienza": questa si differenzia nettamente da forme di pensiero che non sono ritenute scientifiche (arte, filosofia, narrazione ecc.); la conoscenza in generale è vista come una rappresentazione "oggettiva“, formalizzabile, verificabile di una realtà esterna ad essa. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Sul piano politico siamo nel clima della guerra fredda; l'alleato sovietico si è trasformato ormai in un temibile rivale; il lancio del primo sputnik sovietico rappresenta uno shock per gli americani confermando ai loro occhi che l'Unione Sovietica ha acquisito un vantaggio sul piano della ricerca scientifica e del sistema educativo. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Sul piano dei modelli didattici uno dei bersagli preferiti delle critiche diventano in questi anni gli approcci pedagogici "progressivi" del periodo prebellico che avevano trovato nell'attivismo (scheda) ed in J.Dewey il suo più significativo esponente; la scuola attiva, con la sua indulgente attenzione all'"interesse" del bambino, al "progetto", appare aver peccato d'ingenuità, dando vita ad approcci basati in pratica su un laisser faire attesistico ed infruttuoso, riconosciuti adesso come causa di un reale impoverimento culturale. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Un forte bisogno di reagire all'ambiguità ed all'intuizionismo spicciolo, una salda fiducia nella scienza convergono in una comune direzione: occorre definire rigorosamente concetti e contenuti, tragitti di apprendimento, obiettivi, sistemi di valutazione; l'attenzione si sposta dagli interessi del fanciullo alla identificazione delle idee essenziali presenti nei saperi scientifici, alla struttura delle conoscenze, a come esse sono articolabili, alle connessioni specifiche in cui si possono suddividere i processi per la loro acquisizione. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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I saperi organizzati, le discipline incorporano in forma necessariamente sintetica esperienze accumulate nel corso della storia che nella maggior parte dei casi è impossibile far "riscoprire" induttivamente ai bambini; si tratta allora di studiare i modi ottimali secondo i quali i diversi ambiti del sapere possono essere essenzializzati ed esemplificati ai vari livelli di età. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Gli orientamenti che emergono in quegli anni, pur nella loro diversità, concordano dunque nella esigenza di definire un approccio “scientifico- razionale” all’organizzazione didattica, alla sua strutturazione sequenziale, alla valutazione “oggettiva” degli apprendimenti, in altri termini di formulare adeguate “teorie dell’istruzione”. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Per far ciò, anziché procedere dall' allievo, ricercando i suoi interessi, si trova più utile mettere in primo piano l'obiettivo e l'analisi delle prestazioni così come vengono eseguite dagli individui abili: il modello che si afferma è quello della task analysis cioè dell'analisi dei requisiti di base per l'esecuzione di un compito, con la conseguente scomposizione di funzioni e processi, dai più complessi a quelli più semplici. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Ogni compito, anche complesso, appare riducibile, si può per esso ipotizzare una gerarchia di apprendimenti che ha alla sommità il compito-obiettivo finale. In linea generale i criteri principali di quello che diverrà l'approccio curricolare possono così essere sintetizzati: definire operativamente l’obiettivo da conseguire; valutare le conoscenze in ingresso; scomporre analiticamente l’obiettivo in sottobiettivi elementari sino ad incontrare le conoscenze in ingresso; fornire un sistema di feed-back durante il processo. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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In questa comune direzione confluiscono diversi apporti di segno diverso, alcuni provenienti più espressamente dal mondo educativo, altri dall'ambito scientifico (comportamentismo e cognitivismo, scheda). Vediamo meglio. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Negli anni precedenti la guerra un geniale educatore, Tyler, aveva capovolto la tradizionale impostazione allora imperante nella psicometria scolastica sottolineando che la valutazione doveva essere definita in rapporto agli obiettivi da conseguire nel piano educativo. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Nel '49 esce un suo saggio destinato a rappresentare un riferimento per gli anni successivi (Tyler 1949) in cui egli indica alcune domande fondamentali a cui bisogna rispondere quando si voglia sviluppare qualsiasi curricolo o piano educativo. