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PubblicatoSantino Lorenzi Modificato 11 anni fa
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RE SOLE Assolutismo e rappresentazione del potere nella Francia di Luigi XIV. Parte I. L’assolutismo monarchico. La nascita dell’assolutismo in Francia La strategia della distrazione La reggia di Versailles Il giudizio di Duby sull’aristocrazia francese Origini e significato del soprannome “Re Sole” Parte II. L’affresco di Charles le Brun. L’ Apoteosi di Luigi XIV Significato dell’affresco Mappa concettuale
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L’assolutismo monarchico
Parte I L’assolutismo monarchico
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Luigi XIV divenne Re di Francia a soli 5 anni, in seguito alla morte del padre luigi XIII. Rimase però a lungo nell’ombra, perché di fatto governavano sua madre, Anna d’Austria, e il Cardinale Mazzarino. Nel 1661, all’età di 23 anni, dopo la morte di Mazzarino, Luigi XIV decise di assumere il potere assoluto. Abolì molti ministeri e funzionari, e concentrò tutto il potere nelle sue mani.
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In Francia si afferma l’assolutismo
L'assolutismo monarchico è dunque una forma di governo in cui tutto il potere è concentrato nelle mani del monarca. Il termine "assoluto" deriva dal latino absolutus, ovvero libero, sciolto da ogni costrizione esterna. “Assoluto” è quel sovrano che può esercitare liberamente e senza condizionamenti il proprio potere. Luigi XIV fu spinto ad affermare l’ assolutismo soprattutto dal ricordo della Fronda, la guerra civile che aveva devastato la Francia tra il 1648 e il 1653. La Fronda fu un movimento rivoluzionario, prima clandestino poi alla luce del sole, della nobiltà che si opponeva alla politica accentratrice del cardinale Mazzarino. Il nome fronda in francese significa fionda, arma utilizzata dal popolo parigino per distruggere le finestre degli appartamenti del cardinale durante i moti di protesta.
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La strategia della “distrazione”
Per evitare una nuova Fronda Luigi XIV allontanò l’aristocrazia dagli affari di stato. Fece anche edificare una sontuosa reggia a Versailles, in cui ospitare l’aristocrazia coinvolgendola nel lusso sfrenato della corte. Versailles fu concepita per impressionare il mondo e mostrare la potenza del re. Ma il suo ruolo principale era quello di ospitare, distraendola dalla politica, la nobiltà francese.
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Progettazione e costruzione
Il cuore della strategia della distrazione: la reggia di Versailles, una gabbia dorata per l’aristocrazia francese Progettazione e costruzione I giochi d’acqua Le stufe
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Il duro giudizio di Georges Duby sui nobili alla corte di Re sole: da soldati a cortigiani profumati e sudici “Il re provvedeva a tutte le necessità dei nobili che ospitava ( vitto, alloggio, vestiario). Ai più assidui, dava delle cariche simboliche (ciambellano, coppiere); il monarca dispensava ogni cosa con generosità, forse con una punta di disprezzo. Ecco dunque l’alta nobiltà, mantenuta dal re perché non faccia nulla, soprattutto non cospiri, asservita alla persona del re, chiusa in una gabbia dorata, ma chiusa! Qualche migliaio di cortigiani abili nella sola arte di farsi vedere, di essere eleganti, che si ritengono fortunati se ricevono un sorriso benevolo dal re o se possono passargli la coppa del vino, impennacchiati e in abiti di gala sin dal mattino, inondati di profumo sul loro sudiciume (poiché l’etichetta di palazzo riserva pochissimo tempo alle abluzioni)… Una vita umiliante, ai nostri occhi. La nobiltà smarrisce completamente l’ideale militare del medioevo e finisce col riporre la sua ambizione nel quotidiano servizio di corte, accetta di vivere in funzione delle feste e dei piaceri in una prigione dorata, priva di qualunque funzione politica”. G. Duby .
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Le origini del soprannome “Re sole”.
Nel 1653, in occasione di una festa a corte, Luigi XIV si presentò vestito da Apollo, dio del sole, con una splendida parrucca dorata e un costume preziosissimo, sul cui corpetto era ricamato un sole. Da quel momento cominciò ad essere indicato come “Re sole”. Lo stesso Luigi XIV incoraggiò il diffondersi del soprannome.
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Il significato del soprannome
Nel soprannome di Luigi XIV erano racchiusi molti significati: Il re era il sole che aveva battuto l’oscurità, ossia la ribellione della Fronda. Il re era l’astro attorno al quale ruotava tutta la vita di corte, esattamente come i pianeti ruotano attorno al sole (riferimento alla rivoluzione Copernicana). Come un sole il re genera e mantiene la vita della nazione. Decorazione murale della reggia di Versailles
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Dalle Memorie di Luigi XIV:
“Il sole, per la sua qualità di unico centro del sistema solare, per il suo splendore, per la luce che comunica agli altri astri che compongono attorno a lui una specie di corte, per la costante ed equa distribuzione che fa di questa luce a tutte le plaghe, per il bene che produce ovunque generando la vita… è certamente la più bella e la più viva immagine di un grande monarca”.
