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PubblicatoCristiana Rubino Modificato 11 anni fa
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“Ed è subito sera” (dalla raccolta “Acque e terre”)
SALVATORE QUASIMODO “Ed è subito sera” (dalla raccolta “Acque e terre”)
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Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.
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SALVATORE QUASIMODO La voce del poeta “Milano: agosto 1943”
(dalla raccolta “Giorno dopo giorno”)
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Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la città è morta. È morta: s’è udito l’ultimo rombo sul cuore del Naviglio. E l’usignolo è caduto dall’antenna, alta sul convento, dove cantava prima del tramonto. Non scavate pozzi nei cortili: i vivi non hanno più sete. Non toccate i morti, così rossi, così gonfi: lasciateli nella terra delle loro case: la città è morta, è morta.
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MACERIE DI MILANO: 1943
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MACERIE DI BAGHDAD: 2007
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SALVATORE QUASIMODO “Quasi un madrigale”
(dalla raccolta “La vita non è un sogno”)
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Prima strofa Il girasole piega a occidente e già precipita il giorno nel suo occhio in rovina e l'aria dell'estate s'addensa e già curva le foglie e il fumo dei cantieri. S'allontana con scorrere secco di nubi e stridere di fulmini quest'ultimo gioco del cielo. Ancora, e da anni, cara, ci ferma il mutarsi degli alberi stretti dentro la cerchia dei Navigli. Ma è sempre il nostro giorno e sempre quel sole che se ne va con il filo del suo raggio affettuoso.
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Seconda strofa Non ho più ricordi, non voglio ricordare; la memoria risale dalla morte, la vita è senza fine. Ogni giorno è nostro. Uno si fermerà per sempre, e tu con me, quando ci sembri tardi. Qui sull'argine del canale, i piedi in altalena, come di fanciulli, guardiamo l'acqua, i primi rami dentro il suo colore verde che s'oscura. E l'uomo che in silenzio s'avvicina non nasconde un coltello fra le mani, ma un fiore di geranio.
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Uno dei navigli di Milano
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PER APPROFONDIRE …
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CENNI BIOGRAFICI Il poeta nacque a Modica (Ragusa) nel Suo padre era un capostazione delle ferrovie. Dal 1908 al 1920 visse a Messina, dove frequentò le scuole secondarie. Successivamente (fino al 1926) soggiornò a Roma, studiando presso la facoltà di ingegneria. Lasciati gli studi, trovò un impiego al Genio Civile (fino al 1938), che lo costrinse a continui spostamenti: Reggio Calabria, Firenze, Imperia, Sardegna, Milano. Contemporaneamente si dedicava alla poesia e alle traduzioni. Dal 1941 fu professore universitario di Letteratura Italiana presso il Conservatorio di Musica di Milano. Nel 1959 ebbe il premio Nobel per la Letteratura. Il 14 giugno 1968 morì a Napoli.
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OPERE L’opera completa (dal 1930 al 1966) è raccolta nel volume “Tutte le poesie”, Milano, Mondadori, 1960. Essa comprende le seguenti sezioni: “Ed è subito sera” (1942). Include: “Acque e terre”, “Oboe sommerso”, “Erato e Apollion”, “Nuove poesie” “Giorno dopo giorno” (1947) “La vita non è un sogno” (1949) “Il falso e vero verde” (1956) “La terra impareggiabile” (1958) “Dare e avere” (1966) N. B. Il poeta svolse anche un intenso lavoro di traduttore e di critico letterario (cfr. traduzioni dei lirici greci e scritti raccolti ne “Il poeta, il politico e altri saggi”).
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TEMATICHE E STILE Tra i temi costanti della poesia di Quasimodo:
La Sicilia e l’infanzia come mito spazio-temporale L’esilio come realtà biografica La violenza e la guerra come polo ideologico negativo La contrapposizione quasi leopardiana fra natura e storia Il passaggio, anch’esso influenzato dal pensiero di Leopardi, dall’individualismo alla dimensione sociale della sofferenza, da riscattarsi attraverso la solidarietà dell’uomo con l’uomo. Lo stile del poeta è caratterizzato da due fasi ben distinte: La stretta osservanza ai canoni dell’ermetismo (ricerca della parola pura, delle immagini nitide, dei simbolismi e delle analogie). La ricerca della comunicazione in una dimensione epico-lirica più narrativa e distesa.