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Le domande sono: Quali sono le finalità educative che la scuola dovrebbe raggiungere? Quali esperienze educative, verosimilmente adatte a raggiungere queste finalità sono disponibili? Come possono in concreto essere organizzate queste esperienze? In che modo si può verificare se le finalità sono state raggiunte? Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Un allievo di Tyler, Bloom, dà vita in quegli stessi anni ad alcune iniziative volte a mettere ordine nei criteri della valutazione scolastica: allo stesso modo in cui le tassonomie si usano nelle scienze può essere utile avvalersene come sistemi di ordinamento e classificazione degli obiettivi didattici, per rendere meglio comparabili le esperienze tra insegnanti (scheda Obiettivi e tassonomie). Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Un pò dovunque si avverte il bisogno di ridurre l'ambiguità dell'attività didattica "operazionalizzando“* i comportamenti in uscita, vale a dire abbinando alle parole (o concetti) impiegati per definire gli obiettivi la concreta indicazione di prove e situazioni operative atte a misurare gli aspetti in questione, secondo un approccio che riflette orientamenti diffusi nella fisica. * L'influenza viene dall'operazionalismo, un particolare orientamento sostenuto nella fisica da Bridgman, secondo cui i concetti devono essere definiti in termini di operazioni o processi allo scopo di eliminare dalla conoscenza scientifica le ambiguità terminologiche. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Se gli obiettivi didattici vengono accuratamente descritti, classificati e, ragionevolmente, operazionalizzati dovrebbero essere possibili comparazioni più precise tra esperienze diverse; ciò dovrebbe consentire anche un avanzamento della conoscenza didattica. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Nel '54 esce un saggio fondamentale di Skinner,The science of the learning and the art of the teaching, lavoro che darà il via ad una vasta fioritura di studi sull'istruzione programmata e sull'impiego di macchine nei processi di apprendimento. Skinner è il più significativo rappresentante del comportamentismo, un orientamento che ha dominato la psicologia scientifica statunitense dagli anni venti. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Presupposto del comportamentismo è il requisito della osservabilità del comportamento oggetto di studio: si può studiare solo il comportamento esterno, osservabile, oggetto di dinamiche stimolo-risposta; nulla dunque si può invece dire su quanto accade all'interno dell'individuo, in quella scatola nera che si chiama mente. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Fautore di un approccio scientifico ai problemi dell'educazione Skinner in sostanza sostiene che si sa ormai abbastanza su come si apprende; si tratta di applicare i principi conosciuti sull'apprendimento, in particolare il rinforzo positivo, alla didattica nei suoi vari contesti d'uso. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Il 1959, l'anno della famosa Conferenza di Woods Hole in cui un gruppo di studiosi coordinato da Bruner (vedi scheda) si riunisce per progettare nuove teorie dell'istruzione, si può prendere simbolicamente come inizio del curriculum movement. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Per Bruner una teoria dell'istruzione dovrebbe indicare le esperienze più efficaci per favorire l'apprendimento, specificare i modi in cui va strutturato un complesso di conoscenze per essere compreso più prontamente dal discente, la natura e gradualità di ricompense e punizioni nel processo; nell'intento di definire una teoria ottimale dell'istruzione, Bruner propone i concetti di struttura e di apprendimento a spirale. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Negli stessi anni si sviluppa la rivoluzione cognitivista che via via assumerà un ruolo dominante; è cresciuta l'insoddisfazione verso il comportamentismo che pregiudizialmente esclude la possibilità di studio della mente; più autori sottolineano adesso che si può conoscere anche ciò che accade all'interno del soggetto. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Si può entrare nel pensiero studiando le strategie ed i processi inferenziali di un giocatore, come fa Bruner, i piani del comportamento come fa Miller, le strutture del linguaggio come fa Chomsky, oppure simulando i processi mentali con un computer come fa Simon. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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In particolare i primi calcolatori che risolvono problemi matematici rappresentano la prova convincente che la mente può essere studiata e "modellizzata" con metodi scientifici. