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PubblicatoAngiola Di marco Modificato 11 anni fa
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IL 1° PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA E SUE APPLICAZIONI
Liceo Scientifico “Gaspare Aselli” A.S. 2006/2007 Classe IV E Gruppo 1: Cortellini Livio, Denti Marco, Forcella Barbara, Mondini Mikela IL 1° PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA E SUE APPLICAZIONI
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Il Primo principio della termodinamica
Enunciato e sua spiegazione Esperimento di Joule Applicazioni: le trasformazioni termodinamiche Trasformazione isocora Trasformazione isobara Trasformazione isoterma Trasformazione adiabatica Bibliografia e sitografia
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IL PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
L’energia acquistata dal sistema (ovvero quella interna acquistata dal gas e quella gravitazionale acquistata dal corpo e dallo stantuffo) coincide con quella fornita al gas
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∆Et=∆U+∆Eg dove: ∆Et è l’energia termica fornita al gas
∆U è l’energia interna acquistata dal gas ∆Eg è l’energia gravitazionale acquistata dal corpo e dallo stantuffo
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In breve: al sistema viene fornita una quantità di calore Q e viene emesso un determinato lavoro L. ∆U
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Q=L+(U2-U1)=L+∆U Q ed L sono quantità positive se rappresentano rispettivamente il calore fornito al sistema e il lavoro prodotto. Se invece al sistema viene fornito lavoro e sviluppa calore, l’equazione non cambia, ma Q ed L assumono valore negativo.
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traduce il primo principio della termodinamica.
Q=L+∆U traduce il primo principio della termodinamica.
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Esperimento di Joule permette di stabilire l'equivalenza fra lavoro e calore in termini fisici; permette di stabilire l'equivalenza fra lavoro e calore in termini di unità di misura. MA SOPRATTUTTO… consente di mostrare che calore e lavoro hanno un’unica anima: il movimento.
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Dispositivo sperimentale
Viene fatta cadere la massa mettendo così in moto il sistema di pale; L’acqua si riscalda Si potrebbe ottenere lo stesso effetto prodotto dal lavoro fornendo calore
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TRASFORMAZIONE ISOCORA il volume del gas non varia
Il gas non può espandersi, allora non può compiere alcun lavoro L contro l'esterno; Il calore Q fornito viene utilizzato per aumentare l'energia interna ∆U e per aumentare di ∆T la temperatura del gas.
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Q=L+∆U=0+∆U=∆U Q=Cm∆T Q=∆U=CVm∆T ∆U=CmVn∆T
dove CV indica il calore specifico associato ad un riscaldamento che avviene a volume costante. Se non utilizziamo il calore specifico riferito all’unità di massa del gas, ma quello riferito all’unità di mole del gas (calore specifico molare a volume costante) la formula diventa: ∆U=CmVn∆T Con CmV che indica il calore specifico molare a volume costante e n il numero di moli del gas.
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Nel piano PV l’isocora è rappresentata da una retta verticale.
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TRASFORMAZIONE ISOBARA
La pressione del gas non varia Inizialmente la pressione P è identica a quella dell'ambiente esterno Il sistema riceve calore in modo che la sua pressione rimanga invariata.
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L=PΔV=nR∆T CmPn∆T= nR∆T+ CmVn∆T
La formula del calore fornito è Q= CmPn∆T Poiché il rifornimento di calore tende ad aumentare la temperatura del gas la trasformazione sarà accompagnata da una variazione di volume ∆V. Quindi il lavoro prodotto è L=PΔV L=PΔV=nR∆T L’aumento dell’energia interna è ∆U=CmVn∆T CmPn∆T= nR∆T+ CmVn∆T Dalla quale si ha la relazione di Mayer CmP=R+CmV
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Nel piano PV l’isobara è rappresentata da una retta orizzontale.
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TRASFORMAZIONE ISOTERMA
La temperatura del gas non varia Poiché la temperatura resta costante (∆T=0), dall’associazione energia interna-temperatura, si ha ∆U=0 Si avrà una espansione del volume del gas con diminuzione della pressione.
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Q= n R T ln (V2 / V1) Il lavoro si calcolerà nella quale
L = n R T ln (V2 / V1) nella quale n= numero di moli di cui è costituito il gas; T= temperatura assoluta in corrispondenza della quale avviene l’isoterma; V1= volume iniziale del gas; V2= volume finale del gas. Poiché ∆U=0, Q=L Q= n R T ln (V2 / V1)
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Nel piano PV l’isoterma è rappresentata da un’iperbole equilatera.
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TRASFORMAZIONE ADIABATICA
non avvengono scambi di calore con l'ambiente esterno Togliendo uno dopo l’altro i pesi il gas si espande; Il volume del gas aumenta e la sua pressione diminuisce
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PVγ = costante L = -∆U ∆U=CmVn∆T L = - CmVn∆T in cui:
γ risulta sempre >1 in base alla relazione di Mayer dove CmP > CmV in cui: Per calcolare il lavoro dovuto ad un aumento di volume, essendo Q=0, si ha: L = -∆U ∆U=CmVn∆T L = - CmVn∆T
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Nel piano PV l’adiabatica è rappresentata da una curva simile all’isoterma, ma più verticale .
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BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA
U. Amaldi, “L’Amaldi -introduzione alla fisica-”, Zanichelli, Bologna, 2004 Alpha Test “ Teoritest 6 -TestUniversitari, teoria ed esercizi per le prove d’ammissione-”, Alpha Test, Milano, 2005 M.E. Bergamaschini, P. Marazzini, L. Magazzini, “L’indagine nel mondo fisico”, Carlo Signorelli Editore, Milano, 2006 SITOGRAFIA
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Il gruppo 1 è stato lieto di offrirVi:
Il primo principio della termodinamica e sue applicazioni Testi e layout: Forcella Barbara & Mondini Mikela Animazioni ed effetti speciali: Cortellini Livio & Denti Marco FINE
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