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L’ERMETISMO L’ermetismo letterario, di cui Quasimodo fu tra i più celebri esponenti, si sviluppò in Italia tra le due guerre mondiali in polemica con l’eredità oratoria ottocentesca di stampo carducciano e dannunziano. Esso fu caratterizzato da: Particolare interesse verso le esperienze poetiche del simbolismo francese (cfr. soprattutto Mallarmé) Ricerca delle parole pure, essenzialmente nomi e verbi, in grado di connotare la realtà e non solo di denotarla Caduta dei nessi sintattici razionali e ricorso frequente all’analogia e al simbolismo Scelta di temi volutamente alternativi al trionfalismo della letteratura di regime: la solitudine dell’uomo, il disagio esistenziale, la coscienza dell’alienazione e dell’esilio, l’impossibilità di comunicare, l’estraneità all’uomo della natura stessa da lui violata con il progresso industriale.
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BIBLIOGRAFIA I titoli più importanti di e su Quasimodo sono i seguenti: “Lirici greci”, trad. a cura di S. Quasimodo, Milano, Edizioni di Corrente, 1940 S. Quasimodo, “Tutte le poesie”, Milano, Mondadori, 1960 (riedizione a cura di Gilberto Finzi, 2003) ****************************************************************** Francesco Flora, “Scrittori italiani contemporanei”, Pisa, Nistri-Lischi, 1952 Gilberto Finzi, “Quasimodo e la critica”, Milano Mondadori, 1969 Niva Lorenzini, “La poesia di Quasimodo tra mito e storia”, Modena, Mucchi, 1993 Oreste Macrì, “La vita della parola: studi su Ungaretti e poeti coevi”, a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 1998
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SITOGRAFIA http://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Quasimodo
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PER LAVORARE IN GRUPPO (I)
Basandovi sulla bibliografia e sulla sitografia ma ricorrendo anche ai libri e alle enciclopedie, fate una ricerca approfondita sulla vita, le opere e la poetica di Quasimodo (da strutturare come documento word) Rintracciate in rete o in volume altre tre poesie di Quasimodo e curatene la presentazione in PowerPoint. Fate una ricerca su Milano negli anni della seconda guerra mondiale, soffermandovi in particolare sui bombardamenti che la città subì nel 1943 (in PowerPoint) Fate una ricerca sui cosiddetti “Navigli” di Milano (in PowerPoint)
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PER LAVORARE IN GRUPPO (II)
Dopo averne discusso tra voi, rispondete alle seguenti domande: Perché i tre versi della prima poesia sono via via più brevi? Quali sono i sostantivi della prima poesia che inseriscono la condizione umana nel più ampio ciclo vitale della natura? Individuate tutte le figure retoriche che rendono particolarmente incisiva la seconda poesia (mi riferisco alle ripetizioni, alle metonimie, ai simbolismi, alle antitesi ecc…) Spiegate il significato del girasole e del geranio nella terza poesia e dite perché l’uomo che si avvicina ai due innamorati non ha un coltello ma un girasole Elencate tutti i termini che si riferiscono alla natura della terza poesia.
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PER LAVORARE IN GRUPPO (III)
Sulla L.I.M. provate a modificare in tutte le combinazioni possibili l’ordine dei tre versi della prima poesia e osservate come si modifica il significato Sulla L.I.M. sperimentate diverse interpunzioni per concludere la prima poesia (il punto fermo, l’interrogativo, l’esclamativo, i sospensivi) e discutete tra voi lo scarto semantico che ne deriva Sulla L.I.M. sottoponete ad analisi metrica le tre poesie, individuando le strofe, la misura dei versi, l’eventuale presenza di rime o di assonanze Registrate la lettura dei tre testi con voci diverse e riflettete sulla diverse possibilità di enfatizzazione.
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PER CONCLUDERE: ANCORA LA VOCE DEL POETA
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ALLE FRONDE DEI SALICI. E come potevano noi cantare Con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.
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