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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In sintesi alla fine degli anni cinquanta attraverso orientamenti diversi, in certi casi anche contrapposti, quali il comportamentismo skinneriano, lo sviluppo dell'orientamento tassonomicocurricolare e la nascita della scienza cognitiva coi suoi risvolti cibernetico-informatici e psicolinguistici, si prendono le distanze da una tradizione didattica prevalentemente ispirata all’attivismo deweyano. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Negli anni immediatamente successivi (anni '60), che nell'ottica dello schema kuhniano potremmo vedere come anni di "scienza normale", si "implementano" queste originarie formulazioni teoriche attraverso un intenso fervore di applicazioni curricolari ed esperienze operative; suggerimenti di provenienza comportamentistica e cognitivistica tendono ormai ad integrarsi nella proposizione di nuovi modelli didattici e curricolari. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Uno dei modelli più fortunati è il mastery learning (apprendimento per la padronanza, Bloom e Block, 1971): si ritiene possibile poter portare tutti i soggetti ad una padronanza completa degli obiettivi, purché questi siano ben identificati sin dall'inizio agli occhi degli allievi ed "operazionalizzati", una volta che il tragitto sia suddiviso in piccole unità e si forniscano agli allievi feed back immediati e frequenti con brevi percorsi individualizzati di recupero di fronte alle loro eventuali difficoltà. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Il concetto di individualizzazione dell'apprendimento è un altro elemento in evidenza nella ricerca di questi anni in modelli quali il mastery learning e simili, che prevedono sia una forte strutturazione degli obiettivi sia una differenziazione dei percorsi in funzione delle specifiche difficoltà degli studenti. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Gli anni '60 tuttavia vedono anche significativi ampiamenti in altre direzioni, ad esempio quelli di Ausubel (1968) che propone il concetto di advance organizer o gli studi sulla creatività (Gordon, Guilford, Torrance, Barron): al di là del pensiero "convergente" si sottolinea come esistano modalità cognitive che la psicometria classica ha decisamente trascurato (il pensiero divergente, la creatività), dimensioni che acquistano anche una particolare eco nelle critiche avanzate dalla rivoluzione studentesca del '68. ** Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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** Nota: Meno evidenti, anche se ugualmente importanti, sono i contributi teorici provenienti dalla Gestalt, un movimento, i cui principali teorici furono i tedeschi Wertheimer, Koffka e Kohler, che si opponeva al comportamentismo già negli anni venti: l'idea base è che non si reagisce semplicemente ad un insieme di dettagli distinti ma ad una complessa struttura di stimoli. Dalla Gestalt derivano due orientamenti importanti per le problematiche didattiche: gli studi sulle caratteristiche percettive e strutturali dei problemi che si debbono affrontare (si pensi al problem solving ed al pensiero creativo), lo sviluppo della psicologia fenomenologica e delle dinamiche di gruppo. Nel '59 Wertheimer, in un classico lavoro sul pensiero produttivo esalta l'insight contrapponendolo alla memorizzazione e dà un significativo contributo agli studi sul pensiero creativo. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Sul piano della psicologia clinica e della personalità autori come Rogers e Maslow sviluppano teorie sulle dinamiche della personalità che avranno grande influenza futura, in particolare nella didattica per adulti mentre i modelli lineari informazionali della comunicazione (Shannon, Weaver) cominciano ad essere messi in crisi dalle emergenti concezioni ecologiche e pragmatiche che la scuola di Palo Alto viene formulando. Tra i principi fondamentali della scuola di Palo Alto (località della California in cui ebbe origine questo orientamento) ricordiamo i primi due: non si può non comunicare (qualunque comportamento, anche i silenzi, l'inattività ecc.. hanno valore di messaggio); ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione (esiste dunque sempre anche una "metacomunicazione"). Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Si può dire che è negli anni '70 che l'orientamento razionalistico alla base del cognitivismo Information Processing tocca il suo acme; sono ormai chiare le idee su cui esso poggia: la conoscenza è riflesso della realtà, è formalizzabile, può essere descritta attraverso particolari tipi di elaborazione, è implementabile in una macchina; il computer è una sorta di laboratorio della mente che permette sia di simulare l'intelligenza umana, sia di fornire modelli sul suo funzionamento. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Allo stimolo esterno comportamentistico si è sostituita l'informazione; questa viene ricevuta dall'esterno ed elaborata all'interno, accolta dapprima in una memoria di lavoro, eventualmente trasferita in una memoria a lungo termine; fioriscono modelli sul trattamento dell'informazione e sulle tipologie delle memorie interne; queste teorie sembrano trovare conferma nei successi che vengono nello stesso periodo conseguiti nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale (I.A.) e dall’allestimento di motori inferenziali applicati nei primi sistemi esperti. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Nel frattempo il cognitivismo si viene arricchendo di altre sfaccettature. Un campo di applicazione particolare è quello delle strategie relative alla lettura ed alla scrittura; nel corso degli anni ‘70 - '80, anche in rapporto alla diffusione dei personal computer i modelli cognitivistici si evolvono: attività come quelle della lettura e della scrittura, tradizionalmente descritte come "top-down", vengono ora viste come attività circolari da autori come Flower, Bereiter, Scardamalia. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Un altro ambito di studi, sicuramente non nuovo, ma che trova un rinato impulso in questi anni è quello della "metacognizione", a cui danno significativi apporti autori come Flavell ed Ann Brown. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Negli stessi anni Cole, Scribner e Bruner, estendendo alcune premesse vygotskiane, cominciano ad occuparsi del contesto culturale dell'apprendimento e del pensiero avviando un fruttuoso dialogo con gli apporti della psicologia interculturale destinato ad ampliarsi sino a diventare una delle fonti di riflessione educativa più fruttuose dei nostri giorni. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Durante gli ultimi quindici- venti anni alcuni aspetti dominanti prendono progressivamente il sopravvento; la riflessione si accentra sempre più sul modo in cui la mente crea conoscenza (in forma non lineare, ricorsiva, meno prevedibile negli esiti), sul controllo cosciente del processo conoscitivo (metacognizione), sugli aspetti negoziali ed ermeneutici della conoscenza (ricerca valutativa), sul carattere distribuito e situato della conoscenza, sulle molteplici forme dell'intelligenza, sul rapporto tra apprendimento scolastico e quotidiano, formale e non formale, sulle dinamiche (interazioni, integrazioni) del rapporto mente-media, su forme di valutazione di tipo qualitativo ed autovalutativo (diari, contratti di apprendimento, dossier ecc.). Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

42 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig
E' nel corso degli anni ‘80 che diventano sempre più forti i segni di insoddisfazione complessiva verso il "paradigma" tradizionale; quella particolare “solidarietà” tra modello della conoscenza (come acquisizione- elaborazione di informazioni), modello curricolare (di tipo gerarchico-sequenziale) e modello didattico (di tipo istruttivo) che si era consolidata negli anni '50-70, comincia adesso a vacillare; si avverte più intensamente la necessità di uscire da una tradizione oggettivistica e razionalistica, fosse essa di taglio comportamentistico o cognitivistico, che non appare più capace di fronteggiare le nuove istanze emergenti. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

43 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig
I modelli per la rappresentazione della conoscenza si confrontano con dimensioni più irregolari, più "narratologiche"; la visione della mente si allontana dai modelli tipici degli anni '60, rappresentati ad esempio nelle reti semantiche con struttura gerarchica; studi di taglio wittensteiniano come quelli della Rosch mostrano come la struttura della mente non si articoli in categorie e concetti del tutto nitidi, agevolmente riportabili in categorie sovraordinabili. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Così, ad esempio, il concetto di "mammifero" assume accezioni diverse nel pensiero comune dove una mucca rimane comunque, a dispetto delle tassonomie, più "mammifero" di una "balena". Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

45 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig