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L’affresco di Charles le Brun
Parte II L’affresco di Charles le Brun
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L’apoteosi di Luigi XIV
Dopo il 1680 Luigi XIV incaricò il pittore Charles le Brun di decorare la Galleria degli specchi della reggia di Versailles. La volta della galleria fu così riempita di affreschi che illustrano le gesta compiute dal re fino ad allora. Complessivamente quegli affreschi sono conosciuti come “Apoteosi di Luigi XIV”. L’ autore degli affreschi della Galleria degli Specchi
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Dell’ Apoteosi analizzeremo solo l’affresco che celebra l’assunzione del potere personale da parte di Luigi XIV, ossia gli avvenimenti dell’anno Nella cornice di questo affresco è inserita la frase Le Roy gouverne par lui même (il re governa da solo), divenuta una specie di titolo dell’opera.
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La cornice dell’affresco
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Le roy gouverne par lui même: visione d’insieme
L’affresco è diviso in due parti. Mercurio (al centro con le vesti rosse) fa da legame tra le due parti del dipinto che congiunge nella volta i due lati opposti della Galleria degli Specchi: il Dio solca l'aria per andare a far conoscere il Principe a tutta la terra. Della complessa opera analizzeremo solo la parte inferiore, la più significativa. Nota cinque
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La parte inferiore dell’ affresco
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Aprimi dopo aver navigato l’affresco
3 6 7 2 Mappa concettuale Aprimi dopo aver navigato l’affresco 1 5 8 4
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1 Vestito come un antico condottiero, Luigi XIV siede sul trono e impugna, lui solo, un timone, simbolo del governo. Le Tre Grazie sono dipinte appena dietro al Re per testimoniare le doti, sia fisiche che morali, che il cielo gli ha accordato generosamente.
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7 La Gloria è indicata anche da Marte, il dio della Guerra: con questo si intende dire che la gloria è ottenuta dal Re non solo tramite la sua saggezza (simboleggiata da Minerva), ma anche per il suo coraggio e per le sue imprese militari (simboleggiati da Marte)". Nel dettaglio dell’affresco, Minerva e Marte indicano la gloria, che porge la corona al re
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8 Charles Le Brun ha rappresentato la Senna ai piedi dell'allegoria della Francia. Il fiume è raffigurato da una giovane donna semi-sdraiata, coronata di spighe di grano e di uva. La Senna si appoggia su un corno dell’ abbondanza (cornucopia), da dove escono acqua e frutti.
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2 Il re si scruta in uno specchio retto da Minerva, Dea della sapienza. L’immagine riflessa del re evoca la prudenza: è prudente, infatti, colui che si scruta per conoscersi meglio. Con la mano Minerva indica una figura posta in alto che vedremo subito dopo: la gloria.
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La gloria offre una corona di stelle, simbolo di immortalità, al re.
3 La gloria offre una corona di stelle, simbolo di immortalità, al re.
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4 I divertimenti. I putti ai piedi del monarca simboleggiano la sua passione per le carte, la musica e il teatro. Sono stati collocati in basso per significare che questi piaceri rappresentano attività inferiori, alle quali il re deve dedicare poco tempo per occuparsi del governo del regno
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5 La personificazione della Francia schiaccia la Discordia (nelle immagini sono visibili solo lo scudo e la discordia), ossia la Fronda. Nell’affresco la Francia è rappresentata più indietro e in ombra rispetto al re, che invece sfolgora in piena luce, per significare che la nazione è sottomessa al sovrano.
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6 La clessidra retta da saturno simboleggia il tempo, che solo sarà in grado di svelare la grandezza del re.
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In conclusione possiamo dire che l’affresco dipinto da Charles le Brun ha un carattere celebrativo e propagandistico. Celebra la potenza e la magnificenza del re e ne propaganda la concezione (assolutistica) del potere.
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In particolare l’affresco ci fa capire che:
Il re intendeva governare da solo; Il “timone” del governo era nelle sue mani; La nazione francese era nel complesso meno importante del re, al quale doveva stare sottomessa; Il re intendeva schiacciare i suoi nemici restituendo pace alla nazione (infatti la personificazione della Francia regge un ramoscello di ulivo, simbolo di pace).
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Nelle fonti fin qui analizzate la propaganda ideologica di Luigi XIV si esercita quindi soprattutto attraverso le metafore del sole forza, splendore, luce, energia fecondatrice del timone timone = governo dello stato; re = unico timoniere dello specchio Riflessività, saggezza, prudenza dello scudo che schiaccia i nemici La vittoria contro la Fronda Torna all’affresco
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