La scienza cognitiva ha bisogno di ricorrere a nuove metafore, di pensare alla mente come ad un luogo in cui si verificano eventi dai connotati più irregolari, in cui ci si avvale di modalità più informi, più similari a copioni o canovacci situazionali. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Conseguire una piena comprensione storica di questo passaggio è sicuramente un'operazione complessa. Non appare però irragionevole cercare una causa "nella delusione conseguente ai fallimenti di quanti hanno tentato di realizzare società o imprese secondo modelli ispirati troppo esclusivamente a un metodo di pensiero di tipo scientifico o tecnologico; oppure hanno confidato in modo troppo ingenuo sulla possibilità di risolvere i problemi umani sulla base di approcci e metodologie di natura esclusivamente scientifica e tecnologica"(Pellerey, 1994) V. Nota pag. 47 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

47 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig
Nota. Non va infatti ignorato il peso esercitato dalla delusione subentrata in un settore di punta della ricerca tecnologica, quello dell'Intelligenza Artificiale. Da Platone, attraverso Cartesio a Leibniz e via via fino al primo Wittgenstein, la conoscenza razionale è stata considerata la modalità superiore consentita agli esseri umani. Nel solco di questa tradizione l' I.A. ha cercato di realizzare uno dei sogni più ambiziosi cui l'uomo potesse aspirare, quello di “ricreare la mente”, quello di dar vita ad una macchina capace di mettere in atto comportamenti “intelligenti” o comunque tali che osservatori esterni non potessero distinguerli da comportamenti umani, secondo la classica prova di Turing, assumendo la conoscenza astratta come sinonimo dell'intelligenza stessa. L'impresa a cui hanno contribuito scienziati come Turing, Newell, McCarthy, Simon, Minsky porta inizialmente a risultati entusiasmanti: la capacità di mettere un computer in condizione di battere un campione di scacchi è indubbiamente un risultato che non può essere sbrigativamente sottovalutato. I problemi maggiori sono cominciati quando si è cominciato a confrontare i computer con la comprensione del linguaggio naturale. Si è scoperto ben presto che mettere un computer in condizione di “comprendere” un testo, ad esempio di farne una sintesi attraverso una parafrasi adeguata, pone problemi di enorme complessità (per la dimensione metaforica, pragmatica, per le assunzioni implicite che stanno al di là del testo ecc., che il computer non può padroneggiare). Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Negli ultimi anni appare dunque sempre più evidente l'impasse in cui si è trovata la ricerca sull'intelligenza artificiale all'interno dei modelli razionalistici di taglio logico-deduttivo; ci si rende conto che la ricerca si è chiusa in un recinto pericoloso, ha dato vita ad una “mente disincarnata”, l'ha distaccata dal corpo. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Si sente allora il bisogno di reagire cercando di dar vita a nuove “tecnologie della mente-corpo” o integrando la tecnologia con dimensioni proprie della fenomenologia, l’ “esserci” (Winograd, Flores, 1987) o riportando in auge orientamenti cognitivi di tipo bottom up (quali il connessionismo), o coniugando le nuove tecnologie ipertestuali e della rete con suggestioni già avanzate dalla semiologia e dal decostruzionismo (Landow 1993; Bolter, 1993). Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Occorre tener conto anche di altri cambiamenti recenti subentrati nel campo della scienza e della tecnologia; gli studi sulla complessità mostrano che la scienza non può più ricorrere a semplici catene causali e che esistono problemi che hanno una natura multidimensionale, per i quali poco possono i tradizionali modelli deterministici; ci si rende conto che la veste alta, razionale e consapevole della conoscenza è una sorta di irradiazione superficiale di altre dimensioni conoscitive che si annidano nei ventricoli oscuri del corpo. V. Nota a pag. 51 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

51 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig
Nota: Come osserva Longo (1995), “la lunga tradizione che privilegia la conoscenza logica, immersa in un'atmosfera rarefatta in cui si staglia nitido ciò che è formale, generale e ben definito, rappresentato e pianificato in anticipo, oggi viene messa in discussione. Addirittura si assiste ad un capovolgimento: si riconosce che la maggior parte delle conoscenze, specie quelle vitali, sono espresse nella struttura stessa del corpo e sono dunque contestualizzate, si riconosce che la loro matrice è storica e che sono sempre immerse in un ambiente il quale, con le sue continue perturbazioni, lungi dall'ostacolarle, dà loro significato. Insomma il concreto non è solo un gradino verso l'astratto ma è già conoscenza, anzi costituisce la parte fondamentale e fondante di tutta la conoscenza, compresa quella astratta. E' il corpo, con le sue capacità di conoscenza rapida, quasi fulminea, che ci permette di salvarci in situazioni di pericolo, dove la lentezza della mente, impacciata per di più dalla coscienza, ci sarebbe fatale” (pp ). Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Si scopre che, ad esempio, operazioni di importanza fondamentale nell'avanzamento tecnologico, come progettare una adeguata interfaccia software non sono risolvibili matematicamente e richiedono tipi di competenze (operative, intuitive, estetiche) che si trovano più evolute negli hacker che non nei ricercatori provenienti dai percorsi dell'istruzione formale. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

53 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig
L'idea che la conoscenza scientifica sia la rappresentazione di un mondo esterno, oggettivo, misurabile e che si sviluppi in forma lineare e progressiva viene messa in discussione; si fa via via più diffusa la consapevolezza del suo carattere di invenzione/ costruzione soggettiva-culturale, del fatto che tra soggetto ed oggetto esistano forme di solidarietà più profonda diverse dal "rispecchiamento" e del carattere multidimensionale, irriducibile della conoscenza stessa. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Una componente importante è costituita da ciò che Bruner chiama la “rivoluzione contestuale”; le azioni umane non vengono più interpretate in riferimento a disposizioni intrapsichiche, come nei modelli tradizionali dell'intelligenza; la conoscenza non ha sede esclusivamente nella mente di una persona ma anche negli strumenti esterni di supporto (appunti, libri ecc.), ha una natura sia "situata“ che "distribuita”. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Il concetto stesso di rete, il cui esempio paradigmatico è offerto da Internet, la "rete delle reti", incarna ed accentua la scoperta del carattere distribuito della conoscenza. In questo quadro vari orientamenti culturali (quali teorie della complessità, ermeneutica, decostruzionismo, pragmatismo, contestualismo, connessionismo) confluiscono nel consolidare un nuovo paradigma all'interno del quale si delinea una diversa visione della conoscenza che possiamo schematizzare nel modo seguente: Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Orientamento culturale Teorie della complessità Sistemi autorganizzati Ermeneutica, Decostruzionismo Pragmatismo Contestualismo Paradigma della rete ed intelligenza distribuita Teorie dell'intelligenza multipla. **** Visione della conoscenza scarsa distinguibilità tra soggetto ed oggetto. carattere della conoscenza: "emergente" "ricorsivo" "transazionale", "negoziale", "multidimensionale" "non riducibile" "corporeo- non formale" "distribuito“. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Nota **** Si tende a rinunciare definitivamente ad un concetto unitario di intelligenza; l'attenzione si sposta verso il manifestarsi delle intelligenze nelle loro valenze "ecologiche". Olson ad esempio sottolinea come non esista un'unica intelligenza ma tante intelligenze-abilità che entrano in essere all'interno di specifici media, le intelligenze sono abilità che coltiviamo o che creiamo operando con una tecnologia. Negli ultimi lavori Bruner insiste sul carattere fondamentalmente duplice dell'intelligenza umana: da una parte l'intelligenza paradigmatica (logico-deduttiva), dall'altra quella "narratologica". Gardner, un eclettico creativo che sta ricevendo forse una fortuna un pò eccessiva, in diversi suoi lavori riprende la riflessione sulle molteplicità delle forme dell'intelligenza che sarebbero, a suo avviso, sette, otto, ipoteticamente anche nove negli ultimi lavori. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Nel nuovo paradigma la conoscenza è vista come processo reticolare, di esplorazione e costruzione attiva di aree di senso; maggiore centralità viene data alle connessioni e possibili diramazioni del processo, al contesto, alle dissonanze più che alle concordanze, ad inventare piuttosto che a pianificare; al concetto di obiettivo si sostituiscono altri concetti (metafore, scenari), vincoli piuttosto che obiettivi, cose da evitare oltre che da raggiungere. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Un ruolo non trascurabile anche in questo passaggio continua ad avere lo stesso Bruner che ha più volte lamentato il particolare carattere assunto dal cognitivismo nel cui sviluppo ha prevalso “l’elaborazione dell’informazione” rispetto alla “ricerca del significato”, laddove gli intendimenti suoi e degli altri autori della svolta cognitiva di fine anni ‘50 erano piuttosto orientati a gettare un ponte tra ricerca scientifica ed ermeneutica, tra linguaggio scientifico e narratologia (Bruner, 1988, 1992). Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Questi elementi si sono venuti raccogliendo in una sorta di cognitivismo di seconda generazione, che nel dibattito internazionale è designato ormai come costruttivismo (scheda). Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Il costruttivismo continua ad accogliere anche concetti, singoli aspetti e pratiche elaborate negli anni precedenti; sicuramente però i modelli della conoscenza sottesi sono diversi e l'attenzione prevalente si sposta dall'allestimento curricolare con la sua organizzazione lineare-sequenziale, all'allestimento di "comunità" ed "ambienti di apprendimento“. All'interno del costruttivismo fioriscono modelli didattici quali le community of learners, l' apprendistato cognitivo, i learning circle, gli ambienti per l'apprendimento generativo, gli ambienti di apprendimento intenzionale sostenuto dal computer (C.S.I.L.E.). Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Ricerca didattica in Italia Se ad uno sguardo d'insieme la ricerca didattica in Europa appare in buona parte attualmente condizionata dalle trasformazioni istituzionali in atto e dall' urgente esigenza di favorire forme di dialogo e condivisione tra sistemi educativi diversi, la ricerca didattica italiana da un lato si riallaccia ai riferimenti internazionali sopra indicati, dall'altro persegue itinerari propri. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

63 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig
Vuoi richiamandosi ad un patrimonio di esperienze e riflessioni di autori (ad esempio quelle di Maria Montessori, di Lombardo Radice, dell'attivismo, di don Milani) via via criticamente rivisitate, vuoi mettendo a fuoco modelli e strumenti concettuali che hanno trovato particolare risalto in alcune congiunture istituzionali specifiche della storia della scuola del nostro paese (decreti delegati, riforma elementare, autonomia, riforma dei cicli, riforma dell'Università). Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Alcune tematiche in particolare, quali quella della metodologia della ricerca, del curricolo, della collegialità, dell'interdisciplinarietà e della continuità educativa hanno assorbito gran parte della riflessione didattica dell'ultimo quarto di secolo. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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In modo particolare negli ultimi anni le problematiche della didattica si integrano con quelle della formazione, sempre più intesa nel carattere di longlife learning, con i nuovi spazi che si generano nell'extrascuola, con le istanze dell'intercultura, con le nuove contaminazioni tra intrattenimento ed apprendimento, che la diffusione delle tecnologie dell'informazione viene a favorire. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Il dibattito accademico si sofferma preferenzialmente su aspetti metodologici quali i rapporti tra pedagogia e didattica, la natura della didattica, vista ora più vicina alla pedagogia sperimentale ora ad approcci fenomenologici, o sul rapporto didattica-didattiche. V. Nota a pag. 67 Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Nota: Tra gli autori più noti particolarmente vasta è la produzione di Scurati, orientata essenzialmente a mettere in risalto i principi pedagogici e valoriali che sovrintendono all'azione didattica (1997) e di Frabboni (direttore della rivista La Didattica, trimestrale di didattica generale e di didattica disciplinare, Laterza Editore), più rivolta ad individuare la struttura concettuale di una didattica come progettualità ed integrazione teorico- pratica (1992, 1994, 1999); Gennari (1996) in un ampio lavoro cerca di definire in forma sistematica l'infrastruttura teorica e metodologica delle didattica nel quadro di una concezione che ne sottolinea allo stesso tempo il carattere semiotico ed ermeneutico; sul versante fenomenologico si colloca il gruppo di Bertolini e dei suoi collaboratori (1994), che evidenzia la natura critica e non "riducibile" della didattica. Riccardo Massa propone una "clinica della formazione" caratterizzata da una aderenza alle realtà concrete ed individuali, esplorate anche e soprattutto nelle loro dimensioni affettive, come superamento della contrapposizione tra livello teorico ed empirico- sperimentale. Rosati si sofferma principalmente sui raccordi tra didattica e cultura (1988, 1993), didattica e didattiche (1995) mentre più recentemente Laneve ha aperto la strada ad un orientamento in cui la riflessione teorica si integra con una originale analisi degli ambiti applicativi della ricerca didattica (1993, 1997), testi ai quali faremo riferimento anche in seguito. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Si tende generalmente a sottolineare i raccordi tra didattica ed altri ambiti della pedagogia: pedagogia generale e storia della scuola, pedagogia sperimentale, docimologia, psicologia dell'educazione, tecnologia dell'istruzione. Se ci chiediamo invece di sintetizzare i problemi attuali che la ricerca didattica italiana cerca di affrontare e di superare, possiamoschematizzarli nei seguenti aspetti: Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Stabilire una buona integrazione tra teoria e pratica, tra ricerca e didattica viva. Il distacco tra chi fa "ricerca" e chi fa didattica "viva" (insegnanti, formatori ecc..) rimane un nodo storico irrisolto che caratterizza da tempo il contesto italiano della didattica. Si tratta di due mondi che vanno avvicinati, pur mantenendo ciascuno le specificità da salvaguardare: da un lato il ricercatore, inserito in una struttura ufficiale, dall'altro l'educatore; la ricerca viene accusata da chi vive le situazioni dirette della didattica di affrontare problemi spesso sofisticati e di rimanere distaccata da una comprensione reale dei problemi. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Chi vive immerso nella didattica quotidiana rischia però di rimanere schiacciato da un "praticismo“ che impedisce di valutare situazioni alternative o possibilità più ampie, di riconoscere connessioni e legami tra l'attività pratica e orientamenti teorici e culturali. Oltre a ciò è abbastanza diffusa l'idea che la didattica sia un campo in cui si può "andare a naso" o che essa non rappresenti un ambito di conoscenza con una propria effettiva autonomia ed identità: l'eredità dell'idealismo che sosteneva che basta sapere per sapere insegnare, è ancora viva. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Oggi si cercano forme di avvicinamento più articolate e flessibili tra ricerca ed intervento didattico: si tratta di rinunciare a qualcosa in termini del rigore richiesto dalla ricerca accademica guadagnando però in significatività e concretezza dei problemi affrontati: la ricerca azione, su cui torneremo in seguito, rappresenta ad esempio una di queste strade. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Stabilire un rapporto dialettico tra didattica generale e didattiche specifiche (di area, di disciplina ecc.) Secondo alcuni disciplinaristi la didattica generale non esisterebbe o avrebbe comunque scarso significato, avrebbero senso solo le didattiche particolari che acquistano il loro connotato in rapporto agli specifici contenuti. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Dall'altro canto esiste la tendenza opposta, quella di chi, muovendo in genere da studi di natura filosofica o pedagogica, o comunque da approcci di natura più speculativa, vede con una certa diffidenza il "chiudersi" della didattica in aree specifiche, il suo "venire a patti" con le logiche disciplinari. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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In tal modo da un lato si trascura il carattere criteriale e trasversale della didattica come luogo di raccordo, incontro, problematizzazione che riguarda, in forme similari o analoghe, una pluralità di contesti e situazioni anche diverse di apprendimento, dall'altro l'apporto vivificatore che una didattica siffatta può ricevere dall'incontro con specifici contesti e contenuti: tra i due piani può infatti sussistere un gioco dinamico di interscambi e retroazioni che occorre accogliere in tutta la sua complessità. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Accogliere la dimensione ermeneutica e costruttivistica all'interno di vincoli intersoggettivi e di forme comunicative che garantiscano l'affidabilità delle conoscenze. Oggi nessuno assimila più la ricerca educativa e didattica ai modelli di sperimentalismo rigido secondo cui queste sono trattabili alla stregua di scienze naturali; si tratta di accettare con tutta tranquillità che agendo in un campo in cui si ha a che fare con esseri umani, i margini di approssimazione non possono che rimanere più sfumati. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig

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Il fatto poi che i problemi rimangano aperti, o vengano "riaperti", nel corso di una ricerca può rappresentare un aspetto di vitalità della ricerca stessa. Apporti interessanti al momento vengono dall'approccio ermeneutico che nel costruttivismo contemporaneo si ammanta di una componente sociale ed interpersonale di particolare interesse; è attraverso forme di interpretazione ricorsiva che si tende a far emergere la complessità e la pluridimensionalità dei problemi in gioco. Paradigmi della conoscenza_2007 Gig


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